NAMIBIA - SUD AFRICA - VICTORIA FALLS - CHOBE

 

 

- 15/01/05 Firenze->Francoforte->Johannesburg->Windhoek
Partenza da Firenze subito nel primo pomeriggio con appresso la mia solita e sempre più accentuata "fifa" (ero riuscito ad evitare di volare negli ultimi 5 anni) e bivacco in aereoporto fino alle 20:45 in attesa del volo intercontinentale South Africa che ci porterà a Johannesburg. L'Ilaria come sempre è dedita al mio incoraggiamento per poter proseguire a prendere voli oltre a sopportare già di per sè lo stress per la lunghezza del viaggio. Cmq poco prima delle 24 decolliamo (io mi ri-sveglio dal torpore Tavor a aereo già in fase di rullaggio) e per tutta la tratta di 10 ore collasso ben bene mentre l'Ilaria si addormenta ma si risveglia ahimé solo sulla Libia....per la serie l'Africa è appena iniziata, c'hai da arrivare in fondo.

- 16/01/05 Johannesburg-Windhoek
Il caldo africano umido ci dà l'accoglienza a Johannesburg: la mia prima volta in Africa, un evento da festeggiare con il primo cicchino dopo così tante ore di volo. Cmq l'attesa qui e solo di qualche ora e subito ripartenza alla volta della Namibia. Ritorneremo in Sud Africa tra una settimana.
Il volo per la capitale della Namibia è breve (poco meno di 2 ore); ad accoglierci un piccolo aereoporto"internazionale" con solo 2 aerei (uno è quello con cui siamo arrivati!) e tutto attorno deserto rossastro tendente al brullo. Velocemente passiamo la dogana e per fortuna ci sono subito i bagagli (mai fidarsi del check-in a Firenze, occorre recuperarli a Francoforte e poi da lì spedirli direttamente a Windhoek perchè si cambia vettore!). La ns prima preoccupazione una volta recuperata la macchina dalla HERTZ (una Toyota Corolla berlina) è quella di "muoversi" perchè i Km sono diversi per arrivare a Solitaire. Il primo impatto di guida a sinistra non và male (a parte il primo incrocio che prendiamo dal lato sbagliato). Fortuna che il traffico è misero. Le indicazioni sono semplici anche perchè ci sono solo 2 "autostrade" che partono dalla capitale: una verso la costa l'altra, la nostra, dal nord al sud del paese. Saltiamo Windhoek per rifarla al ritorno facendo attenzione sia ai benzinai (la regola in Namibia è di fare il "full-full" ogniqualvolta sia possibile) sia al tragitto da fare per arrivare indenni a Solitalre. La strada più scorrevole ci porterebbe a Mariental per poi proseguire su sterrato ma dopo mesi di studio su mappe e informazioni raccolte la ns strategia ci porta da incoscienti a tagliare subito per lo sterrato, risparmiando Km e attraversando la regione montuosa del Naukluft mountains. Incoscienti ma fortunati: la stagione attuale è quella delle piogge (qui se piove ti fermi sennò ti impantani soprattutto se ai una semplice berlina) e le strade sterrate che portano al passo Remhoogte al massimo ti permettono un'andatura sui 30 / 40 km/h altrimenti addio sospensioni e soprattutto rischiando di bucare. Cmq come detto siamo fortunati e attraverso i nostri primi mozzafianti paesaggio africani ci immergiamo subito nel "nulla" della Namibia. "Nulla" stà per nessun essere umano: ci capiterà al max di incrociare 4 o 5 macchine in 200 km e circa 2 o 3 fattorie. Però l'ambientazione è suggestiva è la consapevolezza di essere immerso in questo ambiente fa il resto. Dalla C24, strada bianca ben battuta dove però non conviene superare gli 80 Km/h, abbiamo svoltato prendendo la D1261 per risparmiare ancora qualche Km. Ed è qui che l'andatura supera difficilmente i 50 Km/h a causa del fondo stradale sconnesso. Comunque dopo 4 ore arriviamo a Solitaire dove ci aspetta il pernottamento prenotato dall'Italia al Solitaire Country Lodge struttura validissima per qualità/prezzo non distante da Sesriem (nostra prossima tappa per domani). Subito ci rendiamo conto anche noi (dopo innumerevoli letture a riguardo) che questo posto non offre niente (solo una pompa di benzina e una buona fetta di dolce alle mele servito nell'adiacente spaccio); inoltre il fatto di essere completamente fuori dalla stagione turistica accentua la sua desolazione. Però è suggestivo, anche perchè è il nostro primo impatto con il deserto (ripensando anche a dove eravamo solo 24 ore prima!).
Dopo qualche foto e una buona cena al ristorante del lodge, ci ritiriamo presto: domani mattina levataccia per poter arrivare all'alba al cancello di Sesriem. Ah dimenticavo: a parte la miriade di innoqui insetti che ti assaltano al tramonto, qui a Solitaire il generatore che serve di elettricità tutti i locali si spenge alle 23 circa, quindi dopo niente più luce e soprattutto niente più ventilatore (pensare che la temperatura notturna era intorno ai 30°)! Mannaggia! Ah se poi volete telefonare con il vostro cellulare (ricordate di attivare il servizio dall'Italia) l'unico posto dove c'è qualche "tacca" è proprio sotto la cisterna dell'acqua. Evitate di usare le tessere telefoniche e quindi le cabine: il collegamento telefonico viene tramite satellite quindi non si riesce mai a prendere la linea (questo per chiamate internazionali).

