Regia: Stefano Vanzina
 Sceneggiatura: Lucio De Caro
Interpreti: Enrico Maria Salerno,
Mario Adorf, Mariangela Melato
Colonna sonora: Stelvio Cipriani




la locandina giapponese
(Thanks
Kazu !!!)

 

VHS:



la pagella dello staff di pollanet

cast:
azione:
tensione:
storia:
colonna sonora:
malinconia:


giudizio complessivo:


sconsolante


legenda:

delirio
ottimo
buono
così così
cesso



La scheda tecnica completa del film
con
Internet Movie Database







La polizia ringrazia  (1972)

Per antonomasia il padre del genere, girato nel '72 dalla mano sapiente e innovativa del Vanzina, è il primo poliziottesco all'italiana che finalmente trova la sua autonomia dal poliziesco made in USA.

Il commissario Bertone insegue inutilmente una giustizia invisibile che si arrende mestamente alla legge della violenza, di una Beretta turbata pronta a scaricarti la morte.

Intanto la città capitolina agonizza al cospetto della microcriminalità più abietta (invertiti, prostitute, macrò, piccoli delinquenti).

Il film denuncia una situazione giudiziaria di  immobilismo permanente a forma di spirale al contrario, che inghiotte vorticosamente se stesso al riparo da occhi indiscreti.

L'unico mezzo per contrastare la ferocia criminale è una giustizia più totale, che possa rispondere con il fuoco al fuoco.

Saltano poco a poco le teste di Bettarini (Franco Fabrizi), un rapitore, una prostituta, un omosessuale per mano di un'organizzazione di giustizieri privati capeggiata dall'ex questore Stolfi interpretato dal sempre valido Cyril Cusack.

I cadaveri della spazzatura metropolitana vengono sistemati davanti a cartelloni pubblicitari che invitavano i cittadini perbene a mantenere pulita la propria città.

La pensa in modo diametralmente opposta l'affascinante giornalista incarnata dalla bellissima Mariangela Melato che sostiene una giustizia più garantista, meno oppressiva, atta ad educare con le buone maniere quegli sventurati ragazzi vittime di una società avversa al più debole.

"I delinquenti non nascono delinquenti, è la società che li rende tali"

La pellicola mette a confronto continuamente le due metodologie di applicazione della giustizia lasciando il giudizio allo spettatore indipendentemente dalle preferenze di partito.

La situazione precipita nel momento in cui Michele Settecamini, giovane pregiudicato, sequestra l'avvenente Laura Belli per coprirsi una fuga disperata, scaraventandola nella scena madre del film tra le ruote di una Giulia della Polizia quando la fuga da disperata si fa impossibile.


Ma quando anche il Settecamini si rende conto di avere i minuti contati, non tanto per la caccia condotta dalle forze dell'ordine ma piuttosto per quella dell'Anonima Anticrimine dei giustizieri privati di Stolfi, il malvivente decide di costituirsi nelle mani di Bertone, l'unico, paradossalmente, a battersi ancora per il rispetto delle leggi e per la democraticità.

Siamo alla svolta finale, Bertone affronta i giustizieri e li avverte dell'imminente condanna della lobby essendo in possesso di dossier scottanti; è la fine, anzi no, i dossier sono stati trovati da Stolfi e il commissario è spacciato, bersaglio inerte di un plotone di esecuzione.

La violenza è la vincitrice assoluta del lavoro di Vanzina che anticipa la realtà sociale sviluppatasi negli anni 70.