Mini corso pratico di Fotografia

L'Attrezzatura Fotografica

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Fotocamere e obiettivi

Basta dare una rapida occhiata alla vetrina di un qualsiasi negozio di fotografo per avere una pallida idea della quantità e varietà di strumenti che il mercato mette a disposizione di coloro che decidono di cimentarsi in quest'arte.

Chi è pratico di fotografia sa esattamente cosa desidera e cosa acquistare. Chi è alle prime armi si può trovare frastornato da un'esposizione così abbondante di attrezzature e dalle continue proposte di novità.

Cerchiamo, quindi, di capire le differenze tra i vari modelli e l'impiego degli strumenti principali.

Un primo parametro di distinzione degli apparecchi fotografici è dato dal formato della pellicola che utilizzano, poi seguono: il tipo di visione (reflex o no), il tipo di esposimetro, gli automatismi incorporati ecc.

 

Gli apparecchi di grande formato

Sono macchine fotografiche professionali, montano pellicole piane (quindi niente rullini), fornite in fogli singoli e di misura considerevole: cm. 18x24, 13x18, 9x12.

Questi negativi consentono una nitidezza estrema e una capacità di ingrandimento veramente notevole.

L'utilizzo di queste macchine, sempre molto ingombranti e costose, è generalmente legato alle riprese in studio per foto pubblicitarie oppure a riprese esterne soprattutto in campo architettonico.

Sono anche denominate a banco ottico in quanto l'obiettivo e il piano focale sono montati su una rotaia che ne consente lo spostamento in tutte le direzioni.

Questa possibilità di spostamento permette di compensare alcune imperfezioni ottiche e a controllare in modo egregio la profondità di campo.

 

Gli apparecchi di medio formato

Anche queste macchine sono normalmente riservate a un uso professionale (foto pubblicitarie, servizi fotografici di matrimoni o altre cerimonie, ritratti in studio ecc.). Per molti anni sono state impiegate anche in servizi giornalistici e reportage.

Montano pellicole in rullo (formato 120) che possono fornire negativi di dimensioni 6x9, 6x7, 6x6, 6x4,5.

A livello amatoriale le macchine di questo formato sono quasi scomparse. Erano biottiche (cioè con un obiettivo per la visione ed uno diverso per la ripresa) chiamate anche false reflex. Resistono solamente alcune reflex vere impiegate professionalmente e dal costo elevato. Sono ad ottica intercambiabile e con un dorso porta-pellicole anch'esso intercambiabile. Cioè, il dorso porta rullino si può staccare in qualsiasi momento e sostituirlo con un altro sul quale è stata montata una diversa pellicola. Questo permette di poter alternare riprese con pellicola a colori, con pellicola in bianco e nero o pellicola per diapositive.

 

Le fotocamere di piccolo formato

Il grande sviluppo della tecnica moderna ha consentito la produzione di pellicole di piccolo formato (35 mm.) che forniscono negativi di mm. 24x36 dalle grandi prestazioni.

Con queste pellicole a disposizione anche le fotocamere si sono adeguate. Sono diventate più compatte, più maneggevoli, hanno acquistato una maggiore perfezione e una buona operabilità anche in condizioni estreme.

La vasta gamma oggi presente sul mercato le ha rese tra le più diffuse sia in campo amatoriale che in quello professionale.

I normali apparecchi montano un mirino galileiano come sistema di visione. L'immagine vista nel mirino, attraverso una serie di lenti e specchi, è la stessa vista dall'occhio ma differisce da quanto viene registrato dall'obiettivo perché questi ha un angolo diverso di visione. La differenza tra immagine inquadrata e immagine impressionata sulla pellicola viene chiamata errore di parallasse.

Al centro del mirino troviamo, di solito, un cerchietto che serve per la messa a fuoco. é il telemetro. Ruotando la ghiera delle distanze l'immagine presente nel circoletto si mette a fuoco. Il mirino delle fotocamere reflex è più sofisticato. Attraverso la presenza di un prisma raddrizzatore e di uno specchio mobile l'immagine vista è esattamente quella che l'obiettivo inquadra. La fotografia che ne risulta è quindi identica a quanto inquadrato.