- 17/01/05 Solitaire-Sesriem-Sossusvlei-Solitaire
Ore 5:45 partenza al buio per Sesriem, circa 80 Km di buona strada sterrata. L'aria è fresca ed a queste ore si ha la possibilità di incrociare (meglio investire) qualche Sprinbok, orice e struzzo. Dopo circa un'ora arriviamo al gate, paghiamo all'ufficio ed entriamo nel parco, direzione duna 45 che dista circa 40 Km. Siamo praticamente soli (questo lo rimarcherò sempre più volte perchè è proprio una bella fortuna essere completamente fuori stagione con così pochi turisti a giro, in questo paese dagli spazi infiniti), la strada diventa asfaltata e km dopo km il paesaggio muta da un roccioso deserto ad un infinito orizzonte di dune sabbiose rosso fuoco che si ergono da questa vallata di ghiaia grigia. La duna 45 è d'obbligo: la scalata non è per niente dura (se fatta alla giusta ora del mattino) ma dall'alto si viene ripagati (scattate più foto possibili perchè lo scenario è unico, vedi foto!!).

 

 

Ripartenza per gli ultimi 20 Km fino a Sossusvlei e Dedvlei. Arrivati al parcheggio e se non hai un 4x4 devi necessariamente lasciare la macchina (okkio anche ai 4x4 perchè è più le volte che rimangono insabbiati nel breve tragitto per arrivare a Sossusvlei). Da qui proseguire tranquillamente a piedi solo per Dedvlei, non avventuratevi nei 2 km che servono per raggiungere il lago asciutto di Sossusvlei, vi fondono sicuramente le scarpe a metà strada ed il cervello poco dopo! Servitevi delle navette autorizzate (concordando il prezzo se fuori stagione). Noi di buon passo ci siamo diretti subito a Dedvlei: il posto più magico ed impressionate che abbia mai visto (vince anche su Machu Picchu vista all'alba dalla porta del Sole). Sullo sfondo la duna più alta del parco, una specie di cratere che ospita sul fondo un defunto lago asciutto completamente bianco che si staglia contro il cielo azzurro! Per finire alberi mummificati neri, bruciati dal sole, lì da migliaia di anni. Sembra quasi l'inferno.



Peccato non essersi arrampicato su per la duna (il caldo alle 10:00 taglia fiato e gambe) per scattare altre foto! A confronto invece Sossusvlei è assai "squallido": solo questa superficie bianca indurita ma qui conta l'insieme del paesaggio circostante).
Il parco è da visitarsi solo al mattino presto, fino a mezzogiorno al massimo, poi le temperature toccano i 50°C (oggi sono 49°C).
Usciti dal parco ci fermiamo solo per ristorarci allo spaccio del gate: la nostra scelta di dormire a Solitaire non è stata affatto male: qui c'è solo un brullo campeggio a tutto sole ed un lodge iper-mega caro che al momento era anche mezzo devastato perchè in ristrutturazione.
Alle 15 siamo già rientrati a Solitaire e per tutto il pomeriggio siamo stati belli che a guazzo in pieno relax nella piscina tra una fetta di torta alle mele ed un pisolino. Forse avremmo potuto anche azzardarci a ripartire subito per Swakopmund per poter guadagnare un giorno (circa 4 ore di macchina) ma è meglio prendersela comoda. Siamo molto indecisi sul da farsi per i prossimi giorni (almeno fino all'Etosha) anche perchè il tragitto pianificato a casa sembra arduo soprattutto per la Skeleton Coast (ricordo che è la stagione delle piogge ed anche ad avere un 4x4 si rischierebbe di rimanere bloccati per giorni se si percorrono strade sterrate secondarie).

- 18/01/05 Solitaire - Walvis Bay - Swakopmund

Oggi il nostro spostamento prevede un tragitto di circa 300 Km, tagliando in due il deserto del Namib, fino alla costa Atlantica. Il panorama che ci si offre è desolante: km e km di strada diritta in mezzo a rocce e sabbia e qualche cespuglio spelacchiato. Gli unici esseri viventi visibili sono un gruppo di orici che ci attraversano la strada impauriti. Poveri orici non potevano sapere che ero io più impaurito di loro tanto che non ci siamo neppure fermati al lato della strada per riprenderli con la telecamera. In ogni caso le mie paure sono fondate: vedi le lunghe corna modello spada che possono trafiggere da parte a parte anche un leone che provasse ad attaccarli. In alcuni tratti, da quanto la strada è diritta e piatta non si vede la fine ma sparisce impercettibilmente dietro l'orizzonte, siamo praticamente soli e incrociamo sì e no 3 o 4 macchine in tutto il tragitto, che non manchiamo di salutare.

La C14 arriva al mare all'altezza di Walvis Bay. Pochi km prima di arrivare nella cittadina si trovano al lato della strada delle dune dove viene praticato il sand-board e lo sci. Ed è qui che finalmente ricomincia il mio caro e sicuro asfalto, nel frattempo la macchina e una sacco di sabbia con le ruote da quanto è impolverata. Alla periferia di W.B. altro che la laguna (il "Birth Paradise" ma di fenicotteri manco l'ombra anzi solo una grande fogna a cielo aperto con tanto di discarica), saline e ovviamente il porto...insomma toccata e fuga. Ci dirigiamo quindi verso Swakopmund, principale località di villeggiatura della Namibia. Per arrivarci primo assaggio di Skeleton coast: anche se quella originale con marchio di fabbrica è più a nord il paesaggio è lo stesso: mare a destra e dune desertiche a sinistra per km e km..............
L'indirizzo che avevamo per dormire e troppo fuori città e quindi l'ufficio del turismo ci dirige verso l'hotel Rapmund: pensione graziosa, sul lungo mare gestita da una famiglia "bianca" (guarda strano!) e ci viene data la migliore camera con tanto di terrazza vista mare e veranda ad un prezzo veramente economico (sempre per la serie viaggiare fuori stagione)!
Ma la sorpresa ci aspetta......usciamo per mangiare e ci accorgiamo che la ruota posteriore è a terra! Il Pezza è disperato, la logistica del viaggio è compromessa; chissà poi come faremo a sostituire la gomma e quanto ci costerà! Quanto dramma per niente: in Namibia deve essere normale forare e quindi con la modica cifra di N$ 50 ci vengono riparate in 30 minuti ben 2 ruote (brivido.....anche quella di scorta era forata da quando avevamo preso la macchina a Windhoek senza accorgersene!). Rinfrancati e risolto l'imprevisto proseguiamo con visitare la cittadina, prendiamo il permesso per visitare la Welsitschia drive , non tanto per la pianta enorme di 1500 anni fa quanto per la Moon landscape (paesaggio lunare) e per i licheni. La vallata è veramente bella ed il paesaggio realmente lunare ma i licheni 'ndo cazzo sono?! Abbiamo finito una bottiglia d'acqua per vederli spuntare ma non è successo niente: altro che "versate 2 gocci d'acqua e state a vedere che succede!". Altra bischerata della guida dopo quella del Bird Paradise (mia cara EDT...perdi colpi?).
La serata si conclude con una passeggiata nelle vie di Swakopmund e sul lungomare (qualcuno osa fare anche il bagno), per poi proseguire con una buona cena a base di pesce.

