NAVIGANDO  PIU'  DI  VENTI  SECOLI  OR  SONO !

(Formula 554, "Testi delle piramidi")

"Tu sei figlio della Grande Mucca Bianca ! Essa ti ha concepito, ti ha partorito e ti protegge. Attraverserà il fiume con te, poiché tu appartieni a coloro che stanno intorno al sole e circondano la Stella del Mattino." 

(Formula 302, "Testi delle piramidi")

"Il cielo è limpido e Sothis risplende perché io, figlio di Sothis, sono vivo e gli dei si sono purificati per me nell'Orsa Maggiore, le stelle imperiture"

(Inno all'unico Dio "Aton", del faraone  Amenophis IV - Ekhnaton)

"E tutti i paesi stranieri e lontani, Tu fai che vivano anch'essi. Hai posto un Nilo nel cielo che scende per loro. E che fa onde sui monti come un mare
E bagna i loro campi e le loro contrade."
Come son perfetti i tuoi consigli tutti, O signore dell'eternità ! Il Nilo del cielo è tuo per gli stranieri
E per tutti gli animali del deserto che camminano sui piedi: Ma il Nilo vero viene dalla Duat per l'Egitto.

(Antico Testamento – libro di Giobbe – Capo XXXVIII) (*)

"Potrai tu forse legare le stelle folgoreggianti delle Pleiadi o sconvolgere il corpo di Orione?"

(*) Quando le Pleiadi sorgevano in maggio i greci iniziavano
la navigazione, per finirla quando esse tramontavano in autunno.

(Antico Testamento – libro di Giobbe – Capo IX)

"Egli creò ed Arturo, ed Orione, e le Hiadi,
e le ascose parti del mezzodì."

(Omero - Odissea - Libro V  - Traduzione di Ippolito Pindemonte)

"Lieto l'eroe dell'innocente vento,
La vela dispiegò. Quindi al timone
Sedendo, il corso dirigea con arte,
Né gli cadea su le palpèbre il sonno
Mentre attento le Pleiadi mirava,
E il tardo a tramontar Boòte e l'Orsa
Che detta è pure il Carro, e là si gira,
Guardando sempre in Orione, e sola
Nel liquido Oceàn sdegna lavarsi
L'Orsa, che Ulisse, navigando, a manca
Lasciar dovea, come la diva ingiunse.
Dieci pellegrinava e sette giorni
Su i campi d'Anfitrite. Il dì novello
Gli sorse incontro co' suoi monti ombrosi
L'isola de' Feaci, a cui la strada
Conducealo più corta, e che apparìa
Quasi uno scudo alle fosche onde sopra."

(Omero - Iliade - Traduzione di Vincenzo Monti) 

Ivi ei fece la terra, il mare, il cielo
e il Sole infaticabile, e la tonda
Luna, e gli astri diversi onde sfavilla
incoronata la celeste volta,
e le Pleiadi, e l'Iadi, e la stella
d'Orïon tempestosa, e la grand'Orsa
che pur Plaustro si noma. Intorno al polo
ella si gira ed Orïon riguarda,
dai lavacri del mar sola divisa.
Ivi inoltre scolpite avea due belle
popolose città. Vedi nell'una
conviti e nozze. Delle tede al chiaro
per le contrade ne venìan condotte
dal talamo le spose, e Imene, Imene
con molti s'intonava inni festivi.

 

(Arato di Soli - 310-315 - 240 a.C. - I pronostici) 

Osserva sopra tutto ambe le corna
Dell'aurea Luna.
Or d'una, or d'altra luce
Dalla sera vedrai tinto il suo volto,
E temperato con diverse forme
Nel suo principio; al terzo giorno; e al quarto
Da lei conoscerai, del nuovo mese
Qual sarà la stagion: ella serena
Fia, se sottile e pura a noi si mostri
Nel terzo dì la Luna; assai ventosa,
S'ella sarà sottile, e intorno sparsa
D'assai carco rossor; ma se dal terzo
Al quarto dì ne manda un debol lume
Colle corna spuntate, immensa pioggia
Cadrà sui campi, o spirerà Scirocco.
Che se menando il terzo dì, ne mostri
Non tremule, o all'insù volte le corna,
Ma piegate egualmente e quinci e quindi,
Alla mattina udrai soffiar Ponenti.
Che se dritta così conduce pure
In cielo il quarto giorno, avrai sospetto
Non nell'aria si formi orribil turbo.
Che se il corno soprano è bene arcato,
Attendi Tramontana, oppur
Scirocco S'è rivolto all'insù.
Ma quando intero
Il cerchio che la cinge, appare rosso,
Temi fiera burrasca, e più la temi
Quanto più quel rossor somiglia al foco.
Nei Pleniluni, e Quarti, e quando cresce,
E quando riede a falce, anche l'osserva;
Che il suo color ti accennerà dei mesi
L'andamento qual fia.
S'ei dunque tutto
Si mostra chiaro, dì sereni accenna,
Se tutto rosso, pien l'aer di venti,
Se in qualche parte oscuro, immensa pioggia.
Ma non tutti si ponno ad ogni giorno
Questi segni veder.
Ben quei che al terzo
Seguono, e al quarto dì la nova Luna,
Sogliono anche seguirla al primo Quarto,
O quei del primo Quarto a mezzo il mese;
Come di mezzo il mese al Quarto estremo,
A cui simile pur si mostra il terzo
O il quarto dì del già spirante mese.
Che se a guisa di cerchio intorno posta
Alla Luna tu vedi un'aia sola,
Attendi pur bonaccia e insieme vento,
Ma quand'ella si squarcia, orribil vento,
E quando si dilegua intera calma:
Che se doppia compare, ahi qual tempesta
Si deve paventar : ma quando fia
Maggior, s'ella sarà triplice ? e quanto
Se sarà nera ? oppur se squarcerassi
Tai cose antiveder dal mensil corso ?
Della Luna potrai, ma più del Sole
Siati a cor d'osservar l'occaso e l'orto "

