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ANTONIO   MANGIAROTTI


Lomellina



L'AUTORE

Antonio Mangiarotti utilizza il computer come strumento di manipolazione dell'immagine perché ha possibilità creative che iniziano là dove l'immagine fotografica ha esaurito le sue possibilità di trasformazione grafica e cromatica.
E il computer invece parte da questo confine per esplorare un mondo dell'immaginario che non ha limiti.
L'immagine fotografica del soggetto, realizzata in bianco e nero, è la materia grezza o, se si vuole, la forma del soggetto ridotto alla sua essenzialità.
E' ciò che basta far fagocitare dal computer perché sia in grado di farsi guidare dalla capacità intuitiva dell'operatore per la scelta di una infinita gamma di possibilità iconografiche di elaborazione dell'immagine mediante le quali prende forma una nuova estetica dell'immaginario.

A questo punto viene spontaneo chiedersi il perché del bisogno di manipolare una immagine, di alterarla nelle sue componenti cromatiche e formali.
Forse perché l'immagine fotografica, troppo abusata per rappresentare la realtà con un linguaggio privo di ogni componente emozionale, finisce con l'essere il prodotto della banalità esecutiva di un semplice meccanismo di una macchina non guidata dalla mente creativa dell'uomo.
L'immagine di natura chimica che riproduce fedelmente la realtà interessa sicuramente chi utilizza l'immagine come strumento di riconoscimento di tutte le componenti del mondo naturale.

I naturalisti, ad esempio, hanno bisogno di una informazione precisa e dettagliata; ma chi guarda la natura come fenomeno che coinvolge i sentimenti dell'uomo allora non ha bisogno di capire la struttura fisica dei soggetti rappresentati. La natura è una dispensatrice di sensazioni, di emozioni, di cariche energetiche che alimentano l'immaginazione.
La natura ha un aspetto che può essere descritto dall'arte, ossia, dalla interpretazione personale, dalla fantasia.
La natura quindi diventa anche un campo di prova per rivelare la capacità di ogni uomo di costruirsi su misura un mondo immaginario come espressione delle proprie esigenze interiori di forme e di colori.
Ha bisogno di concretizzare le proprie sensazioni ed emozioni in una immagine concretamente estetica.

E per tradurre in pratica questa esigenza inferiore utilizza l'intervento del computer. Utilizza la sua illimitata capacità di correggere, di invertire, di fondere, di dividere, di frantumare, di uniformare forme e colori con una velocità di esecuzione pari alla velocità con cui la mente precede l'esecuzione dell'opera, la controllo, la guida a conclusioni formali di opera compiuta.

L'uomo non trasforma soltanto la natura, si trasforma come trasforma anche l'immagine che coglie della natura; è una sua necessità interiore. Ha sempre bisogno di manipolare ciò che lo coinvolge perché nella trasformazione c'è il segreto della conoscenza.
Così non potrebbe capire il mondo se non sapesse trasformare continuamente anche sé stesso.

Renzo Zucchella


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