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Home Page28 novembre 2000IGLESIAS
Parco Geominerario
Le “tute verdi” e i sindacati dall’assessore all’Ambiente

Un incontro tra sindacati, lavoratori socialmente utili e assessore regionale al Lavoro per il Parco Geominerario. «L’abbiamo chiesto -spiega Giorgio Piras, delegato della Uil Filcer- per sollecitare la presentazione dei piani di stabilizzazione per l’impiego degli operai». In gioco ci sono 550 posti di lavoro. «Speriamo che l’assessore ci riceva -aggiunge il rappresentante sindacale- questa situazione deve essere risolta al più presto». Durante l’incontro verrà presentato anche il progetto “Geoparco”. A Monteponi intanto continua l’occupazione. I lavoratori hanno inviato una richiesta di incontro anche al Ministro dell’Ambiente, per risolvere al più presto il problema. Il 9 dicembre tutti i sindaci dei Comuni minerari, i rappresentanti sindacali e le tute verdi Lsu si incontreranno a Piscinas.

(d.m.)
 
 

 

Home Page26 novembre 2000IGLESIAS
Sinistra giovanile e cattolici solidali con i lavoratori in lotta
La solidarietà per i lavoratori socialmente utili in occupazione a Monteponi unisce i giovani della Sinistra giovanile e i cattolici. Tutti, l’altra sera hanno partecipato alla fiaccolata per la cancellazione del debito dei paesi poveri, organizzata dal comitato impegnato per sensibilizzare il territorio. «Siamo solidali con i lavoratori -ribadisce Daniele Reginali, coordinatore della Sinistra giovanile- consapevoli del fatto che lottano per lo sviluppo di questo territorio, quindi anche per garantire un futuro migliore a noi giovani». Per rimarcare l’importanza di una rinascita del Sulcis Iglesiente, la marcia per l’azzeramento del debito dei paesi poveri è stata fatta partire proprio dal piazzale di Monteponi, anziché dalla Parrocchia di San Pio X a Serra Perdosa. «Siamo vicini ai lavoratori», commenta anche il Vescovo Tarcisio Pillolla che ha guidato la fiaccolata sino a piazza Municipio. All’iniziativa erano presenti un centinaio di persone e una rappresentanza delle “tute verdi” accampate nel piazzale di Monteponi. L’argomento Geoparco sarà discusso martedì in Consiglio Comunale. La riunione si svolgerà alle 18. (davide madeddu)

 

24 novembre 2000
Beni minerari: i piani della Regione
Anche i privati potranno favorire il rilancio dell’economia del Sulcis Iglesiente. Non saranno solo gli enti pubblici a gestire il grande patrimonio lasciato in eredità dalle società minerarie del gruppo Emsa. Nella seconda puntata dell’inchiesta sul patrimonio dell’Ente Minerario Sardo, infatti, l’assessore all’Industria spiega quali sono i programmi della Regione che si accinge a fare il bando di gara internazionale per consentire alle imprese di investire nel territorio, valorizzando i tesori delle miniere. Con un limite: non potranno essere ceduti gli immobili di pubblica utilità.
 
Home Page21 novembre2000IGLESIAS Monteponi. La protesta
Il sindaco a Pinna: «Alt all’occupazione per creare lavoro»

«L’occupazione della miniera deve finire per favorire la ripresa del dialogo sul futuro del territorio». È l’appello lanciato ieri mattina dal sindaco Paolo Collu al consigliere regionale dei ds Giampiero Pinna. L’esponente diessino vive nel fondo del pozzo Vittorio Emanuele dal cinque novembre scorso in attesa dell’istituzione del parco geominerario da parte del Parlamento. Una decisione unilaterale quella di Pinna che non ha trovato d’accordo tutte le forze sociali, scatenando critiche anche all’interno del suo partito. Ora Paolo Collu chiede che «si ritorni alla situazione precedente». «Occorre - ha detto il primo cittadino - riprendere il dialogo fra tutte le parti al fine di trovare un’intesa sui progetti ed avviare il problema verso un’azione che non può essere patrimonio esclusivo di una sola parte». Insomma, basta con le «fughe in avanti» e, come dire, sediamoci e decidiamo il da farsi del grande patrimonio ex minerario. «Il parco geominerario - chiarisce poi il sindaco di Iglesias - non è mai stato in discussione purché si collochi all’interno di una progettazione preventiva dei Comuni». Quindi, nessuna contrapposizione sui progetti che anche le amministrazioni locali hanno nel cassetto per valorizzare le opportunità immobiliari, storiche e culturali. «La città deve decidere cosa fare e per questo chiedo che cominci il dibattito sulle cose da fare, sulle priorità e sul modo migliore per imboccare le strade che possano favorire lo sviluppo e l’occupazione». Perché si fughino i dubbi e perché non si creino posizioni contrarie a priori il sindaco ha ricordato anche il recente dibattito avvenuto in Consiglio comunale. «Durante il quale - ha ricordato - non per volontà del sindaco, ma dei diversi gruppi presenti nell’assemblea che non sono riusciti a trovare un’intesa nonostante avessi prospettato l’utilità di un documento unitario del Consiglio sulla funzione del nuovo organismo».
E Collu ha anche annunciato i primi paletti da fissare subito sull’istituendo nuovo parco geominerario. «Iglesias deve avere la guida e la sede istituzionale». Quindi, la città già si propone come ente che dovrà svolgere un ruolo importante per via dell’enorme patrimonio immobiliare che possiede. Da qui l’appello a Pinna. «La sua decisione improvvisa e non concordata non solo ha reso difficile al sindaco di intervenire, ma la sua azione rischia di caratterizzare il parco con un’impronta iglesiente che non è nelle attese della nostra città». Dunque, bisogna pensare per Collu al parco della Sardegna riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità e non circoscriverlo alla città. «Sarebbe un errore strategico», sostiene ancora Collu. Il quale ha anche criticato il segretario della Cgil, Sergio Usai, che gli ha rivolto critiche pesanti. «Sono provocatorie e le respingo perché, tra l’altro, danneggiano una città le cui tradizioni, la storia e la cultura non sono mai state in discussione sui problemi minerari». Collu chiederà conto ai responsabili regionali della Cgil.

Antonio Martinelli
21 novembre 2000
Emsa, una miniera di tesori
 
Il 50 per cento di terreni e fabbricati è nell’Iglesiente

Turisti in galleria al posto dei minatori. O ancora vecchi villaggi trasformati in complessi alberghieri con annesse discoteche, piscine e quant’altro possa servire ad attirare visitatori. Da una parte i progetti, dall’altra la realtà: tanti terreni, molti fabbricati e centinaia di ruderi. Ovvero, quel che resta al termine dell’intensa attività estrattiva che ha sfruttato per decenni il territorio, trasformandolo radicalmente. Più precisamente, ecco cosa rimane del patrimonio Emsa, l’Ente regionale diventato operativo nel 1969 e attualmente in liquidazione. Si tratta di migliaia di ettari di terreni, sparsi in tutta la Sardegna e concentrati prevalentemente nel Sulcis Iglesiente. È questa, con Iglesias in testa, la zona che più ha pagato le conseguenze per l’intensa attività estrattiva. L’area dove maggiori sono i segni del degrado lasciato da decenni di sfruttamento. Ma è anche questa la zona più ricca e con le maggiori potenzialità, se si pensa al grande patrimonio lasciato in eredità da tutte quelle società che facevano capo al gruppo regionale.
Ecco qualche dato. In tutta l’isola sono 6739 gli ettari di terreni “minerari”, 743 i fabbricati civili, 425 quelli industriali e 412 i ruderi. Oltre il cinquanta per cento di questo patrimonio si trova concentrato proprio nel Sulcis Iglesiente. Iglesias in testa, ma anche Fluminimaggiore, Buggerru, Gonnesa e Carbonia. Gli stessi luoghi in cui per tanti anni si è discusso su come sfruttare questi beni per risollevare le sorti dell’economia. Un dibattito mai chiuso e rientrato da qualche settimana di prepotente attualità, con l’avvio della protesta da parte di Giampiero Pinna. L’ex presidente dell’Ente minerario sardo, infatti, con il progetto del Parco Geominerario punta proprio a valorizzare questa risorsa. Un patrimonio notevole dal punto di vista quantitativo, ma anche molto affascinante. In grado di attirare l’attenzione, non soltanto di studiosi del mondo minerario e di qualche appassionato. Una ennesima dimostrazione si ha proprio in questi giorni: com’è ormai noto in città sono arrivati i protagonisti di un film hollywoodiano, guidati dal produttore-attore Franco Columbu, che come set naturale hanno scelto proprio villaggi minerari e edifici ormai abbandonati.
«Ciò che abbiamo a disposizione -spiega Franco Cherchi, geologo che per diversi anni è stato il presidente della Progemisa e attuale consigliere comunale dei Ds- è un patrimonio di notevole importanza. Molti terreni sono di grande pregio ambientale e hanno un alto valore aggiunto. Abbiamo ruderi dove si potrebbe occupare la volumetria esistente, riqualificandone l’utilizzo per scopi residenziali, abitativi ma soprattutto turistici». Gli stessi obiettivi su cui anche l’ex sindaco Mauro Pili aveva incentrato gli anni della sua amministrazione. «Ma tra quello che sosteniamo noi e ciò che diceva Pili c’è una differenza sostanziale -fa notare ancora Cherchi- lui faceva una battaglia sensazionalistica sostenendo che tutti gli immobili dovessero passare subito ai Comuni. La nostra proposta è, invece, che solo quelle amministrazioni capaci di presentare progetti abbiano a disposizione questo ingente patrimonio. E ci fa piacere che, a livello regionale, la Giunta di centro destra stia andando finalmente in questa direzione».
Terreni e edifici sì ai Comuni, a patto però che sappiano valorizzarli e creare i presupposti per voltare pagina. Un modo per evitare che i ruderi diventino sempre più fatiscenti, come già avvenuto in passato. Un esempio emblematico: la cessione del patrimonio della ex zincifera sarda ai Comuni minerari. «In quegli edifici -incalza Franco Cherchi- non si è creato alcun processo di sviluppo. Basti dire che nella maggior parte dei casi sono diventati alloggi di fortuna per i senza tetto, oppure sono rimasti in uno stato di totale abbandono». La bella Villa Stefani, nella frazione di Normann (Comune di Gonnesa) ne è un altro esempio eloquente.