Le numerose versioni di macchine fotografiche a 35 mm. presentano vari automatismi.

Le fotocamere classiche manuali sono adatte a risolvere qualunque problema. Tutti i valori vengono impostati manualmente e la buona fotografia sarà il risultato dell'abilità e della esperienza del fotografo. I migliori risultati, quelli più creativi, si ottengono con queste macchine.

Le automatiche hanno una serie di automatismi che consentono di scattare foto senza impostare alcun valore: tempi di scatto, diaframmi, messa a fuoco, tutto è automatico. Nelle versioni più sofisticate i valori sono controllati da un piccolo computer. Al fotografo non resta che inquadrare e scattare.

Anche l'operazione di caricamento e trascinamento della pellicola avviene automaticamente, per mezzo di un motorino elettrico, o winder, ausiliario.

Il computer controlla ed aziona anche uno o più lampeggiatori.

Vi sono versioni automatiche che possiedono un dispositivo che le trasforma in manuali.

Un altro aspetto delle 35 mm. è l'intercambiabilità degli obiettivi. La possibilità, cioè, di sostituire l'obiettivo normale con un grandangolo o un teleobiettivo ecc.

 

Le fotocamere mini

Queste fotocamere montano caricatori speciali con pellicola di formato 110, che fornisce negativi di 13x17 mm.

Questi apparecchi non possiedono alcun dispositivo di controllo, solamente il pulsante di scatto.

Possono andare bene per foto ricordo, senza particolari pretese. Semplicissime da usare sono utili a coloro che desiderano qualche istantanea, pur essendo completamente a digiuno di tecnica fotografica.

Un altro difetto di queste macchine è che il negativo molto piccolo non consente di poter avere forti ingrandimenti nella fase di stampa.

 

Le fotocamere a stampa immediata

Queste apparecchiature, che utilizzano pellicole a sviluppo-stampa istantaneo (tipo Polaroid, per intenderci) sono completamente automatiche (senza impostazione di tempi, diaframma ecc.) e forniscono stampe di qualità apprezzabile.

Lo svantaggio di queste pellicole è che sono ancora abbastanza costose e che non è possibile ingrandire l'immagine stampata.

Col tempo i colori di queste fotografie sbiadiscono e non è, naturalmente, disponibile un negativo per duplicarle.

Queste macchine possono servire ai professionisti, o ai dilettanti evoluti, per effettuare stampe di prova, per verificare una particolare inquadratura e procedere in un secondo tempo alla realizzazione di una immagine definitiva mediante una reflex.

Da qualche anno sono apparse sul mercato macchine particolari che utilizzano caricatori di pellicola a disco, a mezzo formato ecc. oppure sono "usa e getta", cioè si cambia la fotocamera quando il rullino ha esaurito tutte le pose. Sono trovate pubblicitarie e di mercato che non prenderemo in considerazione. Un amatore appena un po' evoluto ha bisogno di un'attrezzatura più consistente e collaudata.

Gli obiettivi

Le macchine fotografiche a ottica fissa vengono, naturalmente, fornite con un obiettivo normale standard. Il problema della scelta degli obiettivi riguarda invece le fotocamere reflex a ottica intercambiabile. Quelle camere, cioè, dove è materialmente possibile sostituire gli obiettivi a seconda delle esigenze operative.

Obiettivo normale (standard)

Sono quegli obiettivi che hanno una lunghezza focale (la distanza tra il centro ottico di un obiettivo e il piano focale di una fotocamera) che si avvicina alla misura della diagonale del formato-pellicola con la quale operano.

In pratica: una pellicola con negativo di mm. 24x36 ha una diagonale di mm. 43. L'obiettivo adatto pertanto è un 43 mm.

Comunque, nel caso di queste pellicole normalmente si considera standard anche un obiettivo di 50 mm. perché è la misura che più si avvicina alla realtà della visione dell'occhio umano.