 

 

- 19/01/2005 Swakopmund - Cape Cross - Uis - Twyfelfontein

Forse uno dei tragitti più lunghi del nostro viaggio, circa 450 Km di cui 450 sterrati :-)
Il programma non è molto definito, sappiamo che la nostra 1^ tappa sarà Cape Cross per visitare la colonia di otarie. Abbiamo deciso di non azzardare la Skeleton coast sia per la distanza ma soprattutto per le strade che in questo periodo di piogge possono diventare impossibili da percorrere anche con un 4x4, figuriamoci con la nostra berlina. Quindi stiamo sicuri anche perchè a detta dei locali non è che ci sia differenza tra i paesaggi della Skeleton e quegli già presenti nel tratto di strada fino a Cape Cross. ed inoltre i relitti non si vedono se non con il sorvolo aereo. Lungo la costa risalendo verso Cape Cross incontriamo numerosi siti per la pesca e numerose case sulla spiaggia utilizzate per soggiorni estivi. Molte persone anche oggi sono sul mare con le canne: chissà, sarà forse lo sport nazionale?
Arriviamo puzzolentissimo Cape Cross: l'odore e impressionante come il paesaggio! Sugli scogli ci saranno migliaia e migliaia di otarie : maschi, femmine, piccoli vivi e morti ed altre migliaia e migliaia in mare. Capisco perchè è previsto l'abbattimento programmato per limitare il consumo di pesce! Dicevo che l'odore è stomachevole ed è anche dovuto dai numerosi cuccioli morti in decomposizione che ci sono sugli scogli. Si dice che 1 su 4 non supera la settimana di vita.....per la gioia degli sciacalli! Ne abbiamo incontrati diversi sulla pianura che porta al mare: sono una via di mezzo fra un lupetto ed una volpe ed il loro aspetto non è poi così brutto come può sembrare dal loro nome.

Ormai con lo stomaco rigirato dal puzzo ed assorditi dalle urla delle otarie ritorniamo verso sud per poi svoltare verso l'interno a Hentiesbaai (C35). Dopo pochissimi km lasciamo alle spalle la caligine della costa per ritrovare di nuovo il sole a picco. Dopo km e km di niente desertico arriviamo a quella che doveva essere una sosta per il pranzo: Uis. Il villaggio è desolante e siamo accolti alla pompa di benzina da un gruppetto di uomini (non ragazzi) che non troppo velatamente ci chiedono soldi, pane, caramelle, cioccolata......meno male è intervenuta la proprietaria del supermarket (bianca) che incaz...ssima ha minacciato i tipi nominando più volte "police", sennò ci lasciavano in mutande! Ingozziamo un panino e ripartiamo quindi velocemente ma lungo strada incontriamo una serie di situazioni "strane": persone che spuntano dal bordo della strada agitando bottiglie vuote e facendo segno di fermarsi, altre con ruota a terra che fanno cenni di fermarsi, gruppi di donne che agitano bamboline facendo anche loro cenno di fermarsi......ovviamente noi abbiamo tirato sempre diritto! Forse non sapremo mai se abbiamo fatto bene o male, ma di sicuro sappiamo che viaggiando in 2 non si possono rischiare situazioni potenzialmente pericolose! Lunga la strada per Twyfelfontein il paesaggio è diverso da quello che fino ad ora abbiamo percorso. Stiamo andando a nord e la vegetazione comincia ad essere più presente se non ancora rigogliosa. Gruppi di sassi enormi e lisci formano piccole montagne. La zona che stiamo attraversando è quella del Brandberg. Abbiamo deciso di non dirigerci a Khorixas forse impressionati da Uis e dalla guida che la citava come fatiscente città, così decidiamo di concederci un lusso: pernottare direttamente a Twyfelfontein al "costoso" Country Lodge. Infondo siamo o non siamo in vacanza! Il lodge è incastonato ai piedi di una "montagna" rocciosa rossastra come la ruggine, senza alcuna vegetazione se non sporadici alberi spogli abbarbicati sulla roccia nuda. L'architettura è veramente particolare è perfettamente mimetizzata tanto che ad un primo colpo d'occhio è difficile scorgere i bungalow. Ci accolgono calorosamente come se fossimo al grand hotel con tanto di facchino/portiere all'ingresso che si presta immediatamente ad illustrarci le originali pitture rupestri presenti sulle rocce usate come ingresso del lodge (originali?....boh mah!). Dopo il cocktail di benvenuto offertoci nella immensa terrazza con vista panoramica ci accingiamo a goderci l'ozio nel lusso. Prendiamo un lungo aperitivo (birra lager Tafel, buona , leggera e poco gasata) godendoci il tramonto per poi gustare per cena un'ottima bistecca do orice (non pensavamo che il caprone avesse una carte così tenera!) anche se la gentilezza dei camerieri è un pò assillante.