(Esiodo - VIII - VII sec. a.C. - Le opere e i giorni)

Il calendario agricolo

MIETITURA
Quando le Pleiadi sorgono, figlie di Atlante,
la mietitura incomincia; l'aratura al loro tramonto;
esse infatti quaranta notti e quaranta giorni
stanno nascoste, poi, volgendosi l'anno,
appaion dapprima quando è il momento di affilare gli arnesi.
Questa dei campi è la legge, sia per quelli che nei pressi del
mare hanno la loro dimora, sia per coloro che in valli profonde,
lontano dal mare ondoso, nella grassa pianura
hanno la casa; semina nudo, ara nudo,
nudo mieti, se alla giusta stagione tu vuoi tutti
compiere i lavori di Demetra; perché ogni frutto
cresca alla sua stagione, e perché non accada
che dopo, in preda al bisogno,
tu mendicante vada alle case degli altri senza nulla ottenere.

AUTUNNO
Quando s'acquieta la forza del sole che brucia
e della vampa che spreme il sudore, e manda le piogge autunnali
Zeus possente, allora il corpo dell'uomo a muoversi
è assai più leggero; in quel tempo la stella di Sirio
per poco sopra le teste degli uomini nati alla morte
si volge di giorno e prende della notte una parte maggiore;
allora meglio resiste ai tarli la legna tagliata dal ferro:
le sue fronde a terra riversa e cessano dal crescere i rami;
è allora il momento di tagliarne i tronchi,
memore dei lavori che la stagione richiede.

PRIMAVERA
Quando, dopo che il sole si è vòlto, sessanta
giorni invernali Zeus abbia compiuto, allora l'astro
di Arturo, lasciata la sacra corrente di Oceano,
tutto splendente si innalza al sorgere della sera;
di séguito a lui la Pandionide rondine, col pianto suo mattutino,
si lanciaverso la luce della primavera
che sorge di nuovo per gli uomini;
precedila allora e pota le viti; è la cosa migliore.
Ma quando colei che si porta addosso la casa dalla terra sale sui tronchi fuggendo le Pleiadi, allora non è più tempo di zappare le viti, ma affila le falci ed esorta gli schiavi;
fuggi gli ombrosi riposi e i sonni dell'alba,
nella stagione di mietere, quando il sole secca la pelle.

ESTATE
Quando il cardo fiorisce e la cicala canora
stando sull'albero l'acuto suo canto riversa
fitto da sotto le ali, nella pesante stagione d'estate,
allora più grasse sono le capre, il vino è migliore,
le donne più ardenti, ma sono fiacchi gli uomini
perché Sirio brucia la testa e i ginocchi
e secco è il corpo per via della vampa.

LA VENDEMMIA
Quando Orione e Sirio son giunti a mezzo
del cielo, e Arturo può esser visto da Aurora dalle dita di rosa,
o Perse, allora tutti i grappoli cogli e portali in casa.
Tienili al sole per dieci giorni e dieci notti;
per cinque conservali all'ombra, al sesto versa nei vasi
i doni di Dioniso giocondo. Poi, dopo che
le Pleiadi e le Iadi e il forte Orione
son tramontati, d'arare ricordati,
è il momento opportuno, e che l'anno sia propizio ai tuoi campi.

NAVIGAZIONE
Ma se della navigazione pericolosa il desiderio ti prende,
sappi che quando le Pleiadi, d'Orione la forza terribile
fuggendo, si gettano nel mare nebbioso,
allora infuriano i soffi di ogni specie di venti.

Esiodo, con il poema "Le Opere e i Giorni", costituito da 829 esametri, si rivolge al fratello Perse; in tale opera sono presenti  consigli sul comportamento e sull’onestà dell’uomo in generale e si stabiliscono principi pratici in campo agricolo, sulla navigazione, sul comportamento sociale e religioso. Il poema è rilevante soprattutto perché mette in luce le condizioni sociali della Grecia arcaica, quando i contadini dovevano ogni giorno lottare per la sopravvivenza. Esiodo, scrittore più antico di cui si abbiano notizie storiche, trascorse la sua vita nel podere del padre e lasciò il suo villaggio solo una volta per partecipare a una gara poetica a Calcide, nell'Eubea.

