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IL   GRANDE  KARL  POPPER
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Il decalogo di Karl Popper contro la violenza nei media

(dal periodico "L’Avvenire" - 7-1-1997)

1- Non bisogna nascondersi dietro alla falsa – decisamente disonesta- distinzione tra educare e informare, dire che esiste della pura informazione come semplice trasmissione di fatti, è falso. Se i giornalisti sono informatori responsabili, sono anche educatori, hanno cioè una grande responsabilità e così pure la televisione ha una grande responsabilità. Io credo che la maggioranza dei professionisti della televisione non si rende conto appieno della propria responsabilità. Credo che non siano capaci di valutare la portata del loro potere.

2- Il liberalismo classico ", sotto tutte le sue forme, ha sempre accordato una grande importanza all'educazione e un'importanza ancora più grande alla responsabilità. Ma è sempre il liberalismo ad insegnare che ogni potere, e soprattutto un potere gigantesco come quello della televisione, deve essere controllato. Perché la televisione ha un ruolo enorme e molto pericoloso nel processo di adattamento all'ambiente. Essa può distruggere la civiltà. Che cos'è la civiltà? È la lotta contro la violenza. C'è progresso civile se c’è lotta alla violenza; per instaurare la pace tra le nazioni, all’interno delle nazioni e specialmente nelle nostre case. La televisione costituisce una minaccia per tutto questo.

3- L'attuale potere della televisione viene spesso male impiegato. Io credo che questo avvenga spesso perché i suoi professionisti non sanno quello che fanno. Si propongono di "essere realisti", "essere avvincenti", "interessare", "eccitare". Questi sono gli obiettivi che si pongono consapevolmente.

4- C'è abbastanza violenza nel mondo, non c'è affatto bisogno di aggiungere delle violenze inventate per mostrarle a gente divenuta gradatamente insensibile a qualsiasi tipo di violenza che non sia quella fatta a loro stessi. Ho lavorato per anni quando ero giovane come educatore di bambini difficili. I più difficili erano quelli che avevano patito violenza nelle loro famiglie. Possiedo una certa esperienza in merito. A volte portavo quei bambini al cinema. A quel tempo la televisione non esisteva. Secondo la mia esperienza i bambini hanno paura della violenza. Un bambino normale chiude gli occhi per non vederla. Il fatto che la gente si abitua a vedere violenza, che diventi il suo pane quotidiano distrugge la civiltà. Questa è la mia tesi.

5- Mi hanno accusato di illiberalismo per la mia proposta intesa a porre un freno all'ondata di scene di violenza che la televisione rovescia nelle menti dei bambini. Ma che cos'è un ideale liberale? Il più importante di tutti gli ideali liberali: ogni potere dovrebbe essere limitato da altri poteri. È falso dire che il liberalismo abbia difeso la libertà incontrollata di fare quello che si vuole. Sarebbe un puro non senso. Se faccio qualcosa che mette gli altri in pericolo, allora devo essere privato del diritto di farlo. È assai semplice. Se uno dice: "posso guidare alla velocità che voglio, dalla mano che preferisco", costui rappresenta un pericolo per sé e per gli altri. Ci vuole una legge precisa: o guidare a sinistra come in Gran Bretagna o a destra come in Italia.

6- Come nel caso dell'autoregolamentazione dei medici si potrebbe creare un "Istituto per la televisione". La mia proposta è che tutti i professionisti della TV siano registrati come membri di tale Istituto. Poi dovrebbero partecipare a una serie di corsi per sensibilizzarsi al pericolo che la televisione fa correre ai bambini, agli adulti e all'insieme della nostra civiltà. Così molti scoprirebbero, degli aspetti ignorati della professione e sarebbero indotti a considerare in modo nuovo la società e il loro ruolo. Ritengo che in un secondo tempo dovrebbero sostenere un esame per vedere se si sono impadroniti delle idee fondamentali. Superato l'esame, dovrebbero prestare giuramento come i medici: promettere di tenere sempre presenti quei pericoli e di agire di conseguenza in modo responsabile. È soltanto allora che potrebbero entrare come membri permanenti dell’Istituto per la televisione. Non mantenendo quella promessa si perderebbe la licenza. Sarebbe possibile fare appello ad un’istanza di giudizio superiore. Ma se questa confermasse che si è agito irresponsabilmente, cesserebbe il diritto a lavorare nella TV. Beninteso, queste istituzioni, dovrebbero essere elette a maggioranza dai professionisti stessi. E la misura disciplinare che potrebbe togliere la licenza dovrebbe provenire da una corte in cui fossero dei professionisti a detenere il più alto potere.

7- Ogni libertà deve limitata. Non esiste libertà che non abbia bisogno di esser limitata. Un uomo può essere felice per la sua nuova automobile, e può avere la sensazione che solo guidando molto veloce può esprimere la sua felicità e la passione per la sua automobile. Vorrebbe attraversare Roma a 200 all’ora per esprimersi chiaramente. Qual è la differenza tra questo modo di esprimersi e quello che rivendicano certi artisti o professionisti della TV? C'è una vera differenza? Bisogna vedere se con il loro modo di esprimersi mettono o no gli altri in pericolo. In altri termini, si tratta sempre dello stesso principio. La nostra libertà, che sia quella di agitare i pugni, quella di puntare o di diffondere l'informazione o qualsiasi altra è limitata dal naso del nostro vicino. È sempre lo stesso principio, è il principio più semplice che si possa immaginare. E tutti quelli che invocassero la libertà, l'indipendenza o il liberalismo per dire che non si possono introdurre delle limitazioni in un potere pericoloso, come quello della televisione, sono degli idioti. E se non sono degli idioti, sono degli imbroglioni che vogliono arricchirsi con lo spettacolo della violenza, educando alla violenza.

8- Bisogna difendere la civiltà. Tra l'altro, non si può negare che in molte vicende criminali, l'assassino è in grado di citare con precisione il film o il telefilm che gli ha fornito l'idea del suo delitto. È fenomeno abbastanza frequente, benché non succeda sempre. Ma è spesso possibile identificare il momento in cui l'idea di un delitto o della violenza è stata suggerita.

9- I bambini passano una parte considerevole del loro tempo davanti al video. Per loro la televisione è una parte importante della realtà. La televisione permette oggi di diffondere la violenza e di fare della violenza una componente essenziale dell'ambiente dei bambini. Essa li educa e quindi li precipita nel violenza.

10- Se a scuola un professore vi insegna quello che bisogna fare per introdursi illecitamente in una banca o per avvelenare un genitore, se vi dà tutte le informazioni utili per diventare un criminale, voi direte che quel professore deve essere rimosso, questo non vuol dire che deve essere messo in prigione, ma che quanto meno debba essere rimosso. La stessa cosa dovrebbe valere per i professionisti della televisione.