A G O R A '


NONSOLOREALTA'

contributo di Emilio De Tullio


 

Primi anni di un secolo 19° nella Francia repubblicana: un curioso Monsieur Daguerre vive giocando con gli enigmi dell'intellettuale romantico.
Prima di tutto uomo di cultura, integra in una fruttuosa sensibilità d'alchimista a tutto tondo i suoi molteplici interessi: per le scienze esatte, per il teatro, la scenografia, la danza ... la pittura; e comunque lui, il visionario Daguerre, per merito e per sorte passerà alla storia come poeta della luce, mitico avo dei fotografi contemporanei.
Suoi sono anche gli stupefacenti teatri d'illusione del Diorama.
Sua l'invenzione del Dagherrotipo: prototipo d'immagine "fotografica" e fondamentale intuizione che mise il mondo "davanti allo specchio", lo stesso mondo che qualche anno più tardi l'inventore Talbot renderàreplicabile "all'infinito" riuscendo a trarre più copie da un'unica matrice.

La fotografia è stata per troppo tempo fruita dal grande pubblico unicamente come fatto documentativo e di cronaca; non c'è dubbio che la fotocronaca abbia avuto notevoli meriti nel presentare, con la suaimmediatezza, il mondo reale all'immaginario collettivo, però è giusto ricordare che il mezzo fotografico non è stato usato esclusivamente per questo e che la storia della fotografia ha cercato dall'origine una sua valenzaespressiva ed un suo dignitoso ingresso nel mondo delle arti, quando per arte si intenda la premeditazione di un sistema compositivo che abbia una logica propria e indipendente e che, paradossalmente, come nel casodella fotografia, può usare elementi reali.

Questo nuovo linguaggio pur avvalendosi necessariamente della realtà come dato di fatto, non può essereimpersonale in quanto gestito da un individuo; quindi di fronte ad uno stesso oggetto, a un certo numero di individui-fotografi corrisponderanno altrettante immagini di quell'oggetto che, pur analoghe, non potranno maiconsiderarsi identiche tra loro, né tantomeno rispetto all'oggetto.
Da questa premessa si deduce che ogni "riproduzione" fotografica costituisce un unicum interpretativo.
Le potenzialità tecniche del mezzo fotografico consentono vari livelli di utilizzo ma soltanto il tipo di approccio dell'Autore verso il soggetto, sarà determinante per la qualità dell'immagine; anche dal punto di vistadell'analisi critica, questa immagine dovrà sottostare agli stessi parametri usati per altre forme di espressionevisiva.

Staccatasi di dosso l'etichetta di asettica riproduzione del reale, la fotografia ha attraversato, negli ultimi cento anni, le molteplici aree delle possibilità interpretative, spingendosi (almeno dagli anni venti) in una sperimentazione che ha derivato i suoi stimoli dai fermenti intellettuali e innovatori di allora; la fotografia in questi contesti ha agito autonomamente o ha supportato, col suo linguaggio specifico, gli intenti delle avanguardie, proprio nell'era più calda e creativa che la storia dell'arte abbia sinora registrato.

 

 


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