Nasce
nel 1892 a Fondo nella Val di Non.Ancora molto giovane s'iscrive
nelle Scuola Reale Elisabettiana di Rovereto e segue l'indirizzo d' arti
applicate.Nel 1908 tenta l'ammissione all'Accademia delle Belle Arti ma
senza esito e al suo ritorno a Rovereto, comincia a lavorare per un
marmista occupandosi di lapidi funebri ,scoprendosi particolarmente
attratto dall'arte scultorea.
Anche se vi è ancora un clima
ancora decadentista, trasferendosi a Roma, viene catturato dalle avanguardie
futuriste entrando, in particolar modo, in contatto con Sprovieri, Balla e
Marinetti e partecipando anche all'Esposizione Libera Futurista
Internazionale
Con lo scoppio della prima guerra
mondiale Depero, in un'Italia ancora neutrale, partecipa alla
pubblicazione del Manifesto Futurista, il quale si associa in particolar
modo ai temi della violenza.Entrata in guerra l'Italia, Depero si arruola
ma solo per pochi mesi perché poi ammalandosi viene esonerato per motivi
di salute.
Rientrato a Roma ,prepara una
mostra dove esporrà più di duecento opere (oli, tempere, collage ,
costruzioni , plastiche ecc.) che anche se fortemente influenzate dallo
stile di Balla, quelle di Depero si contraddistinguono da una
forte pulsione plastica e grandi campiture a tinte piatte.
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Nel 1916 si dedica a coreografie
teatrali sperimentali, infatti, conoscendo Diaghilev, impresario di
balletti russi, commissiona per lui scene e costumi plastici per due
rappresentazioni.
Nel 1917, conosce un
decadente
poeta svizzero Clavel, il quale coinvolge il pittore per la realizzazione
di alcune illustrazioni per la pubblicazione di un suo libro"Un
istituto per suicidi" e con il quale tra l'altro progetta "il
Teatro Plastico", dove attori e ballerini sono sostituiti da
marionette di legno.
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Nel 1919 torna a Rovereto dove
fonda la sua casa d'arte futurista; di questo periodo abbiamo due grandi
opere: La città meccanizzata e La casa del mago.
Su incarico di Gori lavora
all'allestimento del "Cabaret del Diavolo" per il quale realizza tutto
l'arredo e le decorazioni murali.
Nel 1924 durante la tournee del
Nuovo Teatro Futurista, mette in scena l'Anihccam del 3000 (anihccam sta
per macchina) il quale verrà poi riproposto in più città.
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Il 1927 è un anno cruciale per
Depero in quanto la pubblica il suo più importante libro:
"Depero futurista", più noto come "il libro
bullonato" il quale ha molto successo per l'originale rilegatura
composta semplicemente da due bulloni e per il modo innovativo di usare lo
strumento tipografico, dove vediamo impaginazioni caratterizzate da frasi
che vagano in ogni direzione e carta di vario spessore.
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Negli anni trenta, si ritira
assiduamente nella sua regione trentina dove continua la sua attività artistica anche se i temi ora recuperano il folclore locale con soggetti
di carattere alpini.
In questo periodo inoltre
pubblica a Rovereto la rivista "Dinamo Futurista" e si dedica
alla realizzazione di mobili,oggetti e pannelli decorativi con un nuovo
materiale riciclato: il Buxus.
Con l'avvento del fascismo Depero
si avvicina a questa corrente politica credendo che il futurismo potesse
arrivare a una sorte di "artecrazia", ma la sua passione
politica non è stabile perché nello stesso tempo frequenta esponenti
futuristi di sinistra.
Durante la seconda guerra
mondiale si ritira a Serrada e al culmine del conflitto mondiale, dovette
affrontare l'accusa di fascismo soprattutto per aver pubblicato, durante
l'ascesa di Mussolini, il libro "A passo romano".
Tornato a New York per scampare
alle accuse italiane, scoprì questa città ormai ostile al futurismo e
quindi alle sue attività perciò decise di ritirarsi in un paesino del
Connecticut dove lavorò fino al rientro in Italia.
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