ESTERI
Berlusconi a colloquio con Verhofstadt, presidente
di turno dell'Ue
Mandato d'arresto europeo, "no"
dell'Italia
Si tratta ancora per superare le riserve
di Roma. Accordo raggiunto, invece, sulla definizione di terrorismo e
sulle pene
BRUXELLES - Il presidente belga di turno
dell'Unione europea Guy Verhofstadt si è sentito con il premier
italiano Silvio Berlusconi sul mandato d'arresto europeo, nel tentativo
di sbloccare le riserve italiane che impediscono il raggiungimento di
un accordo al consiglio giustizia. Lo hanno riferito fonti della presidenza
belga, precisando che un contatto telefonico è avvenuto nel corso
della giornata.
IL "NO" DELL'ITALIA - "Tranne per un paese che blocca sull’inclusione
dei reati finanziari, potremmo arrivare a un accordo entro stasera".
E’ questa la convinzione espressa dal ministro della Giustizia francese,
Marlise Lebranchu, a margine del Consiglio Ue in cui i Quindici stanno
cercando in queste ore di trovare un accordo sul mandato di arresto europeo.
Il ministro in particolare si è detto "dispiaciuto" della posizione
italiana. "Lavoreremo con forza e persuasione e sono ottimista che potremmo
arrivare ad un accordo oggi", ha detto Lebranchu. Secondo la responsabile
francese, a parte l’Italia, "nei bilaterali a margine del Consiglio vedo
aumentare la disponibilità all’accordo ". Lebranchu ha confermato
l’impressione che l’asse della trattativa si stia spostando dal numero
(e tipo) di reati inclusi nella lista a cui sarebbe applicabile il mandato,
alla soglia di pena minima dei reati in questione.
SOLO ALCUNI CRIMINI - In pratica, il mandato sarebbe applicabile solo
ai crimini punibili con un minimo di pena ben definito. Il governo di
Roma invece intende assicurare il meccanismo del mandato di cattura europeo
solo per i reati transanazionali più gravi quali terrorismo, pedofilia
o traffico di droga. "Evidentemente, all’Italia non sembra che i reati
esclusi da quasta lista siano abbastanza gravi da poter essere inclusi",
ha constatato Marilise Lebranchu. Il compromesso su cui si cerca ora l’accordo
sarebbe di tre anni di minimo, secondo quanto riferito dalla francese.
Parigi sarebbe disponibile a questa soluzione che potrebbe escludere,
nei casi concreti di applicazione del mandato di arresto, molti reati
contenuti nella lista di trentadue reati della presidenza belga.
ACCORDO SUL TERRORISMO - I ministri della giustizia e degli interni dell'Ue
hanno raggiunto un accordo sulla definizione comune di terrorismo e delle
sanzioni comuni applicabili. Nel testo della decisione quadro su cui è
stata raggiunta l'intesa - secondo fonti comunitarie - sono descritti
come atti terroristici quelli volti fra l'altro "ad una intimidazione
grave di una popolazione " o a "destabilizzare gravemente o
distruggere le fondamentali strutture politiche, costituzionali, economiche
o sociali di un paese o di un'organizzazione internazionale". La
decisione prevede pene massime di almeno 15 anni per la direzione di un
gruppo terrorista e di almeno 8 per la partecipazione ad un'organizzazione
terroristica.
LE LEGGI ATTUALI - Solo sei paesi europei (Germania, Italia, Regno Unito,
Francia, Spagna, Portogallo) prevedono attualmente nei rispettivi ordinamenti
misure volte a colpire in modo specifico il terrorismo. La decisione-quadro
varata oggi comprende, fra i reati di terrorismo, gli attentati contro
la vita e l'integrità fisica delle persone, la presa di ostaggi,
il dirottamento di aerei, navi o altri mezzi di trasporto collettivi,
gli incendi e gli attentati esplosivi. Nel testo finale sono state apportate
delle messe a punto per evitare che manifestazioni di protesta sindacali
o del movimento 'no global' possano essere assimilate ad attività
terroristiche.
|
|