La leggenda di George Adamski. Alla scoperta del capostipite dei "contattisti"
È considerato il capostipite dei "contattisti", ed anche il più discusso.
Per Adamski si arrivò a creare, negli Stati Uniti il neologismo: "contactee", in
italiano "contattista", per indicare "chi dice di aver avuto un contatto con i
piloti dei dischi volanti".
Ci si chiede se i suoi "contatti" sono realmente avvenuti e se i sei testimoni,
che vi avrebbero assistito (le due coppie di coniugi George Hunt e Betty J.
Williamson, Alfred C. e Betty M. Bailey, oltre a Lucy McGinnis ed Alice K. Wells),
hanno dichiarato la verità.
Nel libro "The Saucers Speak" ("I dischi parlano"), sono trattati i contatti
radio stabiliti prima e dopo il famoso 20 novembre 1952, proprio dai coniugi
Williamson e Bailey, insieme agli studenti Betty Bowen e Ronald Tucker.
I contatti radio erano veri? Erano veri i calchi delle impronte che il presunto
Venusiano avrebbe lasciato sul terreno, e le fotografie scattate, secondo
Adamski, il 13 dicembre allo stesso veicolo atterrato 23 giorni prima a Desert
Center mentre sorvolava la sua casa?
Nessuna prova di carattere scientifico può documentare come reali gli
avvenimenti descritti in "Flying Saucers Have Landed" (tradotto in italiano: "I
dischi volanti sono atterrati"), il primo libro scritto da Adamski, nel 1955,
insieme a Desmond Leslie.
L'organismo civile americano per lo studio degli UFO, NICAP (National
Investigations Committee on Aerial Phenomena) di Washington, non ha dato mai
alcun credito a quanti hanno affermato di essere entrati in contatto con
presunti extraterrestri.
Nel classico "The UFO Evidence" leggiamo a proposito delle foto adamskiane:
"A causa dei trascorsi del sig. Adamski, sedicente professore di filosofia
mistica orientale (la cui validità gli sarebbe stata in seguito confermata dai
suoi "extraterrestri") e per almeno una sua affermazione dimostratasi del tutto
falsa in seguito alle indagini del NICAP, le sue fotografie sono considerate
dubbie".
Fra i detrattori di Adamski:
Lo scrittore Frank Edwards, che identificò il "ricognitore venusiano" di Adamski,
nella "parte superiore di un aspirapolvere", fabbricata nel 1937.
L'USAF, l'aeronautica Militare statunitense, che riconobbe "la parte di un
umidificatore di tabacco".
Altri detrattori vollero vedervi un "lampione stradale"...
A favore di Adamski:
L'operatore cinematografico di Hollywood, Marley, il quale non esitò a definire
le foto autentiche.
J.N. Mansour, della Jetex Ltd., ditta produttrice di aeromodelli, esaminò i
negativi originali e la macchina fotografica montata sul telescopio di Adamski e
confermò che l'oggetto delle foto non era un modello ma sembrava delle
dimensioni dichiarate dall'autore: almeno 10 metri e mezzo di diametro.
UFO dello stesso tipo di quello descritto in "I dischi volanti sono atterrati"
furono segnalati da altre parti:
Nell'ottobre del 1953 su Norwich (Inghilterra), l'astrofilo Potter della British
Astronomical Association effettuò l'osservazione di un ordigno che descrisse
come l'esatta riproduzione (rovesciata dal telescopio con cui la vide) della
macchina di Adamski.
Nel 1954, il tredicenne Stephen Darbishire di Coniston (Inghilterra) fotografò
un UFO che volava su una collinetta. L'immagine mostrava un oggetto brillante
dai contorni indistinti.
Una proiezione ortografica, eseguita dall'ing. Leonard Cramp, confermò che gli
oggetti delle foto di Coniston e di Adamski erano delle medesime proporzioni.
Il NICAP affermò: "Non sembra evidente alcun motivo per un trucco..."
L'ufologo spagnolo Antonio Ribera, si è chiesto: "Cosa c'è di vero nel caso
Adamski?"
La cosa più sensata è credere, per il momento, nell'autenticità delle
fotografie, tanto di George Adamski che di Stephen Darbshire e ipotizzare che
queste abbiano ispirato al primo le sue fantastiche storie sui Venusiani.
Sempre secondo Ribera, un'altra osservazione sembra costituire una nuova
conferma all'autenticità:
Il 15 settembre 1965, dalle cinque alle otto di sera, furono visti su Santa
Coloma (Andorra) e così pure dalla vicina Engordany, due UFO del "tipo Adamski"
(con le tre sfere o "dispositivo di atterraggio" nella parte inferiore e a forma
di campana) posti uno sopra l'altro, che improvvisamente partirono verticalmente
a gran velocità...
Probabilmente, Adamski ha costruito una storia fantastica su un episodio
autentico...
In "I dischi volanti sono atterrati", però, Adamski dichiara che il decollo del
"disco" da Desert Center doveva essere stato osservato da aerei militari in volo
sulla zona, facendo riferimento ad un B36 dell'USAF.
