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IGLESIAS 31  marzo 2001

L'APPELLO
DEL VESCOVO
«Il Geoparco è fatto, ora date
risposte ai lavoratori che aspettano»

EA
Il vescovo Tarcisio Pillolla: è stato molto vicino ai lavoratori socialmente utili nella battaglia che ancora aspetta conclusione 


IGLESIAS. Non poteva essere apprezzata in Sardegna e soprattutto nel Sulcis Iglesiente, la battuta d'arresto subita dalla vertenza dai lavoratori Lsu del Parco Geominerario che auspicavano dopo tre anni di attesa la conclusione dell'interminabile fase di precariato in Igea. L'insuccesso del vertice romano ha provocato la reazione immediata del sindacato regionale e territoriale ma anche il vescovo di Iglesias, monsignor Tarcisio Pillolla, non è apparso soddisfatto per l'ennesimo rinvio di conclusioni che non possono attendere. «Ho seguito giorno dopo giorno questa vertenza che sembrava entrata nella fase conclusiva - ha esordito Pillolla -. In tutta questa vicenda ci sono sicuramente da salvaguardare interessi economici ma l'aspetto più importante è il reinserimento dei 440 lavoratori nel mondo del lavoro».

«In varie occasioni - prosegue il vescovo, che nella mobilitazione dei lavoratori è sempre stato presente -, proprio per le connessioni che sono presenti in questo genere di situazioni, ho sollecitato le autorità politiche regionali a riservare maggiori attenzioni ai problemi dell'occupazione che, nel Sulcis ma anche in altre aree dell'isola, hanno superato ogni limite. Il Parco è fatto - argomenta monsignor Pillolla -, ora però bisogna adoperarsi con lo slancio necessario per dare risposte ai lavoratori e alle loro famiglie».
L'entusiasmo di centinaia di padri di famiglia che speravano in un immediato intervento in grado di far riacquistare loro la dignità di lavoratori è crollato davanti all'ennesimo posto di blocco legislativo che il consiglio regionale non è riuscito a rimuovere. «Si è vero, c'è una legge che vieta a Igea di operare assumendo dipendenti diretti - precisa Mons. Tarcisio Pillolla - ma chi è in grado di fare leggi è anche in grado di modificarle. E questo modifiche, se sono possibili devono essere fatte in tempi brevi per evitare altre difficoltà ad una categoria di lavoratori che sicuramente non ha avuto grandi riconoscimenti in termini economici e morali. Ricordo alle autorità politiche che il territorio del Sulcis Iglesiente conta oltre 38mila disoccupati e anche se la stabilizzazione occupazionale di 440 persone non risolve il problema ha almeno il merito di sollevare le preoccupazioni di altrettante famiglie».
Per il vescovo di Iglesias è urgente dare serenità ai 440 lavoratori Lsu e se questa possibilità deve passare attraverso la modifica di una legge regionale i politici non devono scansare l'impegno. Del resto le risorse finanziarie non mancano: 38 miliardi (biennio 2001-2002) dal ministero dell'ambiente; 8miliardi dal ministero del lavoro e alti 7 dall'assessorato regionale al lavoro; nel triennio successivo sono previste ulteriori risorse finanziarie per 23miliardi.
Il vescovo non sembra essere influenzato dalle sigle delle società che dovranno effettuare gli interventi di bonifica, ripristino ambientale e messa in sicurezza dei cantieri minerari dismessi ma punta a veder concretizzate le legittime aspirazioni di centinaia di famiglie, che del resto hanno atteso a lungo e con pazienza la realizzazione del loro progetto di vita: il lavoro.

 
SULCIS 30  marzo 2001
IGEA
In attesa della Regione

e.a.

IGLESIAS. Si attendono ora le decisioni del consiglio regionale per poter trasformare la società Igea il braccio operativo del parco Geominerario. L'intesa raggiunta, tra i vari ministeri e i tecnici della regione sarda, mercoledi pomeriggio a Roma nella sede del ministero al lavoro, ha superato forse la fase più critica ma per il completamento del progetto occorre venga individuato l'ente attuatore degli interventi di bonifica, ripristino ambientale e messa in sicurezza. Perchè Igea possa coordinare il mega progetto è necessario che il consiglio regionale, entro il 31 maggio prossimo intervenga per modificare la legge 33. Intanto, secondo quanto stabilito a Roma, i primi interventi potranno essere affidati a imprese pubbliche e private costituite in Associazione temporanea di imprese alla quale potrà partecipare anche Igea, come parte attiva del piano di stabilizzazione in partenariato con le imprese associate. Il ministero al lavoro ha anche stabilito che nel piano di stablizzazione sono stati inseriti 442 lavoratori che dovranno frequentare per cinque o sei mesi un coso di formazione professionale. Dal 2002 i lavoratori usciranno dalla lista degli LSU per essere assunti nelle imprese che dovranno operare alla costituzione del Geoparco. L'Ati, viene sottolineato dai segretari territoriali di Cgil Cisl e Uil, deve avere come obiettivo anche il coivolgimento di aziende locali specializzate nei settori di interventi previsti nella convenzione tra stato e regione.
 SULCIS 29 marzo 2001
Nulla di fatto nell'incontro al Ministero sulla gestione dei lavoratori e sugli interventi di bonifica nel Geoparco
Sul ruolo di Igea la Regione tira il freno
Si fa strada l'ipotesi di coinvolgere aziende private nelle attività