- 20/01/2005 Twyfelfontein - Khorixas - Outjo (km 240)

Ci svegliamo non all'alba come le altre mattine (anche se non sempre le 7.30) per raggiungere il sito con le pitture rupestri che si trova proprio vicino al lodge, quindi possiamo prendercela con calma. Le pitture si trovano a 5 Km ed arriviamo verso le 8.45, il sole è già alto ed inizia a far caldo. Il percorso tra le rocce è di circa 45 minuti e veniamo accompagnati da Charles, giovane ragazzo anche se con un inglese non proprio di oxford ma molto simpatico. Le pitture sono state realizzate 5000 anni fa dai cacciatori del posto; in passato, al contrario di ora, la zona non era desertica, c'era acqua e gli animali popolavano abbondantemente la zona. Non rimaniamo molto impressionati e ci dedichiamo con più attenzione a riprendere e fotografare gli strani alberi che troviamo lungo il percorso. Ma l'avranno fatte veramente 5000 anni fa questi disegni? Mah crediamoci.......
Riprendiamo il tragitto un pò sconsolati dalla visita (ci aspettavamo qcs di meglio) è quindi decidiamo che se questo era il sito clou' non vale la pena dirigersi verso le Organ Pipes e la Burnt Mountain. Quindi subito diretti verso Khorixas: la strada non è molto buona perchè è un pò piovuto ed in alcuni guadi c'è ancora l'acqua e bisogna stare molto attenti con la ns macchina ad attraversarli: uno in particolare mette a dura prova la mia guida ma brillantemente riusciamo a passare indenni. Khorixas non è poi così fatiscente come descrive la ns guida (siamo già a 3 mia cara EDT, molto peggio Uis), non è un capolavoro di architettura ma ci sono diverse persone lungo la strada e le loro faccie non sembrano poi così "non ospitali". Ma la miglior notizia è che la strada torna asfaltata, non nè potevamo più dalla polvere, dalle buche e con sempre il magone di rischiare una foratura.
Arriviamo quindi in un batti baleno a Outjo, c'è molta gente e facciamo una breve sosta al Backpackers che indica la guida. Ma il posto è deserto ed è sulla collina fuori città. Decidiamo quindi per una sistemazione in centro in un carinissimo hotel che è citato come il miglior posto per mangiare: L'Etosha Garten Hotel.
La camera è carina ed hanno un giardino favoloso e pure una piscina dove non manchiamo di farci un tuffo. Nel pomeriggio usciamo per cambiare i soldi e per fare un breve spuntino al centrale"Outjo Bakery", dove sgnappiamo degli ottimi sandwiches tostati e dove riusciamo anche ad inviare qualche e-mail in Italia. In serata ci ritroviamo nel bellissimo giardino per berci una birretta aspettando cena: il ristornate interno e delizioso e abbiamo gustato dei manicaretti preparati dal marito della proprietaria che si diletta in piatti tipo lo gnu bollito e il kudu con salsa di mirtilli e vino (ottimo). Purtroppo Outjo non offre nient'altro da visitare ma è solo un punto di rifornimento (supermarket e farmacie) per chi prosegue verso l'Etosha (infatti molti sono solo di passaggio). Noi cmq anche se "isolati" ci siamo goduti per mezza giornata il bel stare tra piscina e giardino in questo grazioso hotel.

21/01/2005 - Etosha Park (1° giorno)

La sveglia suona alle 7:30 stamani, dobbiamo andare al parco Etosha che dista circa 100 Km. La strada e buona, tutta asfalto, ed abituati a distanze molto più lunghe arriviamo velocemente al gate per poi proseguire verso il campo di Okaukuejo dove abbiamo prenotato dall'Italia il nostro primo pernottamento: il tempo non è meraviglioso ne approfittiamo quindi per fare un giro nel camp. I bungalows sono carini tutti con tavolino e barbeque ma noi non abbiamo l'attrezzatura adatta per cucinare una bella grigliata, peccato! C'è anche una bella piscina, il ristorante, il bar e la famosa pozza dove teoricamente dovrebbero in serata abbeverarsi gli animali. Nel frattempo il cielo si è riaperto e proviamo ad uscire per avvistare qualche animale. I primi che incontriamo sono i più facili da osservare: Sprinbok, gnu e zebre che cmq ci fanno già una bella impressione (capiremo poi che sono i più numerosi ed alla fine infatti non ci faremo più neppure caso!). Ci appaiono anche delle giraffe ma di leoni , rino ed elefanti neppure l'ombra. Rientriamo al camp, doccia poi al ristorante per un pessimo buffet (evitatelo, meglio organizzarsi per usare il barbeque). Prima di rientrare al bungalow proviamo ad andare alla famosa pozza ma gli unici animali che ci sono consistono in uno sciame di moscerini intorno alla luce che illumina a giorno la zona, uno sciacallo impaurito , qualche uccello ed un tedesco con un'attrezzatura fotografica da paura (1 ora per montarla, 1 minuto per rendersi conto che non c'era niente da fotografare ed 1 ora per smontarla).
Devo dire che il tramonto che ci siamo goduti prima di cena è stato veramente bello. A nanna presto, domani mattina usciremo all'apertura del cancello per provare qualche avvistamento più difficile.

