Antonia Mesina (1920-1935)

Antonia è una giovanissima di Orgosolo un paese della provincia di Nuoro, in Barbagia, nel cuore della Sardegna. Nasce il 19 giugno del in una famiglia modesta e numerosa: il papà Agostino, guardia campestre, la mamma Grazia, spesso ammalata, e dieci fratelli e sorelle ai quali Antonia si dedica con amore e con gioia. In parrocchia si impegna appena possibile, facendo sacrifici in casa per trovare il tempo libero, soprattutto dopo l'adesione all'Azione Cattolica.

A 10 anni si iscrive all'Azione Cattolica, alla Gioventù Femminile, prima beniamina e poi effettiva, cioè giovanissima. E' una socia attiva, frequenta il gruppo, avvicina altre ragazze perché aderiscano all'associazione.

Si confessa e riceve spesso la santa comunione. Prega molto, sembra pregare sempre, con naturalezza: in Chiesa ogni giorno e poi lavorando, camminando, in casa, in campagna, davanti a una Chiesa campestre, come quella di Sant'Anania, nel bosco. Nel 1935 Antonia è una bella ragazza, con occhi scuri, profondi; è molto riservata e conserva nel suo cuore l'amore per il Signore, per la famiglia, per l'AC, per le amiche.

Nella primavera di quell'anno la GF di AC tiene a Orgosolo una settimana intensa di formazione, chiamata allora "crociata della purezza", durante la quale Antonia approfondisce alcune certezze alla luce della fede sulla dignità umana e cristiana della persona, sulla libertà in Cristo che rende capaci di non cedere a compromessi. E sarà proprio per non cedere alle richieste di un giovane incontrato nel bosco, che Antonia viene uccisa, a 15 anni.

Il 4 ottobre 1987 viene beatificata da Giovanni Paolo II.