Erminio Ariu

IGLESIAS. Si sperava in un miracolo ed invece il colpo di bacchetta magica che avrebbe dovuto ricordare ai politici i doveri verso i sardi socialmente emarginati non è avvenuto e per i lavoratori Lsu del Parco geominerario è ancora notte fonda: il vertice romano che doveva fissare tempi, modalità, ente attuatore degli interventi di bonifica, ripristino ambientale e messa in sicurezza non è stato individuato per i vincoli imposti dalla legge regionale 33 che non consente ad Igea di assumere personale.
In effetti era noto che senza la modifica alla legge regionale sullo sciolglimento dell'Emsa, Igea non poteva aspirare al ruolo di braccio attuatore degli interventi per il Parco Geominerario della Sardegna e la riprova è arrivata puntuale al ministero del Lavoro quando il sottosegretario Raffaele Morese ha confermato la piena disponibilità di 60 miliardi per l'adeguamento dei cantieri ex minerari alle nuove esigenze ma ha, per il momento, depennato la richiesta delle organizzazioni sindacali che chiedevano l'investitura ufficiale della società pubblica nei lavori di maquillage ai vecchi edifici di Monteponi, Ingurtosu, Nebida, Masua, Lula, Argentiera e Villasalto.
L'unico elemento incoraggiante dall'ennesimo viaggio della speranza nella capitale, è stata la conferma da parte del ministero del Lavoro della stabilizzazione di tutti i lavoratori Lsu, attualmente coordinati da Igea, con assunzione a tempo indeterminato a partire dall'1 gennaio 2002. Per i 500 Lsu è previsto un corso di formazione professionale che dovrebbe esaurisrsi nell'arco di cinque o sei mesi.
I commenti a caldo dei segretari regionali e dei territori coinvolti nel Geoparco sono pesantissimi soprattutto nei confronti dell'esecutivo regionale. «Ancora una volta - ha sostenuto Sergio Usai della Cgil - si è assistito alla doppia faccia della giunta regionale e degli esponenti della maggioranza che a Cagliari garantiscono la massima disponibilità per stabilizzare i lavoratori precari ma alla resa dei conti non fanno nulla per dar corso alle promesse. Siamo alle solite. Ora però attendiamo risposte immediate dall'esecutivo regionale». Chi dovrà accollarsi l'impegno di coordinare i lavoratori e di portare a compimento gli interventi è ancora da definire. «C'è stato presentato un progetto di stabilizzazione per 440 operai (44 andranno in pensione) - ha precisato Antonello Corda della Cisl territoriale - e questo intervento dovrebbe durare per circa tre anni. Successivamente si avrà un ulteriore amplimento degli interventi. Per il momento si potrà effettuare l'opera di risanamento attraverso imprese private in attesa che venga individuata la società in grado di dirigere l'intero pacchetto degli interventi. Entro maggio si dovrà arrivare all'inserimento di Igea. Questo non vuol dire che i privati rimarranno esclusi perchè è possibile far intervenire anche imprese associate per questo tipo di lavori».
 

 


 

 

SULCIS 29 marzo 2001
Cabras: «Il risanamento delle aree
va affiancato alla valorizzazione»
Il rischio di perdere l'efficacia delle opere Appello alla Regione

EA

IGLESIAS. Gli interventi di risanamento delle aree inquiate o degradate dalla attività di cava o di sfruttamento minero-metallurgico dovranno avvenire secondo un piano di valorizzazione del territorio. E' questa la proposta fatta dal vice presidente della commissione Ambiente della Provincia, Remigio Cabras (nella foto), che nell'imminenza dell'avvio di importanti progetti di recupero ambientale ha chiesto alla giunta provinciale di sostenere, presso la Regione, la necessità di recuperare la zone più a rischio evitando interventi a pioggia che non avrebbero alcuna ricaduta.
«Siccome la Regione - ha precisato Remigio Cabras - si sta preparando a disporre il piano dei siti inquinati, a questo punto è necessario che vengano individuate le priorità che dovranno essere affrontate. Se si osserva in particolare il Sulcis Iglesiente e il Guspinese è facile notare che è improponibile un intervento generalizzato perchè questo significherebbe vanificare gli sforzi finanziari e non poter disporre di ricadute». In effetti per quanto riguarda la provincia di Cagliari le zone di maggiore degrado sono catalogate tra quelle interessate in passato dalle attività estrattive e nei centri adiacenti al polo industriale di Portovesme. Gli interventi di risanamento, di bonifica e di ripristino ambientale sono essenzialmente legati all'area alto rischio di crisi ambientale e al Parco Geominerario.
In entrambi i casi i ministri dell'Ambiente hanno cercato di individuare le priorità di intervento ma fino ad oggi l'attività operativa del Piano di risanamento dell'Area ad alto rischio è praticamente nulla. E' mancata, non solo la volontà degli enti interessati e ai quali sono state affidate le risorse, ma anche una legge snella ed efficace.
«Non deve continuare questa situazione - ha precisato ancora Remigio Cabras - per cui si dovrà cercare ogni accorgimento che eviti interventi a largo raggio e senza alcuna finalizzazione». Gran parte delle attenzioni della Provincia dovranno essere riservate alle aree minerarie di Monteponi e di Is Arenas dove i materiali inquinanti abbandonati dalle miniere continuano a contaminare le acque della costa.