22/01/2005 - Etosha Park (2° giorno) / Okaukuejo - Halali

Partiamo alle 6.30 pochi minuti dopo l'apertura del gate (3 o 4 macchine ci fanno fregato per poco!) ma dopo pochi km l'occhio fulmineo anche se un pò assonato dell'Ilaria vede muoversi tra le sterpaglie una leonessa: STOP! E' panico "prendi la telecamera", "prendi il binocolo", "la macchina fotografica dovè, svelta!".....è l'adrenalina che ci eccita. Osservando bene non c'è solo la leonessa: 2, 3, 5, 8.........alla fine sono una decina di cui due leoni, fermi immobili tra la vegetazione ad osservare un gruppo di Sprinbok ingenui ed incoscienti del pericolo. Uno spettacolo! E' che soddisfazione ad essere stati i primi a fare l'avvistamento, nel frattempo sono arrivate altre 5 macchine in coda a noi! Osserviamo attentamente per circa un'ora e soddisfatti abbandoniamo lo spettacolo; avanti i prossimi!
Forse soddisfatti dall'avvistamento mattutino arriviamo al campo di Halali verso le 10:00 e ne approfittiamo per fare il bucato e rilassarci un pò con tanto di bagno i piscina. Inutile uscire tra le 10 e le 17, con questo caldo gli animali non escono allo scoperto, se ne stanno rintanati al fresco, nella fitta vegetazione rigogliosa del periodo, magari anche con la pozzetta d'acqua sotto il muso.
Scopriremo infatti solo in seguito che questo non è il periodo ideale per i facili avvistamenti: viste le numerose precipitazioni la vegetazione è al massimo e le pozze d'acqua sono abbondanti, quindi tutta la fauna ovviamente si sparpaglia per tutto il parco senza mai aver bisogno di ricorrere alle pozze d'acqua perenni per abbeverarsi. Quindi tutto quello che viene avvistato è dovuto alla fortuna e alla bravura di addentrarsi per strade minori sapendo aspettare il momento giusto a differenza di chi visita il parco nella stagione secca (Luglio-Agosto): basta piazzarsi in corrispondenza di una delle pozze perenni, al tramonto o all'alba, ed aspettare. Inoltre la vegetazione fa' la differenza: certo la bassa e secca vegetazione permette avvistamenti ancora più semplici anche se immersi nella polvere perenne ma il verde lussureggiante e la pulizia dell'aria attrae in questo periodo i veri amanti dell'Africa (a discapito però del numero di animali visti).
Il pomeriggio trascorre lentamente e pigramente, prima di cena facciamo un salto alla pozza (anche qui ne hanno una illuminata a giorno) ma anche questa volta non c'è l'ombra di animali, solo un falso avvistamento di un ragazzo tedesco che dice di aver visto un leopardo invece erano solo gli effetti della Tafel! Cena pessima al ristorante deserto del camp (mi raccomando attrezzatevi per il barbeque!) e a letto presto.

23/01/2005 - Etosha Park - Windhoek

Sveglia all'alba anche oggi, usciamo per secondi dal gate e l'inno della giornata e "Rino, Rino, Rino". Il sole stà già salendo ma del nostro ultimo animale da avvistare nessuna traccia, i Km passano e davanti a noi solo Sprinbok, gnu, zebre e giraffe. Tutto sembra deludere le nostre aspettative ed invece: il Rino ci taglia la strada! L'emozione è grande anche questa volta è uno solo e non sappiamo se bianco o nero, ci avviciniamo piano piano. Se ne stà al lato della strada, nella vegetazione e riusciamo perfino a sentire il rumore della sua masticata! E' un rino bianco ed è paurosamente vicino a noi, resto quindi con il motore acceso e marcia innestata......ma ripensandoci a freddo era più la sua paura che la nostra!
Ci godiamo per un pò lo spettacolo po lo salutiamo per riprendere la marcia a passo spedito verso l'uscita: siamo già soddisfatti!
Arriviamo a Windhoek dopo la bellezza di 650 Km tutti tirati e solo una breve sosta per il lavaggio dell'auto ad Okahandja. Troviamo subito l'ostello (sembra più un hotel dato che abbiamo una doppia con TV e bagno/doccia in camera), rinfrescata e usciamo per fare un giro.
La città è deserta, è Domenica ed i negozi sono tutti chiusi, per le strade non c'è anima viva, solo nel parco qualche persona a frescheggiare. E' desolante girare per le strade vuote e torniamo quindi in ostello dove rimarremo anche a cena da soli (purtroppo anche i 2 o 3 ristoranti consigliati dalla guida sono chiusi per ferie)!

24/01/2005 Windhoek - Johannesburg - Sabie

Ore 5:00 suona la sveglia, dobbiamo andare all'aereoporto, abbiamo il volo alle 8:50 ma dobbiamo riconsegnare l'auto. Anche stamani vediamo l'alba e la vita della città che inizia: arrivano i primi impiegati, i negozi iniziano ad aprire, arrivano i viaggiatori. Consegnamo il veicolo alla Herz facendoli presente l'inconveniente della ruota di scorta, loro se ne fregano anzi ci fanno pagare 30N$ di benzina (c'era già il pieno!) e 5 N$ per gli stampati!!! Che rabbia.
Il volo è tranquillo anche se per Lorenzo è tutt'altro, del resto come si fa' a far capire ad uno che ha paura di volare che un volo è andato liscio come l'olio? Arriviamo nel caos dell'aereoporto di Johannesburg dove frettolosamente sia per la paura di essere derubati (terrorismo psicologico della guida) che per la fretta di ritirare l'auto, abbiamo cambiato i soldi e ritirato la nostra Toyota Corolla rigorosamente bianca che ci accompagnerà per il nostro soggiorno in Sud Africa. Uscire dalla zona dell'aereoporto è un'impresa ardua, 25.000 cartelli sconosciuti con 25.000 indicazioni, cmq ce l'abbiamo fatta abbastanza bene.
Abbiamo deciso di spostarci direttamente nella regione dell'Mpumalanga e dopo 450 Km siamo approdati a Sabie, tranquilla cittadina sui monti fitti di foreste di eucalipti e prati: sembra di essere alla Consuma! L'alloggio è veramente carino: Wayfarers Guest House gestita da una coppia, estremamente cordiali e disponibili....lui Sergio parla perfino un pò di italiano e poi è un personaggio pieno di consigli!
La cittadina è già vuota, tutti a casa e negozi chiusi e sono solo le 17.30. Per cena andiamo ad un ristorantino consigliato da Sergino nostro il "Country Kitchen" dove gustiamo il carpaccio di Springbok con pere arrostite ed insalata, funghi con formaggio e aglio e struzzo in salsa: ottimo!

