Aldo Moro e la strage di via Fani  (1978)

Alcuni atti di Sindacato ispettivo della Camera dei deputati e del  Senato della Repubblica

XIII legislatura (1996 - 2001)

Tipo e Numero Atto: CAMERA - INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA numero: 4/17551
Primo Firmatario CORSINI (DS ULIVO)
Data Presentazione: 18/05/98 (Seduta n. 0356)
Stato iter: è rimasto ITER IN CORSO (non concluso)
Ministro delegato: INTERNO
Destinatari: INTERNO
Al Ministro dell'interno.
Per sapere - premesso che: a distanza di 20 anni dal sequestro dell'onorevole Aldo Moro e dall'uccisione degli uomini della sua scorta, le modalità e le responsabilità di quel gravissimo atto eversivo  sono ben lungi dall'essere compiutamente accertate. Recentemente un libro dell'ex senatore Sergio Flamigni, già membro delle Commissioni parlamentari d'inchiesta sul caso Moro e sulla Loggia P2, ha riproposto, con accuratezza e abbondanza di dati, alcuni aspetti non chiari, introducendo nuovi elementi di dubbio ed interrogativi inquietanti che    riguardano delicati e importanti organismi dello Stato; è   pertanto doveroso che il Governo fornisca risposta alle seguenti questioni evidenziate nel citato libro:          
se risponda a verità che nelle società di copertura del Sisde sottoposte nel 1994 a sequestro penale per lo scandalo amministratori che nel 1978 erano presenti nelle società immobiliari proprietarie di circa 20 appartamenti di via Gradoli 96;
se risponda a verità che il commercialista Aldo Bottai, amministratore della società Monte Valle Verde, intestataria di ben 8 appartamenti di via Gradoli 96, il 21 aprile 1978 (cioè 3 giorni dopo la "scoperta" del covo Br di via Gradoli 96) si dimise dalla carica, e che nell'aprile 1981 la  finanziaria Nagrafin Spa, della quale il Bottai era sociofondatore, partecipò alla costituzione della Copture Immobiliare, una società di copertura del Sisde che nel  gennaio 1994 è stata posta sotto sequestro giudiziario durante   l'inchiesta sui fondi neri del servizio segreto civile;
se risponda a verità che proprietaria di un altro  appartamento di via Gradoli 96 era la società immobiliare Gradoli della quale dal 30 aprile 1977 era sindaco revisore Gianfranco Bonori, il quale Bonori era poi divenuto uno  stretto collaboratore di Maurizio Broccoletti (funzionario Sisde), e quindi segretario della Gattel, società preposta telecomunicazioni del Sisde; 
se risponda a verità che allo stesso Gianfranco Bonori sia poi stata affidata anche l'amministrazione di beni mobili e immobili del Viminale;
se risponda a verità che il ragioniere commercialista    Giovanni Colmo, nel 1978 presidente del collegio sindacale della Immobiliare Savellia  Spa (proprietaria di Palazzo Orsini, edificio situato nei   pressi di via Caetani) sia diventato poi segretario (e suo figlio Andrea amministratore unico) della Immobiliare Palestrina III, altra società di copertura del Sisde che nel  1994 risulterà coinvolta nello scandalo dei fondi neri del Servizio;  
se risponda a verità che nel 1979 l'allora funzionario del Sisde Vincenzo Parisi sia divenuto intestatario di alcuni appartamenti nel palazzo di via Gradoli 96 e che abbia affidato l'amministrazione degli immobili di sua proprietà al signor Domenico Catracchia, amministratore dell'intero stabile, il quale riscuoteva personalmente gli affitti da tutti gli inquilini per conto di società immobiliari riconducibili ai Servizi;
se risponda a verità che dagli archivi del Catasto Urbano di Roma sia scomparsa la documentazione relativa all'appartamento di via Gradoli 96, scala A, interno 11, cioè l'appartamento che funse da base operativa per preparare e attuare il sequestro Moro;
se risponda infine a verità che dall'archivio del commissariato Flaminio Nuovo della Polizia di Stato risultino  scomparsi i documenti relativi alla scoperta, il 18 aprile1978, del covo Br di via Gradoli 96.   (4-17551)

 

 

 

 

