Gli studi di Leonardo sul volo si sviluppano in due periodi
principali: fra 1482 e 1499, nel corso del primo soggiorno
milanese, e dal 1503 alla fine della sua vita
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Leonardo da Vinci. Ornitottero a quattro
ali battenti (Cod. B, c. 80 r). Immagine ingrandita [245 Kb]
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Il primo periodo è caratterizzato dalla
progettazione di ornitotteri, ossia di strumenti che si
sforzano di riprodurre artificialmente la struttura e i
movimenti degli uccelli, facendo così della macchina volante
una sorta di uccello meccanico.
I dispositivi ideati in questa epoca sono
quindi dotati di ali battenti, il cui azionamento è affidato
di solito al pilota stesso che vi provvede tramite complicati
meccanismi.
Tuttavia l'energia che l'uomo è in grado di
sviluppare, sia pure impegnando tutti i muscoli disponibili,
non è sufficiente a muovere le ali con la necessaria rapidità.
Leonardo, insoddisfatto, ritorna allora all'osservazione degli
uccelli, allo scopo di comprenderne la dinamica del volo e di
scoprire se quello umano abbia possibilità di realizzazione.
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Leonardo da Vinci. Progetto di aliante
con estremità manovrabili (Cod. Atlantico, c. 309 va). Immagine ingrandita [66 Kb]
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Frutto di queste osservazioni, che cominciano
intorno al 1503, è la scoperta che solo gli uccelli di
piccola taglia utilizzano la battuta d'ala per volare, mentre
quelli medio-grandi, in particolare i rapaci, si librano
nell'aria affidandosi alle correnti e fanno ricorso alla
battuta unicamente per correggere o stabilizzare la
traiettoria. Il loro è quindi un volo veleggiato, che sfrutta
il sostegno e la spinta dell'aria e non richiede pertanto
l'impiego di una grande energia.
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L'aliante con estremità manovrabili nella
ricostruzione del Museo della Scienza e della Tecnologia
di Milano. |
Ne consegue negli studi vinciani un mutamento
radicale di prospettiva: d'ora in poi l'imitazione degli
uccelli non significa più per Leonardo cercare di riprodurli
meccanicamente, bensì sfruttare gli stessi principi fisici
che essi utilizzano; e la macchina volante, abbandonata
l'impraticabile soluzione dell'ala battente, si orienta a
questo punto verso un'ala fissa sul tipo dell'aliante.
Anticipazioni in tal senso si erano già avute, sia pure
sotto forma di semplice intuizione, in alcuni disegni del
periodo milanese.
A quest'epoca risale infatti uno studio che
potremmo definire di transizione: il cosiddetto aliante con
estremità manovrabili. In esso le ali sono divenute ormai
rigide, quindi funzionali ad un volo librato, benché ancora
munite di estremità articolate, azionabili mediante tiranti,
in modo da consentire piccoli aggiustamenti direzionali. Il
pilota è collocato in posizione eretta al centro della
macchina, che regge direttamente sulle spalle con l'aiuto di
una particolare imbracatura.
Dello stesso periodo è anche
un altro progetto che ricorda il moderno deltaplano, in cui
l'ala è unica e rigida ed il volatore, sospeso al di sotto di
essa, riesce a direzionarla orientandone le estremità
mediante funi.
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Leonardo da Vinci. Planata con
oscillazioni a zig-zag, a imitazione di un foglio di
carta. (Cod. G, c. 74 r) |
Questi studi, che anticipano la svolta del
pensiero aeronautico vinciano, trovano la loro logica
conclusione nei disegni degli anni fra 1510 e 1515, in cui
l'ala si riduce ad una semplice tavola che l'uomo, appeso,
conduce a terra con oscillazioni a zig-zag, simili a quelle di
un foglio di carta lasciato cadere.
Il percorso di ricerca compiuto da Leonardo
procede quindi verso una progressiva semplificazione ed
approda ad una soluzione assai avanzata, non soltanto dal
punto di vista tecnico, ma anche concettuale. L'imitazione
della natura si traduce così nella creazione di qualcosa di
totalmente nuovo che, pur sfruttandone le leggi, in essa non
trova riscontro.