La
distruzione dell’immensa Biblioteca di Alessandria costituì una
delle più gravi perdite culturali della storia dell’umanità.
La
distruzione della grande Biblioteca di Alessandria, costituita da
circa 800 mila manoscritti, resta avvolta dal mistero. Pare comunque
che venne incendiata la prima volta durante la guerra alessandrina,
nel 48 d. C, quando Giulio Cesare distrusse la flotta egiziana di
Cleopatra e le fiamme si propagarono fino alla Biblioteca.
Secondo alcuni storici, Antonio e Cleopatra spostarono la Biblioteca
a Serapeum, ma anche questa seconda fu incendiata. Infatti, taluni
attribuiscono la definitiva scomparsa della Biblioteca al patriarca
d'Alessandria Teofilo che, nel 391 d.C., avrebbe guidato dei
fanatici cristiani al fine di procedere alla sua distruzione totale.
Altri studiosi sostengono invece che una parte della Biblioteca in
realtà sopravvisse fino all'invasione degli Arabi, tra il 640 e il
642 d.C., sotto il regno del califfo ‘Omar ibn al-Khattab (591-644),
i quali la incendiarono distruggendola definitivamente. |