Nel 1895 Romolo Murri, animatore del primo Circolo Universitario cattolico,
e la rivista "Vita Nuova" lanciarono programma e statuto di una Federazione cattolica universitaria,
che venne ufficialmente costituita nel 1896 a Fiesole nel corso del XIV Congresso Cattolico.
Fin dai primi anni la FUCI caratterizza il proprio impegno su due versanti:
il confronto con la cultura moderna e l'impegno nell'ambito sociale.
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Il sito ufficiale della FUCI
GLI ANNI '20.
La FUCI si orienta maggiormente su un lavoro di tipo culturale e di preparazione
professionale mentre sul piano delle attività universitarie
non mancano i momenti critici nei rapporti con gli universitari fascisti.
Il 1925 fu un anno di svolta nella storia della Fuci.
Il congresso di Bologna vide tra i suoi protagonisti Igino Righetti
che, nominato presidente, assieme all'assistente ecclesiastico Montini (il futuro Paolo VI),
iniziò il periodo più ricco e significativo della federazione.
GLI ANNI '30.
I rapporti tesi con lo stato fascista divennero scontro frontale nel 1931.
I successivi accordi tra Santa sede e regime
limitarono notevolmente il campo d'azione della Fuci riducendola ad
associazione diocesana sotto il controllo dei vescovi.
Questo ripiegamento consentì una riflessione e un
aggiornamento culturale
soprattutto alla luce del pensiero cattolico europeo
in campo filosofico ed ecclesiologico.
Grazie soprattutto alla guida di mons. Montini, di p. Bevilacqua,
e di mons. Guano l'attenzione venne indirizzata a personaggi
come Maritain o Congar.
L'obiettivo era formare una élite cattolica che alle gonfiature
della cultura egemone fascista sapesse contrapporre un più serio impegno
intellettuale, inteso proprio come vocazione.
IL DOPOGUERRA.
L'impegno della FUCI nella ripresa della vita politica nel secondo dopoguerra,
con l'attenzione al nuovo e significativo ruolo che svolsero i cattolici
va inquadrato, principalmente, nella presenza in seno alla Democrazia Cristiana
di giovani quadri che avevano avuto la loro formazione e avevano svolto
ruoli di responsabilità in seno alla Fuci.
E' questo il caso di Aldo Moro
(presidente della Fuci dal 1939 al 1942) e di Giulio Andreotti
(presidente dal 1942 al 1944).
Questa presenza ebbe un suo particolare rilievo soprattutto in seno
all'Assemblea Costituente, ove i
parlamentari provenienti dalla Fuci erano ben trentacinque,
molti con solida formazione giuridica, cosa che consentì di svolgere
un ruolo di grande rilievo nella formulazione della carta della repubblica.
Ricordiamo i nomi, tra gli altri, di Ambrosini, Gonella,
La Pira, Leone, Moro, Mortati, Taviani, Vanoni.
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