25/01/2005 Sabie -God's window, Blyde River Canyon

 

Sveglia alle 8:00 ed ottima colazione con una freschissima insalata di frutta. Sergio ci dà i consigli su come impiegare la nostra prima giornata (abbiamo deciso di fermarci 2 giorni): subito God's Window ed altri 2 punti panoramici poi il canyon. Purtroppo il tempo non è bello e dalla "finestra" non si vede altro che nebbia. Ci spostiamo quindi al Blyde River C. ma anche qui la situazione non migliora e ci impedisce di goderci il panorama. Depressi riprendiamo la macchina scendiamo a valle per un pò di Km alla ricerca di un posto segnalatoci sulla mappa da Sergio ma non avendolo trovato ritorniamo indietro: sono già le 12.00, la temperatura stà salendo......stai a vedere che anche la nebbia fa' anche qui la stessa cosa. Torniamo quindi di nuovo al punto di osservazione del canyon............il panorama è stupendo! Non c'è il sole ma riusciamo a vedere il fondo con il fiume e le Three Rondavels....proprio come me l'ho immaginavo avendolo visto e rivisto decine di volte su guide e libri! Riprendendo la strada per Sabie ci fermiamo a delle cascate che non ci entusiamano ma che ci costano 3 Euro a testa: proprio sprecate! A Graskop (la God's Window è ancora nuvolosa) ci fermiamo per gustarci i pancake che non è pane come pensavo, ma sono delle creppone ripiene do ogni cosa: papposissime!
Lungo la strada di rientro a Sabie sono due le cose che ci colpiscono: i campi di gigli bianchi profumatissimi e bellissimi nel loro candore e nella loro moltitudine e gli insediamenti di case delle persone di colore di Sabie: c'è ne sono infatti due, quella residenziale con negozi, ristoranti, B&B, con le case anzi le villette con i giardini fioriti e l'erba tagliata e la Kleine Sabie con case piccole tutte uguali tipo prefabbricati. Queste persone sono cmq fortunate: qui il lavoro non manca grazie alle foreste ed il legname che ne viene ricavato.
Cena come d'obbligo al Country Kitchen ma con struzzo e agnello all'indiana.

26/01/2005 Sabie - Pilgrim Rest - Hazeyview

Salutiamo Sergio e sua moglie dopo colazione e con calma verso le 9.00 (piove e nella nottata c'è stato un violento temporale con tuoni e lampi) andiamo a Pilgrim Rest, villaggio museo dove nel 1800 hanno trovato la prima miniera d'oro del Sud Africa. Le case sono in stile, come la banca e l'ufficio postale.....sembra di essere nella "Casa nella prateria".
Ci sono 3 musei, la tipografia, una casa e un bazar. Quest'ultimo è proprio uguale a quello nel telefilm!
Verso le 12:00 ci spostiamo verso il GAte del Kruger e cerchiamo da dormire a Hazeywiev dove non ci sono altro che centri commerciali. Troviamo da dormire in un'ostello spartano gestito da una coppia (bianca), con tanto di teca con 2 serpiciattole, 3 cani, tante magliette al soffitto e foto alle pareti. La giornata scorre male (purtroppo siamo in anticipo, la nostra prenotazione al Kruger parte da domani) tra pizza (finalmente! è buona anche quella sudafricana) e pisolini. Non c'è altro da fare, pensavamo di fare la spesa ma alle 18:00 la città e deserta ed i negozi rigorosamente chiusi! Voglia di lavorare...........

27-28-29/01/2005 Kruger Park

Lasciamo di buon ora l'ostello per entrare nel parco dove pernotteremo per 3 notti. Durante il tragitto per il camp di Lower Sabie non abbiamo fatto nessun avvistamento tranne le solite giraffe, zebre ed impala. Il Kruger però ha una vegetazione ben più rigogliosa dell'Etosha il che rende i panorami più vari ma più difficili gli avvistamenti. Ci sono poi una quantità di uccelli dai colori più disparati e dai suoni più diversi. Arriviamo al campo e ci sistemiamo nel bungalow con il pisolino ristoratore.
Verso le 16:00 riusciamo per un paio di ore e la serata è più proficua: avvistiamo infatti 3 rino neri ed un elefante. Per cena Lorenzo non mi dà retta (volevo fare il barbeque) e si deve accontentare di pane e formaggio (il take-way è chiuso e c'è solo il ristorante ma con loro abbiamo chiuso dopo quegli dell'Etosha).

Il secondo giorno: Sveglia alle 5:00, vogliamo uscire presto per avvistare qualche predatore ed il tragitto per Olifand Camp è molto lungo (150 Km alla media di 40 km/h fanno quasi 5 ore di viaggio). E' ancora buio pesto ed è forse per quello che non vediamo niente ma con il passare delle ore la cosa non migliora.........niente predatori ma tanti elefanti, bufali, zebre, giraffe etc etc....ed un buffo uccello che si mette in posa mentre lo riprendiamo.
Arriviamo al camp che si trova sulle pendici di una collina con vista panoramica sul fiume Olifand: è veramente bello, anche il bungalow è molto carino con tanto di veranda, tavolino e sedie. Questa sera faremo sicuramente il braai ci siamo attrezzati comprando carne, brace, accendi fiamma etc. Solito pisolino ristoratore e poi gita pomeridiana. Gli avvistamenti non si sprecano ma in questa zona ci sono anche tanti hippo nei numerosi fiumi. Alla sera il barbeque viene benone peccato che il caldo è insopportabile!

