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IGLESIAS 31 marzo 2001 |
L'APPELLO
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SULCIS 30 marzo 2001 |
IGEA In attesa della Regione e.a. IGLESIAS. Si attendono ora le decisioni del consiglio regionale per poter trasformare la società Igea il braccio operativo del parco Geominerario. L'intesa raggiunta, tra i vari ministeri e i tecnici della regione sarda, mercoledi pomeriggio a Roma nella sede del ministero al lavoro, ha superato forse la fase più critica ma per il completamento del progetto occorre venga individuato l'ente attuatore degli interventi di bonifica, ripristino ambientale e messa in sicurezza. Perchè Igea possa coordinare il mega progetto è necessario che il consiglio regionale, entro il 31 maggio prossimo intervenga per modificare la legge 33. Intanto, secondo quanto stabilito a Roma, i primi interventi potranno essere affidati a imprese pubbliche e private costituite in Associazione temporanea di imprese alla quale potrà partecipare anche Igea, come parte attiva del piano di stabilizzazione in partenariato con le imprese associate. Il ministero al lavoro ha anche stabilito che nel piano di stablizzazione sono stati inseriti 442 lavoratori che dovranno frequentare per cinque o sei mesi un coso di formazione professionale. Dal 2002 i lavoratori usciranno dalla lista degli LSU per essere assunti nelle imprese che dovranno operare alla costituzione del Geoparco. L'Ati, viene sottolineato dai segretari territoriali di Cgil Cisl e Uil, deve avere come obiettivo anche il coivolgimento di aziende locali specializzate nei settori di interventi previsti nella convenzione tra stato e regione. |
SULCIS 29 marzo 2001 |
Nulla
di fatto nell'incontro al Ministero sulla gestione dei
lavoratori e sugli interventi di bonifica nel Geoparco Sul ruolo di Igea la Regione tira il freno Si fa strada l'ipotesi di coinvolgere aziende private nelle attività Erminio Ariu IGLESIAS. Si sperava in un miracolo ed invece il colpo di bacchetta magica che avrebbe dovuto ricordare ai politici i doveri verso i sardi socialmente emarginati non è avvenuto e per i lavoratori Lsu del Parco geominerario è ancora notte fonda: il vertice romano che doveva fissare tempi, modalità, ente attuatore degli interventi di bonifica, ripristino ambientale e messa in sicurezza non è stato individuato per i vincoli imposti dalla legge regionale 33 che non consente ad Igea di assumere personale. In effetti era noto che senza la modifica alla legge regionale sullo sciolglimento dell'Emsa, Igea non poteva aspirare al ruolo di braccio attuatore degli interventi per il Parco Geominerario della Sardegna e la riprova è arrivata puntuale al ministero del Lavoro quando il sottosegretario Raffaele Morese ha confermato la piena disponibilità di 60 miliardi per l'adeguamento dei cantieri ex minerari alle nuove esigenze ma ha, per il momento, depennato la richiesta delle organizzazioni sindacali che chiedevano l'investitura ufficiale della società pubblica nei lavori di maquillage ai vecchi edifici di Monteponi, Ingurtosu, Nebida, Masua, Lula, Argentiera e Villasalto. L'unico elemento incoraggiante dall'ennesimo viaggio della speranza nella capitale, è stata la conferma da parte del ministero del Lavoro della stabilizzazione di tutti i lavoratori Lsu, attualmente coordinati da Igea, con assunzione a tempo indeterminato a partire dall'1 gennaio 2002. Per i 500 Lsu è previsto un corso di formazione professionale che dovrebbe esaurisrsi nell'arco di cinque o sei mesi. I commenti a caldo dei segretari regionali e dei territori coinvolti nel Geoparco sono pesantissimi soprattutto nei confronti dell'esecutivo regionale. «Ancora una volta - ha sostenuto Sergio Usai della Cgil - si è assistito alla doppia faccia della giunta regionale e degli esponenti della maggioranza che a Cagliari garantiscono