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Occam, che taglia!
L'ABC del piccolo oscuratore scettico.


"Dimostrami che esiste" e "Dimostrami che NON esiste" non hanno la stessa valenza. Non è infatti possibile dimostrare che i folletti blu non esistono, eppure fino a quando non si hanno prove della loro esistenza possiamo benissimo comportarci come se non esistessero. E a chi vorrebbe che ci comportassimo come se esistessero non ci resta che chiedere le prove della loro esistenza. In mancanza di prove dirette potrebbe supplire una teoria che ne motivi l'esistenza, ma anche qui ci sono dei vincoli: la teoria deve essere in accordo con le osservazioni finora fatte, non costituire una replica più complessa di teorie preesistenti che spieghino le stesse osservazioni e soprattutto deve essere falsificabile.

Chiediamo troppo?
Può darsi, ma dobbiamo tener fede al tormentone scettico: "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie".

 

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La fonte nelle FAQ del NG sci.skeptic
E' il famoso filmino in cui si vedono delle sfere luminose muoversi sopra un campo di grano vergine e tracciare un agroglifo (o 'crop circle') in pochi secondi come per magia.
Beh, è un falso. Non ci provate nemmeno a spacciarlo per vero. Nenneno i credenti più creduloni ci credono più, soprattutto dopo che è stato dichiarato tale dagli stessi autori ed una analisi dell'interlacciamento del filmato ha mostrato che le sfere di luce erano state aggiunte dopo la ripresa del campo di grano.
.Fonte: anonima
 
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Il Rasoio di Occam
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.Fonte: anonima
 
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La falsificabilità Popperiana
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.Fonte: anonima

 

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Il folletto sulle spalle
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.Fonte: anonima
 
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Il drago nel garage
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.Fonte: anonima
 
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L'importanza delle prove
Fino a quando non vengono fornite prove sufficienti a ritenere vero un determinato fenomeno, è logico comportarsi come se il fenomeno non esistesse. Ad esempio se il 'Credente' dovesse sostenere che su tutti i pavimenti sono presenti piccoli folletti blu invisibili che possono essere schiacciati ed uccisi a meno di non alzare bene le ginocchia è gridare a squarciagola "ATTENTI AL PIEDE !!!" ad ogni passo che facciamo, quanti di voi (inclusi i 'Credenti' : ))) ) si comporterebbero come se i folletti blu esistessero davvero?
Prima ci si diano delle prove e dopo cominceremo a camminare come deficienti. Ma se credete che le prove non servano allora è bene che incomciate subito a camminare così.
.Fonte: anonima
 
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Tecniche dure e morbide
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.Fonte: anonima
 
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Perchè non si prendono in considerazione le sensazioni soggettive
Una delle obiezioni più frequentemente sollevate riguardo all'esistenza di fenomeni non dimostrabili consiste nel chiedere allo scettico di dimostrare l'esistenza dell'amore verso la proria amata / il proprio amato. La contro-obiezione in questo caso consiste nel fare notare che si tratta di sensazioni soggettive che dipendono esclusivamente dal soggetto iin questione e non hanno validità generale: ad esempio il fatto che Tizia ami Caio non implica che chinque altro debba provare la stessa cosa per Caio, ne che alcun altro lo debba amare. Non solo ma le sensazioni soggettive non si possono nemmeno estendere a intere categorie: ad esempio, per quanto poco piacevole, non tutte le madri amano i propri figli e viceversa. E lo scettico non si pone il problema di confutare sensazioni soggettive, o sentimenti  che dir si voglia. Tra l'altro è facile tramutare il 'Credente' in scettico ribaltando il problema: chiedetegli/le se è sicuro che il proprio partner lo ami. Dirà quasi certamente di sì. Ma può averne la certezza assoluta?.
.Fonte: anonima
 
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Perchè non si entra nell'ambito delle religioni
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.Fonte: anonima
 
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I meccanismi di controllo degli adepti
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.Fonte: Leonardo Serni su IDM
 
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Chi sono i 'liberi ricercatori'?

Il seguente post è stato rinvenuto su IDM:

Io ho conosciuto un "Libero Ricercatore" anni fa, e - senza pretesa di applicare il termine a Sorrentino, che non conosco - l'interpretazione che ne trassi e' la seguente.

Tipicamente un ricercatore deve studiare, documentarsi, imparare, fare lunghe code nelle segreterie di facolta', studiare, spulciare librerie in cerca di tomi introvabili, studiare, farsi esaminare, faticare, far nottate sui libri, studiare, applicare le teorie in esperimenti, darsi da fare, procurarsi materiale, inseguire professori, studiare, esporre quanto ha imparato, imparare a individuare i punti deboli dei *propri* argomenti prima di cercarli altrove, studiare, addestrarsi ad estrarre il nocciolo di una argomentazione...
...ah gia', e deve anche studiare parecchio.
Tutto cio' in molti casi PRIMA di poter accedere a materiali, fondi, o tecnologie utili a fare qualcosa di fattivo.

Tutto quanto sopra, con gli anni, lo rinchiude in un "habitus" stretto e rigido; egli rifuggira' istintivamente da affermazioni tipo "2+2=5", senza fermarsi a riflettere se, per valori di 2 abbastanza grandi, non possa essere vero. Il fisico passera' ore alla lavagna per stabilire i fenomeni alla base di un processo semplice come lo "sparo" - quando il primo idiota che passa sa benissimo che basta guardare attentamente l'interno della canna di una pistola, mentre si tira il grilletto.

Insomma: limiti, limiti, limiti.

Il ricercatore "libero" e' colui che ignora questi limiti, li bypassa, e, libero dai vincoli dei fatti, e con molto piu' tempo a disposizione (si pensi ai sedici anni di un normale "cursus studiorum") persegue la pura teoria.
Fra i successi della Libera Ricerca si possono annoverare: la scoperta del flogisto, il boom demografico del 1350, il modello geocentrico, le osservazioni sul come la Terra sia piatta, ed altro ancora; che, nelle universita', i ciechi e gelosi baroni della Bieca Scienza Ufficiale si guardano bene dall'insegnare..

.Fonte: Leonardo Serni su IDM
 




 

 



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