iNtErVenTiSmo E neuTrAliSmO |
Allo
scoppio della guerra, nel luglio del 1914, in Italia le forze politiche,
sociali e culturali erano divise in interventisti e neutralisti. Gli
interventisti furono: nazionalisti, repubblicani, irridentisti,
sindacalisti, rivoluzionari, liberali di destra. I nazionalisti come D'Annunzio,
chiedevano l'intervento per le terre irridente di Trento e Trieste
e per l'egemonia italiana nel Mediterraneo; i repubblicani per
completare il Risorgimento e sistemare l'Europa secondo il
principio di nazionalità; gli interventisti democratici per spazzare via
l'egemonia imperialistica della Germania e dell'Austria. I socialisti
rivoluzionari ( guidati allora da Benito Mussolini) volevano
partecipare alla guerra per trasformare la vittoria italiana in vittoria
del proletariato. Per i futuristi (con a capo F.T. Marinetti) la
guerra è un'occasione per realizzare la loro poetica attivista; per i
ceti medi, invece la guerra è l'occasione per essere di nuovo
protagonisti della storia. |
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-Gino Severini- -Cannone in Azione (1915)- -Manifesto interventista-
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I
Neutralisti furono: liberali, socialisti, cattolici. Giolitti, che
sosteneva di poter ottenere Trento e Trieste per via diplomatica,
senza grandi sacrifici finanziari; i cattolici, che esprimevano l'opinione
pacifista dei contadini e del Papa, non ostile all'Austria; i socialisti,
che si dichiararono neutrali , perché ritenevano che fosse una guerra di
matrice imperialistica estranea agli interessi del proletariato. |
La
stragrande maggioranza degli Italiani era contro la guerra, ma incapace di
opporsi; pochi e agguerriti gruppi interventisti, trascinati dal mito
dell' "eroismo" di D'Annunzio e dall'attivismo di Marinetti,
con la complicità della monarchia e del governo Salandra,
imbandirono una clamorosa propaganda per trascinare l'Italia in guerra, il
24 maggio 1915. Il 26 Aprile 1915, il ministro degli esteri italiano
aveva firmato a Londra un patto segreto, per cui, in cambio dell'appoggio
militare, gli alleati dell'Intesa garantivano l'annessione del Trentino,
Istria, Venezia Giulia e parte della Dalmazia
all'Italia. (L'Italia avrebbe potuto non entrare in guerra a fianco della Triplice
Alleanza, in quanto questa aveva scopo difensivo). |
Quasi tutti erano convinti che il conflitto avrebbe avuto breve durata e anche per questo l'impreparazione militare ed economica dell'Italia non venne valutata in tutta la sua gravità. Tra giugno e dicembre le forze italiane impegnarono gli Austriaci nelle prime quattro sanguinose battaglie dell'Isonzo e riuscirono ad avanzare, se pure lentamente, verso est. A fine anno, però, vennero bloccate dai nemici. Anche in quest'area ci si avviò quindi verso un'estenuante guerra di posizione (trincea) nella quale anche i più agguerriti interventisti videro sconvolti i loro ideali bellicosi dalle atroci condizioni che subivano come soldati al fronte. |
-Manifesto interventista- |