 

 SULCIS 28  marzo 2001
PARCO
GEOMINERARIO
I lavoratori socialmente utili
chiedono la modifica della legge 33
Una delegazione ha incontrato a Cagliari gli assessori regionali

Erminio Ariu

IGLESIAS. Nuovo blitz dei lavoratori Lsu di Igea a Cagliari per convincere la giunta Floris e i capigruppo del consiglio regionale ad intervenire per modificare la legge 33 per investire la società Igea delle competenze e delle risorse finanziarie per la bonifica e la messa in sicurezzza delle aree mineraria dismesse ricadenti nel Parco Geominerario della Sardegna. La spedizione a Cagliari è maturata dopo un'assemblea affollatissima tenuta a Campo Pisano.
Nel corso dell'assemblea i segretari territoriali di Cgil (Sergio Usai, Francesco Carta), Cisl (Fabio Enne) e Mario Cro(Uil) hanno sostenuto la necessità di una rivisitazione della legge sullo scioglimento dell'Emsa.
Una delegazione di lavoratori ha incontrato gli assessori al lavoro, Matteo Luridiana, alla Sanità Giorgio Oppi, al turismo, Roberto Frongia e all'ambiente, Emilio Pani.
«E' stata ribadita la necessità - ha commentato al termine dell'incontro Sergio Usai- che Igea diventi il braccio operativo degli interventi di messa in sicurezza delle ex zone minerarie. Questo - ha continuato il sindacalista significa trovare una larga intesa all'interno della giunta e del consiglio regionale che dovrà muoversi in tempi celeri per non ostacolare l'iter dei lavori».
In consiglio regionale è circolata anche una bozza di proposta sulle modiiche da apportare alla legge 33 ma il testo è stato sconfessato perchè non firmato da numerosi consiglieri regionali.
Sulla necessità di attribuire l'incarico di gestione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e valorizzazione dei cantieri minerari ad Igea sembra che si sia intesa anche all'interno della maggioranza di centro-destra.
«Bisogna precisare - ha tenuto a precisare l'assessore regionale all'industria Andrea Pirastu - che Igea, Nuova Mineraria Silius e Progemisa possano continaure ad operare ma tutto ciò deve avvenire dopo lo scioglimento dell'Ente Minerario Sardo. Igea dispone, è vero, delle professionalità necessarie per gli interventi ma occorre perchè diventi il braccio operativo del Parco Geominerario della Sardegna che si adegui l'organizzazione e disponga delle risorse finanziarie per operare. Attualmente Igea sta coordinando 290 lavoratori ma dovrà arrivare a seguirne 550».
In Sardegna ormai si è trovata unanimità e in mattinata si attende la decisione definitiva da Roma.
Questa mattina al ministero del lavoro, presenti i responsabili politici degli altri dicasteri, si darà corso all'intesa stato-regione sul Geoparco.
Con questo accordo si conclude il faticoso iter burocratico che doveva sancire la riconversione delle zone minerarie in altre attività collegate al turismo, all'industria e alla cultura.
L'accordo stato-regione darà anche l'opportunità a decine di centri minerari dell'isola di valorizzare l'ingente patrimonio immobiliare lasciato, da alcuni anni, in stato di completo abbandono.

 

Home Page26 marzo 2001IGLESIAS
Parco Geominarario Tore Cherchi contesta Regione e Provincia
Iglesias Non si è ancora conclusa la vertenza sul Parco Geominerario e scoppia una nuova polemica. Tore Cherchi, deputato diessino, relatore di maggioranza della Finanziaria e autore dell’emendamento per l’istituzione del Geoparco attacca la Regione e la Provincia. «Dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge sul Geoparco sono passati tre mesi, ma il decreto istitutivo del Geoparco non esiste ancora». E neppure il provvedimento regionale dei giorni scorsi viene visto da Tore Cherchi come un fatto positivo. «La Regione e la Provincia hanno impiegato tre mesi per fare una cosa che si sarebbe potuta fare in una settimana». La polemica di Cherchi, che ricorda i piani di stabilizzazione e i problemi legati alla futura occupazione dei lavoratori socialmente utili del Geoparco, continua. «La Regione non ha saputo cogliere l’opportunità offerta Governo per la stabilizzazione dei lavoratori, questa è una vergogna».
Non sarebbe una vittoria nemmeno il risultato positivo che dopo il provvedimento dei giorni scorsi potrebbe avere la vertenza Geoparco e la sorte dei lavoratori. «Per tutti questi motivi non possiamo avere alcun motivo di soddisfazione, anzi non posso che esprimere le critiche verso la Regione». L’altra mattina intanto, i sindaci dei Comuni minerari hanno nominato Tarcisio Agus, sindaco di Guspini e coordinatore dei Comuni nel comitato di esperti che dovranno dare vita al gruppo di lavoro che formerà l’ente parco.
La vertenza, potrebbe concludersi la settimana prossima. «Il 28 marzo infatti il ministro dell’Ambiente - spiega Sergio Usai della Camera del Lavoro - dovrebbe emanare il decreto istitutivo del Geoparco».
«Non si può che sostenere la causa sino in fondo - commenta Giorgio Piras della Uil - non è più possibile continuare ad aspettare». In quell’occasione dovrebbe cessare anche l’occupazione della miniera di Monteponi. Proprio per questo motivo, ieri i rappresentanti sindacali hanno lanciato un altro appello alla Regione.
Ieri i lavoratori del geoparco hanno chiesto l’intervento di tutte le istituzioni perché «vengano definite le nomine del comitato provvisorio di gestione, in attesa del decreto del presidente della Repubblica, dando così avvio entro il primo luglio alle attività lavorative riportando così un minimo di serenità tra i lavoratori e le loro famiglie» (Davide Madeddu)

