C IL RITO GRECO-BIZANTINO C
E’ per la particolarità di esso, infatti , e per
l’uso della lingua greca nelle celebrazioni liturgiche, che per molto
tempo Piana fu detta dei Greci. Questo rito ricco di simbolismi, solenne e grandioso
deriva direttamente da Bisanzio, da dove si propagò sino alle terre più
periferiche dell’Impero Romano d’Oriente molto prima che gli
Albanesi le lasciassero, costretti a fuggire. Così che, ancora oggi, gli splendori bizantini sono
rievocati nelle solenni liturgie (Pontificali), dallo splendore dei
paramenti sacri indossati dal gran numero di celebranti i quali ripetono
gli antichi gesti carichi di simbolismo; e dai particolari canti che
sono tra i più incontaminati ed antichi. Le sacre liturgie sono quelle scritte dai padri della
Chiesa Greca: quella di San Basilio è usata il primo di gennaio, la
sera della vigilia di Natale e dell’Epifania a conclusione del
digiuno, le domeniche di Quaresima e il giovedì e il sabato santo;
quella di San Giovanni Crisostomo nelle altre occasioni. Il clero, dal 1937 è organizzato in una Eparchia che
comprende cinque paesi di origine albanese (Palazzo Adriano, Contessa
Entellina, Mezzojuso, S. Cristina Gela, Piana degli Albanesi) con a capo
l’Eparca. Questi, che ha pari dignità di un vescovo e viene eletto
dalla Sede Pontificia, nelle grandi occasioni veste paramenti del tutto
simili ai vescovi ortodossi indossando il tipico copricapo (mitra) e
impugnando il pastorale (ravhdes) sormontato da due teste di serpente
che si fronteggiano, simbolo della prudenza evangelica. I sacerdoti detti papas, hanno il tipico copricapo
cilindrico nero (kalimafion) e la barba lunga come i papas ortodossi,
mentre il codino, che questi ultimi ancora portano, a Piana è caduto in
disuso. Un qualsiasi cristiano che ne sia degno, può
diventare papas anche se è già sposato, percorrendo le normali tappe
che portano all’ordinazione. Da lettori si diventa suddiaconi, poi
diaconi con facoltà di concelebrare ed in seguito papas. Un papas già
ordinato però non può sposarsi. L’amministrazione dei sacramenti è uno degli
aspetti più interessanti di questo rito. I sacramenti
dell’iniziazione (battesimo, cresima ed eucaristia), ad esempio,
vengono amministrati nello stesso giorno (come avveniva nelle prime
comunità cristiane). Il battesimo è fatto per immersione dopo varie
preghiere di invocazione ed esorcismi. L’eucaristia è data in pane
lievitato e vino e la domenica successiva all’impartizione dei tre
sacramenti, il nuovo cristiano viene presentato alla comunità dei
fedeli ed accolto (ricordando la presentazione di Gesù al tempio) con
una breve cerimonia. Particolarmente interessante è il rito del
matrimonio. Esso è oggi la fusione di due riti, anticamente
separati: quello del fidanzamento in cui si benedicono e scambiano gli
anelli con la promessa di amore reciproco; e quello
dell’<<incoronazione>>. In questo rito gli sposi, che
portano in capo un velo di seta, vengono incoronati con corone di alloro
e zagara simbolo della regalità di essi e del completamento reciproco
nell’ambito dell’unione. L’originalità e la particolarità del rito Greco-Bizantino, si manifesta soprattutto durante la Settimana Santa. Gli uffici divini diventano più lunghi e solenni, colori rossi e violacei sostituiscono nei paramenti quelli dorati, musiche meste prendono il posto di quelle gioiose. In questo contesto tutto ha un significato: i gesti, i canti, le processioni, i fiori, i profumi, gli incensi. Tutto si armonizza e concorre a celebrare l’unico Signore che muore e risorge per tutta la Chiesa. |
RESURREZIONE DI
LAZZARO
(Lazzari) Il Venerdì precedente la Domenica delle Palme, a
tarda sera dopo la cerimonia liturgica, gruppi di giovani, guidati in
genere da un papàs, sul sagrato della Cattedrale eseguono in coro
l’antico canto albanese che rievoca la resurrezione di Lazzaro.
Durante la notte i gruppi corali attraversano le vie cittadine sostando
presso famiglie che accolgono gli ospiti offrendo uova, dolciumi, bibite
e frutta secca.
(Rromollidhet) Particolarmente significativa e coinvolgente è la celebrazione della Domenica delle Palme che ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Ha inizio nella chiesa di S. Nicola, ove si svolge il rito della benedizione delle palme e dei rami d’ulivo e prosegue con una processione guidata dall’Eparca che a dorso di un asinello attraversa, avvolto nel manto, il corso principale del paese fino alla Cattedrale dove si celebra la Divina Liturgia. |
GIOVEDI’ SANTO
(E Intja e Madhe) Un momento assai suggestivo della solenne Liturgia di
S. Basilio è il rito, officiato in cattedrale dall’Eparca, della
lavanda dei piedi dei Concelebranti che sottolinea il valore catartico
del lavacro, premessa dell’unione con Dio che si realizza nella
Mistica Cena.
(E
Prëmtja e Madhe) Le cerimonie religiose si aprono al mattino con la
recita delle Grandi Ore e del Vespro con la deposizione del corpo di
Cristo. Nel pomeriggio si celebra la suggestiva akolouthìa dell’Epitàfios
Thrinos, Mattutino del Sabato Santo, durante il quale il corpo di Cristo
viene cosparso di fiori e di aromi. La sera sfila per le vie del paese
la solenne processione nel corso della quale sono eseguiti canti di
altissima poesia e di toccante commozione: enkomiet (elogi) e vajtimet
(canti funebri).
(E
Shtunia e Madhe) Nel rito greco-bizantino il trionfo di Cristo è
celebrato durante il Vespro e la liturgia di S. Basilio. Uno dei momenti
più significativi è il canto
dei tre fanciulli del profeta Daniele. In questa occasione vengono anche
amministrati i battesimi per immersione. All’annuncio della
Resurrezione il Celebrante cosparge le navate della chiesa di foglie di
alloro, simbolo della gloria di Dio. A mezzanotte il clero ed i fedeli
con le candele accese si avviano in corteo sul sagrato della Cattedrale
fermandosi davanti al portone chiuso dove il Celebrante intima alle
potenze del male, rappresentate da una voce proveniente dall’interno,
di non ostacolare l’ingresso del corteo. Dopo breve resistenza delle
forze occulte, le porte del tempio si spalancano e il corteo, intonando
il Christòs anésti (Cristo è risorto) in greco ed in albanese, entra
nella chiesa inondata di luce. Terminata la funzione liturgica, gruppi
corali sfilano per le vie cittadine al canto dell’Anàstasis
(Resurrezione).
(Pashkët) L’inno della Resurrezione viene cantato
ripetutamente durante l’Officio dell’Aurora (òrthros) dell’innografo
bizantino Giovanni Damasceno. Segue la liturgia di S. Giovanni
Crisostomo officiata dai Concelebranti avvolti nei preziosi paramenti
sacri. Dopo il solenne Pontificale uno sfavillante corteo di donne
avvolte nei sontuosi costumi tradizionali si avvia verso la piazza
principale dove viene impartita la benedizione seguita dalla
distribuzione delle uova rosse. |
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