la massima disponibilità per stabilizzare i lavoratori precari ma alla resa dei conti non fanno nulla per dar corso alle promesse. Siamo alle solite. Ora però attendiamo risposte immediate dall'esecutivo regionale». Chi dovrà accollarsi l'impegno di coordinare i lavoratori e di portare a compimento gli interventi è ancora da definire. «C'è stato presentato un progetto di stabilizzazione per 440 operai (44 andranno in pensione) - ha precisato Antonello Corda della Cisl territoriale - e questo intervento dovrebbe durare per circa tre anni. Successivamente si avrà un ulteriore amplimento degli interventi. Per il momento si potrà effettuare l'opera di risanamento attraverso imprese private in attesa che venga individuata la società in grado di dirigere l'intero pacchetto degli interventi. Entro maggio si dovrà arrivare all'inserimento di Igea. Questo non vuol dire che i privati rimarranno esclusi perchè è possibile far intervenire anche imprese associate per questo tipo di lavori». |
SULCIS 29 marzo 2001 |
Cabras:
«Il risanamento delle aree va affiancato alla valorizzazione» Il rischio di perdere l'efficacia delle opere Appello alla Regione EA IGLESIAS. Gli interventi di risanamento delle aree inquiate o degradate dalla attività di cava o di sfruttamento minero-metallurgico dovranno avvenire secondo un piano di valorizzazione del territorio. E' questa la proposta fatta dal vice presidente della commissione Ambiente della Provincia, Remigio Cabras (nella foto), che nell'imminenza dell'avvio di importanti progetti di recupero ambientale ha chiesto alla giunta provinciale di sostenere, presso la Regione, la necessità di recuperare la zone più a rischio evitando interventi a pioggia che non avrebbero alcuna ricaduta. «Siccome la Regione - ha precisato Remigio Cabras - si sta preparando a disporre il piano dei siti inquinati, a questo punto è necessario che vengano individuate le priorità che dovranno essere affrontate. Se si osserva in particolare il Sulcis Iglesiente e il Guspinese è facile notare che è improponibile un intervento generalizzato perchè questo significherebbe vanificare gli sforzi finanziari e non poter disporre di ricadute». In effetti per quanto riguarda la provincia di Cagliari le zone di maggiore degrado sono catalogate tra quelle interessate in passato dalle attività estrattive e nei centri adiacenti al polo industriale di Portovesme. Gli interventi di risanamento, di bonifica e di ripristino ambientale sono essenzialmente legati all'area alto rischio di crisi ambientale e al Parco Geominerario. In entrambi i casi i ministri dell'Ambiente hanno cercato di individuare le priorità di intervento ma fino ad oggi l'attività operativa del Piano di risanamento dell'Area ad alto rischio è praticamente nulla. E' mancata, non solo la volontà degli enti interessati e ai quali sono state affidate le risorse, ma anche una legge snella ed efficace. «Non deve continuare questa situazione - ha precisato ancora Remigio Cabras - per cui si dovrà cercare ogni accorgimento che eviti interventi a largo raggio e senza alcuna finalizzazione». Gran parte delle attenzioni della Provincia dovranno essere riservate alle aree minerarie di Monteponi e di Is Arenas dove i materiali inquinanti abbandonati dalle miniere continuano a contaminare le acque della costa. |
SULCIS 28 marzo 2001 |
