Nel 1918 nasce, prima come sezione giovanile dell'Udci, poi l'anno successivo come associazione autonoma, la Gioventù Femminile di AC ad opera di Armida Barelli, su volontà di Benedetto XV prima e Pio XI poi: il suo era uno stile innovativo, una nuova attenzione al carattere popolare dell'associazione.
La Barelli intuisce che le masse femminili, opportunamente mobilitate,costituivano una grande risorsa: alla Gf impresse un forte senso di militanza intesa come apostolato quotidiano praticato continuamente e in ogni ambiente.
Diffusa capillarmente, la Gfci mantenne un carattere fortemente centralizzato grazie alla continua formazione e al coordinamento delle dirigenti: fu il primo ramo dell'ACI a darsi una funzionale struttura diocesana e parrocchiale e sin dall'inizio, erano le socie stesse che eleggevano le responsabili ai vari livelli.
Iniziative particolari furono la creazione e il sostegno all'Istituto Missionario in terra cinese "Benedetto XV" e il fattivo sostegno all'Universita Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
La nascita della GF è profondamente segnata dalla visione ecclesiale e spirituale che maturava nella Chiesa ambrosiana intorno a Padre Agostino Gemelli.
Di fronte al profondo mutamento di costumi seguito alla prima guerra mondiale, alla diffusione del socialismo e di nuovi modelli di comportamento, la struttura organizzativa della GF, si pone come uno strumento per tenere forte il legame tra Chiesa e popolo, e per garantire un riconoscimento ufficiale della fede cristiana e dei suoi valori morali e sociali.