Cinzia Simbula
 
SULCISd
Monteponi, fronte unito del parco
Cresce la solidarietà intorno alla protesta di Giampiero Pinna
Manifestazione degli studenti delle scuole davanti all'ingresso della miniera Il sindacato: «Costruiamo l'alternativa»

Erminio Ariu
MONTEPONI. E' più compatto il fronte dei sostenitori del parco Geominerario della Sardegna. Da tutte le parti dell'isola, su Giampiero Pinna, e sui lavoratori Lsu continuano a piovere valanghe di attestati di solidarietà che confermano la volontà di tanti a vigilare sulle iniziative politiche che dovranno essere assunte in Regione e dal governo centrale. «Siamo convinti - ha detto Mario Crò della Uil - che le iniziative collegate al parco non possono superare i problemi sorti con le dismissioni delle miniere che hanno prodotto ben 7mila posti di lavoro in meno.
Ora occorre recuperare, anche se parzialmente il deficit occupazionale subito, ma tutto deve avvenire con avvedutezza». Niente insomma forme di assistenzialismo, per fare buste paga, si sostiene a Monteponi, Guspini, Villacidro, Arbus e in tutti quei centri che hanno pagato duramente la fuga dell'Eni dalla Sardegna. «Siamo pronti a fornire il nostro apporto concreto - insiste Sergio Usai - a Stato-Regione per individuare le priorità che dovranno attivare il Parco. Il sindacato sardo è in linea con le proposte dell'assessore regionale all'ambiente, Emilio Pani, quando dice che non si dovrà fare nulla a caso e senza il consenso dei sindaci e delle amministrazioni interessate. Dall'assemblea dei lavoratori Lsu è arrivato il sollecito al ministero dell'Ambiente per l'avvio di un piano di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori Lsu e ex minatori. «In queste settimane- si legge in un comunicato - sono giunte anche voci che non sono convergenti all'impegno degli operai. Siamo certi però che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si disporrà di maggior consenso. L'assemblea inoltre rivolge un sentito ringraziamento ed apprezzamento per il vasto consenso e sostegno politico sociale, morale e popolare registrato in queste settimane di lotta nel Pozzo Sella di Monteponi». Tra i lavoratori si avverte un malcelato ottimismo anche se la vertenza è ancora lontana dall'approdo finale. «Intensificheramo gli impegni - aggiunge Giorgio Piras della Uil - certi che non sarà facile marciare spediti attraverso un progetto di così vasta importanza. Ci sono in ballo centinaia di posti di lavoro diretti ma non è improbabile,come accaduto in altre regioni italiane e in altri stati, che le gallerie possano far evitare che i giovani continuino ad emigrare». Sono già tanti i piccoli esempi che dimostrano che i cantieri minerari possono dare occupazione e essere artefici di nuovo sviluppo. Una troupe cinematografica di Los Angeles ha fissato le riprese nelle gallerie di Masua, Nebida, Porto Flavia e a Plagemesu. Ma ancor prima Monteponi ha battezzato, con sucesso, l'università del Sulcis Iglesiente sfruttando i locali dell'ex società Monteponi, appunto.E nel circondario le attrattive dei cantieri minerari non mancano: Grotta S. barbara, il villaggio di Normann, Seddas Modditzis, e per fuggire dal Sulcis basti ricordare Ingurtosu, Villasalto, Funtana Raminosa e Seui. Una vera miniera di tesori che l'Unesco ha consacrato come patrimonio dell'umanità e che pochi politici potevano vanificarne la valorizzazione. Dalla prossima settimana i rappresentanti dei lavoratori, con il sindaco di Guspini in testa, Tarcisio Agus inizieranno le consultazioni con le forze politiche dei comuni interessati e con la regione. In attesa dell'approvazione della legge finanziaria la macchina del sindacale è già avviata.
 
24 OREdonica 19 novembre 2000, S. Fausto
Una vecchina (a 7 anni lavorava in miniera) le ha donate al politico che occupa pozzo Sella
Calze di lana per il consigliere Pinna

g.l.s.
IGLESIAS. Gli studenti delle scuole superiori di Iglesias hanno sfilato, ieri, in corteo per le strade della città fino al piazzale di fronte alla galleria di Monteponi. Insieme a loro c'era anche Rosina Carta. Ha 88 anni e a sette aiutava il padre a scavare la galleria di porto Flavia, frantumando la roccia con la dinamite. I suoi sono ricordi di «tempi brutti»: lo dice agli studenti e a loro augura anni più prosperi, un futuro che dalle fatiche dei minatori sappia far nascere un'alternativa migliore.
A Monteponi, ci è andata per incontrare il consigliere regionale Giampiero Pinna e per dare un sostegno concreto alla sua protesta. Rosina Carta conosce il buio delle gallerie e sa che la lotta nel ventre della terra è battaglia di idee e di muscoli. Per questo, ha regalato a Giampiero Pinna un paio di calze di lana fatte a mano: tengono caldi i piedi e il cuore e proteggono dall'umido dei pozzi.
 
Il corteo degli studenti e le calze di zia Rosina
19 novembre 2000

Monteponi Gli studenti scendono in strada assieme ai lavoratori socialmente utili del Geoparco e Zia Rosina va in miniera. Ovvero, la battaglia per l’istituzione del Parco Geominerario, avviata il 5 novembre scorso dall’ex presidente dell’Emsa Giampiero Pinna con l’occupazione della miniera di Monteponi, continua. Per rimarcare la necessità di istituire al più presto il Geoparco, ieri mattina sono scesi in piazza gli studenti delle scuole superiori. Alle 9, scortati dalle forze dell’ordine gli studenti partono da via Isonzo. Aprono il corteo, che prima di passare in via Cattaneo farà il giro di piazza Sella, via Nuova e quindi nel centro storico, cinque lavoratori socialmente utili del Geoparco, seguiti a ruota dagli alunni del Minerario. Saltellare saltellare, è il primo slogan. Pochissimi riferimenti alle lotte operaie del passato, ai canti dei lavoratori e molti coretti da stadio. Geoparco olé, geoparco olé, è il coro che si sente in via Baudi di Vesme e in via Cattaneo. Il corteo arriva alle 10.15 a Monteponi. Sosta all’ingresso della galleria Villamarina, per applaudire e salutare gli operai in agitazione. «Siamo molto contenti per la vostra partecipazione -esordisce Giorgio Piras, segretario territoriale della Filcer-Uil - la vostra presenza è importante, sia per questa battaglia che per il vostro futuro. Noi stiamo lottando anche per voi». Davanti agli studenti non mancano nemmeno le polemiche verso il Comune di Iglesias. «Il sindaco Collu deve smetterla di avere dubbi sul valore di un progetto riconosciuto dall’Unesco -dice Sergio Usai, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente- lasci stare le beghe e sostenga i lavoratori in lotta. Qui c’é in gioco il futuro del territorio». Alle 11, la sorpresa: arriva Rosina Carta, ex minatrice di 88 anni, che porta calze in lana fatte a mano e la cioccolata calda al consigliere regionale in occupazione. «Sarei voluta rimanere anche io in miniera ma non me lo permettono». Quanto alla mobilitazione, nel camper sistemato fuori dalla galleria commentano: «Per adesso non si esce, vediamo come vanno le cose. Innanzitutto devono essere presentati i programmi di stabilizzazione per gli Lsu che non ci sono».

 
IGLESIASdomenica 19 novembre 2000, S. Fausto
Un comitato per sostenere la dolorosa protesta
Occupazione di Monteponi:
raccolta di fondi
per i lavoratori in galleria

g.f.b
IGLESIAS. La lotta dei lavoratori socialmente utili e dei disoccupati, impegnati insieme al consigliere comunale Giampiero Pinna nell'occupazione di una galleria della miniera di Monteponi, sarà sorretta da una raccolta dei fondi che coinvolgerà, nei prossimi giorni, anche gli altri comuni del Sulcis-Iglesiente coinvolti dal parco geo- minerario.
Ieri mattina si è costituito, proprio a Monteponi, un comitato - formato dalle circoscrizioni, dall'Ascom, da Centro Città e dai comitati di quartiere - che predisporrà delle cassette per la raccolta di offerte nei negozi e nei luoghi di lavoro. Garante dell'operazione sarà il parroco di Serra Perdosa Don Benizzi, mentre il centro di coordinamento della raccoltà avrà sede nella parrocchia di San Pio X.
I fondi, raccolti a attraverso un conto corrente bancario (13700 della Bnl di Iglesias) serviranno ad aiutare gli occupanti, già allo stremo dopo due settimane di presidio ininterrotto.
«Stiamo cercando di sensibilizzare i sindaci degli otto comuni del Sulcis-Iglesiente perchè sostengano la raccolta - spiega Giuseppe Ciosci, uno dei promotori dell'iniziativa - e ci sono già i lavoratori di alcune aziende del territorio che si sono proposti per donare un'ora di lavoro al favore di questa lotta».
La speranza è che la raccolta possa contare sulla generosità dei cittadini e di quanti hanno a cuore le sorti dei lavoratori impegnati in una lotta che s'annuncia ancora lunga e dolorosa, oltre che dagli esiti incerti.
 
Il corteo degli studenti e le calze di zia Rosina
19 novembre 2000

Monteponi Gli studenti scendono in strada assieme ai lavoratori socialmente utili del Geoparco e Zia Rosina va in miniera. Ovvero, la battaglia per l’istituzione del Parco Geominerario, avviata il 5 novembre scorso dall’ex presidente dell’Emsa Giampiero Pinna con l’occupazione della miniera di Monteponi, continua. Per rimarcare la necessità di istituire al più presto il Geoparco, ieri mattina sono scesi in piazza gli studenti delle scuole superiori. Alle 9, scortati dalle forze dell’ordine gli studenti partono da via Isonzo. Aprono il corteo, che prima di passare in via Cattaneo farà il giro di piazza Sella, via Nuova e quindi nel centro storico, cinque lavoratori socialmente utili del Geoparco, seguiti a ruota dagli alunni del Minerario. Saltellare saltellare, è il primo slogan. Pochissimi riferimenti alle lotte operaie del passato, ai canti dei lavoratori e molti coretti da stadio. Geoparco olé, geoparco olé, è il coro che si sente in via Baudi di Vesme e in via Cattaneo. Il corteo arriva alle 10.15 a Monteponi. Sosta all’ingresso della galleria Villamarina, per applaudire e salutare gli operai in agitazione. «Siamo molto contenti per la vostra partecipazione -esordisce Giorgio Piras, segretario territoriale della Filcer-Uil - la vostra presenza è importante, sia per questa battaglia che per il vostro futuro. Noi stiamo lottando anche per voi». Davanti agli studenti non mancano nemmeno le polemiche verso il Comune di Iglesias. «Il sindaco Collu deve smetterla di avere dubbi sul valore di un progetto riconosciuto dall’Unesco -dice Sergio Usai, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente- lasci stare le beghe e sostenga i lavoratori in lotta. Qui c’é in gioco il futuro del territorio». Alle 11, la sorpresa: arriva Rosina Carta, ex minatrice di 88 anni, che porta calze in lana fatte a mano e la cioccolata calda al consigliere regionale in occupazione. «Sarei voluta rimanere anche io in miniera ma non me lo permettono». Quanto alla mobilitazione, nel camper sistemato fuori dalla galleria commentano: «Per adesso non si esce, vediamo come vanno le cose. Innanzitutto devono essere presentati i programmi di stabilizzazione per gli Lsu che non ci sono».