PARCO GEOMINERARIO I lavoratori socialmente utili chiedono la modifica della legge 33 Una delegazione ha incontrato a Cagliari gli assessori regionali Erminio Ariu IGLESIAS. Nuovo blitz dei lavoratori Lsu di Igea a Cagliari per convincere la giunta Floris e i capigruppo del consiglio regionale ad intervenire per modificare la legge 33 per investire la società Igea delle competenze e delle risorse finanziarie per la bonifica e la messa in sicurezzza delle aree mineraria dismesse ricadenti nel Parco Geominerario della Sardegna. La spedizione a Cagliari è maturata dopo un'assemblea affollatissima tenuta a Campo Pisano. Nel corso dell'assemblea i segretari territoriali di Cgil (Sergio Usai, Francesco Carta), Cisl (Fabio Enne) e Mario Cro(Uil) hanno sostenuto la necessità di una rivisitazione della legge sullo scioglimento dell'Emsa. Una delegazione di lavoratori ha incontrato gli assessori al lavoro, Matteo Luridiana, alla Sanità Giorgio Oppi, al turismo, Roberto Frongia e all'ambiente, Emilio Pani. «E' stata ribadita la necessità - ha commentato al termine dell'incontro Sergio Usai- che Igea diventi il braccio operativo degli interventi di messa in sicurezza delle ex zone minerarie. Questo - ha continuato il sindacalista significa trovare una larga intesa all'interno della giunta e del consiglio regionale che dovrà muoversi in tempi celeri per non ostacolare l'iter dei lavori». In consiglio regionale è circolata anche una bozza di proposta sulle modiiche da apportare alla legge 33 ma il testo è stato sconfessato perchè non firmato da numerosi consiglieri regionali. Sulla necessità di attribuire l'incarico di gestione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e valorizzazione dei cantieri minerari ad Igea sembra che si sia intesa anche all'interno della maggioranza di centro-destra. «Bisogna precisare - ha tenuto a precisare l'assessore regionale all'industria Andrea Pirastu - che Igea, Nuova Mineraria Silius e Progemisa possano continaure ad operare ma tutto ciò deve avvenire dopo lo scioglimento dell'Ente Minerario Sardo. Igea dispone, è vero, delle professionalità necessarie per gli interventi ma occorre perchè diventi il braccio operativo del Parco Geominerario della Sardegna che si adegui l'organizzazione e disponga delle risorse finanziarie per operare. Attualmente Igea sta coordinando 290 lavoratori ma dovrà arrivare a seguirne 550». In Sardegna ormai si è trovata unanimità e in mattinata si attende la decisione definitiva da Roma. Questa mattina al ministero del lavoro, presenti i responsabili politici degli altri dicasteri, si darà corso all'intesa stato-regione sul Geoparco. Con questo accordo si conclude il faticoso iter burocratico che doveva sancire la riconversione delle zone minerarie in altre attività collegate al turismo, all'industria e alla cultura. L'accordo stato-regione darà anche l'opportunità a decine di centri minerari dell'isola di valorizzare l'ingente patrimonio immobiliare lasciato, da alcuni anni, in stato di completo abbandono. |
SULCIS 26 marzo 2001 |
LA
MAPPA DEI RESIDUI MINERARI NOCIVI NEL TERRITORIO Veleni, 10 milioni di metri cubi Frongia: urgente il risanamento IGLESIAS. La mappa dei veleni è un mosaico fatto di centinaia di tasselli, ciascuno rappresenta una postazione carica di nocività per l'ambiente, per la salute. Come un campo minato, l'insieme è una grande bomba ecologica. Nel perimetro del Sulcis Iglesiente i volumi ammontano a oltre dieci milioni di metri cubi, la metà dei quali è concentrata nel territorio comunale di Iglesias, il resto è sparso nel territorio: da Montevecchio in giù. Ci sono sostanze di tutti i tipi, residui delle attività minerarie di un secolo. «Tutto questo deve essere cancellato in tempi rapidi e con le modalità previste dalla legge, attraverso una dotazione di strumenti finanziari adeguati». Roberto Frongia (foto), leader dei Riformatori, consigliere comunale e assessore regionale del Turismo non risparmia energie sul fronte delle eredità pericolose disseminate nella zona. A immaginarle disegnate su una cartina, queste specialità letali formano una pelle di leopardo vasta almeno due milioni di metri quadrati, la metà circa nella sola area iglesiente, con le punte record che necessariamente si registrano a Campo Pisano e Monteponi, il resto si trova in quantità variabili nelle aree che sono state caratterizzate dalle attività di estrazione e