Un po' di poesia...
| Rito |
Nel bocciolo in cui
sono rinchiusa , stesa,
la voce dei millenni ora
mi giunge, chiara,
dalla sua intensa forza,
nuovi semi avranno vita.
Il sole nascosto
dietro quelle nubi nere,
attende, senza quiete,
l'inizio dell'immane rito.
Chiudo gli occhi, in ascolto.
Lo sento, arriva,
il suo ruggire sordo
penetra nelle membra,
mi lascio attraversare,
non sono che una cosa, qui.
Cesso di esistere,
e per un istante
non provo niente.
Arionrhod Mariusson
|
Incontro con la
fine |
Seduti sul picco dell'eterno volo
coglieremo il respiro della vita,
nasceranno fiori di stagioni
che nel sole non appassiranno mai.
Poi, nell'azzurro che avvolge il
respiro,
evidenze appariranno chiare
e piangerai.
Scheletro senza pace,
non vagarmi attorno
non ho più doni per te,
nè speranze imputridite,
di essere so,
senza ali,
lontano volo.
Arionrhod Mariusson
| Continua Ricerca |
Scusami se parlo,
se esisto quando non vorrei,
e abbassa le mani ora,
lasciami sola,
a perdermi dentro
una sorda preghiera
per un inesistente dio.
Forse non sarai sempre lo stesso,
lo sguardo vaga speranzoso
alla ricerca dell'errore,
del simile al dolore,
ma il viaggio senza spazio
non concede il tempo
utile al respiro.
Abbassa le mani ora,
e non colpirmi più,
non toccarmi più,
lasciami, lasciami,
che il solo andare rosso bagna
già il viso.
Arionrhod Mariusson
|
Padre |
Quante nascoste promesse,
che sembravano ovvie,
dietro il tuo nome.
La bambina non smette di piangere,
il suono mi arriva, roco,
diluito dal vitale scorrere,
e dal mendicare assiduo.
La mano tesa è ormai immobile,
insensibile, pochi spasmi
arrivano,
piano, quando nelle prime ore
del mattino, con i grandi occhi
stupiti, ricorda.
Lo scoglio di una certezza
non affiora che d'un palmo,
spigoli smussati dall'acqua,
quasi non si notano più.
Abbandono la tua immagine,
non ho rancori.
La bambina non capisce,
nel suo isterico andare
pesta i piedi, non tace.
Arionrhod Mariusson
| Viaggio
Piccola, dolce, intrusione notturna
in un panorama immutato,
un quadro, alle pareti spente,
che cambia posizione, non soggetto.
Mi nutro ancora di favole antiche,
l'inedia resta, ospite sgradito,
non scompare l'impulso di scappare.
Pioggia, sole, vento, nubi insieme,
ed un orizzonte poco acceso,
un acquerello,
e sabbia bianca d'isole lontane.
Ferma la giostra,
stridono i cardini invecchiati,
il biglietto in pugno ora si sgretola.
Cenere che, spandendosi nell'aria
attenua un po' il rumore.
Arionrhod Mariusson
|
| Nuova vita |
Accoccolati sull'umida sabbia,
nel fondersi rapido dei respiri,
lascia che l'intensità delle onde
ci
unisca, celebrando, in questa
folle
notte, il rito degli angeli
caduti.
Strappami il gelido, oscuro,
timore
d'essere incapace d'amare,
tienimi con te, scaldami al tuo
fuoco,
non mi sottrarrò, spaventata.
Come stelle impazzite
divengono frammenti
per il rovinoso scontro
con l'aere terrestre,
si frangeranno i dubbi,
in te s'annulleranno
i tabù del mio vivere.
Rimarranno brandelli
di ciò che siamo stati
a ricordarci i tempi
Del perpetuo inverno.
Arionrhod Mariusson
| Grido |
Innalzando lo sguardo inferocito,
contro il tutto che ancor
m'umilia,
dev' esserci qualcosa, ben celata,
che sfinisce le mie ultime forze.
E l'immagine sfocata, priva
di confini che aiutino a capire,
di vaghi e tremuli ricordi,
fa bruciare in mille fiamme la
ferita.
"Giochiamo ancora, giochiamo
in questo girotondo di
confini"
che possa essere l'ultimo mio
grido
questo riso, e che vi geli il
sangue nelle vene!
Arionrhod Mariusson
| Alba |
Una sottile scia di fumo
sale lenta,
perdendosi in cerchi,
poi, inghiottita dall'aria,
scompare, vinta.
Il leggero sfrigolare
del tabacco
ampia la percezione.
Ecco, sento
Il ticchettare dell'orologio,
appeso al muro...
Eternamente arriva
l'ora temuta,
il domani bussa
freneticamente, ed io,
nessuna voglia di farlo entrare,
devo ancora seminare
l'orto delle buone intenzioni.
Arionrhod Mariusson
| Insonne |
E' tardi,
figure adagiate, dolci,
nei loro lettini,
persi in esili sogni,
che sfumano all'alba.
Mormorii ovattati,
loquaci silenzi notturni,
la parte migliore di me
stiracchia languidamente
le braccia, i sensi amplificati.
Domani,
nuovo inizio,
progetti freschi di bucato,
caldi, appena stirati...
Ancora bugie,
meste proiezioni
dell'ego crudele
che non sa mutare...
Tornerà il tramonto,
il giorno cederà il passo
ad una diversa luce,
io sarò sempre qui.
Un neonato perché
che non vuol tacere
dentro la mia testa.
Arionrhod Mariusson
| Bambino capriccioso |
Forse confondo ancora
il significato delle tue parole.
Credi di sapere tutto di me
monologhi invece d'ascoltarmi,
fai dei tuoi anni i giudici
delle mie scelte,
e come bambino capriccioso
sei certo che tornerò indietro.
