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La relazione

del

Gruppo Agricoltura

 

Premetto che tale lavoro va considerato come un primo approccio su un argomento vasto come risulta essere quello dell'agricoltura. Quindi si dovrà revisionare, approfondire ed integrare di modo che sia più organico e  con un'impronta più scientifica. Comunque il lavoro, seppur all'inizio, credo possa essere soddisfacente, soprattutto quando tratta le principali problematiche nel nostro comune di Cabras. Il percorso è lungo e pieno di insidie, ma già il fatto che qualcuno abbia avuto il coraggio di parlare ai cittadini, rendendoli partecipi, si può considerare un successo.

Saluti

Il dr. Giovanni Sanna

 

 

 

Il territorio di Cabras ha un estensione di 10300 ettari circa, de quali, potenzialmente, 7400 circa sono destinati all’agricoltura ed alla pastorizia.

 Della superficie destinata all’attività agricola si distinguono 3 diversi areali:

1.     Bennaxi;

2.     Gragori;

3.     Sinis.

Il Bennaxi pedologicamente è un terreno alluvionale (Miocene) di origine recente, ricco di humus, molto fertile. Si estende in prossimità del fiume e si estende per circa 300 ha. Risulta adatto alla coltivazione di ortive.

Il Gragori dal punto di vista pedologico è un terreno alluvionale (Miocene) di antica origine, più sabbioso e ricco di potassio, perciò meno fertile. Si estende per 1500 ettari. E’ adatto alla coltivazione della vite, in particolare del vitigno Vernaccia; infatti, le caratteristiche pedologiche del suolo conferiscono al vino delle qualità organolettiche singolari che sono in grado di rendere unico il prodotto finale: per l’appunto il vino “Vernaccia”

Il Sinis è un terreno alluvionale antico che si estende per 5914 ettari e a differenza degli altri due è pedologicamente eterogeneo, in quanto abbiamo diversi tipi di suolo a seconda della zona e dell’altimetria. Nel Sinis si coltivano prevalentemente colture cerealicole, cucurbitacee, carciofo, vite e olivo (quest’ultima coltura è di recente diffusione – anni 50-60 – in quanto, precedentemente, era diffusa soprattutto vicino al centro abitato).

Un territorio dalle caratteristiche pedoclimatiche uniche, dove si possono praticare diverse  colture con risultati notevoli sia sotto il profilo quantitativo sia qualitativo.

Le colture più diffuse nel nostro territorio sono:

-         il carciofo var. spinoso sardo, oggi affiancato da un’altra varietà, Thema 2000, molto più precoce e con un capolino di maggior diametro, ma non autoctono (deriva da un ibridazione fra la varietà spinoso sardo e moretto toscano). In passato si coltivava unicamente nel Bennaxi e nel Gragori vista la disponibilità di acqua di irrigazione, oggi si coltiva in tutte e tre le zone del territorio visto che nel Sinis si sono realizzati numerosissimi punti di approvvigionamento di profondità talvolta rilevanti a seconda dell’altimetria e della presenza più o meno superficiale della falda acquifera.

-         il pomodoro, con le varietà da industria e da mensa. La varietà da mensa risulta una coltura specializzata protetta in quanto si coltiva unicamente negli apprestamenti serricoli. Si coltiva prevalentemente in Bennaxi e in alcune zone del Sinis in terreni soprattutto organogeni;

-         le cucurbitacee (melone ed anguria) sono diffuse in tutte e tre le zone della superficie agraria territoriale, ma le migliori qualità organolettiche del melone sono perseguite quando si coltiva nel Sinis e non viene irrigato. Il prodotto melone viene esportato anche fuori dalla Sardegna con il marchio “Melone del Sinis”. Ultimamente si sta abbandonando la coltivazione del melone in asciutto per le mutate condizioni climatiche (le piogge non sono particolarmente abbondanti durante il ciclo biologico della coltura): così si hanno scarse rese di produzione per ettaro e un calibro di prodotto non rispondente a canoni di mercato;