Tipo e Numero Atto: CAMERA - INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA numero: 4/17719
Primo Firmatario  FRAGALA' (AN)
Data Presentazione:  26/05/98 (Seduta n.0360)
Stato iter: è rimasto ITER IN CORSO (non concluso)
Ministro delegato: INTERNO
Destinatari: INTERNO e  GIUSTIZIA
Ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia.
Per sapere - premesso che: le innumerevoli dichiarazioni rilasciate in questi giorni  agli organi di stampa in relazione al sequestro ed all'uccisione  dell'onorevole Aldo Moro aprono nuovi inquietanti interrogativi ed è pertanto necessario fare chiarezza in particolare su alcuni  aspetti connessi al ruolo nella vicenda di importanti organismi  istituzionali:  
attraverso quali canali il dottor Giovanni Colmo, prima, e suo figlio Andrea, poi, siano stati chiamati ad assumere - secondo quanto riferisce il mensile Area nel numero di maggio 1998 - le cariche di azionisti, amministratori e sindaci delle  seguenti società a responsabilità limitata: Kepos, Proim e Palestrina III, sequestrate dalla procura di Roma nel gennaio del 1994, nell'ambito dell'inchiesta sui fondi neri del SISDE; 
se al Governo risulti corrispondere a verità la notizia - riportata sempre sul numero di maggio 1998 del mensile Area - secondo la quale sempre il dottor Giovanni Colmo ("prematuramente scomparso nei primi mesi del 1994"), fin dal 1968 figurava come presidente del collegio sindacale dell'immobiliare Savella S.p.A., il numero di telefono della quale (659127) annotato su un foglietto (rep. n. 652 del verbale di sequestro DIGOS 18 aprile 1978) è stato ritrovato - il 18 aprile 1978 - nel covo Br di via Gradoli n. 96, scala A, int. 11 (secondo piano) utilizzato prima  da Valerio Morucci e poi da Mario Moretti;  se risulti al Governo che la holding Raggio di Sole S.p.A. (così come si legge nel numero di maggio 1998 del mensile Area),   fino al 4 dicembre 1990 fosse l'azionista di maggioranza della   Palestrina III, immobiliare risultata anche in sede giudiziaria riconducibile a Mario Ranucci, ex braccio destro di Maurizio Broccoletti, già direttore amministrativo del SISDE, e che nel suo consiglio di amministrazione figurasse Francesco Fenoaltea, il notaio che ha rogato gli atti di compravendita di alcuni  immobili della brigatista Adriana Faranda e che - nel novembre del 1975 - ha steso l'atto di costituzione della società Caseroma S.r.l., intestataria di gran parte degli appartamenti della palazzina di via Gradoli n. 96, amministrata da Domenico Catracchia;
se risulti al Governo il fatto che il nome dell'ex direttore del SISDE nonché ex capo della Polizia, prefetto Vincenzo Parisi, già nel settembre del 1979 figurasse in una voltura di un immobile in via Gradoli n. 75, nella stessa   palazzina dove - nel dicembre 1976 - affittò un posto macchina  l'ingegner Mario Borghi (alias Mario Moretti) e dove il 30  gennaio 1980 - così come riporta Area - veniva trasferita la sede dell'immobiliare Gradoli S.p.A., e che tale voltura a favore del prefetto Vincenzo Parisi sia stata stesa dal notaio Fabrizio Fenoaltea nel suo studio di via Timavo n. 22 a Roma, fratello del dottor Francesco Fenoaltea; 
se risulti altresì al Governo che il notaio Fabrizio Fenoltea nel gennaio 1980 abbia autenticato la firma di Domenico Catracchia all'atto di assunzione della carica di amministratore  dell'immobiliare Gradoli S.p.A., secondo quanto afferma il citato mensile;  
se al Governo risulti corrispondere al vero la notizia, citata dal suddetto mensile Area, secondo la quale, il 30 aprile  1977, venne nominato sindaco dell'immobiliare Gradoli al posto della dimissionaria Maria Sarno, il signor Gianfranco Bonori, il quale, nel maggio 1992, firmerà, in qualità di segretario, il verbale di assemblea della Gattel S.r.l., società di copertura del servizio segreto civile, "deputata alla gestione automatizzata dei trasporti e delle telecomunicazioni" del SISDE; 
se al Governo risulti corrispondere al vero la notizia, citata dal suddetto mensile, secondo la quale i dottori commercialisti Giancarlo Muci, Aldo Sanchini, Marco Bongiovanni e Vittorio Silvestri, oltre che soci fondatori e membri del consiglio di amministrazione dell'immobiliare Gradoli S.p.A.,  risultino - dal dicembre 1976 - come componenti del collegio sindacale della Compagnia San Giorgio S.p.A., importante società immobiliare controllata dallo IOR, banca del Vaticano; 
se al Governo corrisponda al vero la notizia, sempre riferita dal mensile Area, secondo la quale uno dei membri del  collegio sindacale della Compagnia San Giorgio, il dottore commercialista Vittorio Silvestri, figurasse come sindaco della  Fincom S.p.A., già azionista fiduciaria di maggioranza della Immobiliare & Servizi e della Servoimmobiliare S.r.l. (la prima  riconducibile direttamente a Gerardo Di Pasquale, ex capo del  reparto logistico del SISDE, e la seconda a Michele Finocchi, ex capo di Gabinetto del SISDE): società ombra, anch'esse sequestrate nel gennaio 1994 nell'ambito dell'inchiesta sui fondi  riservati del servizio segreto dei ministero dell'interno; 
se al Governo risulti al vero la notizia riportata dal  suddetto mensile della presenza di Pellegrino De Strobel, già capo contabile dello IOR, nel collegio dei sindaci della Compagnia San Giorgio S.p.A. e di suo fratello Pietro come sindaco della Brink's Securmark S.p.A., l'istituto trasporto valori oggetto della famosa rapina da 35 miliardi nel 24 marzo 1984, nella quale risultò coinvolto Tony Chichiarelli, il pittore falsario (assassinato il 28 settembre 1984) cui è stato attribuito il depistaggio del falso comunicato n. 7 del Lago  della Duchessa, diffuso la mattina del 18 aprile 1978: lo stesso giorno della strana scoperta del covo di via Gradoli n. 96. (4-17719)

