la distanza Chiesa e mondo moderno


1864: Pio IX condanna nel Sillabo e nell'encicliccca "Quanta cura" il mondo moderno
1867: lo Stato Italiano approva la legge che prevede l'incamerazione dei beni ecclesiastici
1869: si apre il Concilio Vaticano I
1870: il 20 settembre l'esercito del Regno d'Italia occupa Roma ponendo fine al potere temporale della Chiesa
1874: Pio IX con il "Non expedit" vieta ai cattolici di partecipare alle elezioni del nuovo stato.

L'ITALIA TRA ANTICLERICALI E INTRANSIGENTI

L'Italia della seconda metà dell'800 era tutta presa dalla tensione risorgimentale verso l'unità della nazione che si compì con la conquista dei territori dello stato pontificio e con l'occupanzione di Roma che diverrà capitale del nuovo Stato.

Le correnti di pensiero di matrice liberale e atea spingevano per limitare l'influenza delle istituzioni ecclesiastiche ritenute socialmente invadenti ed economicamente privilegiate. Cavour, presidente del consiglio dei ministri del Regno d'Italia, si esprimeva con le note parole: "Libera Chiesa in libero Stato".

Ecco dunque che di fronte al diffondersi dell'anticlericalismo e dei suoi atteggiamenti talvolta aggressivi, la risposta dei cattolici fu di difesa dei principi della loro fede e del Papa stesso. Ovviamente si rafforzarono le posizioni di quei cattolici intransigenti che vedevano nel nuovo stato un profanatore antireligioso con cui era impossibile accordaesi.

UN FATTO EMBLEMATICO:
I FUNERALI DI PIO IX


Il clima religioso e politico che vedeva fronteggiarsi correnti anticlericali e correnti intransigentiste era ben espresso dagli avvenimenti, per opposta ragione estremi, che videro protagonista Pio IX, un papa che aveva visto crollare nel suo lunghissimo pontificato lo Stato Pontificio e sorgere il Regno d'Italia.

Morì ottantenne nel 1878 e fu temporaneamente sepolto nella basilica vaticana. Tre anni dopo la sua salma fu oggetto di un assalto, durante la traslazione da San Pietro al Verano, da parte di avversari della Chiesa cattolica, nell'intenzione di gettarla nel Tevere.
La notte seguente si registrarono "abominevoli oltraggi" alla tomba, tali da suscitare un giustificato moto di protesta non solo in ambiente ecclesiastico.

Nella stessa Roma, tre mesi dopo, vi fu un pellegrinaggio nazionale di fedeli per celebrare una "solenne funzione di suffragio e di riparazione" presso la stessa tomba. Da quel momento partì un progetto per la costruzione di un sepolcro, che si sarebbe completato trent'anni dopo, dedicato al pontefice vittima dell'intolleranza.

Del progetto fu promotore il conte Giovanni Acquaderni che ebbe la volontà di realizzare, anche a proprie spese se non fosse bastata la sottoscrizione fra i cattolici di tutto il mondo, quel monumentale sepolcro in memoria di un Papa e a gloria della cristianità.