Agli inizi del '900, con l'avvento della II rivoluzione industriale e l'accrescere d’innovazioni tecnologiche come il telefono, la radio, la luce elettrica, il cinematografo, le automobili, le motociclette, gli aerei, le biciclette e le chiusure lampo vi è, in tutta Europa, un vero e proprio cambiamento di stile di vita, il quale sembra non coincidere più con l’ambiente e la cultura del momento. Partendo da questo presupposto, il Futurismo, con la sua visione positivista e ottimistica, teso verso la tecnologia e il futuro, propone una nuova arte che pone come suo unico idolo la “macchina “, simbolo dell'innovazione, del movimento della dinamicità e soprattutto della "velocità".

 

Il  futurismo.

Il Futurismo si sviluppa in un arco di tempo che va dagli inizi del 1900 al 1945 cioè fino alla morte del suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti. Quest’arco di tempo,  si può dividere in tre principali periodi: 1)il periodo di formazione e diffusione, 2)il periodo interventista e 3)il periodo fascista.

1)Il primo periodo che va dal 1909 al 1912, è un futurismo in fase di sviluppo dove si sente ancora una certa influenza del decadentismo simbolista. Evolvendosi, questo nuovo movimento si espande e tramite la pittura, la scultura, la musica, il teatro, l'architettura, le riviste e i manifesti, coinvolge varie discipline secondo il criterio fondamentale dei futuristi: l’interartisticità.

 2)Nel secondo periodo che va dal 1912 al 1915, con l’avvicinarsi della I guerra mondiale, i futuristi, si trovano in qualche modo a doversi schierare da qualche parte politica e da questo punto di vista, non si scoprono molto uniti; anzi, all’interno del movimento stesso, ci sono varie fratture.La maggioranza dei futuristi tra i quali vediamo in particolare quelli dell’ambiente milanese, guidati da Marinetti, alle soglie della I guerra mondiale, si schiera tra gli interventisti, i quali inneggiano all' irredentismo.  Altri gruppi futuristi, in particolare dell’ambiente fiorentino, non appoggiano affatto la modernità futurista Marinettiana, anzi, le si schierano contro difendendo un tipo di Futurismo moderato.Tra i maggiori esponenti vediamo Papini e Palazzeschi, i quali con l’articolo “ Futurismo e Marinettismo “, si distaccano definitivamente dai milanesi e da Marinetti. 

 

3) il terzo periodo è caratterizzato dall’entrata definitiva del Futurismo in politica. Il Futurismo, infatti, nel ventennio tra le due guerre, anche se ancora diviso in gruppi di pensiero diverso o confuso (anarchici, antimonarchici ecc, ), aderisce in maggioranza al fascismo fondando anche delle associazioni come “Roma Futurista” e appoggiando la politica di Marinetti con molti manifesti. Dai futuristi, il fascismo, era visto come la realizzazione delle loro idee tendenzialmente comuni squadriste e violente.

Giacomo Balla        1913      

Velocità astratta                   

"L'Auto è gia passata"       

 

I temi.

I principali temi che il futurismo espone sono:

ü     La lotta contro ogni forma di “passatismo” (vecchie abitudini, istituzioni e patrimoni culturali ereditati dal passato) visto come un nemico di tutte le novità che perciòdeve essere eliminato: in una nuova era industriale si deve guardare solo verso il futuro e verso nuove invenzioni;

ü     L’ammirazione per la velocità e la dinamicità, le quali devono essere percepite da ogni uomo come un nuovo stile di vita che sempre più moderno, gli permette di comunicare e costruire con mezzi sempre più semplici e rapidi grazie alle nuove invenzioni tecnologiche;

ü     Ammirazione per la continuità perché il Futurismo non deve mai fermarsi nella sua evoluzione, ma deve anzi avanzare all’infinito;

ü     L’esaltazione della guerra vista come un modo positivo di scatenare le energie primordiali, di promuovere l’invenzione di nuove macchine; ma soprattutto perchè "dopo" tutto sarebbe stato "futuro", nuovo

ü     Il raggiungimento di un’arte totale dove tutti i temi proposti dal Futurismo aderiscono perfettamente a tutte le espressioni e ad ogni aspetto della vita dell’uomo.

La forma.

Ma temi innovativi e originali come quelli del Futurismo, richiedono giustamente forme nuove e la sintassi tradizionale decadentista non è di certo adeguabile alla dinamicità di questa nuova avanguardia. A proporre una nuova forma adeguata ai contenuti del futurismo è Marinetti, il quale pubblicando il “Manifesto Tecnico della Letteratura Futurista”, proclama:

 

"...BISOGNA DISTRUGGERE LA SINTASSI DISPONENDO I SOSTANTIVI A CASO, COME NASCONO...

...SI DEVE ABOLIRE L'AGGETTIVO...

...SI DEVE ABOLIRE L'AVVERBIO...

...ABOLIRE ANCHE LA PUNTEGGIATURA...

...siccome ogni specie di ordine è fatalmente un prodotto dell'intelligenza e guardinga, bisogna orchestrare le immagini disponendole secondo un MAXIMUM DI DISORDINE..."

 

Il Futurismo nel suo tempo.

È normale che il Futurismo,nascendo in un ‘epoca decadente, abbia avuto tantissime contraddizioni; infatti, all’immobilismo scolastico e accademico ereditato dalle “tre corone” della poesia decadente: Carducci, Pascoli, D’Annunzio; i futuristi oppongono la dinamicità, il distruttivismo e, all’armonia e alla raffinatezza, contrappongono il disordine delle parole.

Secondo i futuristi, questi poeti devono essere completamente rinnegati perché incarnano esattamente i quattro ingredienti intellettuali che l’avanguardia vuole abolire :

1.     la poesia morbosa e nostalgica ;

2.     il sentimento romantico ;

3.     l’ossessione della lussuria;

4.     la passione del passato.

In contraddizione con il Futurismo, soprattutto è stata la corrente crepuscolare.

Infatti, il crepuscolarismo nonostante che con il Futurismo condivida l’idea d’interartisticità, ha però una concezione della vita completamente diversa:

i futuristi inneggiano alle innovazioni, i crepuscolari sono avversi alla modernità; i futuristi sono prepotenti, dinamici, chiassosi, i crepuscolari sono rinunciatari e assumono toni dimessi e malinconici; i futuristi esaltano il caos e le attività delle grandi città, i crepuscolari amano l’intimità, le "piccole cose di pessimo gusto", gli affetti familiari e la tranquillità della vita di provincia; i futuristi sono sempre protesi verso un “domani” esaltante, i crepuscolari guardano al passato e alle piccole cose quotidiane.

Ai processi pacati dell’intelligenza e della comprensione razionale, si sostituisce perciò una nuova arte che, al contrario del decadentismo e del crepuscolarismo, vuole trasmettere lo choc, il lampo dell’intuizione, il pugno e lo schiaffo, la forza e l’energia nella loro distruttiva irrazionalità.