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Prefazione
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Presentatasi un'occasione impensata, non mi sono
lasciato scappare l'opportunità di assaporare un'esperienza che ricorre nel mio
subconscio, fin dalla prima infanzia ma, mai realizzata a causa della non
disponibilità di tempo, per fare un viaggio così lungo.
Durante questo vagabondare ho avuto la "sventura"
di prendere qualche appunto e, trovandomi con l'agenda stipata di notizie, per
conformarmi con le aspirazioni fantasticate in età più giovane, ho cominciato a
mandare in stampa questa cronaca di viaggio. Le difficoltà iniziano con la
stesura del testo, che limitano in modo abnorme, lo stile di descrizione degli
avvenimenti che si susseguono tra le pagine del libro. Le lacune più
appariscenti sono derivate dalla mia incompetenza nei vari settori, che
dovrebbero essere sviluppati, per dare una visione più consona ad una
pubblicazione.
Non sono un naturalista e di conseguenza non
posso descrivere le bellezze e le formazioni che danno fascino al paesaggio, non
sono sociologo, perciò non si troveranno informazioni riguardanti fenomeni
sociali, politici, economici, giuridici, religiosi, ecc., non sono nemmeno
scienziato, letterato, cronista e chi più ne hanno, più ne mettano. In pratica
non sono neanche scrittore, ma un semplice megalomane che ...
virginio
[***]
16 Luglio 1996 _ Martedì
Ore 6 Sveglia per il fatidico
salto.
Ore 7 Si parte per Linate, ci
accompagna Silvana con la Twingo di Fabrizio.
Ore 11,15 Portate a termine con facilità tutte le
formalità inerenti l'imbarco saliamo sull'aereo che ci porterà a Francoforte.
Abbiamo solo 30 minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
È la prima volta che mi servo di un aeromobile,
ma sinceramente devo asserire di non essermi troppo emozionato. Coca-cola e
panino con salame, ci rallegrano la breve trasvolata.
Sulle Alpi ci sono delle nuvole e le vette si
vedono un po' a sprazzi, tuttavia é bello lo stesso.
A Francoforte, durante l'attesa del nuovo imbarco
bighelloniamo per l'immenso aeroporto, osservando con curiosità le vetrine dei
negozi che riempiono il vasto spazio degli arrivi e partenze.
Il primo intoppo lo incontriamo quando una
gentile hostess notando il nostro bagaglio a mano, lo fa pesare. Quaranta
chilogrammi, contro i dieci che avrebbero dovuto essere. Anche se noi parliamo
solo italiano, fingendo di non capire il suo vezzoso idioma, ingiunge,
categoricamente, di mettere in una borsa il materiale fragile e la rimanenza
spedirla come bagaglio appresso. Pure questa é fatta e si prosegue.
Durante la traversata verso Delhi "sprofondo"
nella musica sinfonica ascoltando attraverso la cuffia i brani che provengono
dalla filodiffusione. Osservo il paesaggio sottostante e mi viene da
pensare anche a tutti i problemi dei paesi che stiamo sorvolando
(Cecoslovacchia, Romania, Georgia, Iran, Afganistan, Pakistan), ma la velocità é
tale e tanta che non ho neanche il tempo di coordinare le idee e siamo già
oltre. Due abbondanti pasti, un doppio whisky, Coca-cola e altro ci rifocillano
e ci fanno passare piacevolmente la giornata.
Alle ventitré e trenta, ora italiana, sbarchiamo
in terra indiana e in men che non si dica, disbrigate le formalità doganali, ci
troviamo in un nuovo continente.
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