 

 SULCIS 26 marzo 2001
LA MAPPA DEI RESIDUI MINERARI NOCIVI NEL TERRITORIO
Veleni, 10 milioni di metri cubi
Frongia: urgente il risanamento


IGLESIAS. La mappa dei veleni è un mosaico fatto di centinaia di tasselli, ciascuno rappresenta una postazione carica di nocività per l'ambiente, per la salute. Come un campo minato, l'insieme è una grande bomba ecologica. Nel perimetro del Sulcis Iglesiente i volumi ammontano a oltre dieci milioni di metri cubi, la metà dei quali è concentrata nel territorio comunale di Iglesias, il resto è sparso nel territorio: da Montevecchio in giù. Ci sono sostanze di tutti i tipi, residui delle attività minerarie di un secolo. «Tutto questo deve essere cancellato in tempi rapidi e con le modalità previste dalla legge, attraverso una dotazione di strumenti finanziari adeguati». Roberto Frongia (foto), leader dei Riformatori, consigliere comunale e assessore regionale del Turismo non risparmia energie sul fronte delle eredità pericolose disseminate nella zona.
A immaginarle disegnate su una cartina, queste specialità letali formano una pelle di leopardo vasta almeno due milioni di metri quadrati, la metà circa nella sola area iglesiente, con le punte record che necessariamente si registrano a Campo Pisano e Monteponi, il resto si trova in quantità variabili nelle aree che sono state caratterizzate dalle attività di estrazione e di lavorazione dei minerali: da Arenas a Montevecchio, da Ingurtosu a Mont'Ega.
Roberto Frongia raccoglie dati, sempre più convinto che non si possa ipotizzare una scala di veleni più o meno nocivi: sono veleni e basta. «E tutto questo dimostra che si deve intervenire con grande tempestività per il risanamento del territorio». Operazione che deve essere perseguita con determinazione e subito su due itinerari precisi: «Si tratta di ricercare tutte le fonti di finanziamento che permettano di effetuare il risanamento complessivo del territorio, e contestualmente tenere ben chiaro che le operazioni di riabilitazione del territorio devono essere affidate alla società Igea, che ha tutte le conoscenze, specificità e professionalità necessarie per eseguire compiutamente gli interventi. Così come prevede la legge regionale 33. Del resto Igea conosce perfettamente la mappa dei veleni».
L'esponente dei Riformatori intende proseguire su questa strada: «I dati dovranno essere completi in modo da poter avere tutti ben chiara la situazione - spiega Roberto Frongia -, perciò voglio ribadire l'invito a chi detiene queste notizie, che le renda note al più presto, sarà utile anche per dimensionare l'entità delle risorse necessarie».

 

 SULCIS 24 marzo 2001
I NUMERI
Cento miliardi per la messa in sicurezza

e.a.

IGLESIAS. Quasi cento miliardi sono disponibili per la massa in sicurezza, ripristino ambientale e valorizzazione dei siti minerari. La quota più consistente è stata messa a disposizione (biennio 2000-01) dal ministero dell'ambiente con 63.7 miliardi. L'altro impegno finanziario di 14 miliardi sarà a carico dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione e beni culturali che ha stanziato 14 miliardi quindi a seguire con 8 miliardi del ministero dell'industria, 7 dell'assessorato regionale al lavoro e cinque dovrebbero arriare dall'assessarato all'industria. I primi interventi sulle spalle di Igea riguardano quindi le aree dell'Argentiera. Arenas,. Masua, Monteponi, Villasalto,Lula, Orani, Monte Arci, Montevecchio e Ingurtosu. C'è insomma da cancellare guasti ambientali, rimettere in sesto canali, ripristinare i corsi d'acqua e cancellare voragini e discariche. Un lavoro immane che oltre ai vantaggi occupazionali non mancherà di produrre ricadute economiche in area danneggiate dalla chiusura delle miniere.
 SULCIS 24 marzo 2001
Geoparco, al primo posto il lavoro
Appello alla Regione per stabilizzare i lavoratori socialmente utili

e.a.