 
 
In galleria c’è il vescovo Scambio di doni tra Pinna e monsignor Pillolla
  Monteponi Una candela giubilare in cambio delle videocassette e dei libri sul Parco Geominerario. Sono i doni che monsignor Tarcisio Pillolla, vescovo di Iglesias, e Giampiero Pinna, consigliere dei Ds dal 5 novembre in occupazione nella miniera di Monteponi, si sono scambiati ieri mattina nel pozzo Vittorio Emanuele. «Sono venuto a portare la nostra solidarietà -commenta Monsignor Pillolla- e anche un ricordo». Nonostante per il momento non sia stato fatto il presepe o l’albero di Natale, l’occupazione della galleria Villa Marina, sembra destinata a continuare ancora. «Devono essere ancora presentati i piani di stabilizzazione per i 550 operai impegnati nei lavori socialmente utili del Geoparco -spiega Giampiero Pinna- e inoltre deve essere siglata l’intesa Stato Regione».
Questa mattina invece, in galleria ci sarà una lezione sul “diritto del lavoro”, cui parteciperanno gli studenti e i docenti della facoltà di Economia dell’Università di Cagliari. Questa sera alle 18, dal piazzale antistante la chiesa di Monteponi partirà la fiaccolata, diretta in piazza Municipio, per l’azzeramento del debito dei paesi poveri.
 
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Monteponi. La protesta
Il sindaco a Pinna: «Alt all’occupazione per creare lavoro»

«L’occupazione della miniera deve finire per favorire la ripresa del dialogo sul futuro del territorio». È l’appello lanciato ieri mattina dal sindaco Paolo Collu al consigliere regionale dei ds Giampiero Pinna. L’esponente diessino vive nel fondo del pozzo Vittorio Emanuele dal cinque novembre scorso in attesa dell’istituzione del parco geominerario da parte del Parlamento. Una decisione unilaterale quella di Pinna che non ha trovato d’accordo tutte le forze sociali, scatenando critiche anche all’interno del suo partito. Ora Paolo Collu chiede che «si ritorni alla situazione precedente». «Occorre - ha detto il primo cittadino - riprendere il dialogo fra tutte le parti al fine di trovare un’intesa sui progetti ed avviare il problema verso un’azione che non può essere patrimonio esclusivo di una sola parte». Insomma, basta con le «fughe in avanti» e, come dire, sediamoci e decidiamo il da farsi del grande patrimonio ex minerario. «Il parco geominerario - chiarisce poi il sindaco di Iglesias - non è mai stato in discussione purché si collochi all’interno di una progettazione preventiva dei Comuni». Quindi, nessuna contrapposizione sui progetti che anche le amministrazioni locali hanno nel cassetto per valorizzare le opportunità immobiliari, storiche e culturali. «La città deve decidere cosa fare e per questo chiedo che cominci il dibattito sulle cose da fare, sulle priorità e sul modo migliore per imboccare le strade che possano favorire lo sviluppo e l’occupazione». Perché si fughino i dubbi e perché non si creino posizioni contrarie a priori il sindaco ha ricordato anche il recente dibattito avvenuto in Consiglio comunale. «Durante il quale - ha ricordato - non per volontà del sindaco, ma dei diversi gruppi presenti nell’assemblea che non sono riusciti a trovare un’intesa nonostante avessi prospettato l’utilità di un documento unitario del Consiglio sulla funzione del nuovo organismo».
E Collu ha anche annunciato i primi paletti da fissare subito sull’istituendo nuovo parco geominerario. «Iglesias deve avere la guida e la sede istituzionale». Quindi, la città già si propone come ente che dovrà svolgere un ruolo importante per via dell’enorme patrimonio immobiliare che possiede. Da qui l’appello a Pinna. «La sua decisione improvvisa e non concordata non solo ha reso difficile al sindaco di intervenire, ma la sua azione rischia di caratterizzare il parco con un’impronta iglesiente che non è nelle attese della nostra città». Dunque, bisogna pensare per Collu al parco della Sardegna riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità e non circoscriverlo alla città. «Sarebbe un errore strategico», sostiene ancora Collu. Il quale ha anche criticato il segretario della Cgil, Sergio Usai, che gli ha rivolto critiche pesanti. «Sono provocatorie e le respingo perché, tra l’altro, danneggiano una città le cui tradizioni, la storia e la cultura non sono mai state in discussione sui problemi minerari». Collu chiederà conto ai responsabili regionali della Cgil.

Antonio Martinelli

 

 
24 OREdomenica 19 novembre 2000, S. Fausto
Una vecchina (a 7 anni lavorava in miniera) le ha donate al politico che occupa pozzo Sella
Calze di lana per il consigliere Pinna

g.l.s.
IGLESIAS. Gli studenti delle scuole superiori di Iglesias hanno sfilato, ieri, in corteo per le strade della città fino al piazzale di fronte alla galleria di Monteponi. Insieme a loro c'era anche Rosina Carta. Ha 88 anni e a sette aiutava il padre a scavare la galleria di porto Flavia, frantumando la roccia con la dinamite. I suoi sono ricordi di «tempi brutti»: lo dice agli studenti e a loro augura anni più prosperi, un futuro che dalle fatiche dei minatori sappia far nascere un'alternativa migliore.
A Monteponi, ci è andata per incontrare il consigliere regionale Giampiero Pinna e per dare un sostegno concreto alla sua protesta. Rosina Carta conosce il buio delle gallerie e sa che la lotta nel ventre della terra è battaglia di idee e di muscoli. Per questo, ha regalato a Giampiero Pinna un paio di calze di lana fatte a mano: tengono caldi i piedi e il cuore e proteggono dall'umido dei pozzi.
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E l’assessore Pani andò nel pozzo Scontro fra sindacati
18 November 2000
Monteponi L’assessore regionale all’Ambiente Emilio Pani entra in miniera e porta la sua solidarietà a Giampiero Pinna - ex presidente Emsa e consigliere regionale dei Ds - dal 5 novembre chiuso nel pozzo Vittorio Emanuele a Monteponi. Un incontro tra due avversari politici, Emilio Pani è assessore tecnico di An, per ribadire la necessità di far avviare nel più breve tempo la macchina del Geoparco. «Pur non appartenendo allo stesso schieramento politico sono un uomo come lui - esordisce l’assessore, fermandosi nel piazzale di Monteponi- e per questo rispetto la sua decisione». Caschetto bianco, giaccone pesante, Emilio Pani entra in galleria. «Ribadisco tutto il mio impegno e quello dell’Assessorato all’Ambiente per far sorgere il Parco».
Non è che l’ultimo aspetto della giornata di ieri, iniziata alle 9.30 con la riunione di tutti i sindaci, i sindacati e i lavoratori socialmente utili e ricca di contestazioni e polemiche. Un incontro voluto da Tarcisio Agus per scegliere la strada da seguire, prima del 9 dicembre, data entro la quale dovranno essere presentati i piani di stabilizzazione per l’occupazione dei lavoratori socialmente utili. «Questa battaglia non è né della destra né della sinistra - dice Sergio Usai, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente - siamo invece con i lavoratori socialmente utili, con i disoccupati e gli uomini e le donne di questo territorio. L’approvazione della legge non può che essere considerata una nostra vittoria». Parte la prima accusa: «È una vergogna che ancora non sia stata riconosciuta l’importanza a di un progetto promosso dall’Unesco, e quindi considerato patrimonio dell’umanità». A contestare l’iniziativa, o meglio, a manifestare le sue perplessità sul Geoparco è Paolo Collu, sindaco di Iglesias. «Pur sostenendo questo progetto - spiega- dico pure che non sono tanto convinto. Non solo, ma non mi va proprio bene che il ministero dell’Ambiente vincoli i nostri territori e gli abitanti non possano più fare nulla per via dei lacci ministeriali». Dubbi fugati da Gavino Marras della segreteria della Cgil e da Franco Todde dell’Associazione per il Parco Geominerario. «Nessun vincolo, solo un qualcosa in più per far ripartire lo sviluppo di questo territorio». Non è l’unica contestazione, dal tavolo della presidenza c’è anche chi mette in risalto l’assenza della Cisl territoriale dalla vertenza. «La Cgil e la Uil- esordisce Giorgio Piras, rappresentante territoriale Filcer Uil- stanno aspettando ancora un confronto con le altre associazioni sindacali territoriali, sino a oggi assenti. Meno male che i lavoratori ragionano con la propria testa».Cerca di stemperare gli animi e la polemica Andrea Pilurzu, segretario territoriale della Fit Cisl e assessore comunale all’Ambiente. «Non sono dello schieramento di Pinna, ma penso che una scelta come la sua vada rispettata sino in fondo. Quanto alla Cisl, io sono stato il primo a portare la nostra bandiera in fondo al pozzo. Chi poi non ha aderito si assumerà le sue responsabilità». Questa mattina gli studenti di tutte le scuole cittadine andranno in corteo sino a Monteponi. La manifestazione partirà alle 8.30 da via Isonzo.
 

 

Home Page13 November 2000IGLESIAS
Raccolta di firme e scetticismo degli operai: film già visto
«Ciascuno torni al suo ruolo»

Monteponi Dopo l’assemblea al centro culturale, la discesa in miniera. Lo schieramento di consiglieri regionali, dirigenti di partito e amministratori è sceso nel pozzo Vittorio Emanuele, occupato da domenica scorsa da Giampiero Pinna. La polemica tra il segretario della Camera del Lavoro Sergio Usai e Tore Cherchi sembra essere risolta. O meglio, sulla buona via, anche perché qualche polemica potrebbe esserci ancora, sino a quando l’ex presidente dell’Emsa non deciderà di abbandonare i pozzi. «Ognuno deve rioccupare le sue posizioni - ha detto Tore Cherchi prima e ribadito poi Paola Fadda - e per ridare valore alla politica». In galleria poi, sono andati anche i compagni di partito che nella maggior parte dei casi non hanno gradito la sortita di Pinna. «A portare un sostegno umano», dicono. Fuori dalla galleria invece gli operai in occupazione che continuano ad appendere gli attestati di solidarietà nei camper. E per immortalare gli uomini che, quasi in processione, chiedono di indossare un caschetto per attraversare la galleria e incontrare Pinna, hanno iniziato una raccolta di firme. «Un’ulteriore testimonianza - ha detto Mario Podda - anche se sembra un film già visto». Ovvero? «In questi tre anni tutti hanno detto bello il progetto, bravi, però nessuno fa nulla». Quanto all’onorevole Pinna. «Per adesso non esce - hanno detto i portavoce - vediamo cosa succede domani. Sicuramente ci sarà un altro comunicato».
D.M.

