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Lettera aperta ai cittadini di Ortacesus

 

Su band’e sa linna

 

“A chi si ettad custu bandu

chi interessada sa genti de Ortacesus

si informada ca in su sattu de bidda

esistìada una terra de giai dusu etturus

prena de mattasa de ocallittu

beccias de prus de dexi annus e prenas de vigorìa.

Ma a ca’ncunu ‘d’hanti donau fastidiu

forzis poita non ‘di praxìada su cabori birdi

o po ca’ncun’atra arrexioni iscura

‘das’hanti fattas sparessi tottus.

E sa bidda de Ortacesus esti abarrada senz’e birdi e senz’e mattasa

Ma ca’ncunu custu ierru s’ad a callentai gratis,

a sa facci de is Ortacesaius”.

 

Cari concittadini,

Se ancora a Ortacesus circolasse “su bandidori”, questo annuncio avrebbe permesso a molti di essere informati. “Su bandu” è, in fin dei conti, la vecchia forma di comunicazione, di informazione diretta della pubblica amministrazione per i cittadini. Ma i tempi si evolvono, i banditori non esistono più, e quindi si usano i comunicati scritti o se volete le lettere aperte.

Pochi, forse, sanno che ad Ortacesus è stato estirpato il boschetto di eucalipti nella zona di “Gutturu Turri”, in prossimità della comunità terapeutica per i tossicodipendenti. Per esattezza dove, negli ultimi anni, si organizzava la passeggiata ecologica.

Qualcuno ha, in questo modo, ritenuto opportuno eliminare uno delle poche zone verdi del territorio per sostituirlo con un terreno agricolo. La domanda credo che sia spontanea: Non era possibile trovare un altro terreno agricolo da mettere a disposizione della “Comunità terapeutica”? E si che il territorio comunale di Ortacesus è costituito nella sua quasi totalità da terreni agricoli, e qualcuno di questi di proprietà del Comune.

Noi riteniamo che l’estirpazione del boschetto sia semplicemente un atto vandalico e irresponsabile, poiché chi è preposto a tutelare l’ambiente e il verde pubblico non può consentire la distruzione di un bene ambientale che è parte del patrimonio del Comune e quindi di tutti i cittadini. Ahimè!, l’attuale Sindaco ha, in questo modo, già iniziato l’opera di svendita, di smantellamento e di distruzione di quel patrimonio che il Comune di Ortacesus ha accumulato in cinquant’anni di autonomia e che il compianto Sindaco Porceddu aveva incentivato in maniera rilevantissima.

Questo fatto è sotto gli occhi di tutti, se vi venisse voglia di fare una passeggiata per respirare un po’ di aria balsamica, vi invitiamo a recarvi a Gutturu Turri  per rendervi conto di persona che l’informazione è basata su dati reali. Per fortuna molti hanno ancora il dono della vista e molti hanno visto il via vai con i veicoli pieni di legna e radici. Credevano forse di essere invisibili, e invece non lo erano.

Noi ci poniamo, nell’interesse della comunità ortacesina, alcune domande che costituiranno oggetto di interrogazione in occasione delle prossime riunioni di consiglio. Sarà nostra cura informare i cittadini di Ortacesus delle risposte date dal Sindaco a riguardo, attraverso altri “bandus” che seguiranno.

Ci si chiede per esempio se è stata data la corretta informazione per consentire ad altri di partecipare a questa distribuzione, forse, gratuita? Oppure, agli ortacesini,  l’informazione viene data solo quando si tratta di estirpare le piante di “Murdegu”?

Verrebbe, poi, da chiedersi quale strada abbiano imboccato le tonnellate di legna prodotte dall’estirpazione. Soprattutto non vorremmo scoprire che una parte sostanziale avesse preso la strada in salita per alcuni paesi dei dintorni (magari notoriamente ricchi di legna). Che arroganza sarebbe nei confronti degli ortacesini che hanno a disposizione solo un po’ di “Murdegu” ampiamente pubblicizzato. Ma l’impressione è ormai che chi ci amministra ha deciso che gli ortacesini devono accontentarsi solo delle briciole.

Noi siamo convinti che ad Ortacesus ci fossero altre persone interessate al legnatico, d’altronde il numero e le dimensioni delle piante avrebbero potuto garantire un po’ di legna a molte famiglie col problema di far quadrare il bilancio familiare.

Vorremmo soffermarci su un ultimo particolare: provate a considerare quanti soldi pubblici (e quindi di tutti) sono stati impiegati, e quante persone hanno lavorato per la realizzazione di quel boschetto, e di tutto questo non esiste più neanche una foglia secca. Siamo in attesa di conoscere se per tutto questo il Comune ha incassato qualche compenso, se è stato risarcito in qualche modo. E se così non fosse sarebbe certo uno squallore, uno spreco di denaro pubblico buttato via per l’ingordigia di pochi.

Gli ortacesini, in questo modo,  sono stati privati di un bene patrimoniale ambientale e per di più sarebbero anche stati offesi se, dalle risposte del Sindaco, risultasse che la distribuzione del bene è stata fatta nel silenzio assoluto e senza seguire nessuna regola del buon amministratore.

Noi ci prendiamo solo la responsabilità di informarvi, e ci auguriamo che nella prossima riunione di Consiglio il tema affrontato in questo comunicato sarà discusso e ampliato anche sulla base dell’interrogazione già presentata, ribadendo l’impegno d’informare gli ortacesini sulle risposte date dal Sindaco a riguardo.

In ultimo invitiamo i cittadini di Ortacesus a partecipare alle riunioni di Consiglio che sono momenti fondamentali della vita amministrativa, politica e sociale del paese.

 

Po finì custu bandu

Auguraus a tottus is Ortacesaius

A si fueddai sanus

In su prossimu bandu...

… la svendita continua!

 

Gruppo Consiliare del Comune di Ortacesus

“Per Ortacesus”

A.      Pibiri – M. Serra

 

P.S.: Questa lettera aperta è stata fatta circolare a Ortacesus nella prima metà del mese di settembre contestualmente alla presentazione al Sindaco dell’interrogazione citata nella stessa lettera, da parte dei consiglieri dei due gruppi di minoranza.

In data 30 settembre 1999 in occasione del primo consiglio comunale utile, l’interrogazione non veniva messa all’ordine del giorno. Tuttavia il Sindaco a conclusione della seduta del Consiglio affermava di dover rispondere alle interrogazioni presentate dalla minoranza. Ad una precisa richiesta se la risposta dovesse essere verbalizzata, sia il Sindaco che la Segretaria opponevano un netto rifiuto. A questo punto i consiglieri di minoranza cercavano di far capire al Sindaco che una risposta senza la necessaria verbalizzazione non soddisfaceva alla richiesta presentata, e pertanto il suo intervento era inutile e inopportuno. Nonostante le rimostranze della minoranza il Sindaco proseguiva nella lettura della sua pseudo–risposta durante la quale, tra improperi e farneticazioni contro i consiglieri dell’opposizione, affermava che era stato lui in persona ad autorizzare verbalmente all’estirpazione del boschetto senza curarsi minimamente delle modalità di distribuzione della legna e delle radici derivanti dall’estirpazione di un bene di proprietà dei cittadini di Ortacesus. Grazie a un semplice ordine “a voce” veniva quindi distrutto una parte del patrimonio del Comune di Ortacesus, quel boschetto di eucalipti che Vincenzo Porceddu aveva fortemente voluto, coltivato e protetto. Alla faccia dell’eredità proclamata! Alla faccia delle norme amministrative che danno al Consiglio Comunale la competenza sulla gestione del patrimonio del Comune.

 


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