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GatEyes
Viaggio in INDIA-ORISSA
Il
Racconto
04/02 -
C'imbarchiamo alle 21 sull'aereo che ci porterà a Calcutta, dove arriviamo
alle 7. Ci sistemiamo al Great Eastern Hotel, zona abbastanza centrale.
Iniziamo un breve giro della città, un autentico formicaio umano, con una
miriade di persone sempre in continuo movimento. Il traffico è
asfissiante, caotico e genera ingorghi che bloccano i mezzi, ma non i
clacson. In mezzo a questo caos, trainando i loro risciò, corrono gli
uomini-cavallo che, per poche rupie, trasportano matrone indiane avvolte
nei loro sari e signori distinti appartenenti a caste d'alto rango.
Viviamo l'esperienza di farci trasportare sul risciò, ma poi il traffico
ci blocca e facciamo capire all'uomo risciò di farci scendere. Rientriamo
in hotel e, presi dalla stanchezza, ci addormentiamo.
05/02 -
Sveglia alle 04.30 e partenza per
la stazione con i taxi. Nonostante l'ora, il via-vai all'interno della
stazione è notevole, numerose persone dormono stese per terra, avvolte
come mummie nei loro indumenti, sari o semplicemente stracci. Alcuni sono
viaggiatori, ma la maggior parte sono poveracci senza tetto che cercano
riparo. Troviamo subito il binario e poco dopo arriva il ns. treno. Ci
sistemiamo nei posti prenotati e puntualissimi alle 06.15 si parte. Il
viaggio di 8 ore e mezza non è molto interessante per il paesaggio, quanto
per i personaggi che si susseguono: un' infinità di venditori di ogni
genere, un gran numero di mendicanti e addirittura uno sciamano-santone
che ci benedice dopo una mancia. Arrivati a Bhubaneswar , sistemati in una
spartana guest-house, andiamo a visitare alcuni templi che non suscitano
un grande interesse, forse per la stanchezza da noi accumulata.
06/02 -
Ritorniamo a visitare un tempio già
visto la sera precedente, un altro piccolo tempio e quindi ci dirigiamo
v/Konarak che dista 50/60 Km. Sulla strada si affacciano numerosi
villaggetti, a volte composti da poche abitazioni, costruite con il fango
e con i tetti di paglia; osserviamo numerose scene campestri di uomini e
donne che lavorano nei campi e nelle risaie. Ci fermiamo a fotografare
alcune donne intente a piantare riso, sono un po' distanti dalla strada,
ma con nostro grande stupore si avvicinano per permetterci di fotografare
meglio. Dopo averle ringraziate più volte ripartiamo e arriviamo al Tempio
del Sole di Konarak. E' decisamente bello, con sculture erotiche come i
templi di Khajurao. Rientriamo v/Buba, sostando spesso per fotografare.
Alla prima sosta i soggetti sono contadini che rientrano dai campi con i
carri trainati dai buoi, una scena d'altri tempi che forse solo qua si
vede ancora. Ai bordi della strada un contadino è intento a piantare riso
immerso nell'acqua, facciamo qualche metro ed entriamo in un piccolo
villaggio con case di fango. Le donne ci accolgono con grande stupore e
cordialità. Non hanno nessuna difficoltà a farsi fotografare, il tutto
avviene in un'atmosfera serena e tranquilla. Sarà forse la luce del giorno
che sta calando, l'ombra delle palme proiettata sulle capanne, ma questo
posto infonde sensazioni di pace e di tranquillità. Sicuramente è una vita
basata sull'essenziale e sul susseguirsi delle stagioni, ma è comunque
affrontata con grande dignità, non vedo traccia di miseria e povertà. Poco
più avanti visitiamo un altro villaggio, e riviviamo le medesime
sensazioni. Soddisfatti rientriamo a B. da dove domani partiremo per la
zona tribale.
07/02 -
Partiamo alle 8.30 destinazione
Kalinga che dista 220 Km, è una tappa di trasferimento che ci porterà
nella zona tribale. Il viaggio va a rilento, attraverso numerosi paesi e
villaggi, l'atmosfera in macchina è sonnolenta. Il ns. viaggio prosegue
con qualche fermata per scattare qualche foto, poco prima delle 11
arriviamo in un villaggio induista dove ci sono tessitori di stoffe, la
gente è molto curiosa nei ns. confronti, passeggiamo per le vie del
villaggio poi, seguiti da un nugolo di bambini, ripartiamo. Breve sosta in
una bettola per il pranzo e di nuovo in strada, con continue fermate per
scattare foto, soprattutto alle donne, che indossano coloratissimi sari.
