Poesia

 

I FANTASMI DI CASTELLO

 

La leggenda di Stampace

Fra le stradine anguste,

pregne di mille odori ed umidicce,

dove i vecchi palazzi alla cimasa

sembran toccarsi ed impedire al sole

d’ingentilire il grigio

e di scandire il tempo che trascorre

oltre i bastioni,

ristagna ancora un’aria

di pretenziositą che ombre di dame

altere, scivolando silenziose,

sembra ostentino ancora.

I negozietti, le panetterie,

le botteghe artigiane, il popolino,

sottolineano solo

un indugiare pigro di stagioni.

L’eco chiassosa arriva

di megaempori

e supermarket, sorti tutt’intorno,

attutita e sommessa, proveniente

da un’altra dimensione.

Fra queste mura, a sera,

ai rintocchi dell’Angelus,

pare, a volte, che il vento fra le occhiaie

di scheletri di case, minaccioso,

con la boria d'un tempo, ai nati sardi

sibili ancora: "foras!".

E lo sguardo spontaneo alla dorata

dolce distesa vola, oltre il bastione,

dove trionfa il sole e il tempo corre

sul frangersi delle onde,

che in un’epoca fosca,

chi s’attardava con un solo balzo

raggiungeva col viatico: "STA’ ‘N PACE!"

 

Luigi Muscas