13. Dopo la valutazione: attività di rinforzo, recupero o ripasso?

 

   La verifica e la conseguente valutazione non hanno lo scopo tanto di “premiare” o “punire”, sanzionando con un voto l’operato degli alunni, quanto di rendere partecipe l’alunno al suo processo di apprendimento, facendogli da “specchio”, cioè riflettendo la sua immagine, a che punto è  arrivato, quali sono i suoi punti forti e i suoi punti deboli.

    Dopo aver effettuato le attività di verifica e aver valutato la situazione degli alunni, l’insegnante si trova a ri-vedere e a ri-programmare alcune cose, per venire incontro alle difficoltà manifestate dai bambini.

    Nelle nostre classi  ( a parte casi felici) ci sono in media 25 alunni. In circa due ore, il massimo di esercitazione possibile è di circa 2 minuti a testa per bambino, tempo nel quale parlare a lui direttamente o farlo interagire con un compagno/a (se si moltiplicano i due minuti per 25 alunni...), oltre al tempo impiegato per spiegare, rispondere a domande ecc. Appare logico chiedersi come sia possibile insegnare a “parlare” ad un bambino in una lingua diversa da quella materna in queste condizioni. Tanto più, come recuperare, cioè, in generale, aiutare gli alunni che manifestano particolari difficoltà? (vista sempre l’esiguità del tempo a disposizione) Il fatto di essere pochi in una classe è una delle chiavi del successo di un corso di lingua, perché permette a ciascuno di esercitarla. Infatti, a questo riguardo, il Progetto Lingue 2000 segnala la necessità di creare gruppi di apprendimento non superiori alle 15 unità. 

Cosa effettuare, terminata un’attività di verifica: attività di rinforzo, recupero o ripasso?

 Vediamo, in breve, alcune definizioni date da Balboni, esperto internazionale di glottodidattica, di questi tre diversi tipi d attività:

 

a. Il rinforzo

    Si tratta di un supplemento di riflessione linguistica e di esercizio applicativo, specificamente mirato su una precisa lacuna.

Tale attività viene programmata di solito all’interno del periodo dedicato ad un’unità didattica, oppure viene collocata immediatamente dopo il test conclusivo, il tipico “compito in classe”.

 b. Il recupero

    Questa attività riguarda coloro che evidenziano carenze globali nel processo di acquisizione oppure lacune risalenti a unità precedenti e che, via via che si procede, gettano un cono d'ombra sempre più vasto sulla resa dell'allievo.

Non è possibile intervenire con esercizi mirati, come nel caso del rinforzo, per cui si deve porre in atto un'attività di recupero globale.         

Il recupero si presenta secondo due tipologie:

- un progetto di lunga durata, che va dunque programmato in maniera parallela alla sequenza di unità didattiche che scandiscono l’anno scolastico,

- momenti di attenzione focalizzata su alcuni aspetti, cioè i veri e propri “corsi di recupero”, da svolgere almeno due volte l’anno.

c. il ripasso

   “Ri-passare”, come dice la parola, significa ripercorrere un itinerario che è già stato seguito una volta, nella speranza che questo secondo passaggio aiuti lo studente a raggiungere gli obiettivi. Logicamente, se la prima volta le modalità di presentazione del materiale di apprendimento non hanno funzionato, non è detto che funzionino in questo caso, per cui, risulterebbe più proficuo inserire nuovi stimoli e nuovi modi di presentare gli argomenti.

Se quindi il ripasso non è sempre proficuo e il recupero è difficile a causa del monte ore a disposizione e dell’organizzazione della scuola, ci si concentrerà  maggiormente sulle attività di rinforzo e, tenuto conto del fatto che la modalità didattica di presentazione del materiale linguistico “a spirale” facilita tale compito, verranno previsti sempre ulteriori stimoli ed attività relative ad ogni argomento, all’interno e alla conclusione di ogni attività didattica.

faaaaa

Cosa fanno i nostri bambini a scuola?