Cancelli in ottone in via di installazione in una delle strade
d'accesso a Piazza del Duomo a Pisa e agli archi dell'antica Porta
Nuova con conseguente chiusura notturna di Piazza dei Miracoli:
è questo il risultato dell'allarme terrorismo lanciato qualche
mese fa dal Prefetto di Pisa, su input del Ministero degli Interni.
Questo progetto di messa in sicurezza della Piazza, affidato all'Opera
Primaziale di Pisa, ha provocato reazioni critiche da parte di addetti
ai lavori: "un insulto all'arte" (Salvatore Settis, Direttore della
Scuola Normale Superiore), "Le cancellate? Tutti isterismi" (Antonio
Paolucci, Direttore Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici), "La
Torre non è particolarmente soggetta a rischio di attentati
terroristici" (Michele Jamiolkowski, Presidente della commissione
internazionale per la salvaguardia della Torre).
Anche molti cittadini hanno espresso la loro opposizione con interventi
sui giornali locali e raccolta di firme.
Si è parlato di pesante impatto visivo prodotto
dall'installazione di cancelli nella storica Piazza, ma anche di una
concezione dei luoghi d'arte come fortini da difendere, dimenticando
che molti di essi, in primis Piazza dei Miracoli, sono parte integrante
della città, luoghi "vivi" nei quali si svolge la vita
quotidiana degli uomini di oggi.
Oggi, di fronte ai primi cancelli installati, ben pochi sono disposti a
credere che essi, per quanto dotati di sofisticati sistemi di allarme,
possano realmente, per la loro stessa modesta struttura, costituire un
impedimento di reale efficacia contro attentati terroristici.
E d'altra parte solo un pericolo reale di atti di terrorismo (Torre
Pendente obiettivo sensibile, insieme, peraltro, ad un altro migliaio
di siti sparsi in tutta Italia) può giustificare la procedura
d'urgenza con cui l'intervento sta andando avanti, nella più
assoluta riservatezza e senza momenti di pubblico dibattito,
informazione e confronto, vanamente richiesti.
In aggiunta a ciò, ci si chiede: Ma per quale altro obiettivo
sensibile presente sul territorio nazionale si sta procedendo ad una
recinzione, con sbarramenti alla viabilità pubblica?
Perché solo e proprio a Pisa si è pensato e si vuole
fortemente questa soluzione, sulla cui efficacia antiterrorismo
è legittimo esprimere più di un dubbio? E perché
questa operazione si sta svolgendo in sordina, senza condivisione con
l'opinione pubblica e in totale difformità, ed è questa
la cosa più grave, con gli orientamenti espressi dagli organi di
rappresentanza democratica della città?
Infatti il Consiglio Comunale di Pisa più volte si è
espresso in merito. L'8 luglio dello scorso anno, ribadendo una
precedente posizione del dicembre 1999, in un ordine del giorno
approvato all'unanimità ha manifestato con chiarezza la sua
netta contrarietà, invitando a garantire "la sicurezza della
Piazza con altre modalità rispetto alla realizzazione di
barriere fisiche", e dando mandato al Sindaco di manifestare nelle
opportune sedi l'esigenza di "assicurare il passaggio pedonale, anche
notturno, al fine di impedire la lacerazione del tessuto urbano e
l'eliminazione del collegamento naturale fra il centro storico e il
quartiere di Porta Nuova".
Tale presa di posizione in difesa della libera fruizione di uno spazio
pubblico particolarmente significativo, per il quale addirittura veniva
paventato il rischio di un eventuale ingresso a pagamento, è
stata ulteriormente ribadita e rafforzata nell?o.d.g. del giorno
approvato il 2 marzo u.s, sempre all'unanimità, maggioranza e
opposizione unite nella difesa della loro Piazza, in cui, ribadendo la
contrarietà a limitazioni del traffico pedonale e ciclabile
nella strada di pertinenza comunale che costeggia il prato su cui sorge
il complesso monumentale, si invita il Sindaco a "sostenere presso le
sedi opportune e competenti una modifica progettuale atta a sostituire
i cancelli con altri sistemi di ostacolo alle auto", e dichiarando che
"una soluzione dovrebbe essere ricercata con l'installazione di
barriere a scomparsa nell'area interessata".
Tali solenni prese di posizione da parte del massimo organo di governo
della città sembra destinata a cadere nel vuoto: i lavori sono
iniziati come se nulla fosse, senza tenere in alcun conto la
volontà degli istituti democratici di governo della città
che in tal modo risultano delegittimati nel loro ruolo di
rappresentanza e tutela degli interessi collettivi in presenza di un
tentativo di sottrazione al godimento comune di uno spazio pubblico.
In nome di gravi esigenze di sicurezza e quindi di un iter procedurale
giustificato sulla base di una dichiarazione di emergenza, sembra si
voglia spogliare il Comune di Pisa delle sue prerogative relative
all'assetto del territorio, costringendolo a giocare un ruolo
subalterno di mero esecutore di disposizioni imposte dall'alto.
A questo punto ci chiediamo: "E' ancora possibile, in extremis, fermare
un'operazione così discutibile e così poco condivisa, che
costringerà a
vedere la Torre dietro le sbarre, mettendo fine alla possibilità
di una passeggiata notturna in Piazza del Duomo?".
L'o.d.g. approvato ieri dal Consiglio Comunale può forse aiutare
a riaprire il discorso.
piazzadeimiracoli@virgilio.it
http://web.tiscali.it/piazzadeimiracoli
Per contatti: Alberta Tellarini (050 554473 - 3406268584)
3 marzo 2005