Alle 16 arriviamo a destinazione, montiamo in un attimo le tende e
partiamo subito a piedi per visitare un vicino villaggio Desia Konda,
tribù nelle quali le componenti donne hanno il viso tatuato
ad imitazione del mantello della tigre. Questo per impedire che le
tribù circostanti le rapissero ed anche per evitare, dopo la morte, di
reincarnarsi in spoglie feline. L'accoglienza è cordiale ma un po' timida,
non abbiamo difficoltà a scattare foto, siamo al centro dell'attenzione, è
difficile pensare che, fino a non molti anni fa, praticassero sacrifici
umani, in particolare bambini, in onore della madre Terra. In una casa ci
viene offerto il thè, lo beviamo dopo una lunga attesa, dopo di che
togliamo il disturbo e rientriamo al campeggio quando ormai è sera.
08/02 -
Altra nottata da dimenticare, in
questo viaggio si dorme veramente poco. Sveglia alle 06.30, smontiamo
rapidi le tende e quindi partiamo per Bisham Katak. Al mattino presto le
strade ed i villaggi sono già un brulicare di persone, che i raggi obliqui
del sole illumina, creando splendidi giochi di luce. Lungo la strada
sostiamo in un villaggio induista, come al solito veniamo accolti con
grande cordialità, soltanto i tempi stretti non ci permettono di
socializzare maggiormente. Scattiamo molte foto, quasi tutti gli abitanti
sono ben disposti a posare per noi, soprattutto le ragazze più giovani.
Verso le 11 arriviamo in un paese più grande dove incontriamo una
processione induista, canti, danze, profumo d'incenso e colori
sfavillanti. Non mi lascio certo sfuggire l'occasione e comincio a
fotografare come un pazzo, gl'induisti non hanno problemi a farsi
riprendere, anzi m'invitano a farlo loro stessi, facilitandomi il compito.
Ad un certo punto mi ritrovo nel bel mezzo del corteo che si ferma apposta
per me. Prima di andarmene ricevo una benedizione con una pioggia di
polvere blu che mi ricopre i capelli, le spalle e la MACCHINA
FOTOGRAFICA!! Arriviamo al punto dove parte la nostra camminata di oggi ai
villaggi Desia Konda. Il primo lo raggiungiamo dopo 20 minuti di cammino.
Inizialmente sembrano ostili, ma la guida riesce a calmarli. Proseguiamo e
dopo mezz'ora arriviamo ad un secondo villaggio, più povero e meno
popolato. Dopo una breve visita torniamo alle macchine dove pranziamo.
Ripartiamo e prima di arrivare a Bisham Katak ci fermiamo in un piccolo
villaggio che però ci delude. Arriviamo quindi a destinazione. qualcuno
monta la tenda ed altri dormono nei bungalows.
09/02 -
Stamattina sveglia all'alba. La
giornata si presenta subito piuttosto calda, c'è una densa foschia che
circonda la foresta intorno a noi. Mi addentro un centinaio di metri,
salgo su di un tronco spezzato e faccio qualche foto alla distesa di
alberi davanti a me, avvolti dalla luce irreale dell'alba. Partiamo in
auto, facciamo 15 minuti di strada e quindi c'incamminiamo risalendo una
stradina che ci porta in mezzo alle colline, dove si trovano i villaggi
dei Desia Konda. Dopo mezz'ora di cammino arriviamo al primo villaggetto,
poche case col tetto di paglia. Si presenta molto povero, le donne hanno
naso e orecchie ricoperti dai tanti orecchini! Non si può fotografare, gli
uomini potrebbero diventare aggressivi e procurarci qualche guaio. Dopo
mezz'ora continuiamo il ns. cammino, che in 30 minuti ci porta ad un altro
villaggio, più grande e bello, che ha preservato praticamente intatto
l'aspetto originario. Anche questo appare molto povero, gli uomini
sembrano come intontiti dall'alcool che estraggono dalle palme o dal riso,
compriamo qualche oggetto dalle donne, sotto lo sguardo attento di un paio
di uomini. Torniamo alla macchina e corriamo ad un mercato che si trova
nelle vicinanze; ci appare subito come un'esplosione di colori e c'è un
gran fermento, sotto questi enormi alberi si svolge un appuntamento
settimanale che per gli abitanti della zona è momento di aggregazione e
socializzazione, soprattutto per i Kutia Konda provenienti dai villaggi
più sperduti. Al pomeriggio visitiamo brevemente un villaggio dove
lavorano l'argento; da qui, a piedi, raggiungiamo un villaggio Kutia Konda
che ci appare subito molto bello, disposto com'è, con le case in fila ai
lati e con lo spazio centrale invaso da una mandria di bufali. Altra breve
camminata ad un villaggio induista e rientro.
