Regia: Umberto Lenzi
 Sceneggiatura: Vincenzo Mannino
Interpreti:
Maurizio Merli, John Saxon, Silvano Tranquilli, Elio Zamuto
Colonna sonora: Franco Micalizzi



la pagella dello staff di pollanet

cast:
azione:
tensione:
storia:
colonna sonora:
malinconia:


giudizio complessivo:


fondamentale


legenda:

delirio
ottimo
buono
così così
cesso



La scheda tecnica completa del film
con
Internet Movie Database



 

Napoli violenta  (1976)

Questo film, che introduce il personaggio di Gennarino, è in realta il secondo della trilogia del commissario Betti, naturale seguito di un altro film di Marino Girolami, Roma violenta, del 1975.

Il commissario (uno straordinario e grintosissimo Maurizio Merli), viene trasferito nella città partenopea per arginare lo strapotere della malavita organizzata, con metodi che talvolta scavalcano la legalità ("la grazia la dà il Presidente... io sono un semplice commissario... figurati un pò!", "A te non ti denuncio per violenza a Pubblico Ufficiale... te la faccio scontare quì!") per conseguire risultati altrimenti inimmaginabili.

Betti è un uomo tutto d'un pezzo, forgiato da anni di lotta al crimine, che rinuncia spesso alla sua vita privata per rendere quella degli altri più serena. Egli incarna la forza e la tenacia, ma anche la sensibilità, visibile nel bellissimo rapporto che instaura col piccolo Gennarino, prima e dopo la morte del babbo garagista.


A rappresentare degnamente l'ingiustizia ci sono Barry Sullivan nel ruolo di 'O Generale, camorrista potentissimo, John Saxon in quello di Capuano, importante uomo d'affari e finanziatore di traffici delittuosi, e il troppo spesso dimenticato Elio Zamuto nei panni di un rapinatore tanto furbo quanto spietato.

Purtroppo a fare le spese di tanta sconsiderata violenza è soprattutto la gente comune, da Gennarino reso orfano, alla donna stuprata (Maria Grazia Spina), incapace, come il marito (Silvano Tranquilli), di denunciare i suoi violentatori.

 

Solo il commissario Betti e pochi altri (i suoi agenti speciali Albini e Battisti), hanno il coraggio di affrontare a viso scoperto il marcio, prodotto da una società priva di dignità, che trae origine da un contratto sociale tra gli individui, per il superaramento illusorio della primordiale natura umana avversa al compromesso e al comun vivere.


Betti sarà quasi sul punto di mollare, di arrendersi alla malavita, ma la vista di Gennarino, zoppo e orfano gli darà la forza di continuare, di combattere la criminalità, con qualsiasi mezzo e a rischio della propria vita, come hanno fatto molti agenti speciali, uccisi spietatamente (speronati da un due assi Fiat 645 N e finiti a catenate o accoppati come bersagli in una sala da bowling).


Completano un cast ricchissimo una pletora di volti noti soprattutto nell'ambito dei movies made 'ncopp 'o golfo (ma non solo), eccezionali caratteristi che mantengono sempre vivo l'interesse di uno dei film più generosi dell'intero filone poliziesco.

 

L'approfondimento di Minni Malinconico

NAPOLI MALTRATTATA, NAPOLI VIOLENTATA, NAPOLI IMPAURITA, NAPOLI UCCISA !


GENNARINO, NAPOLI PIANGE

Napoli violenta, diretto da un superbo Umberto Lenzi e sceneggiato da Vincenzo Mannino, usci' nei cinema italiani nel 1976, colpendo l'opinione pubblica oltre che per la sua crudezza narrativa, anche e soprattutto per un personaggio simpatico e sfortunato rimasto nei cuori di molti italiani, il bambino Gennarino.

L'anno dopo Mario Caiano giro' Napoli spara! con Leonard Mann (Leonardo Manzella all'anagrafe), che vestiva i panni del commissario Belli, sostituito del commissario Betti, interpretato magistralmente dall'oramai leggendario Maurizio Merli, in Napoli violenta.

Punto di contatto dei due film è Gennarino, un bambino tanto vivace quanto sfortunato, che merita sicuramente una analisi dettagliata.

Un bambino sta attraversando la strada, trascinando la gamba destra, è visibilmente zoppo, ma non appena arriva dall'altra parte, schernisce gli automobilisti che commossi lo avevano fatto passare. E' così che Lenzi propone per la prima volta al pubblico il simpatico e sfortunato bambino, con questa scena premonitrice.

Gennarino compare infatti oltre che in Napoli violenta, anche in Napoli spara!, di Mario Caiano, l'anno dopo. La sua, è una figura molto importante, è la parabola della vita di un bambino, nato in una città notoriamente difficile, derubato della sua infanzia e ucciso non solo dai proiettili di Santoro, interpretato peraltro da un cattivissimo Henry Silva, ma soprattutto da una realtà sociale e politica incapace di difendere il cittadino dalla delinquenza, non solo organizzata.

In questa duologia si può cogliere nitidamente una contaminazione dei "lacrima movie", molto in voga in quegli anni, che si assimila magnificamente al genere poliziottesco, dipingendo pennellate di drammaticità che contribuiscono a sensibilizzare lo spettatore, invitando il cittadino a ribellarsi e combattere duramente i perturbatori della legalità.

Gennarino non ce la farà, la sua vita non potrà mai più spiccare il volo. Il suo corpicino ancora acerbo sarà tragicamente perforato da un proiettile sparatogli contro da Santoro, la speranza che il bambino incarnava se ne va, dissolvendosi lentamente.