ANSIA E BURNOUT

.

Il termine burnout (letteralmente "scoppiato, bruciato, esaurito"), compare per la prima volta negli Anni '30 nel gergo sportivo e indica il fenomeno per il quale un atleta, dopo alcuni anni di successi, si esaurisce, si brucia e non può dare più nulla agonisticamente; viene successivamente introdotto nella terminologia dell'ambito lavorativo da Freudemberg nel 1974, secondo il quale il burnout configura una condizione di stress lavorativo rilevato in prevalenza tra i soggetti impegnati in attività professionali "di aiuto" (helping professions).

Nel 1982 Christina Maslach ha definito il burnout "una sindrome di esaurimento emotivo, spersonalizzazione e ridotta realizzazione personale" ovvero chi ne soffre è soggetto ad un sovraccarico di stress cronico (stress occupazionale) che deriva proprio dall'interazione con le persone che dovrebbe aiutare. Infatti i più colpiti dalla sindrome del burnout sono professionisti (insegnanti, psicologi, medici, educatori, poliziotti, avvocati, infermieri) che hanno tutti i giorni a che fare con persone piene di problemi. Per questi operatori vale la regola per cui i loro successi se ne vanno mentre i loro fallimenti tornano, sia che siano studenti o pazienti o semplicemente assistiti.

La presentazione di questa sindrome è caratterizzata dalla distanza (emotiva e fisica) che l'operatore pian piano crea tra lui e i suoi utenti trasformandosi in un "arido burocrate", per esempio si nega al telefono e riduce al minimo il coinvolgimento (esaurimento emotivo). Successivamente è l'utente stesso che viene svalutato agli occhi dell'operatore, è come se venisse visto attraverso "lenti macchiate di ruggine" ovvero l'utente viene considerato non meritevole dell'aiuto o delle cure (spersonalizzazione). Il lavoro diventa frustrante soprattutto in ambienti competitivi dove far fronte a determinate difficoltà viene lasciato al singolo (ridotta realizzazione personale). Così colui che è affetto da sindrome del burnout comincia ad avere comportamenti che non aveva (come l'assenteismo e un rendimento scarso) e problemi di cui prima non soffriva come insonnia, mancanza di appetito, emicrania, somatizzazioni come gastrite e colon irritabile, suscettibilità alle malattie infettive per indebolimento del sistema immunitario, sintomi ansiosi e depressivi.

Gli affetti dalla sindrome del burnout manifestano un vero e proprio disturbo dell'adattamento con umore ansioso al quale spesso però tentano di porre rimedio autosomministrandosi ansiolitici e tranquillanti. L'abuso e dipendenza da sostanze è di facile attecchimento su di un substrato simile a quello descritto per cui alcuni soggetti colpiti da questa sindrome entrano in uno specifico meccanismo per cui determinate sostanze vengono assunte per addormentarsi o tranquillizzarsi mentre altre servono per "dare la carica" ad affrontare un lavoro sempre più faticoso e che richiede ogni giorno di più. Così i caffè non si contano, i "bicchierini" si moltiplicano e quegli operatori che hanno accesso a determinate sostanze ne abusano in un equilibrio precario che spesso sfocia in una dipendenza.

Altri si rivolgono al proprio medico curante accusando disturbi del sonno, disturbi gastro-enterici, emicrania ma senza riferire da cosa questi derivino. Così i provvedimenti medici sono mirati e limitati alla risoluzione dei singoli sintomi con terapia specifica, ad esempio per emicrania o gastrite, oppure vengono somministrate sostanze per aiutare il sonno, quelle stesse sostanze il cui abuso è tanto probabile negli affetti da questa sindrome.