IGLESIAS. Le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis Iglesiente hanno decisamente apprezzato le conclusioni della giunta regionale che giovedi mattina ha approvato d'intesa con il ministero dell'ambiente il decreto istitutivo del parco Geominerario della Sardegna soprattutto perchè l'esecutivo regionale ha recepito le proposte della parti sociali.
Ma il tragitto che dovrà condurre alla realizzazione del Geoparco non è ancora concluso e dal Sulcis è partito ieri mattina l'invito al presidente della giunta regionale, Mario Floris, agli assessori all'industria, Andrea Pirastu, all'ambiente, Emilio Pani, alla pubblica istruzione, Pasquale Onida, al lavoro Matteo Luridiana e ai presidenti dei gruppi del Consiglio perchè si adoperino per la risoluzione delle tematiche connesse alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori Lsu che dal 1 settembre del '98 sono coordinati dall'Igea. «Abbiamo considerato positivamente - sostengono Sergio Usai (Cgil), Antonello Corda (Cisl) e Mario Crò (Uil) - l'ampio orientamento di condivisione emerso all'interno dell'esecutivo e nelle forze politiche regionali sull'individuazione di un soggetto pubblico regionale per l'esecuzione degli interventi di disinquinamento, bonifica e di ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse, ikcadenti all'interno del Geoparco. A questo riguardo si suggerisce di intervenire urgentemente, attraverso un emendamento o deroga alla legge regionale 33 al fine di consentire l'inserimento dei lavoratori Lsu interessati, secono lo schema approvato dalla giunta regionale». In pratica, come aveva preannunciato l'assessore regionale all'ambiente, Emilio Pani, le disposizioni della legge di messa in liquidazione dell'Ente minerario sardo non consente ad Igea di assumere dipendenti in pianta stabile. «Per cui è indispensabile - ha sottolineato Emilio Pani - intervenire per modificare la legge. E l'esecutivo è già impegnato su questo fronte». In attesa ci sono ben 476 operai che non potranno avere il lasciapassare per l'assunzione in Igea o nel Geoparco ma secondo le valutazioni del sindacato con l'uscita di 50 operai in lista di mobilità in accompagnamento alla pensione per gli altri sarà possibile trovare una soluzione. Le prime proiezioni lasciano intendere che un ottantina di lavoratori potrebbero essere assunti in attività legate ai Beni Culturali, una trentina nel Geopraco, altr 20 in servizi di guardiania sottoforma di autoimpiego e i restanti 250 potrebbero essere utilizzati negli interventi di bonifica dei cantieri minerari. A disposizione ci sono già oltre 100 miliardi e per metterli in uscita occorre soltanto la modifica alla legge regionale 33.

SULCIS 23 marzo 2001
Via libera al decreto sul Geoparco
La giunta regionale ha approvato
il documento istitutivo del ministero
L'assessore Pani: «Perché l'Igea possa assumere gli operai è però necessario modificare la legge 33»

e.a.

IGLESIAS. Via libera da parte della giunta regionale al decreto istitutivo del parco Geominerario della Sardegna. Ieri mattina l'esecutivo ha approvato il decreto ministeriale e il documento ora riprenderà la strada verso la capitale per la fase conclusiva. All'interno dell'importante decisione c'è l'intesa stato-regione, il piano di stabilizzazione dei lavoratori Lsu e l'ipotesi di affidamento degli inteventi di bonifica dei cantieri minerari alla società Igea.
Come previsto quindi, nonostante sussistano ancora intralci di natura legale, l'esecutivo regionale si è orientato a promuovere la società pubblica al ruolo di soggetto principale negli interventi di messa in sicurezza, bonifica ambientale e di ristrutturazione degli edifici delle aree minerarie la società Igea. «La giunta regionale - ha commentato l'assessore regionale all'Ambiente Emilio Pani - ha condiviso pienamente le argomentazioni poste dal sindacato ed ha individuato in Igea la struttura in grado di intervenire, con competenza nei lavori che dovranno essere realizzati per trasformare i siti minerari in zone sicure e adatte a piani che verranno proposti. E' chiaro che questa decisione non spetta alla regione sarda ma la scelta finale dovrà essere confermata dall'intesa stato-regione. Bisogna aggiungere, per maggior chiarezza e gli addetti ai lavori lo sanno, che occorre intervenire al più presto per modificare la legge 33. Se non si modifica questa legge Igea non potrà assumere neppure un operaio». Indubbiamente l'approvazione del decreto del Geoparco non poteva che suscitare commenti favorevoli tra le forze sociali che stavano seguendo gli sviluppi dell'iter burocratico. «L'approvazione del decreto da parte della giunta regionale - hanno commentato Sergio Usai (Cgil), Mario Crò (Uil) e Fabio Enne (Cisl) - è un momento importante della vertenza. C'è da sottolineare che l'esecutivo ha accolto nella stragrande maggioranza, le indicazioni e le aspettative del sindacato. In questo modo si placano le tensioni e si pone fine alle incomprensioni sorte, anche, per il particolare clima politico che si avverte in Sardegna. Siamo convinti che le forze politiche regionali devono dar prova di maturità intervenendo a modificare la legge sulla scioglimento dell'Emsa». Senza questa modifica Igea continuerebbe a mantenere lo status quo agli Lsu che avrebbero garantito l'assegno sociale e la quota integrativa della Regione. Il prossimo appuntamento importante è fissato per il 28 marzo prossimo a Roma al ministero dell'ambiente. «In quell'occasione ci sarà una delegazione sindacale a Roma - ha aggiunto Giorgio Piras della Uil territoriale -. I segretari nazionali stanno pressando perchè questa vertenza si chiuda il 28 prossimo e voglio sperare che anche la questione Igea non subisca altri rallentamenti. Il sindacato, con la decisione della giunta regionale, ha ottenuto quanto sperava e sarà quindi Igea che dovrà fare da capo alle imprese, sia pubbliche che miste, che opereranno per adeguare i siti alle esigenze più volte espresse». Insomma ora tutto sembra legato alle decisioni romane della prossima settimana e all'impegno delle forze politiche regionali a modificare alcuni commi della legge 33.