 

 

 

 

 

Tipo e Numero Atto: CAMERA - INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE numero: 3/02382
Primo Firmatario  SINISCALCHI (DS ULIVO)
Data Presentazione:   18/05/98 (Seduta n.0356)
Stato iter: è rimasto ITER IN CORSO (non concluso)
Ministro delegato: INTERNO
Destinatari: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, INTERNO e GIUSTIZIA
Interlocutorie: da PRES. CONSIGLIO a INTERNO  il 05/06/98 tramite lettera.
Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia.
Per sapere - premesso che: dal quotidiano l'Unità del 5 maggio 1998 viene descritta ampiamente la rivelazione che, in occasione della presentazione del libro Convergenze parallele, Alberto Franceschini, condannato per reati di terrorismo, ha fatto dichiarando di avere appreso formalmente dal capitano dei carabinieri Giraudo, collaboratore del giudice Salvini, che indaga su connessione tra i servizi segreti deviati e stragi terroristiche, che un appartenente al nucleo storico delle Brigate rosse impegnato, in azioni terroristiche dal 1971 al 1975, era da identificarsi in Francesco Marra, filtrato come agente provocatore, sotto il falso nome di "Rocco", ad opera dei servizi; lo stesso Franceschini, secondo il resoconto giornalistico, avrebbe affermato: "...a quel punto, anche se sono dissociato, ho deciso di parlare: voglio che si sappia che Marra era con noi nelle Brigate rosse. Tanto i reati sono tutti caduti in prescrizione e lui non rischia niente. Ma per me le cose sono chiare: settori dello Stato hanno cercato di strumentalizzare le Brigate rosse, ci lasciavano fare invece di fermarci". Continuando, Franceschini affermava ancora: "Quando il nucleo storico, liberando Sossi, si dimostrò ai loro occhi inaffidabile attraverso una serie di operazioni mirate, fu arrestato tutto il gruppo storico. E così il rapimento Moro è andato come è andato"; dalle stesse dichiarazioni di Franceschini, e soprattutto dalle rivelazioni contenute nel libro del senatore Flamigni Convergenze parallele emerge, dunque, una sconcertante ipotesi di coinvolgimento dei servizi segreti nella reale titolarità di venti appartamenti nel condominio dove era ubicato l'appartamento di via Gradoli n. 96 ove venne tenuto prigioniero per 55 giorni l'onorevole Aldo Moro -:
quali iniziative di inchiesta o di denuncia nell'ambito delle loro competenze essi intendano assumere su queste gravissime rivelazioni che possono condurre alla individuazione di responsabilità, fino ad oggi occultate, di complicità nella strage di via Fani e nella uccisione dell'onorevole Aldo Moro. (3-02382)  

