Domande sull'identità dell'AC

Un laico deve per forza far parte di un gruppo?

Non c'è differenza sul piano della via personale alla santità: ogni cristiano può giungere e crescere nella fede anche singolarmente, ovviamente restando inserito nella comunità ecclesiale. Certo bisogna riflettere su quanto sia difficile, specie nella nostra società, testimoniare e mantenere la fede senza il sostegno di un gruppo. Ancora più importante è la considerazione che l'apostolato e l'evangelizzazione, dovere di ogni battezzato, si può esercitare con magggiore efficacia unendo le forze.
Concilio: AA 16 e 18

In una parrocchia è importante che ci sia l'AC o potrebbe anche mancare?

Le indicazioni della Chiesa sono chiare: la comunità cristiana cresce col contributo di varie risorse tra cui l'AC che quindi svolge un singolare (cioé insostituibile) ministero (cioé ruolo) laicale orientato proprio allo sviluppo della comunità cristiana.
Concilio
Paolo VI sull'AC

Che differenza c'è tra un laico di AC e un laico che non aderisce all'AC?

Il Concilio ha chiarito il ruolo dei laici nella Chiesa. Quindi in AC come in altre situazioni (associate o no) ogni cristiano può giungere alla maturazione della fede. Se però si valutano altri aspetti, come il singolare ruolo pastorale dell'AC e il tipico cammino di formazione dell'Associazione, si scopre che il laico di AC risponde a una specifica vocazione
Il ruolo dei laici nella Chiesa
L'AC e gli altri movimenti

Quale rapporto esiste tra AC e gli altri gruppi e movimenti che agiscono all'interno della chiesa?

La presenza di varie associazioni, movimenti e gruppi nella Chiesa del dopo Concilio rappresenta una ricchezza perché ogni aggregazione agisce secondo un proprio carisma. A riguardo dell'Azione Cattolica potremmo dire che non ha un carisma particolare per il quale esiste: il suo fine è quello della Chiesa così come chiarisce il Concilio. Paradossalmente si può dire che il suo specifico è la cura della globalità, caratteristica che la pone al fianco dei Pastori della Chiesa.
Le note caratteristiche dell'AC
Art.7 dello statuto ACI
AC e altri movimenti

L'AC è da preferire agli altri movimenti e gruppi?

Non si può fare una classifica tra associazioni, movimenti o gruppi nella Chiesa perché ogni realtà ha una propria identità e un carisma difficilmente confrontabile. Per alcuni aspetti (chi dedica più tempo alla preghiera? chi fa più volontariato? chi si occupa di più dei problemi sociali? ecc.) va riconosciuto l'impegno di specifiche aggregazioni. E' senz'altro dal punto di vista pastorale che l'AC riveste una funzione particolare corrispondente alla sua singolare natura ecclesiale.
AC e altri movimenti

Il Concilio ha riconosciuto il ruolo di ogni laico e inoltre ha posto il Consiglio Pastorale al centro della vita delle comunità: qual è oggi il ruolo dell'AC?

L'Azione Cattolica ha rappresentato la più importante esperienza con cui i laici, dopo secoli di subalternità, si sono inseriti nella vita della Chiesa. Il Concilio ha finalmente riconosciuto l'identità e la vocazione specifica dei laici affermando l'eguale dignità tra tutti i battezzati. Inoltre sono stati creati i Consigli Pastorali a rappresentare tale comunione.
L'Azione Cattolica mantiene il suo singolare ruolo di essere accanto ai pastori nell' impegno della costruzione della comunità: solo che i suoi compiti sono cambiati: non è più l'unica realtà dove la Chiesa poteva fidarsi dei laici e neanche c'è più bisogno del Consiglio di AC per permettere al sacerdote di incontrare i laici impegnati nella parrocchia; adesso invece è importante che l'AC aiuti la Chiesa nella piena attuazione delle indicazioni del Concilio ad esempio facendo formazione verso tutti i fedeli laici per far loro prendere coscienza del loro ruolo nella Chiesa.
Il ruolo dei laici nella Chiesa
I laici nella storia della Chiesa

Al centro della vita della parrocchia c'è il Consiglio Pastorale, quindi il Consiglio parrocchiale di AC a cosa serve ?

