Sottolavello in abete

Far da se nella lavorazione del legno non implica necessariamente un risparmio di spesa ma può essere fonte di notevole soddisfazione: l'odore di fresatura delle essenze, il risalto delle venature, la stabilità delle "scatole" e la realizzazione su misura di quelle che qualche giorno prima erano solo delle idee progettuali, sono tutti motivi che mi portano a "far da me" quando si tratta di legno.
La "scatola" di questo articolo è un sottolavello dalle misure particolari: larghezza 68 e profondità 50 cm. "Particolari" perchè il lavello in acciaio inox che accoglie ha sì una profondità di 50 cm ma una larghezza di 80 contro i 68 del sottolavello che risulta pertanto sottodimensionato in larghezza di ben 12 cm. Una scelta voluta per posizionare a sinistra del sottolavello una lavatrice di 60 cm in uno spazio disponibile di 135 cm (i 7 cm in più sono destinati al "gioco" della lavatrice in funzione).
La scelta dell'essenza è ricaduta sull'abete (legno dolce e facilmente lavorabile, naturale ed economico). I sottolavelli in commercio normalmente sono in truciolato nobilitato bianco o teck che a me personalmente non piacciono.
Acquistato il legno tagliato su misura presso un centro di bricolage delle mie parti, mi sono potuto divertire nella realizzazione degli incastri: l'obiettivo era di realizzare una struttura di legno nel legno che escludesse l'uso di viti pertanto gli incastri dovevano rispondere essenzialmente ai requisiti di resistenza ed estetica.
Code di rondine alla base e tasselli passanti in alto hanno garantito solidità e bellezza ma nel contempo hanno richiesto, per la loro realizzazione, un lavoro di impegno articolato in diverse fasi di cui allego apposita documentazione fotografica.

In primo luogo ho provveduto a realizzare, ai lati sx e dx del piano base, le femmine dell'incastro a coda di rondine utilizzando una fresa da 12 mm e l'apposita guida. La profondità di fresatura è stata dettata dallo spessore dei pannelli laterali (18 mm).
Nel posizionare la guida in acciaio, ho cominciato da destra allineando a filo il lato destro della guida e del pannello e, una volta eseguite le fresature orizzontali, ho spostato la guida in modo da far coincidere le ultime due fresature fatte con i primi due intagli della guida ricollocata sulla sinistra.
Realizzate le femmine sul piano base, sono passato alla realizzazione dei maschi sulle pareti laterali del sottolavello tramite fresature verticali.
Per evitare sbavature, ho posizionato sotto la tavola da fresare un pannello di scarto e per "centrare" le fresature ho poggiato sopra il pannello base in modo da avere come riferimento, nel bloccaggio della guida, le femmine precedentemente realizzate.
Tolto il pannello base di riferimento, ho fresato in verticale "sconfinando" nel pannello di scarto sottostante.
I maschi sono stati realizzati sui lati inferiori dei pannelli laterali.
In seguito ho arrotondato la testa dei maschi dal lato interno del pannello utilizzando uno scalpello ed un martello di gomma, e rifinendo infine le teste arrotondate con raspa e cartavetra.
L'ottima esecuzione delle code ha garantito solidità e bellezza alla struttura. Per l'incastro mi sono aiutato con un martello gommato ma senza forzare, interponendo un blocchetto di legno di scarto.
Quindi ho unito le pareti con una fascia tramite tasselli passanti a vista.
Per far ciò ho posizionato in asse la fascia e con il trapano ho praticato due fori alle sue estremità perpendicolarmente alle pareti laterali. La profondità dei fori è stata di 0,5 cm più piccola della lunghezza dei tasselli che, una volta inseriti, sono stati segati a filo e piallati.
Realizzata la scatola, è seguito il lavoro di finitura: cartavetra fine del tipo 240 su blocchettino di legno e tantissimo olio di gomito.
Per l'impregnatura ho utilizzato un impregnante a base di cere, steso in tre mani di cui le prime due incrociate.
L'opera di finitura è terminata con l'applicazione di tre mani di vernice poliuretanica trasparente intervallate da spagliettature con lana d'acciao finissima. Infine ho applicato i piedi, l'asta per lo scorrimento della tendina e ovviamente il lavello, utilizzando viti in acciaio.