 

 

Home Page12 November 2000IGLESIAS
Ieri mattina l’ultimatum di venti sindaci dei Comuni minerari ai parlamentari
«Approvate la legge o marceremo su Roma»

Monteponi «Se lunedì non arrivano buone notizie da Roma, siamo pronti a presidiare Montecitorio». È l’ultimatum che Tarcisio Agus, sindaco di Guspini lancia dal piazzale di Monteponi. Davanti ci sono i suoi colleghi che guidano i venti Comuni minerari della Sardegna, gli studenti delle scuole di Iglesias, i disoccupati e i pensionati. In massa hanno accolto il suo invito ad aderire alla mobilitazione per l’approvazione della legge che istituisce il Geoparco. «Ci appelliamo al buon senso dei parlamentari. -aggiunge Agus-In caso contrario andremo assieme a tutti i 550 lavoratori nella Capitale». È l’epilogo di una mobilitazione che ha inizio alle nove e mezza con l’arrivo del primo corteo. Sono gli studenti di Minerario, Ragioneria, Liceo Scientifico, Magistrali assieme a una rappresentanza di tutte le altre scuole. «Siamo venuti a portare solidarietà e sostegno a Giampiero Pinna -esordisce Daniele Reginali, rappresentante d’istituto- siamo pronti a scendere in campo per qualsiasi iniziativa». Non sono soltanto parole: nei giorni scorsi dagli studenti sono partiti appelli a Regione, Comune e Ministero, come hanno fatto Alessandro Bellu e Stefano Fonnesu, delle Magistrali. Alle dieci arrivano gli amministratori di Domusnovas, Fluminimaggiore, Villamassargia, Vallermosa, Musei, Seui, Pau, Gadoni, Villassalto, Buggerru, Carbonia, Nuxis, Gonnesa, Perdaxius, Arbus, Lula, Narcao, Isili, Nurallao, Sant’Antioco e Portoscuso. «La situazione non è troppo felice -esordisce Sergio Usai, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis- proprio ieri abbiamo incontrato la Commissione Industria alla Camera e il problema è stato rinviato a lunedì». Gli studenti iniziano a intonare cori, mentre sui muri della chiesa ci sono gli striscioni degli “Lsu” di Gadoni di Funtana Raminosa. A sorpresa, dopo le comunicazioni dei giorni scorsi, interviene il sindaco di Iglesias. «Sono vicino ai lavoratori -esordisce Paolo Collu- ma il Parco non risolve i problemi dei lavoratori socialmente utili». Il primo cittadino continua a parlare, ma quando invita Pinna a lasciare l’occupazione del pozzo, si sente qualche fischio. Dai gradini della chiesa, trasformati in palco arrivano le testimonianze delle lavoratrici. Scelgono di parlare di spalle, nascondendo il viso. «Siamo disposte a continuare la battaglia, questa legge non può fermarsi». Tra le tute verdi spuntano le lacrime, quando arrivano le testimonianze dei lavoratori. In mezzo a loro ci sono anche i pensionati. «Nella mia vita ne ho viste tante di battaglie -dice Gino Atzeni, minatore in pensione- Ma non si può più continuare così». Nei visi dei lavoratori c’è molta commozione, rabbia e anche rassegnazione. «Ognuno si assuma le proprie responsabilità -dice Giampaolo Diana, della segreteria Cgil- in gioco c’è il futuro di questo territorio». Alla fine l’invito di Mario Portas, vecchio minatore in pensione: «Ho lasciato la mia vita in questi pozzi. Io ormai sto morendo, ma voi dovete continuare a lottare».

Davide Madeddu
 
SULCISdomenica 12 novembre 2000, S. Regato
ATTESTATI
Documenti di solidarietà
IGLESIAS. Ancora attestati di solidarietà alla manifestazione in corso a Monteponi. «Pieno sostegno alla coraggiosa azione intrapresa da Giampiero Pinna», è stato espresso dal segretario del comitato cittadino del Ppi di Iglesias Giampiero Frau. «Riteniamo vergognoso - si afferma nel documento - dopo l'alto riconoscimento dell'Unesco, che il progetto del Parco Geominerario rischi di venire vanificato dal farraginoso iter parlamentare». Oltre alla custodia della memoria storica, afferma ancora ancora il Ppi, il Parco «rappresenta un'occasione di sviluppo economico irrinunciabile per la nostra isola e il Sulcis Iglesiente colpiti da una gravissima crisi occupazionale». Il Ppi si impegna quindi per questi obiettivi «a sostenere l'azione dell'onorevole Pinna con un intervento di sensibilizzazione degli organi di partito ai vari livelli, sollecitando in particolare modo i parlamentari del partito ad adoperarsi fattivamente per accelerare l'iter della legge istitutiva».
Un invito a «superare barricate politiche e mantenere la mobilitazione per l'obiettivo del Parco Geominerario» è stato lanciato da Daniele Reginali per la Sinistra giovanile.
La necessità «di intensificare l'azione di lotta coinvolgendo il maggior numero dei soggetti politici e istituzionali per l'approvazione della legge istitutiva» è stata dichiarata anche dalla delegazione del Pdci che si è recata nella miniera per portare solidarietà ai Lavoratori socialmente utili e a Giamnpiero Pinna. Il Pdci, rappresentato nell'occasione dalla consigliera provinciale Maria Tuveri, dal segretario cittadino Gianfranco Dongu e dal rappresentante della segreteria federale Giorgio Madeddu, ha stabilito contatii con il segretario nazionale Oliviero Diliberto, che ha assicurato un intervento per favorire una iniziativa «con il concerto dei gruppi parlamentari».
Attestati di solidarietà anche dal settore Handicap della Cgil di Iglesias, con i rappresentanti Enzo Atzori, Maria Palmas, Annibale Pireddu, Elisabetta Palmas, e dal Comittao direttivo dello Spi, il sindacato pensionati che fa capo alla Cgil, che «protesta per i ritardi accumulati dalla Camera dei deputati e ritiene indipensabile che il progetto venga approvato e finanziato rapidamente in favore dello sviluppo».

 

 

12 November 2000
L’onorevole con l’elmetto giallo

Dal nostro inviato

Lorenzo Paolini
Monteponi Isolato e deriso. Sostiene Giampiero Pinna di aver messo in conto in anticipo di tutto e di più. Per questo nel bagaglio di sopravvivenza - destinazione Sala argano del Pozzo Sella, fine occupazione chissà quando - aveva infilato una decina di chili di libri (di cui, per inciso, non ha letto una riga). La Bibbia e il nuovo romanzo di Giampaolo Pansa, Emilio Lussu e El Tano di Carlo Figari. E, per la serie imparare-un-mestiere, il resoconto della gesta di Julia Butterfly Hill. La signorina, per salvare le sequoie dalla sega elettrica, elesse domicilio sulle fronde per un paio d’anni. Un auspicio per la salute di Pinna: l’occupazione della Galleria Villamarina - costruita nel 1852 per l’estrazione di piombo zinco e argento, in pensione dal 1993 - dovrebbe durare meno. Per questioni di artrosi, sinusite, e via elencando. Già un’oretta trascorsa a ripararsi dalle gocce che trasudano dal soffitto in pietra mette a prova durissima la funzionalità di piedi e mani. I lavoratori socialmente utili gli hanno costruito una sorta di letto con il baldacchino, tubi Innocenti e panettoni di polistirolo come materasso. Nel corredo del buon occupatore di miniera che va a dormire c’è poi un sacco a pelo e un berretto da calare sulla testa fino agli occhi.
Non è esattamente splendida solitudine quella dell’ex presidente dell’Emsa, consigliere regionale e comunale Ds. Ieri era una giornata particolare, fuori il gruppo dei sindaci avanti la Giunta di Iglesias, fuori gli Lsu avanti le signore vivandiere. Sono le 16 e lui non ha avuto ancora il tempo di mangiare un panino. Caschetto in testa, giacca a vento, maglione di lana pesante e pacchetto di sigarette in mano. La barba è lunga ma non è un vezzo da lupo solitario: «La crescita dei peli mi fa venire prurito, ho troppi problemi per cercarmene altri». Se l’intenzione era quella di creare movimento intorno a una legge semisommersa dalle sabbie mobili delle commissioni parlamentari, l’obiettivo è centrato. La solidarietà popolare abbonda, come dimostrano tazebao lettere e telegrammi in quantità industriale. Semmai è la solidarietà politica quella che non scorre a fiumi. «È venuto anche il sindaco Paolo Collu, la presenza della Giunta testimoniava l’adesione alla sostanza della mia protesta. Però mi ha rimproverato la forma. Eravamo insieme anche il giorno prima, perché non me l’hai detto? Ma come facevo a annunciarlo, lo sapeva solo mia moglie?». Fenomenologia di un’occupazione: nessuno deve sapere. Pinna ci ha costruito sopra una teoria scientifica: «Pensiamo alle vecchie azioni di protesta dei minatori, in due o tre sapevano, gli altri seguivano». Di certo neanche il suo partito ha apprezzato la scelta corsara: «Sono stati i primi a rimbrottarmi, totale adesione alla protesta per il Parco geominerario ma non alla forma. Ma perché, mi domando, c’è qualcuno che è contrario? Ovviamente no, così come nessuno è contrario al restauro di Villa Bellavista oppure al contratto d’area. Peccato che poi non si faccia nulla». Nella stanza di rappresentanza, l’unica con un osceno ma funzionale soffitto di plastica, c’è il disegno che parco che (forse) sarà. Gli otto distretti minerari, che vanno da Nurra e Argentiera alla Gallura, da Lula al Sulcis-Iglesiente-Guspinese passando per il Sarrabus, Orani e Monte-Arci, sono segnalati con l’evidenziatore. Per questi 3500 metri quadrati, Pinna ha deciso di immergersi in questa umida e tosta avventura. «Non sto cercando una nuova carriera. Se penso a quando, figlio di minatore, scaricavo barite per pagarmi gli studi, mi rendo conto di aver fatto anche troppo». Però.
Se la sua cronaca è corretta, la rabbia avrebbe iniziato a montargli dentro dopo un convegno internazionale dell’Unesco a Terni. Addì 29 settembre 2000 «Arrivano sottosegretari, eminentissime personalità varie. La settimana successiva, convegno sullo stesso argomento a Villasalto. Peccato che le stesse persone, che pure avevano dato conferma, sono sparite. Ero mortificato, ho capito che siamo considerati davvero la periferia della periferia». Altra tappa di stizza, Como. «Con Gianfranco Cabiddu, andiamo nel circolo degli emigrati per parlare di Parco. Grande sostegno, enorme interesse. Lì chiediamo alla vicepresidente della Camera, adesso non ricordo neanche il nome, a che punto era la legge. Qualche giorno dopo, da Roma, arriva la risposta: non è neanche in calendario». Punto e basta: «Ho pensato che la legislatura stava finendo, che tutto il lavoro del Comitato del parco finiva in malora. Ci voleva un gesto che richiamasse l’attenzione, l’ho fatto». La nemesi della cronaca: qualche anno fa Mauro Pili si incatenò in miniera per protestare proprio contro di lui, allora presidente dell’Emsa, che voleva staccare la spina alle pompe dell’acqua in profondità. «Quella di Pili era una manifestazione contro qualcuno, in quel caso io. Peccato che poi la storia mi abbia dato ragione, l’acqua di miniera non solo non è inquinata ma è diventata ricercatissima. Io non sto manifestando contro nessuno ma per qualcosa».
Una torcia in fondo al corridoio, c’è un gruppo di operai della Baronia che porta la centesima attestazione di solidarietà. Fine visita, si cambia. Fuori nel piazzale qualcuno del suo partito pensa a come convincerlo a venir fuori: opportunità politica lo vorrebbe. A occhio e croce, non sarà facile.
 

