mario merola !


La malavita organizzata ha, nei film poliziotteschi, più di tutti il nome di Mario Merola; questa è la faccia oscura della criminalità: sinuosa, imprendibile, implacabile, radicata come un cancro nel tessuto sociale fino ai suoi capillari più fini.

Di questo oscuro male non si ha una percezione diretta; essa arriva solo nel momento in cui i suoi effetti si manifestano all’ esterno, nella vita e nelle vicende di noi uomini comuni.

Sporchi individui, tratteggiati spesso come orridi topi di fogna senza scrupolo alcuno, spargono il terrore nelle città, e le forze dell’ ordine curano questo male, con la consueta dedizione, e a prezzo di vittime e sofferenze.

Ma per quanto ci si possa sforzare, sono solo le piccole cicatrici superficiali che vengono curate; il cancro resta, nascosto, e pronto a colpire ancora.

Merola rappresenta in maniera oltremodo degna la figura del capo camorra, la pedina più alta di quelle visibili e accessibili all’ intervento delle forze dell’ ordine: calmo e tetro, a differenza della feccia stile Tomas Milian, il suo modo di fare lascia trasparire crudeltà e determinazione; il codice d’ onore di cui è dotato è il mezzo con cui queste oscure forze del male penetrano nel substrato sociale ottenendo spesso la tacita collaborazione del popolo, che si illude di curare il proprio male con il male stesso, avendo perso ormai ogni speranza nei confronti di uno Stato non in grado di curarlo.

Merola è inimitabile nell’ incarnare il suo personaggio: in lui traspaiono continuamente i tratti della napoletanità più verace: la sceneggiata, il sentimentalismo, il senso dell’ onore, la spietatezza verso i propri nemici, la vendetta.

La sua figura incute timore e rispetto al tempo stesso, al punto che anche i nostri poliziotti preferiti non possono fare a meno talvolta di provare ammirazione per questa maniera di essere coerenti nell’ immensa anarchia di violenza e degrado.

E’ anche per questo, comunque, che questo male è così capace di insinuarsi sottopelle e sembra veramente impossibile estirparlo.

Spesso si ha l’ impressione che eliminando questo capo camorra si possa porre fine alla malattia, tanto è lo sforzo e la fatica delle forze dell’ ordine, ma alla fine, si sa, ce ne sarà sempre un altro.

Qualche volta addirittura viene messo in risalto che questo boss, così temuto e odiato, non è altro che una piccola pedina di uno scacchiere assai più complicato, che risale e si addentra fino all’ insospettabile e all’ incredibile: lo Stato stesso, invischiato in questa ragnatela orrenda, creatore stesso dei suoi mali, lo Stato terrorista, lo Stato stragista, lo Stato connivente.

Lo Stato che uccide e poi piange le sue vittime; che sgomento di fronte a tutto ciò!

Dove mai potremo rifugiarci se il cancro riempie il mondo e noi stessi? Come potremo salvarci se le sue metastasi ci infettano persino l’ anima e non ci resta che l’ omertà, almeno per sopravvivere nel terrore.



Mario Merola: una filmografia ragionata

Sbirro, la tua legge è lenta... la mia no! (1979)
di Stelvio Massi con Maurizio Merli

Da Corleone a Brooklyn (1979)
di Umberto Lenzi con Maurizio Merli

Napoli: serenata calibro 9 (1978)
di Alfonso Brescia con Nick Jordan

Napoli: la camorra sfida, la città risponde (1979)
di Alfonso Brescia con Antonio Sabàto

Napoli Palermo New York: il triangolo della camorra (1981)
di Alfonso Brescia con Fabrizio Nascimben




La filmografia completa di Mario Merola
con
Internet Movie Database