Teresio Olivelli (19xx-1945)


La preghiera del ribelle

Signore, facci liberi
Signore che, fra gli uomini drizzasti la Tua Croce, segno ai contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dei dominanti,
la sorditą inerte della massa, a noi oppressi da un gioco numeroso e crudele
che in noi e prima di noi, ha calpestato Te fonte di libere vite, dą la forza della ribellione.

Dio che sei Veritą e Libertą, facci liberi e intensi;
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontą,
moltiplica le nostre forze, vestici della tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso.

Nell'ora delle tenebre ci sostenga la Tua vittoria:
sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza.
Quanto pił si addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e dritti.

Nella tortura serra le nostre labbra. Spezzaci, ma non lasciarci piegare.
Se cadremo fa che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente
e a quello dei nostri morti a crescere al mondo giustizia e caritą.

Tu che dicesti: "lo sono la resurrezione e la vita",
rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia sulle nostre famiglie.

Sui monti ventosi e nelle catacombe delle cittą, dal fondo delle prigioni,
noi Ti preghiamo; sia in noi la pace che tu solo sai dare.
Dio della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.

dicembre 1944

Era un giovane socio dell'AC quando, negli anni della guerra, sfuggito per tre volte ai tedeschi, scelse di entrare nella resistenza nei reparti partigiani delle Fiamme Verdi che presidiavano le valli bresciane.

In clandestinitą compone la "Preghiera del ribelle" quando apprende la morte dell'amico Giancarlo Puecher.

Catturato a Milano muore nel lager di Hersbruck il 17 gennaio 1945.