 

SULCISsabato 11 novembre 2000, S. Martino di Tours
I lavoratori replicano al parlamentare Cherchi
«Noi siamo fiduciosi»
IGLESIAS. I lavoratori sociali hanno diffuso una nota in risposta alle dichiarazioni rilasciate ieri dal parlamentare diessino Tore Cherchi. «Come Lsu desideriamo chiarire che siamo al corrente che la legge istitutiva del Parco (nel caso riuscisse a essere emanata) non stabilizza con effetto immediato i lavoratori attualmente impegnati nel progetto Parco, ma siamo fiduciosi perchè esistono degli accordi tra sindacati e l'assessore al Lavoro della Raegione, perchè l'istituzione del Parco Geominerario sia uno strumento di vitale importanza, che possa porre le condizioni affinchè questa forma di lavoro precario si tramuti in lavoro stabile. Per questo motivo sosteniamo attivamente l'iniziativa dell'onorevole Pinna, presidiando, sostando nel piazzale Monteponi e occupando con lui il pozzo Sella, fino a quando non si saranno ottenuti i risultati che tutti auspichiamo».

 

 

PRIMO PIANOs
Anche la Chiesa di Iglesias sollecita il Parco minerario
Delegazione incontra a Roma il presidente della commissione Ambiente della Camera

Nello Moi
IGLESIAS. È necessario il concorso di tutte le forze politiche per potere approvare l'istituzione del Parco Geominerario della Sardegna, del quale lunedì si discuterà in sede di comitato ristretto della commissione Ambiente della Camera. È il risultato che la delegazione di minatori, sindaci, diocesi ha strappato a Montecitorio con il presidente della commissione Ambiente e alcuni parlamentari.
Intanto, arrivano anche dai sindaci della Barbagia di Seulo e da quella di Belvì, paesi direttamente interessati all'approvazione della norma sul Parco geominerario, attestati di stima e solidarietà piena alla battaglia di Giampiero Pinna. Si tratta, infatti, di una grande prospettiva per le comunità che ricadono tra gli otto siti destinati a comporre l'area che l'Unesco ha dichiarato patrimonio dell'umanità e all'interno della quale sono compresi anche il complesso minerario di Funtana Raminosa a Gadoni e i paesi di Seui e Seulo. Sono comunità che sperano che parte delle cospicue sostanze finanziarie destinate al recupero e alla valorizzazione delle vecchie miniere possano raggiungere il centro dell'isola in modo da rivitalizzare un'economia che segna il passo.
«Una lotta per il lavoro condotta nell'Iglesiente dall'esponente regionale dei Ds, ma i cui sviluppi interessano da vicino la Barbagia per l'ottenimento di condizioni di vita più accettabili e per il rafforzamento di un tessuto economico che in questa parte dell'isola si è fatto ancor più precario per l'assenza di opportunità occupazionali - afferma il sindaco di Seulo, Giancarlo Boi -. L'approvazione definitiva della legge sul Parco geominerario sollecitata dal consigliere regionale Pinna, non ci può che trovare concordi, solidali e disponibili ad attivare forme di sostegno».
«Il varo della norma istitutiva dell'area protetta - aggiunge Boi - rappresenterebbe per le popolazioni interessate al progetto del recupero delle aree minerarie dismesse una sferzata decisiva all'ottenimento di occasioni di lavoro. Lo richiedono sindaci e amministratori civici, ma lo sollecitano soprattutto i disoccupati residenti nella Barbagia di Belvi e in quella di Seulo, ma anche i sindacati che già denunciano gravi ritardi rispetto agli accordi sottoscritti a Roma».
Da parte loro, alcuni amministratori della Barbagia sperano «che non si verifichi quanto già avvenuto per il parco del Gennargentu di cui ancora non si sa quando e se potrà veramente decollare».
«Esprimo solidarietà per la sua battaglia - scrive Filippo Soggiu, presidente della Fasi (Federazione associazioni sarde in Italia) -. Siamo convinti che il patrimonio debba vivere e diventare una risorsa per lo sviluppo».
 

 

SULCISsabato 11 novembre 2000, S. Martino di Tours
LETTERA APERTA
«Inizio di una grande lotta»

di Pierpaolo Boi*
AI Lavoratori socialmente utili del Parco Geominerario
Nell'esprimere tutta la mia solidarietà, come presidente del Consiglio comunale di Iglesias, ma credo anche di tutta l'assemblea civica, mi preme sottolineare che concordo pienamente con l'intervento dell'onorevole Tore Cherchi sull'eventualità che non vengano create false illusioni.
Purtroppo ormai da lungo tempo siamo costretti ad assistere a pie illusioni: gli accordi per i Patti Territoriali, Contratti d'area, insediamenti effimeri ect, questo perchè forse ci stiamo adagiando a vivere l'occupazione in modo virtuale nella drammaticità del nostro territorio e inconsciamente ci sentiamo appagati.
Forse è giunto il momento dove tutti i soggetti delle amministrazioni del territorio e tutti i soggetti preposti alla rivendicazione di un diritto, sempre virtuale, insito nella Costituzione Italiana lascino da parte le appartenenze, i personalismi e quant'altro, perchè si esca da questa situazione di dramma sociale e si riscopra lo spirito di forte democrazia delle popolazioni del Sulcis Iglesiente e di grande coesione che i nostri padri hanno voluto lasciarci come eredità nelle loro lotte e nelle vite da alcuni di essi sacrificate in epoche passate, per l'affermazione dei diritti irrinunciabili.
Pertanto, questa non può essere solo la lotta dei lavoratori socialmente utili del Parco Geominerario ma deve essere l'inizio di un coinvolgimento totale per tutte le problematiche che riguardano il nostro territorio, con un invito specifico a creare i presupposti che non diventi una rivendicazione, seppure sacrosanta, di un settore ma sia l'avvio per un programma che veda coinvolti tutti quei soggetti preposti a costruire le base per una effettiva e concreta politica di sviluppo che non rimanga sulla carta, ma crei le condizioni di stabilità economica, perchè è impensabile svolgere una politica di risoluzione o di difesa a compartimenti stagni.
Auspico che parlamentari, i consiglieri regionali e gli amministratori locali tutti insieme escano dalla pura accademia e si battano unitariamente per le prospettive di uno sviluppo concreto e duraturo di tutto il territorio.

 
SULCISsabato 11 novembre 2000, S. Martino di Tours
ATTESTATI
La solidarietà è più forte
IGLESIAS. Con varietà di toni, gli attestati di sostegno all'iniziativa che si è sviluppata a Monteponi sono numerosi fin dal primo giorno. Una nota è arrivata dai lavoratori della Asl 7 a firma del coordinatore della Rsu Giancarlo Sias, dei segretari territoriali di categoria della Uil Efisio Aresti e della Cgil Claudio Melis: «Piena solidarietà - dicono - all'atto di protesta dei lavoratori Lsu perchè la vertenza venga risolta. Auspichiamo la mobilitazione dei lavoratori di tutti i comparti a sostegno della lotta dei lavoratori Lsu affinchè si realizzi uno dei tasselli ritenuti fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio».
Il fiduciario dell'Ascom Gianni Loi con l'intero comitato tecnico esprimono «solidarietà all'iniziativa del concittadino Giampiero Pinna, e consapevoli del grave stato di crisi del nostro territorio e particolarmente della nostra città, chiedono di essere parte attiva in qualsiasi forma di protesta e di iniziative che mirino a un rapido raggiungimento degli obiettivi. Perciò chiediamo di essere coinvolti e che nell'eventuale marcia a Roma possa essere presente anche una nostra delegazione».
Altri attestati di solidarietà sono stati manifestati dal Circolo del cinema Arci di Iglesias, dagli operai della Sardamag attraverso il rappresentante della Rsu Roberto Pucci, dai Comitati di quartiere di Campo Romano e Monteponi (in questo caso con un «ringrazimento all'onorevole Pinna per avere autorevolemnete richiamato l'attenzione di tutti sui problemi del settore minerario dismesso»).
Un documento è stato messo a punto ieri dalla giunta della Comunità montana 19ª presieduta da Marco Marras, che «ha esaminato e discusso gli sviluppi della battaglia in atto da parte dei Lavoratori socialmente utili». Riferendosi al Geoparco, la giunta della Cm ha sottolineato che «Si tratta di un obiettivo strategico fondamentale per il nostro territorio. Non c'è dubbio che in questa fase diventa decisivo un consenso ampio - prosegue il documento - generale e convinto da parte delle forze politiche, istituzionali e sociali. Tuttavia non può essere tacciuto un pericoloso calo di tensione che si è potuto registrare in questi mesi a vari livelli, nonchè quella marcata resistenza esternata da amministratori e rappresentanti politici di vario livello, che vedono nel Parco uno strumento che limita l'autonomia di programmazione e di sviluppo del proprio territorio comunale, perchè farebbe calare le scelte dall'alto. Ma ciò che può apparire un limite può diventare un punto di forza, perchè nulla vieta ai Comuni che sono i detentori di questso inestimabile patrimonio ma anche i destinatari e i fruitori delle ricadute socio economiche dello strumento Parco Geominerario, di attivare immediatamente un tavolo permanente tecnico politico da cui scaturisca un progetto organico di utilizzazione di questo patrimonio, perchè la battaglia per il Parco sia accompagnata da un futuro di sviluppo e occupazione stabile».
 
