1940/45: gli anni della guerra


1940: il 10 giugno l'Italia entra in guerra al fianco della Germania hitleriana
1943: l'8 settembre viene firmato l'armistizio con gli alleati
1944: l'Italia è divisa in due stretta tra la Repubblica di Salò nel nord occupato dai tedeschi e Regno del Sud con gli alleati che risalivano la penisola bomdardando
1945: il 25 aprile si conclude la liberazione del territorio italiano dai tedeschi sotto la spinta dell'esercito alleato e l'azione della Resistenza

Durante la guerra l'AC continua con tenacia la sua vita associativa. Nelle parrocchie si continuava a incontrarsi, nelle riunioni si parlava di coloro che erano al fronte e si organizzavano una miriade di iniziative (come i "Segretariati della carità") per lenire le sofferenze del momento. Alla Resistenza molti suoi iscritti parteciparono attivamente, chi imbracciando il fucile chi adoperandosi nella rischiosa opera di protezione e di aiuto ai perseguitati politici.


AC E RESISTENZA
Quando da un consenso più o meno entusiasta si passò ad un cosciente e convinto distacco dal fascismo, molti giovani cattolici confluiscono nelle formazioni partigiane (Fiamme Verdi, Brigate del Popolo, formazioni autonome).

Sono spinti dalla ricerca di una solidarietà autentica o per una sorta di ribellione morale o di una prima abbozzata elaborazione politica.
Spesso vedono come un problema l'uso della violenza o la tattica degli attentati e dei sabotaggi che causano inevitabili rappresaglie sulle popolazioni civili.

Anche se tra vari atteggiamenti, ritardi e connivenze, la "Resistenza cattolica" può vantare figure di grande rilievo, come Teresio Olivelli.

In quest'atmosfera si costituiscono formazioni partigiane di specifica ispirazione cattolica nonché molteplici reti di assistenza a combattenti, carcerati, fuggiaschi.

Si può così cogliere il contributo dei laici e dei sacerdoti assistenti dell'Azione Cattolica alla Resistenza come un fatto di notevole rilievo morale, ma anche numerico (ben 93 le medaglie d'oro di laici di Ac, decorati per la Resistenza, di cui 85 caduti!).
Molti fucini ed ex fucini, così come i giovani della Giac, sono partigiani combattenti.

Chi non ha la possibilità di combattere, rifiuta qualsiasi forma di collaborazione con lo straniero occupante.
Le associazioni femminili partecipano in particolar modo all'assistenza e alla copertura degli amici che combattono.