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Storie di pioppi e di piazze dedicate

Sono reduce da una settimana di infermità dovuta a "lombalgia acuta".
Ho colto l'occasione per leggere alcuni libri.
Il disertore di Giuseppe Dessì
Paese d'ombre di Giuseppe Dessì
Korongocho di Alex Zanotelli
Il mondo non è in vendita di Josè Bove
L'odore dei soldi di Elio Veltri e Marco Travaglio
La lombalgia, invece che passar pian piano,si è ulteriormente acutizzata......
La lettura de "L'odore dei soldi" mi era stata consigliata lo scorso anno da un uomo che si chiamava Pietro Aresu e al quale di recente è stata intitolata la piazza delle Palme rifatta a nuovo che si può ammirare all'ingresso di Donori e che ora si chiama "Piazza Don Pietro". Nella vecchia piazza, oltre alle palme, vi erano anche tre vecchi pioppi che furono abbattuti senza possibilità di scampo.
Per ora sta andando meglio agli alberi di Piazza Giovanni XXIII che, se anche dovessero soccombere ( speriamo di no) hanno avuto almeno la fortuna di essere difesi dall'agguerrito comitato del quartiere cagliaritano di Fonsarda. Ma se malauguratamente l'insano progetto dell'amministrazione di Cagliari dovesse andare in porto, per questioni di ordine pubblico, proporrei al sindaco Floris di consultare il sindaco Muscas. Sono certo che per far meglio digerire l'amara pillola forzatamente fatta ingoiare ai cittadini ormai privati del poco di verde ancora rimasto, il sindaco di Donori consiglierebbe al sindaco di Cagliari di far ribattezzare la nuova piazza.
Cosicchè Piazza Giovanni XXIII potrebbe chiamarsi d'ora innanzi "Piazza San Pietro". Ma se ciò non dovesse bastare a calmare gli animi esasperati,io proporrei "Piazza dello Spirito Santo". In tal modo i cittadini, neri di rabbia, potrebbero rasserenarsi avendo un forte alleato al quale rivolgersi per poter illuminare le azioni degli amministratori che danno dimostrazione di avere la mente ottenebrata dal denaro da spendere in discutibili progetti che molto spesso vanno a gonfiar le tasche di improvvidi progettisti.

Giorgio Fadda non si pone questo genere di domande, lui non scrive, però a sessanta anni ricorda benissimo gli avvenimenti. Ricorda di quando bambino, con lo zio servo pastore, pascolava le capre nel monte " Su Zurru" che sta di fronte a casa mia. E ricorda anche il suo periodo più bello, e dice : "allora stavo da re."
Il suo periodo più bello sono i quindici anni trascorsi con le sue capre a pascolare sui costoni de " Sa perda Setzia" e nel caprile di pietre granitiche costruito a fianco della miniera de " S'Ortu Becciu" di Erasmo Calandri.
Poi vennero quelli dell'Ecoserdiana e nelle notti d'estate le capre non rientravano più "a sa corti manna" perchè non gradivano l'odore forte dei veleni che venivano scaricati sopra i teli neri posati sulla vicina sabbia de " S'Arenaxiu/Su Siccesu". Dovette lasciare tutto per trovare uno spazio più lontano, a Nord-Ovest.
Ora è la, non molto in alto ma abbastanza per vedere di fronte a se la sabbia rossa della collina sventrata, sedotta e abbandonata di Pinuccio Piras.
Alla sua sinistra può vedere le colline non ripristinate e calve dell'Ecoserdiana.
A destra, come una nota stonata, l'unica parte ancora sana: la valle che porta a " Sa rocca de is piccionis". Ma se tutto andrà per il " verso giusto" e il nostro sindaco, riuscirà a far realizzare il laghetto collinare per risolvere gli inesistenti problemi idrici di Donori, la visione di un grigio e alto muro in cemento armato nasconderà alla vista il rosa degli oleandri del rio " Coxinas".
Questa sarà la soluzione agli attuali problemi di impatto ambientale che l'integrità di "Sa rocca de in piccionis", provoca a confronto col degrado circostante.
La nota stonata non ci sarà più.
Sul palco della Piazza ai caduti, per San Giorgio e per la Madonna della Difesa, dei bravi musicisti intratterranno senza stonature la gente in festa, che potrà il tal modo dimenticare più facilmente i dolori passati e presenti.
Ma alla sinistra del palco, impressi nella parete a monito delle generazioni future, i versi in limba firmati dal Sindaco per antonomasia.

"Candu is beccius contanta s'antiga storia
de sa Sardigna nosta istimada
Mira Piccioccheddu de mantenni sa memoria
de custa terra bella e immaculada
Su Sindigu."

Vista la sua frenetica opera di rivisitazione degli attuali assetti territoriali sia urbani che extraurbani e osservato, al contrario, il suo limitato impegno nella salvaguardia di ciò che ancora di buono rimane, fa bene il nostro sindaco a esortare il ragazzino a "mantenere nella memoria" il ricordo di come era bella la nostra terra.
C'erano tre Pioppi all'ingresso del nostro paese, creature vive rimaste a tenere in vita la memoria dell'antica bellezza del viale. La loro eliminazione ha permesso al bel viale di Donori di entrare a far parte definitivamente della nostra memoria comune. Anche questa è stata una operazione culturale. Anche questa è stata presentata come " il miglioramento di una situazione che non poteva in alcun modo rimanere immutata...."

...... Domenica ho visto Don Pietro Aresu; sta cercando una bandiera della pace da tenere permanentemente esposta sul campanile della nostra chiesa di San Giorgio finchè la minaccia dell'aggressione al popolo iracheno non sarà cessata.
Era da qualche mese che non vedevo Don Pietro reduce da un lungo periodo di malattia che ha dovuto trascorrere lontano da Donori.
Don Pietro ha apprezzato la decisione dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale che, accogliendo il ricorso dell'amministrazione comunale di Donori, ha annullato la ormai nota delibera della giunta regionale n. 10/50 dell' 8 Aprile 2002 con dure accuse alla giunta Pili per il VIA libera dato lo scorso anno all'Ecoserdiana.
Don Pietro ha detto che, nonostante Berlusconi affermi il contrario, certi giudici in Italia lavorano ancora bene e mi ha consigliato di leggere il libro di Travaglio " L' odore dei soldi" .
L'idea di issare un vessillo sulla torre delle campane della chiesa di San Giorgio a simboleggiare la nostra volontà di pace è sicuramente buona e condivisibile.
Se l'amministrazione Bush dovesse rinsavire annullando i suoi progetti di guerra si potrebbe chiedere a Don Pietro di sostituire i colori dell'arcobaleno della bandiera per la pace con i colori di una bandiera ancora da realizzare, che possa far nascere e serva a mantenere viva nella coscienza degli abitanti di Donori la consapevolezza sulla necessità di un impegno comune per la difesa del nostro territorio dalle manifeste aggressioni provenienti dall'esterno e da altre ancor più subdole perchè pensate e poste in essere all'interno della nostra stessa comunità.
Un saluto

Fabrizio C.

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