é l'obiettivo più usato in assoluto e consente di riprendere qualsiasi cosa.

Grandangolare

Nel caso dei grandangolari la lunghezza focale è inferiore alla misura della diagonale del negativo. Questo fa sì che l'angolo di campo si allarga e quindi è possibile riprendere spazi più ampi.

Il vero grandangolo ha una lunghezza focale di 24 o di 28 mm. Vi sono poi quelli moderati (focale 35 mm., è il più usato perché è quello che crea minori problemi di ripresa) e quelli spinti (focale 21 e 13 mm.)

Non sono obiettivi facili da usare perché creano distorsioni soprattutto nelle immagini riprese da vicino.

Il loro impiego naturale è la ripresa di ampi spazi in foto di paesaggio o in foto architettoniche.

Teleobiettivo

Ha la lunghezza focale superiore alla diagonale del negativo utilizzato. In questo caso l'angolo di campo risulta più ristretto del normale, cioè in una ripresa è minore lo spazio che possiamo inserire nel fotogramma.

In pratica succede che pur rimanendo fisso il punto di ripresa, il soggetto ritratto si presenta più grande.

Sono molto usati, per quell'effetto di "primo piano" che riescono a creare, sono anche meno difficoltosi nell'utilizzo anche se è necessario avere una maggiore accuratezza nella messa a fuoco.

Infatti il teleobiettivo toglie la prospettiva, appiattisce la profondità di campo.

A seconda della loro lunghezza di focale li possiamo distinguere in: teleobiettivi a lungo fuoco (con focale di mm. 80, 105 e 135) molto usati nei ritratti. Teleobiettivi a medio fuoco (con focale comprese tra i 135 mm. e i 300 mm.) usati per le riprese sportive. E teleobiettivi veri e propri (fino a 2000 mm. di focale) usati per i fotosafari o in particolari settori del fotogiornalismo (per la ripresa di VIP non avvicinabili altrimenti o per "foto carpite" dei personaggi della cronaca). Questi ultimi sono piuttosto difficoltosi da manovrare.

Nel campo dei teleobiettivi possiamo annoverare gli zoom, cioè a focale variabile (i più usati sono il 35/80 mm. e il 35/100 mm.).

Gli zoom sono nati per ragioni molto pratiche: ridurre il peso e la quantità di attrezzatura da portarsi al seguito).

La qualità delle riprese effettuate con degli zoom non è però paragonabile a quella effettuata con obiettivi singoli.

Macro

Sono obiettivi che servono nella ripresa di oggetti molto piccoli.

Generalmente sono poco utilizzati in campo amatoriale, sono difficili da usare e abbastanza costosi.

 

Esistono poi alcuni tipi di obiettivi molto speciali catadiotrici, fish-eye ecc. il cui utilizzo è riservato a particolari tipi di ripresa. Sono generalmente costosi e poco utili all'amatore.

 

Gli accessori

Gli accessori sono quelle attrezzature che permettono di fotografare in particolari condizioni (lampeggiatori, cavalletti ecc.) oppure di realizzare fotografie creative, elaborate (filtri, lenti addizionali ecc.).

Per la ripresa di immagini normali, in condizioni generali di luce normale, questa strumentazione non è indispensabile.

Si possono fare ottime fotografie senza ricorrere a particolari mezzi ausiliari. Anzi, alcuni fotografi di fama vedono, nell'impiego di questi accessori, una manipolazione della fotografia stessa e giudicano negativamente il risultato ottenuto.

Il fotoamatore tende invece, dopo aver preso confidenza con la macchina fotografica, a sovraccaricarsi un'attrezzatura pesante, ingombrante e costosa.

Il cavalletto

Viene impiegato quando le condizioni di luce sono critiche ed è necessario effettuare la ripresa utilizzando valori bassi di velocità di otturazione.

Fino a valori dell'ordine di 1/60 o 1/30 la fotografia risulterà ancora nitida, con l'immagine a fuoco, e ben ferma. Con valori di otturazione inferiore l'immagine risulterà mossa perché la pellicola registrerà anche i minimi movimenti spontanei della mano che sorregge la macchina fotografica.