di lavorazione dei minerali: da Arenas a Montevecchio, da Ingurtosu a Mont'Ega. Roberto Frongia raccoglie dati, sempre più convinto che non si possa ipotizzare una scala di veleni più o meno nocivi: sono veleni e basta. «E tutto questo dimostra che si deve intervenire con grande tempestività per il risanamento del territorio». Operazione che deve essere perseguita con determinazione e subito su due itinerari precisi: «Si tratta di ricercare tutte le fonti di finanziamento che permettano di effetuare il risanamento complessivo del territorio, e contestualmente tenere ben chiaro che le operazioni di riabilitazione del territorio devono essere affidate alla società Igea, che ha tutte le conoscenze, specificità e professionalità necessarie per eseguire compiutamente gli interventi. Così come prevede la legge regionale 33. Del resto Igea conosce perfettamente la mappa dei veleni». L'esponente dei Riformatori intende proseguire su questa strada: «I dati dovranno essere completi in modo da poter avere tutti ben chiara la situazione - spiega Roberto Frongia -, perciò voglio ribadire l'invito a chi detiene queste notizie, che le renda note al più presto, sarà utile anche per dimensionare l'entità delle risorse necessarie». |
SULCIS 24 marzo 2001 |
I
NUMERI Cento miliardi per la messa in sicurezza e.a. IGLESIAS. Quasi cento miliardi sono disponibili per la massa in sicurezza, ripristino ambientale e valorizzazione dei siti minerari. La quota più consistente è stata messa a disposizione (biennio 2000-01) dal ministero dell'ambiente con 63.7 miliardi. L'altro impegno finanziario di 14 miliardi sarà a carico dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione e beni culturali che ha stanziato 14 miliardi quindi a seguire con 8 miliardi del ministero dell'industria, 7 dell'assessorato regionale al lavoro e cinque dovrebbero arriare dall'assessarato all'industria. I primi interventi sulle spalle di Igea riguardano quindi le aree dell'Argentiera. Arenas,. Masua, Monteponi, Villasalto,Lula, Orani, Monte Arci, Montevecchio e Ingurtosu. C'è insomma da cancellare guasti ambientali, rimettere in sesto canali, ripristinare i corsi d'acqua e cancellare voragini e discariche. Un lavoro immane che oltre ai vantaggi occupazionali non mancherà di produrre ricadute economiche in area danneggiate dalla chiusura delle miniere. |
SULCIS 24 marzo 2001 |
Geoparco,
al primo posto il lavoro Appello alla Regione per stabilizzare i lavoratori socialmente utili e.a. IGLESIAS. Le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis Iglesiente hanno decisamente apprezzato le conclusioni della giunta regionale che giovedi mattina ha approvato d'intesa con il ministero dell'ambiente il decreto istitutivo del parco Geominerario della Sardegna soprattutto perchè l'esecutivo regionale ha recepito le proposte della parti sociali. Ma il tragitto che dovrà condurre alla realizzazione del Geoparco non è ancora concluso e dal Sulcis è partito ieri mattina l'invito al presidente della giunta regionale, Mario Floris, agli assessori all'industria, Andrea Pirastu, all'ambiente, Emilio Pani, alla pubblica istruzione, Pasquale Onida, al lavoro Matteo Luridiana e ai presidenti dei gruppi del Consiglio perchè si adoperino per la risoluzione delle tematiche connesse alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori Lsu che dal 1 settembre del '98 sono coordinati dall'Igea. «Abbiamo considerato positivamente - sostengono Sergio Usai (Cgil), Antonello Corda (Cisl) e Mario Crò (Uil) - l'ampio orientamento di condivisione emerso all'interno dell'esecutivo e nelle forze politiche regionali sull'individuazione di un soggetto pubblico regionale per l'esecuzione degli interventi di disinquinamento, bonifica e di ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse, ikcadenti all'interno del Geoparco. A questo riguardo si suggerisce di