Non sarò la dimostrazione
delle tue teorie,
Non accrescerò il tuo
orgoglio, permettendoti
di baloccarti con la mia vita.
Ho scelto.
Rimani fuori.
Come potresti insegnarmi di più?
Arionrhod Mariusson
| Ultime braci |
Quando fuori è buio,
e la speranza non brilla più,
quando silenzi mi spaventano
e mi parlano di te,
quando la notte sembra
non ascoltarmi più,
eccoti, ancora,
pioggia sulle
ultime braci,
devo ricominciare ancora
a dubitare di me.
Arionrhod Mariusson
| Virtuale |
Invisibile luogo
costruito su parole
che al vento non voleranno più,
dove liberare i pensieri
rinchiusi dietro
le sbarre di vetro
del vorticoso, quotidiano, caos.
Mondo reale
dove Fantasia
costruisce altri castelli,
insieme li lega
in colorati attimi di vita.
Arionrhod Mariusson
| La storia infinita |
Come parti
d'una favola antica,
continuiamo leggende
di secoli fa.
Se un inferno esiste,
pensa al vorticare
delle colombe,
fermati adesso,
non vedi quanto è male?
Seguendo amore
trovando solo fiamme
la passione non rinasce
la rabbia brucia tutto.
Pensavo d'aver trovato
la strada giusta,
Credevo d'averti salvato,
Speravo che l'avresti capito,
e accettato,
ed invece ho stretto ancora
le corde del tuo rancore
sulle mie braccia.
Arionrhod Mariusson
| Mura |
Assordante silenzio
dietro queste forti mura,
protettive, materne,
nessun lapillo penetra,
dell' incendio nemmeno fumo.
All'interno solo
figure evanescenti,
immagini vuote,
proiezioni di vita
che non fanno male,
innocui fantasmi del vero.
Mura, Mura, Mura, Mura,
Mura, Mura, Mura, Mura,
l' aria sempre più rarefatta
impedisce ogni respiro.
Dov' è il varco,
soffio d' infinito?
Libertà attende
il coraggio di vivere
che diventa esistenza, piena.
Finalmente aria, mi brucio.
Arionrhod Mariusson
| Adenium ( o rosa del
deserto...) |
Adenium
una vita sospesa
sulle onde del tempo,
mentre madre clessidra,
sabbiosa, scandisce i minuti
solo per altri.
Adenium
alla ricerca d'una domanda
che racchiuda le altre,
un quesito
che lasci dormire la notte,
dove almeno una luce, fioca,
rischiari la mente.
Adenium
nessuna certezza,
l'indifferenza del mondo,
piccoli fiocchi di neve,
multiformi,
caduti su ghiaccio, perenne.
Arionrhod Mariusson
| L'ultimo miglio verde |
E giungerà la sera
di una vita buia.
Nessuno piangerà
la sua scomparsa,
quando l' ultimo soffio
di vita verrà spazzato via,
uomo mutato in ceneri
sulle quali il mondo
non verserà una lacrima,
nemmeno un fiore
a fargli compagnia.
Peccato non riscatta peccato,
giustizia personificata
chi ti donò un così grande
potere?
Poveri, folli e malati fiori
recisi
prego per voi,
perchè la vostra scomparsa
non sia stata vana,
perchè simile abomini
non cancelli l'ultima
parvenza di umanità.
Arionrhod Mariusson
| Confusione |
Con le
gambette oscillanti,
desiderando
disperatamente equilibrio,
nell'enorme sforzo
di compiere
il primo, piccolo,
passo, mi perdo.
Frasi a metà vagano
nella mia mente,
parole
incomprensibili, in parte cancellate
dal genio maligno e
onnisciente.
L'inconscio,
segregato, tace,
mentre i dubbi mi
sommergono,
soffocandomi.
Fermarmi non mi
aiuterà a capire la strada,
la meta che non mi
sono ancora fissata,
ma che, sanguinante,
cerco.
Proseguirò,
continuando alla cieca,
tremando e cadendo,
e, forse, quando
sarò ricoperta di ferite,
avrò raggiunto il
sentiero.
Arionrhod Mariusson
| Immobili |
Rimaniamo così,
separati anni luce,
mondi diversi ci circondano,
vite vissute in tempi sbagliati.
La tua, già completa
non ha spazio per me;
i suoi orari,
le sue confortanti abitudini,
lievemente cambiati dalla
mia confusa presenza,
non voglio più toccare.
La mia, ancora senza direzioni
procederà per gradi,
senza affrettarmi a raggiungerti,
senza volerti fuggire.
Rimaniamo così.
Arionrhod Mariusson
| Tempo |
Scorrere della sabbia
su boschi, prati, deserti,
che accompagna gli esseri
lungo la salita.
La mente non cambia,
coperta dal suo manto
secolare.
Minuti e minuti cadono
nell' ampolla,
creazione misteriosa
che non ha senso
per tutti.
Arionrhod Mariusson
| La realta' |
L'apparente realtà
distrugge l'essenza di tutto
e chi cerca di essere vero,
costretto a vivere,
non trova altro
che porte chiuse,
e facce simili nell'espressione
di chi si trova davanti
l'errore,l'aborto,
la rivelazione che mai
si dovrebbe sussurrare.
Arionrhod Mariusson
| Dolore |
Gelo..
Ondate di freddo mi raggiungono,
ormai sono insensibile
ad ogni scelta irrazionale.
Fuoco..
Mi consumo di rabbia,
non voglio più scuse,
o tenere dichiarazioni.
Vento..
Occhi che bruciano,
piccole candele
che ardono di lacrime.
Desidero il soffio della verità,
ma, tutt'intorno, foglie immote.
Arionrhod Mariusson
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