SULCISvenerdì 10 novembre 2000, S. Leone Magno
IL PARCO
GEOMINERARIO
Battaglia per la legge
In delegazione alla Camera    
Erminio Ariu
MONTEPONI. Una delegazione a Roma per trattare con il presidente della commissione Ambiente della Camera, Sauro Turroni, una procedura rapida per far approvare definitivamente la legge istitutiva del Parco Geominerario della Sardegna mentre a Monteponi si terrà l'assemblea, davanti all'ingresso della galleria Villamarina, dei lavoratori socialmente utili alla presenza dei 51 sindaci dei centri interessati all'approvazione del provvedimento di legge.
Due fronti con l'unico obiettivo di far terminare l'iter parlamentare di un provvedimento che l'Unesco ha messo in rampa di lancio quando ha riconosciuto come patrimonio dell'umanità le gallerie sfruttate per secoli dalle società minerarie. «Roma deve decidere di valorizzare l'ingente patrimonio immobiliare - ha detto Sergio Usai della Cgil -. Oggi per noi è una giornata decisiva e se dalla commissione ambiente non arriveranno garanzie sull'approvazione della legge il sindacato metterà in azione la macchina organizzativa per far arrivare, nelle prossime settimane, davanti a Palazzo Chigi, 550 minatori provenienti da tutta la Sardegna». Cinque giorni di picchetto davanti a Pozzo Sella, occupato dal consigliere regionale, Giampiero Pinna e da quattro minatori, non hanno intaccato la forte fibra dei lavoratori Lsu che per tutta la mattina hanno sostato nel piazzale della chiesetta di Monteponi. In mattinata è prevista l'assemblea generale e sabato mattina Iglesias sarà invasa da una folla di manifestanti che si riuniranno per far coro con i minatori ridotti al rango di Lsu. «E' una vertenza regionale - ha precisato Gavino Marras - e ai lavoratori delle ex miniere si uniranno gli operai di Portovesme, gli studenti della scuole cittadini, gli amministratori comunali del Sulcis Iglesiente, i disoccupati e i pensionati. Ci auguriamo che tutti i sindaci, i consiglieri comunali del territorio partecipino compatti a questa manifestazione. I rappresentanti degli studenti degli istituti superiori hanno già dato la loro disponibilità a sostenere una vertenza che vuole, essenzialmente, valorizzare il patrimonio immobiliare della zona». Che ci siano defezioni o persone distratte nessuno lo nega ma è probabile che all'ultima ora, considerata l'importanza della posta in palio, le posizioni personali e partitiche vengano superate dagli interessi collettivi che la battaglia la carica dei 550 propone. «Ottenere la legge istitutiva del Parco Geominerario - ha detto Mario Crò della Uil - equivale a garantire sicurezza lavorativa ad almeno 400 operai del territorio. Il recente passato ci da ragione: a Monteponi, nei locali della società mineraria è sorta la facoltà di scienze dei materiali, il prossimo anno l'università di Cagliari attiverà anche il corso di laurea in informatica, c'è un self-service ed è in predicato il recupero del Bellavista che fungerà da aule universitarie. Si vuole che questo processo continui con altre soluzioni in campo turistico e industriale».
Home Page10 November 2000IGLESIAS
Lavoratori in Municipio da Paolo Collu: «Non condivido la scelta di Pinna»
Il sindaco dice sì al Geoparco mentre le donne occupano la miniera

Monteponi La protesta si tinge di rosa: in miniera arrivano le donne. Alla mobilitazione per l’approvazione della legge istitutiva del Parco Geomineraio avviata dal consigliere regionale dei Ds Giampiero Pinna, e portata avanti dai lavoratori “socialmente utili” e dai sindacati confederali, si sono unite ieri notte anche tre lavoratrici. Un blitz per concludere una giornata piuttosto carica di tensione.
La mobilitazione dei lavoratori era iniziata infatti in mattinata. Sono le 9.30, per l’esattezza, quando gli operai presenti nel piazzale, con il sostegno dei rappresentanti sindacali preparano un documento da inviare al sindaco di Iglesias Paolo Collu. «Chiediamo di parlare con il primo cittadino -esordisce Emanuele Atzei, ingegnere impegnato negli Lsu- perché è importante che si conosca il progetto Parco, ma soprattutto perché Iglesias sarà, con l’avvio del progetto, un soggetto trainante».
Passano circa due ore e, alle 11 in punto, dieci operai accompagnati dai rappresentanti sindacali e dall’ingegnere GianLupo Del Bono, ideatore del progetto parco vanno al centro direzionale di via Isonzo. Dopo un’anticamera di mezz’ora e un primo colloquio tra il primo cittadino e l’ingegnere, la delegazione è accolta nella sala riunioni.
«Sono a vostra disposizione -annuncia Paolo Collu- ditemi tutto». E Gavino Marras, della segreteria Cgil inizia a illustrare il problema . «In ballo ci sono almeno 550 posti di lavoro e lo sviluppo del territorio. -spiega- La protesta non è né partitica né tantomeno politica. Per questo chiediamo anche l’interessamento del sindaco di Iglesias». «Questo parco non limiterà certo lo sviluppo -aggiunge Mario Baraglia, rappresentante dei lavoratori- anzi potrà contribuire allo sviluppo della città». E Roberto Sanna incalza: «è in gioco il rilancio economico di tutto il territorio, non è possibile deludere le aspettative di tanti giovani senza occupazione». Immediata la replica del primo cittadino. «Sono vicino agli operai e voglio davvero lo sviluppo di questo territorio, ma non condivido l’azione dell’onorevole Pinna. Questi gesti si discutono prima, non si parte così di sorpresa, senza nemmeno considerare gli altri». Dalla delegazione arriva un altro chiarimento. «Non rappresentiamo Giampiero Pinna -dice Emanuele Atzei- questa è una protesta che riguarda tutti i Comuni minerari della Sardegna». Il progetto del Geoparco rimbalza nuovamente sul tavolo. «Sono d’accordo con l’istituzione del parco se il progetto è in sintonia con i desideri dei cittadini -replica il primo cittadino- se invece è una cosa partitica e politica allora ne sto fuori». Per sabato mattina, nel piazzale di Monteponi è stato convocato un incontro con tutti i sindaci dei Comuni minerari. «Speriamo che il sindaco di Iglesias ci sia -conclude Gavino Marras, rivolgendosi al primo cittadino - noi l’aspettiamo».

Davide Madeddu
 
Home PageIGLESIAS09 November 2000
Iglesias.Messaggio di conforto: «Subito la legge sul Parco Geominerario»
La voce del presidente Ciampi arriva nella miniera di Monteponi

La protesta per il Geoparco arriva fino al Presidente della Repubblica. Ieri mattina, nel piazzale di Monteponi, è arrivato, attraverso la Prefettura, un suo comunicato. «Ha scritto - spiega un portavoce - che si occuperà della vicenda non appena rientrerà a Roma». Un primo segnale che ha rincuorato gli operai in agitazione, da tre giorni fermi davanti alla galleria Villamarina mentre l’ex presidente Emsa Giampiero Pinna continua l’occupazione sotterranea. Durante la mattinata una delegazione degli operai ha tentato di incontrare il presidente della Repubblica. Ma senza riuscirci. «È partita la delegazione degli operai del Gerrei - ha commentato Franco Cubeddu, degli ”Lsu” - gli altri sono rimasti nel piazzale». Agli operai fermi davanti alla chiesa e all’asilo, si sono aggiunti i lavoratori di Villasalto e quelli degli altri paesi che fanno parte del Parco Geominario.
Non sono mancate poi le critiche per le dichiarazioni del sindaco di Iglesias Paolo Collu, che ha detto di non condividere la scelta di Pinna. «Siamo sicuri che il sindaco non conosce il progetto del Parco Geominerario - ha detto Emanuele Atzei, ingegnere impegnato nei lavori socialmente utili - anche perché dovrà essere gestito dal consorzio che i Comuni minerari stanno costituendo». Il parco sarà poi aperto, ha aggiunto Mario Secci, «e non ci saranno i vincoli del Gennargentu». «Bisogna spiegare - ha aggiunto Emanuele Atzei- che non verranno vietati né i pascoli né le altre attività produttive». A sostenere la protesta sono arrivati anche i vecchi minatori. «Questa legge deve essere approvata al più presto - ha detto Silvestro Mocci, minatore in pensione e presidente del circolo pensionati di Bindua - se non parte il progetto, qui ci possiamo scordare davvero lo sviluppo di questo territorio». «Un provvedimento necessario - come ha sottolineato Luigi Caddeo, minatore in pensione - e che riguarda tutta la Sardegna». Al coro di proteste si è aggiunta anche quella di Pierluigi Carta, leader della coalizione di centro sinistra in Consiglio Comunale. «Vorrei sapere dal sindaco se conosce il progetto - ha commentato - e sorprende la sua scelta di non presentarsi davanti ai pozzi, soprattutto perché è sempre in prima fila anche per le cose più banali».
Per domani è stata convocata l’assemblea di tutti i sindaci dei Comuni minerari all’ingresso della galleria mentre una delegazione di lavoratori sarà a Roma per incontrare la Commissione Industria.

Davide Madeddu

FATTO DEL GIORNOgiovedì 9 novembre 2000, Ded. Basilica Lateranense
«SUBITO IL PARCO»
L'appello dei minatori
CAGLIARI. Non c'erano quelli della Carbosulcis, tanto cari a Scalfaro che li aveva ricevuti anche al Quirinale ricevendo in dono il loro casco giallo, ma pure ieri la voce dei minatori si è fatta sentire in occasione della visita del capo dello Stato. Una manifestazione di cittadini del Sulcis-Iglesiente ora impegnati nei lavori socialmente utili ha attirato l'attenzione di Ciampi al suo arrivo a Villa Devoto. Con uno striscione hanno chiesto il rapido avvio del parco geominerario. E' la vertenza per la quale sta manifestando il consigliere regionale dei Democratici di sinistra Giampiero Pinna, che ha occupato una miniera. Nel parco, infatti, molti lavoratori vedono una prospettiva di lavoro e il Sulcis-Iglesiente spera per un rilancio dell'economia del territorio.
Ad attendere Ciampi c'erano anche altre due piccole e opposte manifestazioni, una di Sardigna Natzione (lo striscione era «Indipendentzia»), l'altra del movimento giovanile di Alleanza nazionale (lo striscione diceva «Anche noi siamo italiani» a proposito della vertenza per la continuità territoriale. Le forze dell'ordine hanno vigilato con attenzione per evitare anche il ninimo incidente ma comunque non hanno avuto problemi. Non c'è stata neanche la minima tensione, nonostante i due gruppetti gareggiassero per far prevalere i rispettivi slogan, soprattutto durante il rapido passaggio del corteo del presidente della Repubblica.