intervenire urgentemente, attraverso un emendamento o deroga alla legge regionale 33 al fine di consentire l'inserimento dei lavoratori Lsu interessati, secono lo schema approvato dalla giunta regionale». In pratica, come aveva preannunciato l'assessore regionale all'ambiente, Emilio Pani, le disposizioni della legge di messa in liquidazione dell'Ente minerario sardo non consente ad Igea di assumere dipendenti in pianta stabile. «Per cui è indispensabile - ha sottolineato Emilio Pani - intervenire per modificare la legge. E l'esecutivo è già impegnato su questo fronte». In attesa ci sono ben 476 operai che non potranno avere il lasciapassare per l'assunzione in Igea o nel Geoparco ma secondo le valutazioni del sindacato con l'uscita di 50 operai in lista di mobilità in accompagnamento alla pensione per gli altri sarà possibile trovare una soluzione. Le prime proiezioni lasciano intendere che un ottantina di lavoratori potrebbero essere assunti in attività legate ai Beni Culturali, una trentina nel Geopraco, altr 20 in servizi di guardiania sottoforma di autoimpiego e i restanti 250 potrebbero essere utilizzati negli interventi di bonifica dei cantieri minerari. A disposizione ci sono già oltre 100 miliardi e per metterli in uscita occorre soltanto la modifica alla legge regionale 33. |
SULCIS 23 marzo 2001 |
Via
libera al decreto sul Geoparco La giunta regionale ha approvato il documento istitutivo del ministero L'assessore Pani: «Perché l'Igea possa assumere gli operai è però necessario modificare la legge 33» e.a. IGLESIAS. Via libera da parte della giunta regionale al decreto istitutivo del parco Geominerario della Sardegna. Ieri mattina l'esecutivo ha approvato il decreto ministeriale e il documento ora riprenderà la strada verso la capitale per la fase conclusiva. All'interno dell'importante decisione c'è l'intesa stato-regione, il piano di stabilizzazione dei lavoratori Lsu e l'ipotesi di affidamento degli inteventi di bonifica dei cantieri minerari alla società Igea. Come previsto quindi, nonostante sussistano ancora intralci di natura legale, l'esecutivo regionale si è orientato a promuovere la società pubblica al ruolo di soggetto principale negli interventi di messa in sicurezza, bonifica ambientale e di ristrutturazione degli edifici delle aree minerarie la società Igea. «La giunta regionale - ha commentato l'assessore regionale all'Ambiente Emilio Pani - ha condiviso pienamente le argomentazioni poste dal sindacato ed ha individuato in Igea la struttura in grado di intervenire, con competenza nei lavori che dovranno essere realizzati per trasformare i siti minerari in zone sicure e adatte a piani che verranno proposti. E' chiaro che questa decisione non spetta alla regione sarda ma la scelta finale dovrà essere confermata dall'intesa stato-regione. Bisogna aggiungere, per maggior chiarezza e gli addetti ai lavori lo sanno, che occorre intervenire al più presto per modificare la legge 33. Se non si modifica questa legge Igea non potrà assumere neppure un operaio». Indubbiamente l'approvazione del decreto del Geoparco non poteva che suscitare commenti favorevoli tra le forze sociali che stavano seguendo gli sviluppi dell'iter burocratico. «L'approvazione del decreto da parte della giunta regionale - hanno commentato Sergio Usai (Cgil), Mario Crò (Uil) e Fabio Enne (Cisl) - è un momento importante della vertenza. C'è da sottolineare che l'esecutivo ha accolto nella stragrande maggioranza, le indicazioni e le aspettative del sindacato. In questo modo si placano le tensioni e si pone fine alle incomprensioni sorte, anche, per il particolare clima politico che si avverte in Sardegna. Siamo convinti che le forze politiche regionali devono dar prova di maturità intervenendo a modificare la legge sulla scioglimento dell'Emsa». Senza questa modifica Igea continuerebbe a mantenere lo status quo agli