Per fotografare in queste condizioni è necessario posizionare la fotocamera su un appoggio ben saldo. Può essere sufficiente utilizzare il tetto di un'auto, un muretto, un tavolo ecc., oppure bisogna ricorrere al cavalletto.

Desidero ricordare che la velocità di otturazione viene influenzata dalla sensibilità della pellicola che si utilizza. Quindi un primo accorgimento è quello di scegliere, in condizioni critiche, una pellicola molto sensibile.

In commercio vi sono vari modelli di cavalletti: da studio, portatili, a treppiede o ad asta di sostegno unica, con la testa rotante, con le gambe telescopiche ecc.

Il fotoamatore potrà scegliere il modello che più soddisfa le proprie esigenze.

Personalmente non utilizzo mai il cavalletto ma cerco punti di appoggio presenti naturalmente sul luogo. Preferisco "viaggiare leggero" (questo vale anche per tutti gli altri accessori), non trascinarmi dietro chili di attrezzatura e a perdere tempo per montare e impostare tutti i vari aggeggi.

Tante volte si perdono delle belle occasioni per scattare fotografie interessanti solamente perché non si è riusciti a predisporre in tempo tutta l'attrezzatura a disposizione.

I lampeggiatori

Sono fonti supplementari di luce e servono a vari scopi. Generalmente si utilizzano quando la luce ambiente non è sufficiente oppure per schiarire le ombre sul soggetto da ritrarre.

Le caratteristiche della luce fornita da un lampeggiatore sono: la potenza del lampo, la durata, la temperatura di colore della luce, il tempo di ricarica.

La potenza del lampeggiatore viene calcolata in base alla sensibilità della pellicola utilizzata e si esprime con un numero guida. Su una tabella posta sul dorso del lampeggiatore possiamo leggere i valori standard che dovranno essere impostati manualmente: apertura diaframma e distanza del soggetto da ritrarre. La velocità di otturazione invece viene impostata automaticamente dalla macchina fotografica. Sulla ghiera dei tempi vi è una posizione appositamente dedicata alle foto con lampeggiatore.

La maggior parte dei moderni lampeggiatori elettronici oggi in commercio è dotata di un computer che regola automaticamente la potenza del lampo una volta impostato il valore DIN della pellicola, senza ulteriori impostazioni manuali.

Anche per i lampeggiatori manuali il calcolo per l'impostazione dei valori risulta molto semplice. Facciamo un esempio: abbiamo un lampeggiatore con numero guida 22 e un soggetto da riprendere distante 4 metri. Dividiamo il numero guida per la distanza in metri: 22:4= 5,5. Il risultato è il valore di impostazione del diaframma. Quindi imposteremo la distanza a 4 m. e il diaframma a 5,6 (il valore più prossimo che troviamo sulla ghiera).

La durata del lampo generalmente è di circa 1/1000 di secondo. Nei modelli più sofisticati e controllati da computer può arrivare anche a 1/50.000 di secondo. Qualsiasi lampeggiatore moderno è sufficiente per le esigenze amatoriali anche le più sofisticate.

Il tempo di ricarica è l'intervallo tra due lampi successivi. Dopo ogni lampo è necessario attendere per dare al lampeggiatore il tempo di ricaricarsi (circa 10-15 secondi). Questo tempo è comunque condizionato anche dalla freschezza delle pile utilizzate: più sono sfruttate più il tempo di attesa risulterà lungo. Quando il lampeggiatore è pronto per scattare si accende una spia sul dorso.

La temperatura di colore. Interessa soprattutto le riprese con pellicole a colori (per stampe), è invece ininfluente per pellicole in bianco/nero o diapositive. Il lampeggiatore fornisce lampi con una temperatura di colore di poco superiore a quella del sole a mezzogiorno (5500¡K), bisogna quindi utilizzare pellicole per ripresa diurna. La qualità e la saturazione dei colori possono variare a seconda della marca di pellicola utilizzata, è quindi sempre consigliabile effettuare delle prove prima di utilizzare marche nuove per lavori impegnativi.

