GLI ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI

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Gli Antidepressivi Triciclici (TCA) sono composti utilizzati ampiamente in psichiatria. Sono risultati efficaci nel trattamento di diversi disturbi quali:

Sindromi Depressive
Disturbo Ossessivo-Compulsivo (la clomipramina)
Disturbi d’Ansia
Anoressia Mentale e Bulimia Nervosa

I TCA bloccano la ricaptazione delle amine biogene (noradrenalina e serotonina), inducendo a breve termine un aumento della concentrazione di queste nel vallo intersinaptico e a lungo termine una modificazione della neurotrasmissione associata a modificazioni della via post-recettoriale. L’azione delle diverse molecole sui sistemi serotoninergico e noradrenergico è differente a seconda del farmaco considerato: alcuni antidepressivi triciclici, quali la desipramina e la nortriptilina esercitano la loro azione agendo prevalentemente sul sistema noradrenergico; altri, tra i quali la clomipramina e l’amitriptilina, principalmente sul sistema serotoninergico. Gli antidepressivi triciclici sono dotati anche di attività antiadrenergica, antiistaminergica e anticolinergica, responsabili degli effetti collaterali.
La somministrazione è effettuata generalmente per via orale può essere effettuata anche per endovena. Più raramente si può utilizzare la via intramuscolare, sconsigliata a causa di frequenti reazioni infiammatorie locali che possono essere provocate da questi composti. I TCA sono farmaci liofili ben assunti per via orale: il picco ematico è raggiunto in circa 2-8 ore. Il metabolismo del farmaco avviene a livello epatico; i processi di idrossilazione e di glucuronazione sono geneticamente determinati e costituiscono un fattore fondamentale in grado di spiegare la notevole variabilità individuale della velocità di eliminazione. Esistono infatti metabolizzatori rapidi e metabolizzatori lenti e questa differenza va tenuta in considerazione nella prescrizione del farmaco per ottenere una concentrazione efficace in ogni individuo. L’eliminazione è essenzialmente renale.
L' effetto terapeutico di questi farmaci non si manifesta prima di 15 giorni; un miglioramento clinico nei primi giorni di terapia è da ritenersi conseguente ad un effetto placebo o alla sedazione dell'ansia, frequentemente ottenuta con questi composti.
I TCA si differenziano tra loro anche in base alla specifica capacità sedativa: questa è notevole per l' amitriptilina (Laroxyl), discreta per la clomipramina (Anafranil), scarsa per l' imipramina (Tofranil) e la nortriptilina (Vividyl).
Gli effetti indesiderati sono legati per lo più all' attività anticolinergica (atropino-simile) propria di questi farmaci. Tra questi vanno sottolineati:

xerostomia
stitichezza
ritenzione urinaria, anche in assenza d' ipertrofia prostatica, per cui si può arrivare in rari casi a globo vescicale
offuscamento della vista, diplopia
tachicardia , allungamento del QT
difetti cognitivi (come difetti dell' attenzione e difficoltà di concentrazione fino alla confusione mentale, specie nei pazienti anziani)
ritardo dell'eiaculazione a bassi dosaggi, impotenza coeundi e calo della libido ad alte dosi
astenia e sonnolenza con diminuzione delle performance di guida, soprattutto per farmaci sedativi quali amitriptilina e clorimipramina
I TCA possono infine causare ipotensione ortostatica per blocco dei recettori cerebrali alfa-1.

Le controindicazioni all'uso degli TCA sono le stesse di tutti gli altri farmaci ad azione anticolinergica:
cardiopatie con particolare attenzione per le turbe del ritmo
glaucoma ad angolo chiuso
ipertrofia prostatica.
Ileo paralitico
I farmaci triciclici non danno dipendenza né tolleranza.

a cura del Dr. G.Migliarese

 

 

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