FiLipPO tOmMASo MAriNEtTi. La ViTA.
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Parigi,
20 febbraio 1909. La prima pagina del giornale Le Figaro apre con un
articolo dal titolo breve e accattivante: Le Futurisme, a firma di Filippo
Tommaso Marinetti. A qualche battuta di introduzione segue il Manifeste du
Futurisme, articolato in undici punti:
1.
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla
temerarietà. 2.
Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della
nostra poesia. 3.La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale , lo schiaffo ed il pugno. 4.Ed è dall'Italia che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il "Futurismo", perchè vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi,d di ciceroni e d'antiquarii.
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Nato ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876, Filippo Tommaso
Marinetti ha così raccontato il momento del suo incontro col mondo:
"Cominciai in rosa e in nero, pupo fiorente e sano fra le braccia e
le mammelle color coke della mia nutrice sudanese. Ciò spiega forse la
mia concezione un po' negra dell'amore e la mia franca antipatia per le
politiche e le diplomazie al lattemiele". Nonostante
un evidente amore per le lettere e un temperamento esuberante, si iscrive
alla facoltà di Legge dell'università di Pavia e dopo un trasferimento
all’ateneo di Genova termina gli studi. A questo punto Filippo Tommaso
è libero di dedicarsi alla poesia, anche se, ancor prima della laurea
ebbe alcune soddisfazioni collaborando all'Anthologie Revue de France et
d'Italie, rivista milanese stampata in lingua italiana e francese.
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Filippo Tommaso Marinetti. Foto Futurista |
Nel
1902 si dedica alle stampe La conquete des étoiles. Di questo
poema non è errato parlare di protofuturismo infatti Martinetti, in
quest’opera, raffigura un sogno in cui il mare va alla conquista delle
stelle ingaggiando con esse una lotta di tifoni e di ondate. In questo
poema si
possono notare accenni al dinamismo e forza, in un vortice di "parole
in libertà" che diventeranno il segno distintivo della poetica
futurista. La conquete des étoiles, il primo di tre lavori, anticipa la
nascita del movimento: ad esso seguono Destruction (1904) e La
ville charnelle (1908), nei quali trovano spazio altri simboli come
l'automobile, la locomotiva e la città. Nel
1905 vi è la nascita di Poesia, rivista internazionale della quale
Marinetti diviene direttore unico. In essa si pubblicano solo inediti dei
grandi nomi della letteratura italiana e francese tra i quali: Kahn, Mendès,
Pascoli, D'Annunzio, Gozzano. Il
fermento di quegli anni genera, in ambito letterario, una crisi che sfocia
in due direzioni: quella dei crepuscolari, chiusi in un pessimismo che li
porta ai margini della società e quella, opposta, di D'Annunzio, tutto
azione e protagonismo. Marinetti
cerca invece una terza via, e la trova creando un movimento rivolto alle
masse di uomini che sentono i cambiamenti di una società sempre più
industrializzata. A ciò si aggiunge un episodio personale: un incidente
automobilistico, accadutogli nel 1908, che fa da trauma liberatorio.
Marinetti infatti vive l'incidente come un viaggio all'inferno, dal quale
riesce a far ritorno; una prova di maturità superata a pieni voti e che
lo porta, nel febbraio dell'anno successivo, a pubblicare il Manifesto del
Futurismo nella rivista parigina “le Figaro”. Da questo rinnovamento
generale nasce nei futuristi quell'idea “totale” che li porterà a
occuparsi di ogni forma d'arte. Organo di stampa del movimento è la
rivista Poesia, da dove verranno apportati numerosissimi messaggi
futuristi tra cui il clamoroso "Uccidiamo il chiaro di luna",
vera e propria dichiarazione di guerra a tutti i sentimentalismi che per
anni hanno ammorbato la letteratura e la poesia. E'
il teatro il mezzo principale per la diffusione del movimento. Lo spettacolo
comprende letture di poesie e di manifesti, serate musicali e la presentazione di
quadri. Chi è sul palco sfida e provoca
il pubblico, che reagisce sempre con lancio di oggetti vari. Queste
“serate, spesso, degenerano con l'intervento delle forze dell'ordine e,
il giorno successivo, i giornali riferiscono dei tafferugli: un altro modo
per farsi pubblicità. Marinetti è l’unico che, con abilità, sa
dominare una platea estremamente variegata: aristocratica, borghese,
proletaria. Le serate sono tutte diverse: si parla di dichiarazioni
patriottiche, di discorsi demolitori del culto del passato e
dell’avversione verso Venezia, la città delle gondole, inesauribile fonte di
romanticismo. Infatti
Marinetti,si ispira alla creazione di un uomo meccanizzato,
"nel quale - scrive - saranno aboliti il dolore morale, la bontà,
l'affetto e l'amore, soli veleni corrosivi dell'inesauribile energia
vitale". Dopo
un anno l’avvento del futurismo, oltre ai poeti,si affiancano a
Marinetti un gruppo di pittori: Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Luigi
Russolo e Giacomo Balla.; i quali decidono di attaccare e provocare i
“passatisti” con un’esposizione a Milano che naturalmente viene molto
contestata. Oltre alla pittura il movimento, espandendosi, investe anche
la musica, rappresentata dal maestro Francesco Balilla Pratella, e
l'architettura, con Antonio Sant'Elia. Per Marinetti la guerra è considerata come “la sola igiene del mondo”, e proprio per questa affermazione, alla guerra in Libia, parteciperà attivamente. Dai campi di battaglia arriva la definitiva consacrazione della "parola in libertà" come simbolo del futurismo. Proclama Marinetti: ".....In aeroplano, seduto sul cilindro della
benzina, scaldato il ventre dalla testa dell’aviatore, io sentii
l’inanità ridicola della vecchia sintassi ereditata da Omero. Bisogno
furioso di liberare le parole, traendole fuori dalla prigione del periodo
latino! Questo ha naturalmente, come ogni imbecille, una testa previdente,
un ventre, due gambe e due piedi piatti, ma non avrà mai due ali. Appena
il necessario per camminare, per correre un momento e fermarsi quasi
subito sbuffando!...Ecco che cosa mi disse l’elica turbinante, mentre
filavo a duecento metri sopra i possenti fumaiuoli di Milano. E l’elica
soggiunse:…." Bombardamento di Adrianopoli (da Zang tumb tumb). ".... Furia
affanno orecchie occhi narici aperti! attenti! forza! che gioia vedere
udire fiutare tutto tutto taratatatatata delle mitragliatrici strillare a
perdifiato sotto morsi schiaffi trak trak frustate pic-pac-pum-tumb
pic-pac-pum-tumb pic-pac-pum-tumb bizzarrie salti
(200 metri) della fucileria
Giù
giù in fondo all’orchestra stagni diguazzare buoi bufali pungoli
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