                                         

 

 

Tipo e Numero Atto: CAMERA - INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA numero: 4/18826
Primo Firmatario  ALEMANNO (AN)
Data Presentazione:  10/07/98 (Seduta n.0389)
Stato iter: è rimasto ITER IN CORSO (non concluso)
Ministro delegato: INTERNO
Destinatari:  PRESIDENZA DEL CONSIGLIO e INTERNO
Interlocutorie: da PRES. CONSIGLIO a INTERNO  il 20/07/98 tramite lettera.
Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno.
Per sapere - premesso che: il mensile Area - nell'ultimo numero di luglio-agosto - nel servizio di apertura ricostruisce (al termine di una lunga e articolata inchiesta iniziata nel maggio 1997) uno dei capitoli più bui e intricati dell'affaire Moro: quello riguardante la base   logistica di via Gradoli, utilizzata da Valerio Morucci prima e  Mario Moretti poi, capi della colonna romana delle Br (scoperta  stranamente il 18 aprile 1978) che gestirono il sequestro e l'uccisione del leader Dc;    il suindicato mensile riporta la notizia che lo stabile di via Gradoli 96 sarebbe stato direttamente collegato alle strutture riservate del Viminale, attraverso un intelligente gioco di scatole cinesi;      sempre secondo il mensile Area, fra queste società figurava l'Immobiliare Gradoli spa, con sede prima in piazza Navona 49 e  poi in piazza della Libertà 10, e il pacchetto azionario di tale immobiliare era detenuto al 100 per 100 da una nota società fiduciaria romana: la Fidrev; il consiglio di amministrazione della Fidrev, già dal dicembre 1973, era composto dalle stesse cariche che figurano nel  consiglio di amministrazione dell'Immobiliare Gradoli spa, società che aveva (per statuto) chiari interessi proprio negli immobili di via Gradoli 96 e 75; l'articolo procede rilevando che fin dall'aprile 1977, la Fidrev e l'Immobiliare Gradoli avevano non solo la stessa sede, ma operavano attraverso le medesime persone e - proprio da questa  data - nel collegio sindacale dell'Immobiliare Gradoli compare (come sindaco) un personaggio di nome Gianfranco Bonori, qualche anno dopo segretario della Gattel srl, società di copertura del Sisde sequestrata durante l'inchiesta sui fondi neri del servizio;tali indicazioni, secondo quanto risulta dal citato  giornale, sarebbero state confermate - il 6 ottobre 1993 - dal primo direttore logistico amministrativo del Sisde, dottor Pasquale De Rosa, in sede di audizione davanti alla Commissione d'inchiesta ministeriale sullo scandalo Sisde (all'epoca presieduta dall'attuale onorevole Filippo Mancuso, deputato di  Forza Italia);  dubbi e interrogativi sul caso Moro sono stati espressi dal capo dello Stato, Oscar Luigi Scàlfaro, davanti al Parlamento durante le solenni commemorazioni della strage di via Fani, circa    la possibile esistenza di un livello occulto sfuggito a vent'anni di accertamento giudiziario; un'inquietante rosa di coincidenze intorno al condominio di via Gradoli sembra legare - in un unico oscuro disegno - il fulmineo sopralluogo del 18 marzo 1978 (appena 48 ore dopo   l'agguato di via Fani), effettuato dagli agenti del commissariato  Flaminio Nuovo; l'inverosimile seduta parapsicologica del 2  aprile 1978, organizzata dal professor Romano Prodi e da altri   illustri colleghi dell'Università di Bologna a casa del professor Alberto Clò a Zappolino (provincia di Bologna), durante la quale sarebbe emersa l'indicazione "Gradoli" e il numero "74"; la strana perdita d'acqua dal bagno dell'appartamento utilizzato come base operativa da Mario Moretti e Barbara Balzerani durante le prime fasi del sequestro Moro e la relativa scoperta del covo il 18 aprile 1978. Scoperta "annunciata" in qualche modo dalla diffusione del falso comunicato Br n. 7 del Lago della Duchessa con cui si annunciava la condanna a morte del "detenuto politico" Aldo Moro -:  e risponda al vero che il 6 ottobre 1993, in sede di   audizione davanti alla Commissione d'inchiesta ministeriale sullo scandalo Sisde, il dottor Pasquale De Rosa (direttore e capo del reparto logistico-amministrativo del Sisde dal febbraio 1978   all'agosto 1987) abbia fatto riferimento ad una società fiduciaria con sede a Roma in piazza della Libertà, alla quale la direzione del servizio affidò una delicata serie di incarichi di  copertura;
se risulti che l'esatta denominazione sociale e il relativo  indirizzo (Fidrev, piazza della Libertà 10) fosse emerso grazie all'intervento di uno dei membri della Commissione presieduta da Filippo Mancuso: dottor Riccardo Chieppa, oggi giudice della Corte costituzionale;
se la Fidrev spa (con sede prima in piazza Navona 49 e poi  in piazza della Libertà 10) fin dal dicembre 1973 controllasse  l'Immobiliare Gradoli spa grazie ad un'assemblea dei soci, composta dagli stessi membri del consiglio di amministrazione  della medesima fiduciaria;
se, fin dall'atto di costituzione, l'Immobiliare Gradoli  risultasse intestataria (in proprio o per conto terzi) di  parecchi immobili nel palazzo dove - il 15 aprile 1978 - venne scoperta la base logistica del brigatista Mario Moretti;  
se corrisponda a verità, come affermato nel mensile Area,  il fatto che - alla data del 6 ottobre 1993, giorno dell'audizione del dottor Pasquale De Rosa - in sede di Commissione d'inchiesta ministeriale il nome della Fidrev fosse ancora sconosciuto; 
se corrisponda al vero la notizia riportata sempre dal  citato mensile - che la Fidrev, su diretto ordine dell'allora  direttore del Sisde, generale Giulio Grassini, abbia svolto "un lavoro preziosissimo" per conto degli apparati di sicurezza del ministero dell'interno e che i relativi decreti di costituzione delle società di copertura dell'intelligence del Viminale siano  stati emanati dall'allora ministro dell'interno, Francesco  Cossiga; 
se corrisponda al vero che il dottor De Rosa, nella sua qualità di primo direttore amministrativo, non sarebbe mai stato chiamato a testimoniare durante l'inchiesta sui fondi neri del Sisde, né a deporre durante i due livelli di giudizio del  processo a carico dei vertici del servizio segreto civile, né  tantomeno in sede di Tribunale dei Ministri, durante la messa in stato di accusa dei ministri dell'interno succedutisi negli anni e dell'allora capo della Polizia, prefetto Vincenzo Parisi. (4-18826)