Lsu che avrebbero garantito l'assegno sociale e la quota integrativa della Regione. Il prossimo appuntamento importante è fissato per il 28 marzo prossimo a Roma al ministero dell'ambiente. «In quell'occasione ci sarà una delegazione sindacale a Roma - ha aggiunto Giorgio Piras della Uil territoriale -. I segretari nazionali stanno pressando perchè questa vertenza si chiuda il 28 prossimo e voglio sperare che anche la questione Igea non subisca altri rallentamenti. Il sindacato, con la decisione della giunta regionale, ha ottenuto quanto sperava e sarà quindi Igea che dovrà fare da capo alle imprese, sia pubbliche che miste, che opereranno per adeguare i siti alle esigenze più volte espresse». Insomma ora tutto sembra legato alle decisioni romane della prossima settimana e all'impegno delle forze politiche regionali a modificare alcuni commi della legge 33. |
SULCIS 22 marzo 2001 |
I
LAVORATORI SOCIALI SCRIVONO AI CANDIDATI PREMIER «I Beni culturali non ci trascurino» Gianfranco Bitti IGLESIAS. Un maggiore coinvolgimento del minsitero per i Beni Culturali nel Parco Geominerario e ambientale della Sardegna, e la scelta oculata di tecnici di valore nel comitato provvisorio di gestione: sono le proposte che i Lavoratori Socialmente Utili del parco Geominerario, che continuano ad occupare il Pozzo Sella di Monteponi, hanno inviato ai candidati premier del centrodestra e del centrosinistra. In una lettera chiedono a Rutelli e Berlusconi l'interessamento presso gli organi istituzionali competenti perchè si arrivi"alla rapida conclusione della nostra lunga e pesante lotta che stiamo combattendo sotto terra da quasi cinque mesi". L'uscita del consigliere regionale Ds Giampiero Pinna dal pozzo, una settimana fa circa, infatti, ha segnato solo una fase dell'occupazione, che continuerà fino alla firma che sancirà l'effettiva stabilizzazione nell'ambito del Geoparco per i 480 lavoratori socialmente utili del Geoparco: «Stiamo proseguendo la lotta dal pozzo affinchè il governo e la Regione stipulino la prevista intesa - confermano gli Lsu del Geoparco - nella quale devono essere previste le modalità per la stabilizzazione e, contestualmente, il Ministro dell'Ambiente emetta il decreto di nomina del Comitato di gestione provvisorio del Parco, che di fatto dovrà renderlo operativo». E' in quest'ambito che gli Lsu chiedono il maggiore coinvolgimento dei Beni Culturali, «anche attraverso lo stanziamento di risorse proprie per il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico e archivistico, contribuendo in tal modo alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili già impegnati in questo importante settore». Ai due candidati premier viene inoltre chesto di interessarsi perchè «i componenti del Comitato provvisorio di gestione del Parco siano scelti fra persone di elevata capacità professionale e manageriale, al fine di garantire un proficuo e rapido avvio delle attività del Parco Geominerario». |
SULCIS 22 marzo 2001 |
La
giunta conferma il via libera alla Igea La società potrà eseguire gli interventi di risanamento ambientale e sicurezza Stamane la decisione che accoglie le richieste avanzate dai lavoratori Erminio Ariu IGLESIAS. Non dovrebbero esserci opposizioni nella giunta regionale per favorire la società Igea negli interventi di risanamento dei cantieri minerari dismessi e la messa in sicurezza delle zone degradate dalle attività estrattive nell'isola. Nel tardo pomeriggio di ieri gli assessori all'Ambiente Emilio Pani, all'Industria Andrea Pirastu e Lavoro Matteo Luridiana avrebbero condiviso le esigenze dei lavoratori e si sarebbero orientati a promuovere Igea come soggetto attuatore dei progetti di bonifica. Ora le conclusioni dei tre assessori saranno sottoposte nella mattinata odierna all'intero esecutivo ma è improbabile che la giunta possa stravolgere le indicazioni dei tre