Vi sono poi altre caratteristiche che differenziano i lampeggiatori: se sono da studio o da viaggio, alcuni hanno la testa posizionabile su diverse angolature per sfruttare angolature diverse di luce (luce indiretta, ecc.), altri dispongono di filtri colorati per dare alla luce una leggera predominanza di colore ecc. In commercio esistono anche dispositivi che consentono di utilizzare contemporaneamente più lampeggiatori, sincronizzandone il tempo di scatto. Sono comunque strumentazioni adatte ad un uso amatoriale molto avanzato.

 

Esposimetri

Gli apparecchi fotografici moderni possiedono tutti un esposimetro incorporato che misura la luce media che colpisce il soggetto (luce incidente). Non è quindi necessario l'impiego di uno strumento separato per misurare la quantità di luce disponibile. Questi strumenti oggi vengono utilizzati soprattutto da professionisti sia per le riprese in studio, sia per una valutazione della luce estremamente precisa (foto pubblicitarie ecc.) o per misurare la luce che il soggetto riflette (luce riflessa).

Sono anche apparecchi abbastanza costosi e il loro acquisto a scopo amatoriale non è giustificato.

 

Filtri

Sono dischetti di vetro o di resina (o altro materiale ancora) trasparente e colorata che vengono disposti davanti all'obiettivo.

Si distinguono in filtri per il colore e in filtri per il bianco/nero.

Nel campo del colore il loro utilizzo è più immediato. La fotografia scattata con i filtri fornirà una stampa o una diapositiva alterata ad arte, con i colori modificati secondo il filtro impiegato.

Nel campo della ripresa in bianco/nero il loro impiego è più articolato. Infatti servono a restituire all’immagine quel contrasto proprio della visione a colori.

Per la fotografia in bianco/nero sono consigliabili: 1 filtro giallo medio, 1 filtro giallo verde, 1 filtro arancione, 1 filtro rosso.

Una seconda serie di filtri è composta da: filtro UV (impedisce ai raggi ultravioletti di impressionare la pellicola; può rimanere montato costantemente sull'obiettivo), filtro di conversione luce artificiale/diurna (per usare una pellicola tarata per la luce artificiale anche in riprese diurne), filtro di conversione luce diurna/artificiale (per usare una pellicola normale, diurna, in presenza di luci artificiali).

I filtri, come qualsiasi altra lente, devono essere maneggiati con cura perché sono facilmente soggetti a striature, abrasioni e altri danneggiamenti che possono compromettere la qualità di ripresa.

 

Lenti speciali

Davanti all'obiettivo standard possiamo montare altre lenti speciali che alterano l'immagine ripresa.

Queste lenti sono impiegate soprattutto per le riprese in macrofotografia, cioè la fotografia di oggetti molto piccoli, a distanza ravvicinata (fiori, insetti ecc.).

Vi sono poi lenti impiegate per la realizzazione di fotografie creative: duplicano l'immagine, rendono l'effetto tramonto, l'effetto nebbia, evidenziano i raggi riflessi da piccole fonti di luce ecc. Sono talmente tante che non è possibile esaminarle tutte.

Consiglio di consultare il catalogo pubblicato dalle ditte produttrici presso un rivenditore di fiducia.

Tra gli accessori possiamo citare anche le borse porta obiettivi, le custodie, le innumerevoli cinghie e cinghiette che formano il corredo di ogni fotoamatore ma che non sono indispensabili alla riuscita della "buona fotografia". Sono complementi che lasciamo a una libera scelta individuale.

Anche in questo campo vi è la corsa al marchio prestigioso, alla "firma" importante o prestigiosa.

Il mercato offre una gamma impressionante di oggetti più o meno utili, più o meno efficaci.

Ciascuno, se lo desidera, potrà perfezionare il proprio corredo secondo i gusti personali e la propria disponibilità finanziaria.