           

 

 

 

Correlazione tra Licio Gelli con il nome di Ing. Luciani ( "Luciani ")

Abstract di alcuni atti di Sindacato ispettivo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica

X legislatura (1987 - 1992)

Tipo e Numero Atto: SENATO - INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA numero:   4/06325
Primo Firmatario  POLLICE (MISTO)
Data Presentazione: 14/05/91 (Seduta n.0521)
Stato iter: ITER CONCLUSO il 27/11/91
(Risposta pubblicata nel fascicolo n.149)
Ministro delegato: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Destinatari: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Partecipanti: risposta governo:  ROGNONI (Min. DIFESA) con lettera del 14/11/91 - pubblicata in allegato ai resoconti della seduta del 27/11/91.
Interlocutorie: da PRES. DEL CONSIGLIO a DIFESA il 05/06/91 tramite fonogramma.
Sintesi Atto:
Sull'esistenza di un comitato ombra  per l'emergenza durante il periodo del rapimento Moro e sul coinvolgimento di Licio Gelli, nonché sul nome del capo del SIOS marina dell'epoca.

 

Tipo e Numero Atto: SENATO - INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA numero:   4/07658
Primo Firmatario  POLLICE (MISTO)
Data Presentazione:   29/01/92 (Seduta n.0658)
Stato iter: è rimasto ITER IN CORSO (non concluso)
Ministro delegato: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Destinatari: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Sintesi Atto:   
Sul ritrovamento di un tesserino di accesso al Palazzo della Marina intestato a tale Lucio Luciani, pseudonimo usato da Licio Gelli.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

Sottofondo musicale:
Pink Floyd
- "Shine On You Crazy Diamond", tratto dal cd
"Wish You Were Here" (1975)