 

SULCISgiovedì 9 novembre 2000, Ded. Basilica Lateranense
Seicento lavoratori vogliono il Geoparco
Cresce la mobilitazione a Monteponi
Polemica sulle dichiarazioni del sindaco 
Erminio Ariu
MONTEPONI. Una delegazione di lavoratori LSU del Sarrabus Gerrei e del Sulcis Iglesiente è stata inviata ad incontrare, davanti al municipio di Cagliari, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ma un folto gruppo di operai, non mancano neppure le lavoratrici, è rimasto a presidiare l'ingresso della galleria Villamarina dove da quattro giorni si sono imprigionati, con Giampiero Pinna, altri quattro operai precari. La mobilitazione si irrobustisce sempre più. E non manca qualche polemica.
Nell'ampio piazzale della miniera di Monteponi stazionano da ieri mattina oltre centocinquanta minatori giunti da ogni parte dell'isola per dare sostegno alle intenzioni dell'ex presidente dell'Emsa Giampiero Pinna, che chiede, in nome di 500 lavoratori l'approvazione della legge istitutiva del Parco geominerario alla Commissione ambiente della Camera e alla Regione sarda una serie di corollari per valorizzare i cantieri minerari dismessi.
Ieri mattina agli LSU del Sulcis Iglesiente si sono uniti i lavoratori Igea del Sarrabus Gerrei scesi in massa per sostenere la vertenza. In pratica l'azione disperata di un uomo solo è diventata vertenza regionale e rivendicazione quasi collettiva. Il distinguo è d'obbligo dopo la verifica dell'assenza della Cisl territoriale dal campo di battaglia di Monteponi e dal distinguo assunto dal sindaco di Iglesias Paolo Collu, che ha ritenuto di non poter condividere l'azione di Giampiero Pinna. «Ci preoccupa - ha sostenuto Giorgio Piras della segreteria territoriale della Uil - che il sindaco della città mineraria giochi a cercare cavilli in una vertenza che vede 550 lavoratori impegnati per salvaguadare la loro pagnotta e per valorizzare un patrimonio che appartiene all'umanità come ha affermato l'Unesco. I lavoratori si augurano che ci sia un ravvedimento e se ciò non dovesse accadere vorrà dire il sindaco di Iglesias crede che questa vertenza sindacale si possa fermare perchè è stata propugnata da un consigliere regionale. Si voleva fare di più? Poteva scendere in campo anche il sindaco di Iglesias, ma non lo ha fatto».
La pioggia battente che ha impervesato per tutto il giorno sul piazzale di Monteponi non ha scoraggiato tanti uomini, usi a lotte e sacrifici decisamente più logoranti nei cantieri di minerari. Per far fronte alle intemperie sono state issate tre tende e da ieri due roullotes accolgono anche i lavoratori che giungono dal Basso Sulcis con i mezzi pubblici.
Alle otto e trenta in punto, quando dalle tende cominciavano a uscire gli operai rimasti a presidiare la zona, Monteponi è stata invasa da una settantina di operai giunti da Villasalto, Ballao, Villaputzu, San Nicolò Gerrei, Armungia e Funtana Raminosa. «Con la nostra presenza - ha sostenuto Beniamino Desogus della Uil del Sarrabus Gerrei - vogliamo rimarcare che a fianco di Giampiero Pinna ci sono quelli che hanno atteso che le promesse dei politici diventino legge. Sono stati fatti convegni, incontri, tavole rotonde, sono giunte assicurazioni che i cantieri minerari con i loro reperti sarebbero diventati Parco. A Villasalto sono stati effettuati interventi di recupero che hanno già prodotto un notevole flusso turistico. Questi interventi non possono essere fermati. Abbiamo già costruito aree di sosta, recuperato, con un intervento di due miliardi, il palazzo della direzione mineraria, edificio in stile liberty e sono state restaurate attrezzi che sono destinati ad arricchire il paese-museo».
Venerdì mattina una delagazione sarà a Roma per incontrare il presidente della commissione all'Ambiente della Camera Salvatore Turroni al quale verrà sottoposto il problema e sollecitato un intervento per accelerare le procedure di approvazione della legge che istituisce il Geoparco della Sardegna.

 

SULCISgiovedì 9 novembre 2000, Ded. Basilica Lateranense
«Noi, protagonisti di un progetto
che deve rilanciare questo territorio»
IL FATTO I lavoratori dei cantieri

Siro Corriga
IGLESIAS. La mobilitazione dei lavoratori socialmente utili del parco geominerario continua. Volti tesi per le lunghe ore di attesa, sguardi fermi a cercare una qualsiasi forma di novità, sanno tutti che il destino del loro futuro si gioca in questi giorni. Camminano piano all'ingresso del pozzo Vittorio, dove da qualche giorno è iniziata l'occupazione da parte consigliere regionale Giampiero Pinna. Camminano lenti, si affiancano, cercano un amico, un conoscente per scambiare impressioni sulle aspettative che si sono create nel corso delle ultime ore. Le notizie sfuggono, si perdono. C'è entusiasmo quando una pattuglia della polizia arriva per consegnare al consigliere regionale un messaggio del prsidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che assicura il proprio immediato impegno in favore del problema. E apprezzano anche il messaggio del numero due di Forza Italia, il parlamentare sardo Beppe Pisano.
Fanno movimento, i lavoratori, si sentono perte di una storia che di qui a qualche giorno in bene e in male andrà comunque a chiudersi. La sentono agitarsi dentro se stessi: «Noi siamo protagonisti», è la storia del territorio scolpita nei loro volti, qualcuno forse non ha mai fatto il minatore, non è mai nemmeno entrato in miniera, ma è il sentiero dei percorsi storici a tracciare il cammino e le attese di queste persone. «I lavoratori credono nell'idea del Parco geominerario - racconta Emanuele Atzei - vogliamo essere protagonisti di una lotta non strumentalizzabile, una lotta per il lavoro, per l'affermarsi di una cultura che non possiamo accantonare. Non chiediamo la conservazione di un posto di lavoro, chiediamo di investire su un progetto».
Agitati raccolgono la disponibilità all'insegna dei numerosi ospiti intervenuti, danno penne per segnare fogli di solidarietà, ma arrivano altri camper e stand, alzano, spostano e urlano. Si imbarazzano di fronte all'obiettivo delle telecamere, ma lo sguardo rimane fisso a guardare aldilà, qualcosa che non si vede ma che si cerca. «Sarà un percorso lungo quello che abbiamo appena iniziato, chiediamo la responsabilizzazione degli uomini politici, di tutti gli uomini politici per dimostrare coerenza rispetto ai problemi del territorio».
Male hanno assorbito le parole del sindaco di Iglesias, invitano la città a muoversi, al di là delle posizioni espresse dall'amministrazione. Richiamano la città all'impegno e questo sembra muoversi a reagire, arriva qualche timido segnale.
Alcuni ragazzi provano a coordinarsi, studiano iniziative, provano anche loro a sentirsi protagonisti del territorio, forse anche protagonisti di un pezzetto di storia. La storia che passa, scritta nei libri scolastici, si muove qui: vive nelle ansie e nei pensieri di questi lavoratori socialmente utili negli occhi stanchi e nei bicchieri di mirto bevuti per riscaldarsi. «Vorremo che la lotta che portiamo avanti diventasse lotta di tutti, tutti devono capire che è un problema di sviluppo del territorio, tutta la nazione deve vedere il nostro impegno.
SULCISgiovedì 9 novembre 2000, Ded. Basilica Lateranense
Iniziativa dell'associazione guidata da Tarcisio Agus
Sabato Comuni minerari
convocati nel piazzale

Luciano Onnis
GUSPINI. Tutti i sindaci dei Comuni interessati al Parco Geominerario davanti all'ingresso di Pozzo Vittorio, nel piazzale di Monteponi, sabato mattina alle 10. E' la proposta del coordinatore dell'associazione dei Comuni minerari sardi Tarcisio Agus, sindaco di Guspini, che intende con questa iniziativa dare un segnale forte e di incondizionato sostegno alla clamorosa manifestazione di protesta intrapresa domenica scorsa da Giampiero Pinna. «Credo che sia opportuno che anche noi Comuni minerari - spiega Tarcisio Agus - ci uniamo alla sua voce in quanto rivendica l'urgente approvazione di una legge, quella istitutiva del Parco Geominerario, che ci riguarda tutti da vicino».
In questi ultimi due giorni il coordinatore dei Comuni minerari sardi è stato sollecitato a una presa di posizione forte da alcuni componenti l'Associazione culturale per la promozione del Parco, nonchè dai rappresentati dei gruppi organizzati di lavoratori socialmente utili che già lavorano da tempo al recupero delle aree minerarie più significative. «La protesta di Giampiero Pinna - aggiunge Agus - deve avere in prima fila anche i sindaci».
L'associazione dei Comuni minerari ritiene necessario mettere a punto uno statuto e dare corpo a un Consorzio degli stessi Comuni «quale fondamentale tassello per l'istituzione del Comitato di gestione». L'auspicio, conclude Agus, è che i sindaci possano discutere insieme a tutte le associazioni e forze sociali della proposta».

   PRIMO PIANO mercoledì 8 novembre 2000, S. Goffredo
La commissione Ambiente incontrerà i sindacati
Accolto a Roma l'appello
per il parco minerario

Erminio Ariu

MONTEPONI. Fronte compatto dei lavoratori Lsu del Sulcis Iglesiente all'iniziativa di Giampiero Pinna, consigliere regionale dei Ds, asserragliato da 72 ore a Pozzo Vittorio per ottenere dalla Camera dei deputati il voto che consenta ai cantieri delle miniere di 51 comuni di diventare Parco Geominerario della Sardegna. Ma intanto la vertenza conosce una novità importante.
Da Roma, a tarda sera, è infatti arrivata la conferma della disponibiltà da parte del presidente della commissione ambiente della Camera, Salvatore Turroni, ad incontrare una delegazione di lavoratori e di rappresnetanti sindacali.
L'incontro si terrà venerdi mattina. Subito si è messa in moto la macchina organizzatica del sindacato per predisporre la spedizione romana.
La delegazione sarà composta dai segretari regionali di Cgil (Giampaolo Diana), Cisl (Mario Moro) e Uil (Michele Calledda), i territoriali, Sergio Usai, Bruno Saba e Mario Crò, da tre lavoratori Lsu e dal sindaco di Guspini, Tarcisio Agus in qualità di presidente dell'associazione dei centri interessati al Parco Geominerario della Sardegna.
Intanto nel fondo della galleria di Villamarina, ci sono oltre all'ex presidente dell'Emsa, gli altri quattro minatori che hanno voluto condividere le rivendicazioni del consigliere regionale. Fuori, i lavoratori, oltre 150, sono in assemblea permanente. Il fronte è compatto e il comunicato stampa delle organizzazioni sindacali Confederali e di categoria del Sulcis Iglesiente e l'assemblea dei lavoratori Lsu del parco geomineraio conferma che il presidio davanti all'ingresso della galleria non sarà rimosso finchè le ex miniere non saranno parco. «La mancata realizzazione dei programmi e degli impegni, volti alla valorizzazione del patrimonio minerario, già riconosciuto patrimonioo universale dell'Unesco, impone una rapida conclusione dell'iter parlamentare finalizzato all'istituzione del parco», dice il documento dell'assemblea degli Lsu che si conclude con l'impegno a proseguire la lotta ad oltranza.
Intanto a Giampiero Pinna e ai lavoratori cominciano ad arrivare gli attestati di solidarietà. Ieri pomeriggio in galleria sono entrati i consiglieri regionali, Emanuele Sanna, Renato Cugini, i consiglieri provinciali, Giacomo Guadagnini e Maria Tuveri, i sindaci di Carbonia e di Gusini, Antonangelo Casula e Tarcisio Agus e decine e decine di consiglieri comunali dei centri limitrofi. La lotta di Giampiero Pinna, viene condivisa anche dalla sezione del partito Poolare di Iglesias. In un comunicato il segretario cittadino, Giampiero Frau, definisce coraggiosa l'azione intrapresa.
Controcorrente invece la posizione del sindaco di Iglesias, Paolo Collu, che «manifesta disagio circa l'occupazione del cantiere di Monteponi da parte di Giampiero Pinna. «Le battaglie del nostro territorio - sostiene in una nota il sindaco di Iglesias - sono sempre state battaglie di popolo e di larga partecipazione. Fatti singoli non appartengono alla nostra tradizione. Questa amministrazione - conclude Paolo Collu - si sta adoperando per sbloccare il provvedimento che essendo in sede legislativa può essere approvato direttamente in commissione».