Due soli consigli:

1) non sempre ciò che viene pubblicizzato è utile;

2) non sempre ciò che costa molto vale di più.

A buon intenditor ...

 

Le pellicole

Un mio vecchio amico mi spiegò che la pellicola fotografica non è altro che la tela sulla quale la luce disegna il soggetto da noi scelto.

In effetti la definizione può sembrare un tantino barocca ma è sostanzialmente valida.

Su un supporto di materiale plastico viene stesa una emulsione fotosensibile, la luce che passa attraverso l'obiettivo registra il soggetto inquadrato e lo fissa permanentemente.

Le marche di pellicole in commercio sono moltissime, tuttavia una loro classificazione risulta abbastanza semplice.

Trattando delle macchine fotografiche abbiamo già avuto occasione di analizzare i diversi formati del negativo. Una volta scelta la fotocamera adatta alle proprie necessità, la suddivisione delle pellicole si può ridurre a: pellicola per fotografie in bianco/nero e pellicola per fotografie in colore.

Una seconda suddivisione prende in esame il tipo di supporto finale:

a) pellicole negative: che ci forniscono i negativi che dovranno poi essere stampati ingranditi su carta fotografica;

b) pellicole invertibili: che ci forniscono direttamente l'immagine fotografica, della stessa misura della pellicole, senza dover essere stampate su carta (sono le famose diapositive) e perfettamente visibili in trasparenza o mediante un proiettore. Con particolari procedimenti anche queste possono essere stampate, anche se i risultati non sono perfetti.

Una volta che il fotografo ha scelto il tipo di fotografia che vuole realizzare (se stampa a colori, in bianco/nero o diapositiva) l'unico parametro che dovrà tenere presente sarà la sensibilità.

La sensibilità delle pellicole

Per sensibilità di una pellicola si intende la sua capacità di reazione alla luce. Praticamente: tenendo una fonte di illuminazione costante, ogni tipo di pellicola necessita di un tempo diverso per impressionare correttamente l'immagine.

Se questo tempo è breve la pellicola risulterà di elevata sensibilità. Se il tempo di esposizione è lungo, la pellicola sarà a bassa sensibilità.

La sensibilità, come ogni parametro fisico, è misurabile. In Europa viene usato il valore DIN, negli Stati Uniti il valore ASA. Le pellicole in commercio nel nostro Paese generalmente riportano entrambi questi valori. Per praticità riportiamo, nella seguente tabella, i valori di equivalenza delle varie unità di misura che potrete trovare sia in Europa che nei Paesi extra-europei. Il valore più alto indica la sensibilità più elevata. Si considerano, generalmente, di bassa sensibilità le pellicole comprese tra 15 e 20 din; di media sensibilità le pellicole tra 21 e 24 din; di alta sensibilità le pellicole che si collocano tra i 25 e i 32 din.

 

Scegliere la pellicola giusta

La scelta della pellicola va fatta considerando le condizioni di luce disponibile sul soggetto da fotografare.

Ma l'illuminazione non è il solo parametro da prendere in esame.

Una buona fotografia deve presentare una scena tonale ben contrastata, altrimenti risulterebbe piatta. Bisogna ricordare che le pellicole più sensibili sono meno contrastate, quelle meno sensibili aumentano il contrasto.

Un altro aspetto da considerare è la sgranatura (effetto grana) che può dare la pellicola in fase di ingrandimento stampa. Più la pellicola è sensibile, più l'ingrandimento del soggetto risulterà "sgranato".

I risultati quindi sembrerebbero suggerire scelte inconciliabili tra loro. A questo punto solamente l'esperienza diretta può consigliarvi le scelte più soddisfacenti.

I fotoamatori più smaliziati normalmente montano sempre lo stesso tipo di pellicola: quella a 21 din, considerata universale per le sue buone capacità di adattamento a tutte le esigenze.

 

Il corredo di base

Non esistono criteri assoluti per stabilire quale debba essere il corredo di base per un buon fotoamatore.

