Regia: Enzo G.Castellari
 Sceneggiatura: Tito Carpi
Interpreti: Franco Nero, James Whithmore, Fernando Rey, Delia Boccardo
Colonna sonora: Guido e Maurizio De Angelis


la locandina americana



la locandina giapponese
(Thanks
Kazu !!!)



la locandina spagnola
(Thanks
Jesus Manuel !!!)



la pagella dello staff di pollanet

cast:
azione:
tensione:
storia:
colonna sonora:
malinconia:


giudizio complessivo:


teso


legenda:

delirio
ottimo
buono
così così
cesso



La scheda tecnica completa del film
con Internet Movie Database




soundtrack


(per gentile concessione)

Cape Town Arbour


i bloopers !
(ovvero, gli errori del film)

Difficile trovare degli errori in un capolavoro ma...



il carabiniere/manichino stirato dopo l'assassinio di Scavino è troppo evidente!




La polizia incrimina, la legge assolve  (1973)

Secondo Davide Pulici e buona parte dei Nocturniani, il vero iniziatore della saga del poliziesco è proprio lui; per quanto uscito circa un anno dopo La polizia ringrazia è il film di Castellari ad anticipare le tendenze del cinema che verrà in seguito di Lenzi e Massi con Merli, Merenda & C.

Vero è che alcune tematiche che saranno molto care al poliziesco, come la microcriminalità diffusa e spietata e le ambientazioni strettamente metropolitane, sono toccate più ne La polizia ringrazia, e che in nessuno dei due film emerge ancora la figura del poliziotto disposto a farsi giustizia da solo, che sarà in seguito incarnato prevalentemente da Maurizio Merli e Luc Merenda.

Comunque la si veda, La polizia incrimina... è un film fondamentale per la nascita e lo sviluppo del genere poliziesco italiano e, perlomeno dal punto di vista tecnico, probabilmente il migliore di tutta la serie.

Le scene di azione, coordinate impeccabilmente dall'Equipe di Mastro Remy Julienne e girate tra il porto di Genova, l'autostrada dei Fiori e la riviera ligure sono a dir poco sublimi e perfettamente contestualizzate all'interno del film.

L'intera sequenza della cattura del Libanese, perfettamente incalzata dalla musica di "Gangster Story" dei fratelli De Angelis (ripresa in seguito in innumerevoli film, come Roma violenta, Napoli spara!,...) tocca livelli di realismo e di efficacia delle riprese più volte imitati ma mai più raggiunti nelle successive pellicole.

Il film, del '73, sprigiona una travolgente azione e tensione narrativa, sin da quando un'auto della polizia insegue un'autoambulanza Citroen DS, lanciatissima e sregolata, intenta a seminare il commissario Belli, interpretato da Franco Nero, che combatte il crimine duramente, in una città devastata dalla violenza e offesa, quotidianamente, da delinquenti privi di dignità morale.

L'originalità della pellicola sta senza dubbio nella guerra tra due clan, quello dell'anziano e romantico boss Cafiero (Fernando Rey) e l'altro guidato dall'intoccabile ingegnere della Dunanco, Umberto Griva (Silvano Tranquilli), che si combattono spietatamente per il controllo del mercato della droga.

La polizia sta invece a guardare, disincantata e impotente di fronte alle tragedie e ai suoi morti.

Solo il commissario capo Scavino (James Whitmore) e il suo vice Belli, di cui non sarà mai pronunciato il nome di battesimo nemmeno dalla sua fidanzata Mirella, interpretata dalla bella e eterea Delia Boccardo, tenteranno con ogni mezzo di combattere la malavita ramificata, come una metastasi, in tutto l'apparato sociale di quegli anni.

Il protagonista mette il lavoro al di sopra di ogni altra cosa, sacrificando la sua giovane figlia Anita (impersonata da Stefania, figlia dello stesso Castellari), travolta e uccisa dalla FIAT 125 degli scagnozzi di Griva che le spezzerà la vita, e la fidanzata Mirella, pestata atrocemente, che si prende la sua bella dose di mazzate in dignitoso silenzio.

Persino il suo superiore, il commissario capo Scavino, non sarà risparmiato, sorpreso e freddato davanti alla sua Mini Minor in una sequenza di alta scuola cinematografica.

Il film nel suo convulso epilogo sconfina a Marsiglia, dove il commissario Belli riuscirà a sventare uno scambio di droga tra il Libanese (fornitore) e le bande rivali di Griva e Cafiero; quest'ultimo, giunto ormai al capolinea della sua esistenza, morirà assassinato ma consentirà al commissario, con un tardo ma efficace gesto di redenzione, di incastrare il potente industriale genovese.

Un cast stellare, in cui agli attori già citati vanno aggiunti perlomeno il bravo Duilio Del Prete (Griva Jr.), un attore che nei panni di puttaniere non era secondo proprio a nessuno, e Daniel Martin (Rico, luogotenente di Cafiero) che, vivendo di mali azioni non può che finire i suoi giorni masticando sale.

Interessante la scena finale, in cui il commissario impavido ha oscure preveggenze sul suo futuro, un flash agghiacciante di un sibilo di proiettile sordo e terribile.

LA SOCIETA' E' AL SERVIZIO DEL CITTADINO,CHE PAGA, CHE PAGA, CHE PAGA...

L'approfondimento di Minni Malinconico

GENOVA, IL CITTADINO E IL COMMISSARIO SI RIBELLANO

La polizia incrimina, la legge assolve e Il cittadino si ribella diretti da Enzo G. Castellari si muovono in una città dai due volti come Genova, tanto moderna e laboriosa nella sua parte più moderna quanto fatiscente e pericolosa nei suoi vicoli sinuosi, il cui minimo comune denominatore è la criminalità che dimora nell'una e nell'altra parte della città.

Il regista Castellari con le due pellicole ha voluto denunciare la drammatica situazione sociale genovese, la cui unica soluzione è la ribellione, che deve partire dal cittadino per stimolare e arrivare alla polizia, che da sola non può assolutamente contrastare la delinquenza dilagante.

Genova, città portuale, facile preda di traffici illegali, deve essere tutelata da tutti, dal cittadino alla polizia, senza esclusione di colpi, con metodi forse troppo violenti ma altresì efficacissimi, usati dal commissario Belli e dall'ingegnere Carlo Antonelli, anche a costo di perdere per sempre le persone che più si amano (il giovane Tommy, la piccola Anita, il commissario capo Scavino).

Genova non ci sta più e vuole essere liberata.