 

«Ho riserve sull’operato di Pinna
08 November 2000
Il sindaco di Iglesias, Paolo Collu, ha espresso qualche riserva sull’azione solitaria intrapresa dal consigliere regionale ds Giampiero Pinna. «In genere - ha scritto - di fronte a fatti del genere è d’obbligo o normale esprimere comprensione e solidarietà, ma nella circostanza non posso non esprimere qualche riserva». Poi il primo cittadino ricorda che «le battaglie del nostro territorio sono sempre state di popolo e di larga partecipazione». Collu non ha voluto esprimere un giudizio specifico, ma ha spiegato che l’amministrazione «si sta adoperando per sbloccare il provvedimento in sede legislativa che può essere approvato in commissione». Poi Paolo Collu ha spiegato che il disagio nasce dal fatto che il Consiglio comunale ha discusso l’argomento e che , personalmente, si è adoperato per giungere alla formazione di un documento unitario». L’assemblea ne votò due distinti. «Questo fatto mi impedisce di essere solidale con l’occupazione in galleria». Ma non c’è indifferente al problema «che considero importante ma non determinante per lo sviluppo». A favore del parco Collu si esprimerà se gli interventi saranno confacenti ai piani comunali. (a.m.)
 

   PRIMO PIANO mercoledì 8 novembre 2000, S. Goffredo
La commissione Ambiente incontrerà i sindacati
Accolto a Roma l'appello
per il parco minerario

Erminio Ariu

MONTEPONI. Fronte compatto dei lavoratori Lsu del Sulcis Iglesiente all'iniziativa di Giampiero Pinna, consigliere regionale dei Ds, asserragliato da 72 ore a Pozzo Vittorio per ottenere dalla Camera dei deputati il voto che consenta ai cantieri delle miniere di 51 comuni di diventare Parco Geominerario della Sardegna. Ma intanto la vertenza conosce una novità importante.
Da Roma, a tarda sera, è infatti arrivata la conferma della disponibiltà da parte del presidente della commissione ambiente della Camera, Salvatore Turroni, ad incontrare una delegazione di lavoratori e di rappresnetanti sindacali.
L'incontro si terrà venerdi mattina. Subito si è messa in moto la macchina organizzatica del sindacato per predisporre la spedizione romana.
La delegazione sarà composta dai segretari regionali di Cgil (Giampaolo Diana), Cisl (Mario Moro) e Uil (Michele Calledda), i territoriali, Sergio Usai, Bruno Saba e Mario Crò, da tre lavoratori Lsu e dal sindaco di Guspini, Tarcisio Agus in qualità di presidente dell'associazione dei centri interessati al Parco Geominerario della Sardegna.
Intanto nel fondo della galleria di Villamarina, ci sono oltre all'ex presidente dell'Emsa, gli altri quattro minatori che hanno voluto condividere le rivendicazioni del consigliere regionale. Fuori, i lavoratori, oltre 150, sono in assemblea permanente. Il fronte è compatto e il comunicato stampa delle organizzazioni sindacali Confederali e di categoria del Sulcis Iglesiente e l'assemblea dei lavoratori Lsu del parco geomineraio conferma che il presidio davanti all'ingresso della galleria non sarà rimosso finchè le ex miniere non saranno parco. «La mancata realizzazione dei programmi e degli impegni, volti alla valorizzazione del patrimonio minerario, già riconosciuto patrimonioo universale dell'Unesco, impone una rapida conclusione dell'iter parlamentare finalizzato all'istituzione del parco», dice il documento dell'assemblea degli Lsu che si conclude con l'impegno a proseguire la lotta ad oltranza.
Intanto a Giampiero Pinna e ai lavoratori cominciano ad arrivare gli attestati di solidarietà. Ieri pomeriggio in galleria sono entrati i consiglieri regionali, Emanuele Sanna, Renato Cugini, i consiglieri provinciali, Giacomo Guadagnini e Maria Tuveri, i sindaci di Carbonia e di Gusini, Antonangelo Casula e Tarcisio Agus e decine e decine di consiglieri comunali dei centri limitrofi. La lotta di Giampiero Pinna, viene condivisa anche dalla sezione del partito Poolare di Iglesias. In un comunicato il segretario cittadino, Giampiero Frau, definisce coraggiosa l'azione intrapresa.
Controcorrente invece la posizione del sindaco di Iglesias, Paolo Collu, che «manifesta disagio circa l'occupazione del cantiere di Monteponi da parte di Giampiero Pinna. «Le battaglie del nostro territorio - sostiene in una nota il sindaco di Iglesias - sono sempre state battaglie di popolo e di larga partecipazione. Fatti singoli non appartengono alla nostra tradizione. Questa amministrazione - conclude Paolo Collu - si sta adoperando per sbloccare il provvedimento che essendo in sede legislativa può essere approvato direttamente in commissione».

 

 

   PRIMO PIANO mercoledì 8 novembre 2000, S. Goffredo
La commissione Ambiente incontrerà i sindacati
Accolto a Roma l'appello
per il parco minerario

Erminio Ariu

MONTEPONI. Fronte compatto dei lavoratori Lsu del Sulcis Iglesiente all'iniziativa di Giampiero Pinna, consigliere regionale dei Ds, asserragliato da 72 ore a Pozzo Vittorio per ottenere dalla Camera dei deputati il voto che consenta ai cantieri delle miniere di 51 comuni di diventare Parco Geominerario della Sardegna. Ma intanto la vertenza conosce una novità importante.
Da Roma, a tarda sera, è infatti arrivata la conferma della disponibiltà da parte del presidente della commissione ambiente della Camera, Salvatore Turroni, ad incontrare una delegazione di lavoratori e di rappresnetanti sindacali.
L'incontro si terrà venerdi mattina. Subito si è messa in moto la macchina organizzatica del sindacato per predisporre la spedizione romana.
La delegazione sarà composta dai segretari regionali di Cgil (Giampaolo Diana), Cisl (Mario Moro) e Uil (Michele Calledda), i territoriali, Sergio Usai, Bruno Saba e Mario Crò, da tre lavoratori Lsu e dal sindaco di Guspini, Tarcisio Agus in qualità di presidente dell'associazione dei centri interessati al Parco Geominerario della Sardegna.
Intanto nel fondo della galleria di Villamarina, ci sono oltre all'ex presidente dell'Emsa, gli altri quattro minatori che hanno voluto condividere le rivendicazioni del consigliere regionale. Fuori, i lavoratori, oltre 150, sono in assemblea permanente. Il fronte è compatto e il comunicato stampa delle organizzazioni sindacali Confederali e di categoria del Sulcis Iglesiente e l'assemblea dei lavoratori Lsu del parco geomineraio conferma che il presidio davanti all'ingresso della galleria non sarà rimosso finchè le ex miniere non saranno parco. «La mancata realizzazione dei programmi e degli impegni, volti alla valorizzazione del patrimonio minerario, già riconosciuto patrimonioo universale dell'Unesco, impone una rapida conclusione dell'iter parlamentare finalizzato all'istituzione del parco», dice il documento dell'assemblea degli Lsu che si conclude con l'impegno a proseguire la lotta ad oltranza.
Intanto a Giampiero Pinna e ai lavoratori cominciano ad arrivare gli attestati di solidarietà. Ieri pomeriggio in galleria sono entrati i consiglieri regionali, Emanuele Sanna, Renato Cugini, i consiglieri provinciali, Giacomo Guadagnini e Maria Tuveri, i sindaci di Carbonia e di Gusini, Antonangelo Casula e Tarcisio Agus e decine e decine di consiglieri comunali dei centri limitrofi. La lotta di Giampiero Pinna, viene condivisa anche dalla sezione del partito Poolare di Iglesias. In un comunicato il segretario cittadino, Giampiero Frau, definisce coraggiosa l'azione intrapresa.
Controcorrente invece la posizione del sindaco di Iglesias, Paolo Collu, che «manifesta disagio circa l'occupazione del cantiere di Monteponi da parte di Giampiero Pinna. «Le battaglie del nostro territorio - sostiene in una nota il sindaco di Iglesias - sono sempre state battaglie di popolo e di larga partecipazione. Fatti singoli non appartengono alla nostra tradizione. Questa amministrazione - conclude Paolo Collu - si sta adoperando per sbloccare il provvedimento che essendo in sede legislativa può essere approvato direttamente in commissione».

 
PRIMO PIANO  martedì 7 novembre 2000, S. Ernesto
BEFFATI I VIGILANTES
Il blitz di 4 ex minatori

Erminio Ariu

MONTEPONI. Un colpo di mano, e il sistema di vigilanza per impedire l'accesso attraverso la galleria Villamarina a Pozzo Vittorio ha ceduto di schianto. Quattro ex minatori, oggi declassati per legge al rango di lavoratori socialmente utili, hanno sfondato una galleria secondaria e alle 15.30 si sono uniti a Giampiero Pinna, ormai da 24 ore sotto la luce artificiale e soggetto allo stilicidio della volta della galleria.
Il colpo di mano è stato messo in atto nel primo pomeriggio, quando i vigilantes erano intenti a controllare la zona più vulnerabile. Mentre era in corso una conferenza stampa con Giampiero Pinna e i segretari di Cgil (Sergio Usai) e Uil (Mario Crò) dal buio sono apparse le torce elettriche di quattro incappucciati che, senza esporre il viso ai flash e alle telecamere, hanno detto di condividere la causa dell'ex presidente dell'Emsa «perchè la vertenza era stata condivisa dall'assemblea generale dei lavoratori Igea, LSU, LPU, dalla Fulc territoriale e da Cgil, Cisl e Uil». «Da qui non ci muoviamo - hanno subito informato -. Nei prossimi giorni queste gallerie potranno riempirsi di operai e di gente che è stanca di attendere e di mangiare promesse».
Che l'azione estrema di Giampiero Pinna non potesse essere lasciata come un gesto isolato lo si era capito, già in mattinata, dal tono degli interventi dei lavoratori socialmente utili che si sono radunati sulla scalinata della chiesetta di Santa Barbara, proprio di fonte alla galleria Villamarina. «La realizzazione del Parco Geominerario della Sardegna - hanno commentato Mario Crò e Sergio Usai- è l' irrinunciabile compenso alle dismissioni nel settore minero-metallifero. In quindici anni si sono chiuse 12 miniere e sono stati cancellati oltre 7mila posti di lavoro. Il tono della protesta potrebbe salire se la Regione Sarda e il Parlamento non sosterranno gli impegni assunti alcuni anni fa». Nei prossimi giorni Cgil, Cisl e Uil, la Fulc territoriale e regionale e i sindaci dei 51 centri interessati al provvedimento legislativo bloccato alla Camera saranno convocati a Monteponi per decidere sulle inziative di lotta.