 

SULCIS 22 marzo 2001
 
I LAVORATORI SOCIALI SCRIVONO AI CANDIDATI PREMIER
«I Beni culturali non ci trascurino»

Gianfranco Bitti

IGLESIAS. Un maggiore coinvolgimento del minsitero per i Beni Culturali nel Parco Geominerario e ambientale della Sardegna, e la scelta oculata di tecnici di valore nel comitato provvisorio di gestione: sono le proposte che i Lavoratori Socialmente Utili del parco Geominerario, che continuano ad occupare il Pozzo Sella di Monteponi, hanno inviato ai candidati premier del centrodestra e del centrosinistra.
In una lettera chiedono a Rutelli e Berlusconi l'interessamento presso gli organi istituzionali competenti perchè si arrivi"alla rapida conclusione della nostra lunga e pesante lotta che stiamo combattendo sotto terra da quasi cinque mesi".
L'uscita del consigliere regionale Ds Giampiero Pinna dal pozzo, una settimana fa circa, infatti, ha segnato solo una fase dell'occupazione, che continuerà fino alla firma che sancirà l'effettiva stabilizzazione nell'ambito del Geoparco per i 480 lavoratori socialmente utili del Geoparco: «Stiamo proseguendo la lotta dal pozzo affinchè il governo e la Regione stipulino la prevista intesa - confermano gli Lsu del Geoparco - nella quale devono essere previste le modalità per la stabilizzazione e, contestualmente, il Ministro dell'Ambiente emetta il decreto di nomina del Comitato di gestione provvisorio del Parco, che di fatto dovrà renderlo operativo».
E' in quest'ambito che gli Lsu chiedono il maggiore coinvolgimento dei Beni Culturali, «anche attraverso lo stanziamento di risorse proprie per il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico e archivistico, contribuendo in tal modo alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili già impegnati in questo importante settore».
Ai due candidati premier viene inoltre chesto di interessarsi perchè «i componenti del Comitato provvisorio di gestione del Parco siano scelti fra persone di elevata capacità professionale e manageriale, al fine di garantire un proficuo e rapido avvio delle attività del Parco Geominerario».
SULCIS 22 marzo 2001
La giunta conferma il via libera alla Igea
La società potrà eseguire gli interventi
di risanamento ambientale e sicurezza
Stamane la decisione che accoglie le richieste avanzate dai lavoratori

Erminio Ariu

IGLESIAS. Non dovrebbero esserci opposizioni nella giunta regionale per favorire la società Igea negli interventi di risanamento dei cantieri minerari dismessi e la messa in sicurezza delle zone degradate dalle attività estrattive nell'isola. Nel tardo pomeriggio di ieri gli assessori all'Ambiente Emilio Pani, all'Industria Andrea Pirastu e Lavoro Matteo Luridiana avrebbero condiviso le esigenze dei lavoratori e si sarebbero orientati a promuovere Igea come soggetto attuatore dei progetti di bonifica.
Ora le conclusioni dei tre assessori saranno sottoposte nella mattinata odierna all'intero esecutivo ma è improbabile che la giunta possa stravolgere le indicazioni dei tre rappresentanti. Se non ci saranno colpi di scena, anche questa vertenza che sembrava in grado di alimentare tensioni tra i lavoratori Lsu di Igea, rientra nei ranghi con piena soddisfazione anche delle organizzazioni sindacali che non gradivano certo uno stravolgimento nelle regole del gioco.
Per i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis Iglesiente, delle aree interessate al Geoparco e della Rsu Igea era improponibile la messa in liquidazione di una società, nata e lanciata dalle procedure di messa in liquidazione dell'Ente minerario per dare corso ai lavori di ripristino ambientale e messa in sicurezza delle aree minerarie per poi costituirne una ex novo con le stesse finalità e impegni.
Di certo la giunta regionale e soprattutto gli assessori all'Ambiente e all'Industria hanno valutato attentamente le istanze dei lavoratori e dei loro rappresentanti e ne hanno condiviso le aspettative. La notizia dell'accoglimento delle richieste dei lavoratori Lsu non ha trovato commenti negli ambienti sindacali in attesa dell'atto ufficiale della giunta che sarà emanato in mattinata.
Proprio ieri mattina le segreterie di Cgil, Cisl e UIl, preoccupate per le insistenti voci che volevano Igea in liquidazione avevano inviato la giunta regionale a pesare le decisioni e a non boicottare le professionalità presenti nella società Igea. Con questo atto è ormai prossima la campagna di lavori per la bonifica della zone degradate dalle millenarie attività estrattive esercitate dalle società straniere e pubbliche e sembra giunto il momento di avviare la macchina che dovrebbe cancellare ogni traccia di inquinamento ambientale.
Con il progetto di stabilizzazione occupazionale degli Lsu e il riconoscimento delle peculiarità di mandato e di competenza che permettono a Igea di continuare l'opera intrapresa, la tensione è tornata alla normalità.

 

SULCISmercoledì 21 marzo 2001, S. Nicola de Flue
«Il ripristino ambientale spetta a Igea»
Fulc e sindacato aziendale sollecitano la giunta regionale a decidere
«Professionalità e competenze sono utili nella prospettiva del Geoparco»