Le scelte sono sempre individuali e devono tener conto anche del fattore economico.

Il dilettante che decide di dedicarsi alla fotografia tende ad acquistare un numero esorbitante di pezzi. Lo si incontra nei posti più impensabili, armato di ogni tipo di accessorio disponibile in commercio, col dorso piagato dalle innumerevoli cinghiette che sorreggono obiettivi mostruosi. Il suo tempo medio di ripresa è di circa 4 ore per ogni foto. Quando finisce di regolare tutti i congegni, il sole è già calato all'orizzonte.

Per evitare questi errori costosi e improduttivi vi invito a limitare al massimo gli acquisti, di ponderarli bene e di scegliere solo ciò che effettivamente vi può servire.

Nella speranza che in un domani non lontano, quando con la pratica e la passione avrete capito il vero spirito della fotografia, possiate abbandonare poco alla volta tutta l'attrezzatura e girare il mondo con in tasca solamente una buona fotocamera poco ingombrante e completamente manuale.

Perché il grande segreto della fotografia è solo questo: creatività, capacità di osservazione e sensibilità. La buona fotografia, quella interessante, unica, non nasce dai computer della fotocamera ma nasce nella vostra testa e nel vostro cuore.

 

Cosa mettere nella borsa

La macchina fotografica. Come abbiamo illustrato nelle pagine precedenti, le fotocamere di grande formato, quelle con banco ottico, le reflex 6x6 sono ottime ma risultano pesanti, ingombranti, poco maneggevoli. I costi sono quasi proibitivi e il loro utilizzo risulta particolarmente indicato per i professionisti.

Le 6x6 biottiche sono macchine buone ma che ormai hanno fatto il loro tempo, non offrono la possibilità di intercambiare gli obiettivi, sono pesanti e ingombranti. é una attrezzatura destinata a sparire.

Le fotocamere tipo instamatic sono pratiche e maneggevoli ma utili solamente per fotografie ricordo.

La fotocamera ideale per cominciare è una piccola reflex 35 mm., con ottica intercambiabile, obiettivo standard da 50 mm. Scegliete un modello poco sofisticato, senza tanti LED e computer. Se la volete automatica, assicuratevi che possieda il dispositivo di d'inserimento degli automatismi, in modo da poterla utilizzare anche manualmente (e fate molta pratica di impostazione manuale, solamente così si può imparare a fotografare). Al momento dell'acquisto verificate attentamente che tipo di assistenza tecnica viene offerto e quali sono i laboratori di riparazione e manutenzione a voi più vicini.

Gli obiettivi. Salvo particolari esigenze personali di ripresa (caccia fotografica ecc.) consiglio l'acquisto di un teleobiettivo da 135 mm. Sono egregi sia nel ritratto che nelle riprese sportive, sono poco ingombranti e dal costo ancora contenuto.

In un primo momento tralascerei l'acquisto di altri obiettivi come i grandangoli, le lenti addizionali per macro ecc.

Sono acquisti che andrebbero fatti dopo un buon periodo di tirocinio e dopo aver individuato quale aspetto della fotografia privilegiare.

Accessori. Lasciate perdere i motori ausiliari, winder ecc. consumano solo energia alle batterie, aumentano l'ingombro e il peso della camera e si può benissimo fotografare senza di loro.

In un primo momento tralasciate tutti i filtri e le lenti addizionali (salvo non vogliate fare una lunga esperienza con pellicole in bianco/nero), acquistate solamente un filtro UV per i raggi ultravioletti. Oltre a eliminare questi raggi, serve egregiamente per proteggere le lenti dell'obiettivo. Potete lasciarlo sempre montato.

Scegliete un buon lampeggiatore. Anche in questo caso cercate un modello semplice, senza filtri colorati o cose molto particolari. L'ideale, anche in questo caso, sarebbe un lampeggiatore automatico con possibilità di regolazione manuale.

Una cinghia per la macchina fotografica e una semplice borsa porta obiettivi sono sempre utili e servono a proteggere l'attrezzatura.