-         cerali, quali grano e  orzo, diffusi prevalentemente  nel Sinis. La cerealicoltura nel nostro territorio è marginale data la presenza di appezzamenti di ridotte dimensioni e diversi appezzamenti di terra non adatti pedologicamente;

-         erbai, in prevalenza di erba medica, data la presenza di 4 importanti aziende zootecniche (ovini), che si sono particolarmente modernizzate in questi ultimi quindici anni sostituendo la mungitura meccanica alla obsoleta mungitura manuale, pratica tramandata per secoli e non più in grado di adeguarsi agli standard qualitativi imposti dalla CEE per quanto riguarda il prodotto latte;

-         vite: si coltivano i vitigni Vernaccia e  Nieddera, che sono autoctoni, anche se ultimamente si stanno impiantando nuove varietà per la produzione di vini più richiesti dal mercato quali Vermentino, Cannonau, Monica e Cabernet. La coltivazione della Vernaccia ha avuto grande fervore negli anni 60, con importanti impianti ed il sorgere della Cantina Sociale. Per una serie di motivi, fra cui i contributi per espianto negli anni 80, il prodotto sempre meno richiesto dal mercato per l’avvento di nuove bevande e maggior consumo di birra e prezzo di mercato che non remunera gli alti costi di produzione del vino, oggi questo rinomato vino sta purtroppo scomparendo e si rischia che altre superfici vitate vengano espiantate.

-         olivo. Come abbiamo precedentemente detto, in passato l’olivicoltura era concentrata prevalentemente nelle zone in prossimità di Cabras e fra questo e Nurachi, Riola Sardo e Zeddiani. A partire dagli anni ’60 si assiste ad un importante riassetto del Sinis: ampie superfici ricoperte di macchia vengono disboscate ed arate per fare posto alla cerealicoltura, alla viticoltura e alla olivicoltura. Il Sinis ritenuto sino ad allora non adatto all’olivicoltura fu destinato a  tale coltura con risultati talvolta rilevanti in termini e qualitativi e quantitativi.

-         riso. La coltura del riso da noi è relativamente recente; infatti negli anni 50-60 furono destinati alla risicoltura soprattutto gli appezzamenti di terra in prossimità dello Stagno (terreni pedologicamente adatti, i cosiddetti Mollisuoli, aventi capacità di ritenzione idrica notevole) particolarmente vocati per tale coltivazione. A Cabras la risicoltura ha avuto e continua ad avere grande importanza grazie alla nota Azienda Meli, che ha saputo far conoscere il prodotto “Riso di Oristano” in tutto il territorio nazionale.

Dopo un periodo d’oro negli anni ’90, ora siamo in una fase di crisi dovuta a svariati motivi, primo fra i quali la presenza sul mercato di riso di produzione nazionale, oggigiorno anche estera.

Breve analisi della situazione attuale dell’agricoltura

A partire dal 2000 il numero delle superfici coltivate a carciofo si è moltiplicato notevolmente per il fatto che, per la legge di mercato secondo la quale all’aumentare della domanda aumenta l’offerta (curva della domanda e dell’offerta) fino a che si raggiunge un’equilibrio, il prodotto era fortemente richiesto. Perciò molti agricoltori sono stati spinti ad aumentare la produzione, andando incontro all’inconveniente che un aumento di produzione ha determinato un abbassamento dei prezzi, con la conseguenza che in questi ultimi anni i ricavi non hanno remunerato i costi.

A ciò si deve aggiungere il fatto che si stanno affacciando sulla scena dell’agricoltura mondiale numerosi Paesi in Via di Sviluppo (est europeo, Cina; Nord Africa) che riescono ad immettere sul mercato prodotti il più delle volte mediocri dal punto di vista organolettico e  sanitario a prezzi molto più bassi, non remunerativi per gli agricoltori.