La vita delle comunità deve sempre più esprimere la comunione che esiste nella Chiesa. Ecco la ragione della creazione e della centralità del Consiglio Pastorale che esprime proprio la comunione tra sacerdoti, religiosi e laici, tutti corresponsabili dell0unica missione della Chiesa.
Il Consiglio Parrocchiale di AC è l'organo che gestisce l'associazione; vi partecipa anche il parroco nella sua qualità di Assistente dell'AC. Prima del Concilio era anche la sede in cui il parroco incontrava i laici impegnati della parrocchia.
Il Consiglio pastorale e il Consiglio di AC

Tanti gruppi in parrocchia possono creare rivalità e scarso coordinamento: non sarebbe meglio toglierli tutti e lasciar fare solo al Consiglio Pastorale?

Questa tentazione, che apparentemente sembra assicurare maggiore efficienza, in realtà mortifica i doni dello Spirito che si esprimono nei diversi carismi tipici di ciascuna aggregazione: la forza della comunità invece deriva proprio dalla comunione che si crea nella sinergia tra le varie realtà.

Che rapporto tra la pastorale della parrocchia e la proposta dell'AC?

L'AC è una delle componenti della parrocchia in cui rappresenta uno strumento prezioso a servizio della pastorale. Per questo l'AC non segue proposte proprie ma si inserisce, col proprio stile, nel piano pastorale della chiesa locale a cui collabora sia nella fase di ideazione che nella sua esecuzione.

Quali sono i compiti che spettano all'AC?

L'AC ha un ruolo singolare nella pastorale: è al fianco del pastore della comunità al servizio della sua crescita. Non ha quindi un compito prefissato. Il suo impegno, sia formativo che missionario, sarà orientato su quelli che sono gli obiettivi definiti nel piano pastorale della diocesi e conseguentemente in quello parrocchiale.
La natura ecclesiale dell'AC

L'animazione della liturgia è compito dell'AC?

Abbiamo sottolineato che l'AC ha un ruolo singolare nella pastorale che non prevede compiti prefissati. Senz'altro promuoverà l'animazione della liturgia ma, se quel servizio è assicurato, l'AC può concentrarsi su altri compiti. Solo nella vecchia concezione pre-conciliare l'AC, unica espressione del laicato imoegnato, aveva il ruolo pratico di coprire i compiti esecutivi specie nell'ambito catechistico-liturgico.

L'AC è tenuta a collaborare con il parroco?

L'AC è a servizio della parrocchia di cui rappresenta una importante componente. Quindi, nella logica della comunione, è impossibile che una parte della comunità sia contrapposta, o semplicemente ignori, chi è alla guida della comunità. E' chiaro però che la comunione va costruita o ritrovata nel comune riferimento al magistero del Vescovo.
La collaborazione con la Gerarchia

Il socio di AC si può interessare di politica?

L'AC è un'associazione di laici che educa i suoi aderenti ad un consapevole impegno nelle realtà temporali tra le quali spicca la politica. Quindi il socio non solo può, ma anzi "deve" vivere la sua dimensione di cristiano e di cittadino, costruttore sia della città di Dio che della città dell'uomo: può anche impegnarsi direttamente e far parte di un partito. L'AC come associazione invece non è un partito e neanche si schiera a favore di un partito.
AC e politica

Un socio di AC può far parte di un partito politico?

Il socio di AC è un laico cristiano formato al servizio anche nella politica. E' interessato al vasto mondo della politica, che non si limita al dibattito, a volte angusto, tra i partiti in ambito nazionale o comunale, e può impegnarsi direttamente iscrivendosi o candidandosi in un partito. Bisogna solo fare attenzione ai soci che sono responsabili nei vari consigli dell'AC: essi infatti, se decidono di candidarsi o di ricoprire cariche direttive in un gruppo politico, devono dimettersi dalla carica associativa.
AC e politica