“I FAVURI DU MORTU”

Scritta nel 1987 da Giuseppe Mandica vuole richiamare all’attenzione del pubblico la tradizione di origine greca sulle veglie funebri che si suole fare nei piccoli centri calabresi.

Infatti è usanza che gli amici più cari del defunto, per una forma di rispetto fanno la veglia e vuoi per passare il tempo, vuoi per alleviare il dolore dei parenti, dialogano su eventi trascorsi col defunto.

Tanto che il dialogo degenera in argomenti grotteschi, dimenticandosi a volte della presenza del morto. Il giorno del funerale si piange il morto in un modo che può sembrare caratteristico, ma che in realtà ha chiare origini della “Magna Grecia” detto appunto “Chianti a longa”.

Questo tradizionale modo di pianto per il morto, ha lo scopo di chiedere dei favori oltre la vita terrena, essendo in noi chiara l’esistenza delle anime.

L’autore scrive questa Commedia traendo spunto da una veglia funebre da lui stesso vissuta.