Il terzo giorno: Ieri c'è bastato svegliarsi alle 5:00, decidiamo che le 6:00 sia già troppo presto, se poi i leoni non ci sono.....pace! Lungo la strada per Skukuza (150 km) l'avvistamento più interessante è una iena che in lontananza ci attraversa la strada e sparisce fra i cespugli. Poi il niente.......(sempre elefanti, giraffe, zebre etc comunque). Skukuza è un camp molto organizzato, simile ad una cittadina, con banca, medico, dentista, ufficio postale. C'è chi pensa perfino di chiamarla "capitale" del Kruger, però gli alloggi sono carini ed organizzati bene, in quelli economici come il nostro c'è una veranda chiusa, attrezzata a cucinotto. Nel pomeriggio facciamo un pò di sano shopping per qualche regalo ed usciamo un'oretta. Niente leoni, ghepardi o leopardi! Oramai puntiamo ad avvistarli al Chobe.
La cena viene ottima: oggi c'è ventilazione e ce la godiamo con tanto di caffè fatto sulla brace!

 

30/01/2005 Skukuza - Johannesburg

Lasciamo il Kruger di buon ora per dirigerci verso il Numbbi Gate (ovviamente senza nessun avvistamento particolare). La strada che ci riporterà a Jo'burg attraversa diversi villaggi e verdi montagne. Troviamo molta gente a piedi, persino in quella che è un'autostrada!
Arriviamo a Jo'burg e abbastanza facilmente troviamo il nostro albergo. Staremo lì tutto il resto della giornata perchè si dice che la città è inavvicinabile data la sua estrema pericolosità! Noi ci siamo addirittura premuniti per evitare scippi, mettendosi tutti i valori a mo' di parastinchi nei calzini! Forse poi non sarà così ma la guida, le persone che abbiamo incontrato e il mio sesto senso ci dicono di evitare rischi. Purtroppo sono solo le 14:00 e dobbiamo arrivare a domani chiusi in una stanza di un albergo a sua volta modello bunker: che pizza! Guardiamo un film in inglese e ci "gustiamo" una pizza consegnataci in hotel.

31/01/2005 Johannesburg - Victoria Falls

Abbiamo l'aereo alle 9:45 ma come sempre arriviamo troppo presto in aereoporto! Circa 3 ore prima dell'ora della partenza, avevamo calcolato male i tempi per arrivare al car rental e consegnare la macchina! Noiosamente scorrono i minuti nella sala di attesa intervallati da caffè, sigarette e un pò di shopping. Lorenzo come sempre è "tavorizzato" e non è di molta conversazione.
Il volo è breve ma molto traballante. Dall'alto si vede già la nuvola d'acqua che alzano le cascate: magnifico!
Il nostro albergo è un colosso molto pacchiano con tanto di statue all'ingresso, aquile ai cancelli e casinò! Ci sistemano in camera spaziosa con terrazza sul giardino che circonda la piscina, con laghetti, rane e babbuini!! Il tutto, anche se molto falso e pacchiano, ci appaga anche perchè sono 2 settimane che fatichiamo e quindi quest'ultimi 5 giorni tra Victoria Falls e il Chobe, che sono stati organizzati in tutto e per tutto dall'Italia, INTENDIAMO GODERCELA ALLA GRANDE!!
E' tardi per andare alle cascate, facciamo quindi un giro nella cittadina; ci hanno detto essere sicura ma ci sono molti venditori insistenti, molti che chiedono di cambiare i soldi al cambio-nero, molti mendicanti.......non c'è tanto da vedere se non i numerosi negozi di curios che noi giriamo in lungo ed in largo alla ricerca del famoso battik che tanto vogliamo! Non troviamo gran ché, hanno solo statue di tutti i generi e battik di scarso valore e di pessimo gusto. Solo un negozio o due ci attirano: ci penseremo........
Facciamo un tuffo nella bella piscina dell'albergo e poi rientriamo in camera: stasera andiamo a cena al "Boma", un locale suggerito dalla guida. Il transfer arriva a prenderci alle 20:00 e dopo una decina di minuti in una strada buia nel bosco arriviamo al locale che sembra essere deserto.......invece è pieno di turisti!
Sono tutti tavoli in un ambiente semi-circolare, coperto dal classico tetto di paglia. Ci sono già dei ballerini che danzano e cantano. La cena si sviluppa come un buffet ma è carino il contesto in cui è servita: zuppiere, piatti di legno e poi la musica coinvolgente con tanti bonghi da poter suonare insieme ai musicisti. Il buffet prevede tante insalate, una zuppa di verdura piccante e poi le portate di carne: agnello, kudu, bufalo e infine il "MOPANE". Sono dei bruchi neri cotti nella brace che noi temerari assaggiamo con tanto di rilascio di certificato! Il facocero è una sorpresa, molto simile al maiale è veramente buono!

01/02/2005 Victoria Falls

La mattina visita alle cascate. Prezzo d'ingresso salatissimo (20 Euro a persona!) ma lo spettacolo si sà è unico al mondo.
Il fragore dell'acqua che si infrange dopo 100 mt di caduta si sente da qualche km di distanza e la nube d'acqua sollevata và oltre i 300 mt di altezza. In questo periodo di piogge quindi la portata è al massimo quindi si può apprezzare in pieno la potenza di questo luogo. Certo che la nebbia di acqua non permette una visione totale del fronte della cascata (solo dall'elicottero), si procede ad ammirarla a scorci dai vari punti di osservazione posti lungo il percorso ma resta cmq impressionante. Certo per godersi la veduta ci vorrebbe meno acqua (quindi visitarla in Agosto durante la stagione secca) però d'altro canto si perderebbe l'effetto della potenza.

Come si può vedere dalla fotografia la doccia a gratis è garantita, quindi premunirsi con ombrelli e impermeabili per evitare di inzupparsi d'acqua (facendo attenzione agli apparecchi fotografici).
Spettacolare poi qualche punto di osservazione a strapiombo sulla gola con tanto di pietre liscie da dove sporgersi modello "sgusc", per la serie prima o poi qualcuno scivola e passa di sotto!