10/02 -
Andiamo al mercato a Chatigona, che
si trova a pochi km dai ns. bungalows, partiamo presto per vedere le donne
Konda scendere dalle colline con le loro mercanzie. Arrivati al villaggio,
assistiamo ad un grande via-vai di gente che proviene dai villaggi
limitrofi con la merce da esporre al mercato, ci avviamo a piedi per un
sentiero che conduce ai piedi delle colline, incontriamo molte donne Desia
Konda stracariche di mercanzie, sono molto belle nei loro costumi
tradizionali. Si arriva alla base della collina dove gl'induisti comprano
la merce per poi rivenderla loro stessi al mercato, assistiamo un poco a
questo commercio per poi dirigerci al mercato vero e proprio: questo è
abbastanza grande anche se non ricchissimo di merce, lo visitiamo
fotografando a raffica e facendo indispettire le donne Konda, che non ne
sono molto entusiaste. Ripartiamo v/ le 11 direzione Jaipore, facciamo una
sosta pranzo con un pic-nic a base di riso, dal e pesce, poi altre due ore
d'auto e arrivo in hotel.
11/02 - Sveglia alle 5.30, oggi si va
ad Onukudelli ,dove si effettua un mercato frequentato dai Bonda. Facciamo
due ore di macchina, durante le quali assistiamo al sorgere dell'alba sui
villaggi ancora addormentati. Alle 08.15 siamo a destinazione e cominciamo
a camminare lungo il sentiero sul quale arrivano i Bonda provenienti dalle
colline. Le donne Bonda sono una visione splendida, quasi completamente
adorne di numerosi collari, collane e bracciali: sono più numerosi gli
ornamenti degli indumenti che le ricoprono! Gli uomini indossano abiti più
occidentali e portano il loro arco, frecce ed un pesante bilanciere carico
di merce. Ci appostiamo ad un bivio, cominciano ad arrivare i Bonda a
piccoli gruppi, gli uomini sono impossibili da fotografare ma le donne
invece si prestano volentieri dietro un piccolo commercio. Torniamo al
mercato dove facciamo ancora foto, quindi pranzo, e poi v/ i bungalows che
si trovano a ½ ora e ci sistemiamo. Verso le ore 16 partiamo con le
macchine, percorriamo un breve tratto quindi iniziamo una camminata che in
ca.20 minuti ci porta ad un villaggio Gadaba ancora animista, anche se ha
risentito dell'influenza induista Restiamo ca. 1 ora girando e curiosando
un po' dappertutto, naturalmente siamo sempre al centro dell'attenzione
dei bambini e non solo. Al calare del sole rientriamo.
12/02 - Partiamo alle 8, destinazione
dintorni Onukudelli. Percorriamo un breve tratto di pista, poi al primo
villaggio lasciamo le macchine e cominciamo la ns. camminata nelle colline
dell'Orissa, alla ricerca dei villaggi Boro Gadaba, le cui donne portano
pesanti collari ed orecchini enormi. Il paesaggio è dolce, con grandi
alberi sparsi qua e là. Camminiamo sotto un sole cocente, il cielo è terso
e di un blu intenso. Attraversiamo alcuni villaggi, incontriamo poche
persone, la maggior parte sono a lavorare. Al ns. arrivo spesso donne e
bambini si nascondono, intimiditi dalla ns. presenza. Con un po' di fatica
riusciamo comunque a socializzare un poco. Sosta pranzo sulle vie di un
torrente, con relativa pennichella al sole, poi continuiamo il ns. cammino
attraverso un nuovo villaggio, proseguiamo attraverso le colline con il
sole che martella e che comincia a metterci un po' in crisi. Nell'ultimo
tratto incontriamo un paio di villaggi e poi ritroviamo le ns. macchine
per tornare ai bungalows.