ea

IGLESIAS. La Fulc territoriale e la Rsu Igea hanno inviato al presidente della giunta regionale, agli assessori regionali all'Industria, Lavoro e Ambiente e Cultura e al sindaco di Iglesias, un nuovo sollecito per la definizione del ruolo della società Igea negli interventi che dovranno essere attuati per l'avvio del Parco Geominerario. «Già in un'altra occasione - sostengono in un comunicato stampa i rappresentanti sindacali -, è stato inviato un analogo sollecito ma non è pervenuta ancora risposta.».
Il timore è che la società nata dalla liquidazione dell'ente minerario sardo per la gestione dele iniziative geoambientali possa essere messa da parte. «L'estromissione di Igea dai lavori di rispristino ambientale e messa in sicurezza danneggerebbe gravemente la prospettiva industriale della società, la Fulc territoriale del Sulcis Iglesiente e la Rsu Igea, ribadiscono il deciso invito alla Giunta regionale ad affidare le attività più volte segnalate ai lavoratori della società pubblica che hanno dimostrato capacità e competenza. Del resto - sottolinea la nota - la stessa Regione, a suo tempo, ha costituito questa società per operare nell'ambito delle competenze. Differenti decisioni determinerebbero inevitabilmente la dura reazione dei lavoratori con l'attuazione di opportune forme di protesta». Tra giunta regionale e rappresentanti sindacali da tempo sul ruolo di Igea ci sono contrasti che potrebbero dare motivo di tensioni. Ai lavoratori di Igea preme continuare l'attività all'interno del cantieri minerari dismessi in attesa delle opportunità di lavoro indotto che potrebbero arrivare con l'istituzione del Geoparco. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la decisione e il sindacato si sta preparando per un eventuale reazione.
 

 

Home Page21 marzo 2001IGLESIAS
Giornata decisiva per il Geoparco Appello dei Lsu: ci assuma l’Igea
Monteponi

Monteponi Per il Parco geominerario e i piani di stabilizzazione si annuncia per oggi una giornata decisiva e i rappresentanti sindacali dell’Igea lanciano un appello alla Giunta regionale per l’affidamento dei lavori di bonifica e ripristino ambientale alla società. «Entro oggi - spiega Tarcisio Agus, sindaco di Guspini e coordinatore dei Comuni minerari - dovrebbe essere emanata la delibera sull’Intesa Governo-Regione che sarà poi allegata al decreto istitutivo del Geoparco» che dovrebbe essere emanato dal ministro dell’Ambiente Willer Bordon la settimana prossima. E con il provvedimento dovrebbe partire la stabilizzazione dei lavoratori. «Noi abbiamo chiesto che vengano inseriti a tempo determinato nell’organico dell’Igea - aggiunge Agus - proprio per avviare le opere di riqualificazione ambientale».
Il piano di stabilizzazione, almeno secondo quanto hanno richiesto i lavoratori socialmente utili, dovrebbe scattare il primo maggio con i corsi di formazione, prima di un impiego, pare dal primo luglio, delle tute verdi nell’Igea. E proprio per sollecitare l’affidamento dei lavori di disinquinamento e di riqualificazione ambientale all’Igea, ieri è stato diffuso dalla Rsu un comunicato. L’Igea, società dell’Ente minerario sardo in liquidazione, ha assorbito tutti gli operai che lavoravano nelle società minerarie. «Con la chiusura dell’attività estrattiva - hanno commentato i sindacalisti - devono essere rispettati gli impegni assunti durante la costituzione della nuova società».

Davide Madeddu

 

 

 

Home Page20 marzo 2001  IGLESIAS
Le storie dei disoccupati che da 134 giorni presidiano l’ingresso della galleria Villamarina.  «Chiediamo un lavoro stabile e uno stipendio dignitoso»
Viaggio tra i disperati del geoparco