Dopo pranzo torniamo alla carica per il nostro battik e finalmente lo troviamo: bellissimo, dipinto a mano lo acquistiamo nel miglior negozio della cittadina; i vari curios e il mercato sono decisamente da scartare se si cerca qualcosa di veramente e unico e non solamente stampato su una tela. Soddisfatti ci godiamo il resto del pomeriggio in piscina al calduccio del 32° gradi (pensare che è il 1° di Febbraio e in Italia si bubbola di freddo!), nel pieno relax, scambiando qualche parola di italiano con una comitiva di Roma.

02/01/2005 Victoria Falls - Chobe (Botswana)

Il transfer a metà mattinata ci porterà a 100 Km circa, passando la frontiera tra il "povero" Zimbawe è il "moderno" Botswana (il passaggio alla dogana è da goderselo per notare la differenza tra gli uffici e gli impiegati di uno e dell'altro stato). Destinazione il bellissimo Chobe Safari Lodge in riva al fiume Chobe ed accanto all'ingresso per il paro omonimo. La nostra camera è forse la più bella di tutto il viaggio con vista sul giardino che finisce nel fiume (un cartello avverte di stare attenti di notte ai "cocco" che si avventurano nel prato). Per il resto tutta la struttura è impeccabile, in stile africano, con piscina, ristorante con terrazza sul fiume. Sarò ripetitivo ma anche a costo di sembrare come il classico turista comodone (cosa che normalmente non mi si addice affatto) il confort offerto in questi ultimi giorni non si può rifiutare. Nel pomeriggio prima escursione in barca sul fiume per ammirare finalmente qualche bel "cocco", "hippo" e finalmente gruppi di elefanti a sfare che con i cuccioli dietro si approssimano alla riva per godersi un bel bagno.
La cena nella terrazza del ristorante a lume di candela poi incornicia questa nostra giornata. A nanna presto perchè domani mattina alle 5:30 si parte per il safari.

03-04/01/2005 Chobe

Questi due giorni non sono frenetici ma ben organizzati con escursioni all'alba e al tramonto, sia con navigazione sul Chobe sia con Safari all'interno del parco. Purtroppo l'augurio del nostro Alberto (proprietario della ns agenzia di fiducia Mobiltravel) "qui i leoni ti sbattono negli sportelli della macchina" non si avvera (solito discorso, stagione delle piogge, tanta acqua sparsa per il parco e tanta vegetazione in cui nascondersi) quindi rimaniamo a secco di felini ma d'altro canto...............il posto dei leoni lo hanno preso gli elefanti. In certi momenti della giornata soprattutto al tramonto sbucano dalla vegetazione famiglie intere, ce ne sono a centinaia, talmente tanti che in qualche situazione siamo circondati e anche il ns driver ha qualche problema a venirne fuori senza fargli innervosire (per la serie se l'elefante si incazza e ti carica non c'è rover che tenga). Infine grande soddisfazione per il sottoscritto nell'aver avvistato l'unica iena nell'arco della settimana per la felicità anche di chi in quel momento era con noi sul rover (ho buggerato anche la ns guida che c'è rimasta un pò male).
Il nostro soggiorno poi diventa indimenticabile pensando alle colazioni delle 9:00 dopo le 3 ore di safari (non si è mai visto l'Ilaria farsi di prima mattina frittata, bacon e salsicce mentre il sottoscritto passava direttamente ad agnello e kudu a sugo!) ai tramonti goduti in riva al fiume e soprattutto al sano ritmo di vita africano che ti rimette al mondo ed in salute, riportando a nuovo il tuo bioritmo che normalmente in Italia è sempre fuori giri.

05/01/2005 Chobe - Victoria Falls -Johannesburg - Francoforte

E siamo arrivati alla fine.
Dopo 3 splendide settimane di vacanze in lungo e largo nell'Africa del sud siamo costretti a rientrare nel nostro tram tram quotidiano, proprio adesso che eravamo diventati tutt'uno ed in perfetta sintonia con l'ambiente di qui. E' un vero peccato!
Pensare poi che in solo 24 ore saremo "catapultati" di nuovo a Victoria Falls per imbarcarsi per Jo'burg e da lì ridiretti subito in tromba a Francoforte e senza poter prendere fiato di nuovo a Firenze.........minchia, questo viaggetto di trasferimento ma quando ci passa!
In effetti dover stare a strasciconi per 1 giorno intero tra aerei ed aereoporti non è così salutare anche se a questo punto c'è anche il desiderio di tornare a casina nostra che ci dà l'ultima carica di energia e un pò ci rincuora sapendo di dover salutare questa parte di mondo (per ora.............). Anche lo spirito con cui prendo i miei ultimi aerei è diverso: o la và o la spacca mi dico, e dopo questi basta per un bel pò (pensare che ho avuto il coraggio e la sfrontatezza di sbirciare la web cam dell'aereo dal timone di coda in fase di decollo...che pazzo che sono a farmi del male così). Atterrato a Firenze, la mia euforia si trasforma in nausea e manca poco che non vomiti con aeromobile parcheggiato e spento ed ovviamente non poteva mancare il mio classico bacio a terra a mo' di Papa.


Ah....dimenticavo un piccolo consiglio: se dovete portare qualche regalo ad amici e parenti aspettate il duty free dell'aereoporto di Jo'burg. Anche se non vi può sembrare caratteristico lì trovate gli stessi identici oggetti del mercatino di curios seminascosto nella foresta e magari con più ampia scelta di modelli. A discapito di questo invece tenete presente che è meglio comprare dal piccolo negoziante (meglio i soldi a lui che al proprietario dell'Africa Store in quel dell'aereoporto) magari anche contrattando ed in ogni caso se trovate qualsiasi cosa che vi piace non fatevela scappare e compratela subito anche perchè è molto probabile che non la ritroviate più nel proseguo del viaggio.

 

 

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