rappresentanti. Se non ci saranno colpi di scena, anche questa vertenza che sembrava in grado di alimentare tensioni tra i lavoratori Lsu di Igea, rientra nei ranghi con piena soddisfazione anche delle organizzazioni sindacali che non gradivano certo uno stravolgimento nelle regole del gioco. Per i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis Iglesiente, delle aree interessate al Geoparco e della Rsu Igea era improponibile la messa in liquidazione di una società, nata e lanciata dalle procedure di messa in liquidazione dell'Ente minerario per dare corso ai lavori di ripristino ambientale e messa in sicurezza delle aree minerarie per poi costituirne una ex novo con le stesse finalità e impegni. Di certo la giunta regionale e soprattutto gli assessori all'Ambiente e all'Industria hanno valutato attentamente le istanze dei lavoratori e dei loro rappresentanti e ne hanno condiviso le aspettative. La notizia dell'accoglimento delle richieste dei lavoratori Lsu non ha trovato commenti negli ambienti sindacali in attesa dell'atto ufficiale della giunta che sarà emanato in mattinata. Proprio ieri mattina le segreterie di Cgil, Cisl e UIl, preoccupate per le insistenti voci che volevano Igea in liquidazione avevano inviato la giunta regionale a pesare le decisioni e a non boicottare le professionalità presenti nella società Igea. Con questo atto è ormai prossima la campagna di lavori per la bonifica della zone degradate dalle millenarie attività estrattive esercitate dalle società straniere e pubbliche e sembra giunto il momento di avviare la macchina che dovrebbe cancellare ogni traccia di inquinamento ambientale. Con il progetto di stabilizzazione occupazionale degli Lsu e il riconoscimento delle peculiarità di mandato e di competenza che permettono a Igea di continuare l'opera intrapresa, la tensione è tornata alla normalità. |
SULCISmercoledì 21 marzo 2001, S. Nicola de Flue |
«Il
ripristino ambientale spetta a Igea» Fulc e sindacato aziendale sollecitano la giunta regionale a decidere «Professionalità e competenze sono utili nella prospettiva del Geoparco» ea IGLESIAS. La Fulc territoriale e la Rsu Igea hanno inviato al presidente della giunta regionale, agli assessori regionali all'Industria, Lavoro e Ambiente e Cultura e al sindaco di Iglesias, un nuovo sollecito per la definizione del ruolo della società Igea negli interventi che dovranno essere attuati per l'avvio del Parco Geominerario. «Già in un'altra occasione - sostengono in un comunicato stampa i rappresentanti sindacali -, è stato inviato un analogo sollecito ma non è pervenuta ancora risposta.». Il timore è che la società nata dalla liquidazione dell'ente minerario sardo per la gestione dele iniziative geoambientali possa essere messa da parte. «L'estromissione di Igea dai lavori di rispristino ambientale e messa in sicurezza danneggerebbe gravemente la prospettiva industriale della società, la Fulc territoriale del Sulcis Iglesiente e la Rsu Igea, ribadiscono il deciso invito alla Giunta regionale ad affidare le attività più volte segnalate ai lavoratori della società pubblica che hanno dimostrato capacità e competenza. Del resto - sottolinea la nota - la stessa Regione, a suo tempo, ha costituito questa società per operare nell'ambito delle competenze. Differenti decisioni determinerebbero inevitabilmente la dura reazione dei lavoratori con l'attuazione di opportune forme di protesta». Tra giunta regionale e rappresentanti sindacali da tempo sul ruolo di Igea ci sono contrasti che potrebbero dare motivo di tensioni. Ai lavoratori di Igea preme continuare l'attività all'interno del cantieri minerari dismessi in attesa delle opportunità di lavoro indotto che potrebbero arrivare con l'istituzione del Geoparco. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la decisione e il sindacato si sta preparando per un eventuale reazione. |