Centotrentaquattro giorni di occupazione. Ma non chiedete loro quanto manca all’alba. Gli lsu del geoparco non vi sapranno rispondere. Da quel 5 novembre, nel piazzale di Monteponi dove si affaccia l’ingresso della galleria Villamarina, teatro della battaglia “for parcogeominerario” qualcosa è cambiato, ma non è ancora abbastanza per convincerli a mollare la presa e ritornare a casa.
Eppure la legge istitutiva è cosa fatta e persino il consigliere regionale diessino Giampiero Pinna, è ritornato “in libertà” dopo quattro mesi di autoreclusione in fondo a un Pozzo Sella trasformato all’occorrenza in sala concerti o in centro congressi. Ma la loro situazione ancora non è mutata: percepivano il sussidio da 850 mila lire al mese all’inizio della battaglia, continuano a ricevere gli stessi soldi dopo quattro mesi e mezzo di lotta. Per questo rimangono ancora lì, alternandosi tra le viscere della terra, la roulotte e le tende canadesi piazzate di fronte alla galleria.
«Ormai abbiamo superato anche il record del Grande Fratello - dice abbozzando un sorriso Graziella Melis, 52 anni, iglesiente - ma anche se non possiamo negare che la situazione sia migliorata rispetto a qualche mese fa, non intendiamo muoverci da qui fino a quando non raggiungeremo il nostro obiettivo, ovvero la stabilizzazione». Il che, tradotto, significa avere un’occupazione stabile e uno stipendio dignitoso. Gran parte dei 480 lavoratori del geoparco ha, infatti, una famiglia da mantenere. Come Salvatore Mereu, 40 anni, moglie e due figli che spesso si chiedono come mai papà sta tanto tempo fuori casa. «Non è facile spiegare ai figli cosa sta succedendo. Ma è ancora più difficile negare loro un giocattolo o un paio di scarpe nuove - racconta seduto nel muretto che costeggia l’asilo “Resto” costruito, anche quello, dalle società minerarie - ma ultimamente siamo costretti a farlo spesso, visto che con un sussidio da 800 mila lire non si può certo strafare». La storia di Salvatore è emblematica: ha iniziato a lavorare quando aveva appena 16 anni, poi è riuscito a farsi assumere a Portovesme. «Ma con la privatizzazione - spiega - sono iniziati anche i guai. E così mi sono ritrovato disoccupato, senza sapere come fare a mandare avanti la famiglia. Poi mi hanno consigliato di fare la domanda per essere inserito nel progetto geoparco. Come tanti ho fatto un corso sulla sicurezza, ma le prospettive di occupazione erano pari a zero». La sua fortuna? «Avere creduto in questo progetto. Ora vedo più vicina la possibilità di un futuro migliore. non solo per noi, ma anche per tutti gli altri disoccupati».
Le loro speranze, gli lsu, le hanno volute sintetizzare con un grande disegno sul muro esterno della chiesetta di Monteponi. Il murale raffigura da una parte le fatiche dei minatori in fondo ai pozzi, dall’altra una donna con un bambino che camminano su un paesaggio completamente risanato e, accanto, l’immagine di Santa Barbara patrona dei minatori. «Dal lavoro del passato la vita del futuro», hanno scritto i giovani del Servizio Civile Internazionale, interpretando le speranze dei lavoratori. Perché il loro obiettivo è proprio quello di non dimenticare il lavoro di padri e nonni, valorizzando tutto quello che rimane dopo lo stop all’attività estrattiva.
E lo dicono a chiare lettere le donne sedute all’interno della roulotte parcheggiata da quattro mesi di fronte all’ingresso della galleria. «In questi mesi abbiamo pianto tanto - confessa Bruna Pisano, di Villacidro, 47 anni, due figli e un marito disoccupato - quando ci sembrava di avere ormai raggiunto il nostro obiettivo, arrivavano notizie poco rassicuranti. Un giorno ci sembrava di avere conquistato il mondo, ventiquattr’ore più tardi subentrava la delusione. Anche se, poi, tutti i politici che sono venuti qui ci hanno sempre detto che la nostra battaglia era giusta. Nessuno ha mai detto davanti a noi che è un’illusione o un progetto inutile». Lontano dagli occhi dei lavoratori socialmente utili, invece, qualcuno lo ha fatto. Così come qualcuno ha attaccato Giampiero Pinna, accusandolo di strumentalizzare i lavoratori disperati per un suo tornaconto personale. Ma guai a dirlo ai diretti interessati. «Smentiamo queste cattiverie - è pronta a replicare Rosangela Pinna, di Gonnosfanadiga, quattro figli e un marito senza lavoro - che bisogno aveva di rinchiudersi in galleria se non credeva davvero nel geoparco? Questo progetto era dimenticato da tutti e se lui non avesse fatto ciò che ha fatto noi da soli non avremmo avuto il coraggio di iniziare la battaglia». Tiziana Mocci, 29 anni, mamma di quattro figli, aggiunge: «Giampiero ci doveva qualcosa. La sua campagna elettorale l’aveva basata proprio su questo. E poi ammesso e non concesso che abbia i suoi interessi, anche noi abbiamo i nostri: ci stanno a cuore il nostro futuro, la bonifica ambientale e il risanamento delle aree degradate. La sua è una battaglia giusta: ecco perché siamo rimasti al suo fianco e ora continuiamo a stare qui».
Una lotta ad oltranza, sino a quando non sarà siglata la tanto auspicata intesa Stato-Regione e poi messo nero su bianco il futuro dei quasi cinquecento lsu. «Siamo arrivati qui senza tante aspettative e senza conoscere bene come stavano le cose - confessa Norma Corona, 39 anni, tre figli, originaria di Ales - ora siamo molto più consapevoli. Questi mesi di occupazione sono stati duri, ma ci hanno anche arricchito». Quando sarà il momento di andare via non potranno certo dimenticare la solidarietà ricevuta. Non tanto per le frasi (a volte di circostanza) e i comunicati dei politici, ma soprattutto per i disegni e le tenere letterine dei bambini che, a modo loro, hanno creduto nella battaglia per il geoparco.

Cinzia Simbula
Home Page19 marzo 2001IGLESIAS
Iglesias.Incontro-dibattito
Sognando il geoparco

Iglesias Si è svolto sabato scorso, presso la “Sala compressori” di Monteponi, “Uomini nel pozzo, LSU Parco Geominerario, lavoro utile e stabile”.
Un incontro-dibattito coordinato ed organizzato da: Lsu parco Geominerario, I Sardi, Radio Studio 2000, Sulcis-Iglesiente Oggi e Cic-Arci Iglesias.
Durante la manifestazione, moderata da Claudio Cugusi, direttore della rivista “i Sardi”, è stato proiettato il film sul Parco Geominerario e sono intervenuti il monsignor Tarcisio Pillolla vescovo di Iglesias, l’ assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Emilio Pani, l’onorevole Giampiero Pinna consigliere regionale, il dottor Franco Martucci commissario liquidatore EMSA, i segretari sindacali Cgil, Cisl, Uil, e l’ingegnere Emanuele Atzei lavoratore LSU.
Il dibattito, incentrato sul progetto dei stabilizzare i Lavoratori Socialmente Utili, come forza produttiva per la collettività, è stato trasmesso in diretta su Radio Arcobaleno, Radio Iglesias e Radio Studio 2000.
Durante la manifestazione è stata organizzata una colletta per Iacopo, un bambino talassemico di Siliqua che deve subire un trapianto.
Gli interventi sono stati numerosi e da più parti è stata chiesta una soluzione ai tanti problemi dei lavatori socialmente utili che puntano sulle possibilità di occupazione offerte dall’istituzione parco geominerario.