 In seguito alla nuova PAC si è assistito al decremento delle superfici coltivate a cerali: infatti secondo la nuova PAC molte superfici coltivate a cereali per il sistema del disaccoppiamento possono rimanere incolti per due anni (ogni tre anni si possono coltivare anche per una sola volta) dal momento che il coltivatore beneficia dei premi della Unione Europea sulla base dei contributi ottenuti negli anni 2000-2001-2002. Oltre a questo si aggiunge che il prodotto grano viene pagato pochissimo al coltivatore e pertanto non c’è convenienza a praticare tale coltura.

Se in passato la superficie agraria di Cabras era dominata dalla remunerativa coltura della barbabietola da zucchero, oggigiorno tale coltivazione è totalmente scomparsa. Una politica regionale errata, costi troppo elevati di produzione e concorrenza spietata a livello nazionale hanno fatto sì che un importante realtà come lo zuccherificio di Villasor chiudesse permanentemente i battenti mandando in rovina molti operatori del settore saccarifero. Alcuni agricoltori di Cabras si sono trovati pertanto ad abbandonare un’attività che avevano praticato per anni e verso la cui avevano compiuto notevoli investimenti, indebitandosi enormemente ed ora costretti a ripiegare su altre colture seppure il più delle volte con risultati deludenti.

Il quadro per le altre colture non si discosta di molto rispetto alle due descritte pocanzi: perché non citare il pomodoro da industria in crisi da diversi anni e verso il quale sembrano non esserci segnali troppo positivi, per il fatto che l’industria di trasformazione non riesca ad attuare una politica di rilancio tale da far risorgere un prodotto,come la passata di pomodoro, un tempo vanto per la nostra regione. Che dire del riso, del melone, della viticoltura e dell’olivicoltura.

Lo stato dell’agricoltura è sicuramente un’emergenza nazionale ma nella nostra isola la situazione sembra essere ancora più allarmante; ciò ormai non è più una novità visto che le emittenti regionali e provinciali, i mass media non fanno che parlar di altro (ultimo episodio quello degli agricoltori del Cagliaritano).

Analisi delle principali problematiche dell’agricoltura a Cabras

         Eccessiva concorrenza prodotti nel mercato

         Costi di produzione sempre più elevati e prezzi prodotti non remunerativi

         Piano paesaggistico regionale

         Altri vincoli eccessivi

         Notevole frammentazione fondi

         Scarsa tendenza ad associarsi 

         Assenza di un sistema di sorveglianza volto a tutelare la proprietà agricola del territorio, in  modo da evitare i sempre più frequenti furti dovuti al decentramento delle aziende rispetto al centro abitato

         Scarsa viabilità rurale

         Costi elettrificazione non sostenibili dalle aziende agricole

         Omogeneità di coltivazione e quindi non diversificazione attività agricola

         Irrigazione nel Sinis (disponibilità di acqua data unicamente dai pozzi: eccessivo sfruttamento porta a diminuzione della quantità e della qualità)

         Maggiore interconnessione Agricoltura-Turismo, valorizzando e diversificando l’attività agrituristica locale, creando nuove iniziative collegate all’attività agricola come per esempio le “Fattorie didattiche”).

Punti di forza dell’agricoltura a Cabras

-         Buoni terreni dal punto di vista morfologico e pedologico

-         Ampia possibilità di diversificare le coltivazioni (es piante officinali)

-         Condizioni climatiche favorevoli

-         Buona competenza da parte degli operatori del settore

-         Buona disponibilità di acqua di irrigazione (Consorzio, pozzi nel Sinis, etc)

-         Maggiore interconnessione Agricoltura-Turismo, valorizzando e diversificando l’attività agrituristica locale, creando nuove iniziative collegate all’attività agricola come per esempio le “Fattorie didattiche”)

-         Buona viabilità e vicinanza con il porto di Oristano e di Cagliari, il che favorisce la commercializzazione dei prodotti agricoli.

 

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Realizzata dal Gruppo di Lavoro Agricoltura