Vittorio Bachelet (1926-1980)


Due giorni dopo la sua uccisione, al funerale, il figlio Giovanni così pregò:

"Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri".

Bachelet racconta la scelta religiosa

Nasce il 20 febbraio del 1926 a Roma da famiglia piemontese. Aderisce all'ACI sin dal 1934, partecipa ai tempi dell'università (1943/47) alla FUCI, in cui collabora attivamente alla rivista Ricerca, e successivamente al Movimento Laureati.

Successivamente riveste ruoli di rilievo sia nel versante ecclesiale che in quello professionale.

Apprezzato studioso di diritto fu professore universitario a Trieste, a Palermo e dal '66 a Roma dove divenne titolare della cattedra di diritto amministrativo.

E' stato Presidente Nazionale dell'Azione Cattolica Italiana dal 1964 al 1973. Partecipa al Concilio Vaticano II invitato come uditore laico.

Sotto la sua presidenza si compie la scelta religiosa che, alla luce delle novità scaturite dal concilio, getta le basi per il rinnovamento e la riorganizzazione dell'associazione concretizzatasi nell'adozione nel 1969 del nuovo Statuto.

Si impegna in campo civile non prima di essersi dimesso da ogni posto di responsabilità ecclesiale per evitare confusioni e strumentalizzazioni.

Nel 1976 si candida per il consiglio comunale di Roma e viene eletto con un numero altissimo di preferenze nonostante una campagna elettorale essenziale e povera di mezzi. Incarico che lascia dopo pochi mesi per assumere lalta carica di vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura a cui era stato nominato.

Viene assassinato dai terroristi delle Brigate Rosse il 12 febbraio del 1980 nell'atrio della facoltà di scienze politiche dopo aver tenuto una lezione.