Fortunatamente molti si rivolgono ad un centro specializzato convinti che il loro problema sia inquadrabile in un loro "periodo di particolare affaticamento in cui l'ansia ha preso il sopravvento". Questo avviene per due motivi: il primo è che questa sindrome è per molti sconosciuta e non ancora riconosciuta tra i rischi occupazionali e il secondo è la difficoltà nell'individuare uno stress che non è acuto, improvviso. Infatti lo stress occupazionale si presenta sempre allo stesso modo tutti i giorni ma è la tolleranza a questo a modificarsi nel tempo. In questo caso chi si rivolge a un centro specializzato di questo tipo attraverso il colloquio assume consapevolezza di quale sia la causa scatenante e ha la possibilità di porvi rimedio prima che si instaurino altri disturbi a cui si può andare incontro quando la sindrome del burnout non viene riconosciuta. Infatti questa sindrome viene considerata prodromica di malattie mentali specifiche ovvero la possibilità che si manifestino depressione, suicidio, abuso e dipendenza di sostanze, attacchi di panico, oltre il disturbo dell'adattamento con umore ansioso, è molto alta e numerosi studi affermano che sia la tempestività d'intervento fondamentale per evitare che questo accada. La cosa più importante rimane rendersi conto che c'è un problema che da soli è molto difficile affrontare per cui, al presentarsi dei primi sintomi di ansia e di somatizzazione, è buona cosa rivolgersi ad un centro che si occupi di disturbi emotivi e chiedere aiuto per poter tornare ad aiutare.

a cura di S.Cammino

BIBLIOGRAFIA

AA.VV "L'operatore cortocircuitato. Strumenti per la rilevazione del burn-out fra gli operatori sociali." (1987), Ed. CLUP

Avallone F., "La formazione psicosociale." (1989), La Nuova Italia Scientifica, Roma

Cherniss C., "La sindrome del burn-out. Lo stress lavorativo degli operatori dei servizi socio sanitari." (1986), CST Centro Scientifico, Torino.

De Felice Franco - Cioccolanti Barbara, "Il rischio del burnout negli operatori socio-sanitari." (1999, 3 ed.), Ed. Goliardiche

Contessa G., "L'operatore cortocircuitato." (1987), CLUP, Milano Del Rio G. (1990); Stress e lavoro nei servizi. Sintomi, cause e rimedi del burnout. NIS Roma

Faretto G., "Psicosomatica e psicopatologia del lavoro." (1992), Unicopli. Milano.

Gabassi P.G.; Mazzon M(1995) Burnout 1974-1994. "Vent'anni di ricerche sullo stress degli operatori sociosanitari", Franco Angeli Editore Milano.

Ghirelli G., Volpi C., Contes A., "Un intervento formativo per la prevenzione del burnout nei servizi socio-sanitari ed amministrativi". In: Rassegna del Servizio Sociale., n. 30, 1990

Maslach C., "La sindrome del burnout. Il prezzo dell'aiuto agli altri." (1992), Cittadella Editrice

Maslach C., Leiter P., "Burnout e organizzazione. Modificare i fattori strutturali della demotivazione al lavoro." (2000), Feltrinelli

Maslach Christina , Jackson S., MBI. Maslach Burnout Inventory, OS-Organizzazioni Speciali

Pellegrino F., "La sindrome del BURN-OUT" (2000), Centro Scientifico Editore Torino

Rossati A., Magro G., "Stress e burnout." (1999) Carocci editore

Santinello M. (1990); "La sindrome del burn-out. Aspetti teorici, ricerche e strumenti per la diagnosi dello stress lavorativo nelle professioni di aiuto." Erip. Pordenone

Strologo E. (A cura di) Burn out e operatori: prendersi cura di chi cura. Ferrari Editrice Clusone 1993 Atti di convegno

 

 

Ansia, Disturbo di Panico, Attacco di Panico, Angoscia, Terapia, Guarire, Psicoterapia, Ospedale San Raffaele, Milano, Centro per i Disturbi d’Ansia, FAQ ansia, FAQ panico, domande frequenti, Farmaci, Terapia farmacologica, informazioni sul panico, stress, agitazione, insonnia, sudorazione, vertigine, soffocamento

.::Webdesign by Dr. G.Migliarese::.
© Anxiety.it, 2002
E' vietata la riproduzione totale o parziale senza esplicito consenso scritto

 
Ansia, Disturbo di Panico, Attacco di Panico, Angoscia, Terapia, Guarire, Psicoterapia, Ospedale San Raffaele, Milano, Centro per i Disturbi d’Ansia, FAQ ansia, FAQ panico, domande frequenti, Farmaci, Terapia farmacologica, informazioni sul panico, stress, agitazione, insonnia, sudorazione, vertigine, soffocamento