Definizione
Clinica
Questo disturbo e' caratterizzato dalla presenza di eccessiva
ansia e apprensione rivolte a numerosi campi della vita (lavoro,
attivita' scolastica, famiglia) della durata di diversi mesi.
Tale condizione e' caratterizzata dalla presenza di una sensazione
di irrequietezza, facile affaticabilita' o difficolta’
di rilassarsi, difficolta' nella concentrazione o testa vuota,
irritabilita', tensione muscolare e difficolta’ ad addormentarsi.
Accanto a questa sintomatologia, soggetti affetti da un disturbo
d’ansia generalizzato presenza quasi sempre una attivazione
del sistema nervoso vegetativo (palpitazioni, sudorazione, dispnea,
nausea, minzione frequente, bocca secca, etc.).
Epidemiologia
ed Evoluzione
Nella popolazione generale la prevalenza di questo disturbo e'
valutabile nell'ordine del 3%-5% e colpisce prevalentemente il
sesso femminile. Il corso del disturbo e' cronico fluttuante e
frequentemente peggiora durante periodi di stress. Questo disturbo
tende frequentemente a presentarsi in concomitanza con una sindrome
depressiva, abuso di sostanze e alcolici e con altri disturbi
d'ansia.
Eziologia
L’eziopatogenesi del Disturbo d’Ansia Generalizzato
e’ ancora sconosciuta. Nell’attualita’ possiamo
ipotizzare la presenza di uno squilibrio nel funzionamento di
vari sistemi neurotrasmettoriali (soprattutto i sistemi noradrenergico,
serotoninergico e gabaergico). Questo squilibrio favorirebbe una
risposta scorretta e inaccurata davanti a stimoli potenzialmente
pericolosi di cui il paziente coglierebbe e catastrofizzerebbe
gli aspetti potenzialmente pericolosi.
Terapia
Prima di iniziare il trattamento specifico e’ compito del
medico informare ed educare il paziente sulla natura del disturbo,
sulle caratteristiche e gli obiettivi della terapia e sulla prognosi
ricordando non e' infatti ancora possibile parlare un effetto
curativo, inteso nell'accezione di guarigione, del trattamento
del disturbo d'ansia generalizzato ma piuttosto della capacita'
di indurre una riduzione della sintomatologia somatica ansiosa
ed un ripristino di una corretta valutazione della pericolosita'
degli stimoli e, di conseguenza, il recupero di una qualita' di
vita normale. La tendenza alla ricomparsa della sintomatologia
ansiosa e dell'apprensivita' esagerata in taluni casi consiglia
un trattamento cronico.
ASPETTI FARMACOLOGICI
Le benzodiazepine
sono stati e sono attualmente i farmaci piu' ampiamente prescritti
nel trattamento di questo disturbo in relazione alla rapidita'
d'azione e alla sicurezza di impiego, tuttavia queste molecole
quasi invariabilmente conducono ad una dipendenza psico-fisica
e ad assuefazione con tendenza a condotte di abuso.
Gli Inibitori Selettivi della Ricaptazione
della Serotonina (paroxetina 20-50mg, fluvoxamina 200-300mg,
sertralina 50-100mg e citalopram 30-60mg) e la Venlafaxina
(75-225mg) devono essere considerati i farmaci di prima
scelta in relazione al loro effetto ansiolitico, alla buona tollerabilita'
e ad una bassa tendenza all'abuso e alla dipendenza. L'utilizzo
di tali farmaci diventa obbligatorio in caso di complicanze depressive,
abuso di alcolici e benzodiazepine e in caso di co-occorrenza
di altri disturbi d'ansia. Tali farmaci esplicano un effetto clinico
dopo circa 2-4 settimane e possono indurre un peggioramento della
sintomatologia ansiosa nella fase iniziale del trattamento, in
particolare durante la prima settimana, necessitando di un incremento
lento del dosaggio a partire da dosaggi bassi. La Venlafaxina
in alcuni pazienti mostra un effetto clinico piu' rapido.
Nei pazienti in cui risulti prevalente l’aspetto psichico
di rimuginazione apprensiva e catastrofizzazione rispetto alla
componente somatica dell'ansia, puo' essere utile un trattamento
con Buspirone (20-30mg). Soltanto
quando tutte queste possibilita' si siano dimostrate inattuabili
o inefficaci, potrà essere considerato un trattamento con
Benzodiazepine, preferibilmente ad emivita lunga da somministrare
in dose unica serale (diazepam o clordesmetildiazepam).
Aspetti Cognitivo
Comportamentali
La spiegazione della
natura della sintomatologia e dei fattori che la influenzano potra'
indurre una aumento del senso di controllo e di sicurezza nel
paziente. L'informazione che la caffeina,
la nicotina, la perdita
del sonno, l'affaticamento
e lo stress ambientale possono indurre
l'aggravamento della sintomatologia ansiosa aiuta il paziente
a controllare e accettare piu' facilmente le fluttuazione della
sintomatologia.
Particolarmente utili nel trattamento del disturbo risulteranno
le tecniche di rilassamento, il training
autogeno e il biofeedback.
Risultera' inoltre utile una strategia cognitivo-comportamentale
in grado di insegnare al paziente la gestione dei sintomi d'ansia,
mediante l'uso della distrazione e lo sviluppo della capacita'
di contrapporre pensieri rassicuranti e razionali a quelli ansiogeni.
a cura
del Dr. G.Perna |