13/02 - Sveglia alle 7 per poi partire
alle 8 verso Onukudelli, che superiamo di un paio di km. Qui cominciamo la
ns. camminata su di un sentiero fiancheggiato da alberi, siamo ancora in
zona Boro Gadaba, ma ci stiamo dirigendo verso il territorio dei Bonda.
Raggiungiamo un villaggio di 5 o 6 case di fango con i tetti di paglia e
l'impressione che ne abbiamo è di un certo squallore. Ci sediamo all'ombra
di un grande albero, aspettiamo che le nostre guide trattino con gli
uomini del villaggio per lasciarci scattare qualche foto. Dopo qualche
pacco di biscotti e la promessa di qualche rupia possiamo procedere,
facendo attenzione a non puntare la macchina verso gli uomini, compresa
anche la foto di gruppo con le donne Bonda. Rientriamo con calma sotto il
sole cocente alle macchine e quindi ai bungalows per il pranzo. Alle 16
partiamo per il villaggio Parenga di Kanchana a una ventina di Km; qui
sono di etnia Parenga, ormai integrati con gl'induisti. Il villaggio è
molto bello: consta di un viale d'accesso fiancheggiato da una siepe di
agave e le case sono dominate da maestosi alberi, la gente è già rientrata
dai campi, perciò c'è grande animazione. Siamo tutti ispirati a fare foto
dalla disponibilità della gente e dalla bellissima luce del sole che sta
calando e che filtra attraverso gli alberi. Dopo un giro completo del
villaggio rientriamo soddisfatti.
14/02 - Partiamo alle 08.30, con tutta
calma ci dirigiamo verso i villaggi di etnia Paraja, dove arriviamo dopo
ca. 1 ora. Il primo villaggio è piuttosto piccolo e povero rispetto alla
media, anche se qua vengono fatti vasi in terra cotta, evidentemente
questo non basta a migliorare la situazione. Dopo un breve tratto in
macchina e 15 minuti a piedi, arriviamo ad un secondo villaggio più grande
e bello, che visitiamo con tranquillità tra la curiosità degli abitanti.
Ripartiamo e facciamo una breve sosta ad un mercatino, dove i Paraja
vendono i loro vasi, che sono esposti sotto un enorme albero; il colpo
d'occhio di questa distesa rossa è veramente notevole. Continuiamo ancora
per un paio d'ore dirigendoci a Gupteswar per la festa induista di
Shivaratri, quando siamo a 4 o 5 Km. dalla meta rimaniamo bloccati per un
incidente, un autobus si è ribaltato. Ci avviamo così a piedi, ma dopo un
km. chiediamo un passaggio ad una jeep già stipata di persone; con nostra
grande sorpresa si ferma e ci fanno salire, un paio all'interno e qualcuno
appeso fuori alla moda indiana, me compreso. Arrivati alla festa, che non
è altro che una grande fiera, ci accorgiamo di essere gli unici
occidentali in mezzo a migliaia di indiani incuriositi dalla nostra
presenza. Facciamo un breve giro della festa, siamo
continuamente fermati da persone che s'informano sulla nostra
provenienza, e che richiedono foto insieme a noi. Rientriamo facendo una
lunga deviazione sempre a causa dell'incidente, subiamo anche una
foratura, ma l'autista in pochi minuti risolve il
problema.
15/02 - Oggi tappa di trasferimento in
Taptapani. Verso sera ci fermiamo ad una festa indù che incontriamo ad una
cinquantina di Km. da Taptapani. Restiamo 15 minuti poi proseguiamo,
arrivando a destinazione alle 19.30.
16/02 - Come prima tappa stamani facciamo
un'escursione a 30 km. da Taptapani, dove si trova un villaggio di
profughi tibetani. Lo raggiungiamo dopo un'ora e visitiamo dove tessono i
tappeti. Visita anche al monastero, dove i monaci sono intenti a celebrare
un rito per l'inizio del nuovo anno tibetano. Ritorniamo verso Taptapani,
effettuando una sosta per fotografare una bellissima scena di buoi,
accovacciati sotto un maestoso albero dai rami contorti, quasi una
scultura della natura. Seconda tappa alle sorgenti calde di T., dove
fotografo la bambina più bella del viaggio; seguono altre soste per
immortalare scene indescrivibili, quasi d'altri tempi: mandrie di vacche
per strada con pastori a piedi o su carri trainati da bufali. Arriviamo a
Gopalpur sea v/ le 13.30; dopo un spuntino andiamo alla spiaggia dove
camminiamo per un bel tratto, osservando i pescatori intenti a rammendare
le reti. Facciamo un giro al villaggio e al tramonto rientriamo in hotel.