(Canti di Castelvecchio - Giovanni Pascoli) 

L'imbrunire

Cielo e Terra dicono qualcosa
l'uno all'altro nella dolce sera. 
Una stella nell'aria di rosa, 
un lumino nell'oscurità. 
I Terreni parlano ai Celesti, 
quando, o Terra, ridiventi nera; 
quando sembra che l'ora s'arresti, 
nell'attesa di ciò che sarà. 
Tre pianeti su l'azzurro gorgo, 
tre finestre lungo il fiume oscuro; 
sette case nel tacito borgo, 
sette Pleiadi un poco più su. 
Case nere: bianche gallinelle! 
Case sparse: Sirio, Algol, Arturo! 
Una stella od un gruppo di stelle 
per ogni uomo o per ogni tribù. 
Quelle case sono ognuna un mondo 
con la fiamma dentro, che traspare; 
e c'è dentro un tumulto giocondo 
che non s'ode a due passi di là. 
E tra i mondi, come un grigio velo, 
erra il fumo d'ogni focolare. 
La Via Lattea s'esala nel cielo, 
per la tremola serenità.

(Inno al Sole del faraone  Amenophis IV - Ekhnaton) (*)

Inno al Sole

Bello è il tuo apparire sull'orizzonte del cielo
O Aton vivente, principio della vita!
Quando tu sorgi dall'estremo oriente del cielo
Tutta la Terra viene colmata dalla tua bellezza...
I tuoi raggi abbracciano tutto ciò che hai creato!
Tu hai legato a te il mondo per il tuo figlio prediletto!
Anche quando sei lontano, i tuoi raggi non lasciano la Terra. Anche quando sei in alto, nessuno conosce le tue vie...Tu sei nel mio cuore. E nessun altro ti conosce. Al di fuori del tuo figlio Ekhnaton.
Tu gli hai rivelato i tuoi piani e la tua potenza.

(*) Elogio di Aton, trad. in Breasted, Historie de l'Égypte, II, pp.384-386).
Questo documento letterario di rilevante interesse è attribuito a Ekhnaton. Si può riscontrare una sorprendente somiglianza con qualche inno del Vecchio Testamento, ad esempio, con il Salmo 104 dei libri della Sapienza.  James B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts relating to the Old Testament, Princenton University Press, 1955 (trad.it. "Archeologia e Vecchio Testamento", Firenze, Sansoni, 1964). E’ comunque interessante ricordare che a seguito della scoperta di parte degli archivi reali nel palazzo di Amenofis IV presso Tell-el-Amarna, per la prima volta venne alla luce in una lettera del XIV sec.a.C. la parola "Khabiru" (Sa-Gaz in cuneiforme)

AMENOPHIS IV - EKHNATON - (o anche IKHNATON)
Amenophis IV (circa 1370-1352 a.C.), XVIII dinastia, fu quasi certamente il primo sovrano nella storia dell’umanità ad aver introdotto ufficialmente attraverso il culto di Aton ("disco solare"), in sostituzione del culto di Amon, una religione monoteista. Egli inneggiò ad un "dio unico, senza eguali" che "da solo aveva creato la Terra secondo l'impulso del suo cuore" (*). Il faraone cambiò poi il suo nome in Ekhnaton (o Echnaton), ossia "colui che è gradito ad Aton" (o anche "il disco del sole è contento" o "colui che serve Aton") e si trasferì da Tebe in una nuova capitale da lui fondata: Akhet-Aten (o Akhetaton), ossia "orizzonte di Aton", ora Tell el-Amarnah.
Ekhnaton, "il re eretico", sposò Nefertiti (o Nofretete), "La bella che qui viene" e, a seguito anche dell’influenza di quest’ultima, impose un nuovo stile di vita, "stile di Amarnah". Dopo la morte del sovrano venne però ristabilito tutto il vecchio status quo.

Armoniche leggi della contingenza generano e regolano tutto l'esistente. Coscienza e speranza, alla deriva nell'oceano infinito, cercano nell'amore la zattera del gran Legislatore.

Alvei di infelicità lungo il fiume dell'esistenza.
La speranza del grande Risveglio: librarsi nel cielo chiaro e correre senza fermare l'amore che ci fa volare nell'Assoluto.

Alzo gli occhi verso le stelle e penso alla semplicità di un ordine generale, li abbasso poi su un semplice fiore e un profumo di gioia mi pervade, li apro nel cuore e una semplice grande Presenza mi appare.

(Pietro Musilli)

 

 

 

Sottofondo musicale:
Pink Floyd - "Shine On You Crazy Diamond", tratto dal cd
"Wish You Were Here" (1975)