17/02 - Sveglia all'alba, dopo una notte
quasi insonne a causa delle zanzare, per vedere i pescatori uscire in mare
per la pesca. Abbandono gli altri per muovermi più liberamente, faccio una
decina di foto alla spiaggia e al mare che si stanno animando. Rientro in
hotel dove alle 8 facciamo colazione, subito dopo mi rimetto a letto
cercando di recuperare un poco del sonno perduto. Alle 12 si pranza e alle
13 partiamo per Puri, il viaggio per un buon tratto è piuttosto noioso,
percorriamo la strada che collega Calcutta a Madras. Finalmente lasciamo
la strada principale e torniamo a vedere i villaggi ed i campi coltivati,
che in certe zone vengono sostituiti dalle risaie, dove gli uomini sono
intenti al lavoro. La vista è molto bella ed è corredata di una miriade di
palme. Purtroppo siamo già arrivati, e siamo di fronte al South Eastern
Railway Hotel di Puri dove resteremo per due notti.
18/02 - Dopo un'ottima dormita, facciamo
colazione alle 8, serviti e riveriti da diversi camerieri in completa
tenuta bianca. Abbiamo noleggiato delle biciclette per poter visitare Puri
con più calma. Decidiamo di farci una pedalata nei dintorni della città,
cercando di ritrovare una stradina percorsa ieri. Come per miracolo,
imbocchiamo subito la strada giusta per uscire da Puri e cominciamo a
procedere verso B. Percorriamo 7 o 8 km., poi abbandoniamo la strada
principale girando a sinistra, convinti di avere ritrovato la strada di
ieri. Incontriamo subito un villaggio, costruito sotto un bellissimo
palmeto. Naturalmente siamo al centro della curiosità dei locali. Ci
fermiamo ad un tempietto, dove un uomo ci dona una corona di fiori gialli
da mettere al collo, noi a nostra volta lasciamo un'offerta. Proseguiamo e
ci rendiamo conto di avere sbagliato strada, ma non importa, è tutto
talmente bello, vero e affascinante che siamo contenti di questa novità.
Arriviamo in un'altro paese che si blocca completamente nel vederci
arrivare, percorriamo la via principale sotto gli occhi incuriositi della
gente, alla fine della via ci troviamo sotto enormi alberi e splendide
palme, la gente è intenta alla battitura del riso. Siamo ormai circondati
di persone che ci invitano a fotografare qualsiasi cosa. Ad un certo punto
ci fanno capire che vogliono offrirci da bere il succo del cocco, un uomo
piuttosto giovane sceglie la palma giusta e in un batter d'occhio, con
l'aiuto di un paio di corde, è già in cima alla palma di 15 metri, sceglie
le noci più belle e le getta a terra. Un uomo più anziano, forse il capo
villaggio, le apre e beviamo sotto lo sguardo divertito di mezzo
villaggio; quest'atmosfera straordinaria e l'ambiente naturale così
incantevole, mi fanno pensare di essere capitato in Paradiso. Torniamo
alla bici dove facciamo una foto di gruppo con relativo scambio
d'indirizzi, pensiamo di ricambiare tanta ospitalità con qualche rupia, ma
rifiutano in modo deciso, facendoci capire che per loro è stato un
piacere, così uno di noi decide di regalare il suo coltello all'uomo
anziano, che accetta con entusiasmo. Ripartiamo coscienti del fatto di
aver vissuto senza dubbio il momento più bello del viaggio, il più vero,
facciamo altre soste lungo la strada e siamo sempre accolti con molta
gentilezza e cordialità, infine rientriamo, stanchi ma felici all'hotel.
Dopo avere pranzato e riposato un poco, riprendo la bicicletta e
intraprendo un giro solitario, uscendo un paio di km. da Puri in una zona
di risaie dove la gente dei villaggi è intenta al lavoro, un ragazzo mi fa
da guida accompagnandomi ovunque e presentandomi ai componenti del
villaggio. Lo seguo ad un tempietto dove altri uomini si stanno bagnando
in un laghetto sacro accanto, cerchiamo di comunicare ma senza risultato,
perciò dopo pochi minuti saluto e ripercorro la strada di
ritorno.
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