In una lettera inviata il 3 Agosto 1956 dal Centro Informazioni Aereotecniche
della base USAF di WrightPatterson al cittadino Richard Ogden, si ha la
conferma delle segnalazioni di un UFO da parte di un pilota militare, sulla zona
di Desert Center, appunto il 20 novembre 1952.
Un altro elemento, che potrebbe riferirsi direttamente al presunto contatto nel
deserto, è il misterioso scritto avuto da Adamski, a suo dire, il 13 dicembre
1952.
Gli stranissimi segni impressi sulla pellicola sono stati da molti indicati come
uno spettacolare ma ingenuo falso.
Nel 194950, il noto archeologo ed esploratore professor Marcel Homet, nelle
impervie regioni del Brasile nordorientale, aveva scoperto un ciclopico blocco
roccioso ovoidale coperto da numerosi indecifrabili gruppi di ideogrammi: la
Petra Pintada, frutto di un'ignota cultura preincaica.
Il professor Homet elaborava il materiale raccolto nel volume "I figli del
sole", mentre Adamski pubblicava "I dischi volanti sono atterrati".
Uscito il libro di Homet, si costatò che gli ideogrammi erano gli stessi sia
nella "Petra Pintada" sia nel messaggio adamskiano.
Non era pensabile che Adamski potesse essere venuto a conoscenza delle scoperte
del professor Homet.
Nel 1955, uscì un secondo libro: "Inside the Space Ships" (tradotto in italiano:
"A bordo dei dischi volanti"); dove Adamski affermava di essere stato avvicinato
da emissari di extraterrestri nel febbraio del 1953, a Los Angeles, in
California. I suoi contatti sarebbero avvenuti con un gruppo di piloti, a loro
dire originari dei pianeti Venere, Marte, Saturno.
Adamski sarebbe stato portato, con degli apparecchi dello stesso tipo di quello
da lui fotografato, a bordo di due gigantesche astronavi madri cilindriche
orbitanti intorno alla terra. Qui egli avrebbe parlato a lungo con alcuni piloti
(in particolare "Firkon" di Marte e "Ramu" di Saturno) e anche con il Venusiano
"Orthon" incontrato il 20 novembre 1952; in seguito avrebbe parlato con due
"Maestri" o "Saggi".
Adamski affermò che tutti gli extraterrestri dimostrarono di avere delle facoltà
telepatiche e di conoscere molto bene la lingua inglese.
George Adamski nel libro descrive degli esseri molto superiori agli uomini della
Terra, sia fisicamente sia spiritualmente; descrive con convincente efficacia
alcuni aspetti della loro vita, la tecnica avanzatissima, gli eccezionali poteri
psichici; parla della loro scienza, della filosofia sulla reincarnazione e
dell'intima, gioiosa visione della vita, rivolta a una maggiore conoscenza della
Creazione, dell'Uomo e dell'Ente Supremo.
Nel libro si legge che:
Il nostro Sistema Solare sarebbe composto di più di nove pianeti, con
condizioni ambientali, per molti di essi, non molto diverse da quelle della
Terra.
I principi del bene e del male sarebbero universali.
La razza umana, adattatasi alle particolari condizioni ambientali di ciascun
pianeta abitabile, sarebbe diffusa in gran parte della nostra Galassia.
È descritta anche quella che sarebbe la storia dimenticata delle origini
dell'uomo.
Secondo Adamski, la specie umana sarebbe di origine extraterrestre e la Terra
sarebbe solo uno dei tanti pianeti colonizzati. Sulla Terra gli avrebbero
rivelato i Fratelli (così da lui definiti) si sarebbero stabiliti in epoche
antichissime alcuni nuclei provenienti da diversi sistemi solari. Gli
sconvolgimenti geologici, che fecero spesso a cambiare completamente l'aspetto
della superficie terrestre portando interi continenti, come Atlantide, ad essere
sommersi, li avrebbero successivamente distrutti e dispersi.
I pochi superstiti, resi barbari e degenerati, al colmo dell'abbrutimento,
potrebbero essersi anche uniti a specie umanoidi autoctone, forse in fase di
evoluzione dalle scimmie antropoidi, dando così origine a razze inferiori
ibride, erroneamente considerate i vari "anelli" della "evoluzione" umana.
Sulla Terra, considerata ormai un pianeta inadatto alla colonizzazione,
sarebbero stati successivamente portati gruppi di elementi "indesiderabili"
provenienti da vari pianeti: individui violenti che si sarebbero imposti agli
ibridi terrestri che, con l'ignoranza propria dei primitivi, videro in essi
degli dei.
Talvolta, sarebbe avvenuto l'intervento di "squadre di vigilanza", ma in
generale, gli extraterrestri si sarebbero limitati a semplici azioni di
ricognizione sistematica, senza interferire direttamente nelle nostre questioni.
I progressi dell'uomo della Terra, nei campi della fisica nucleare e
dell'astronautica, avrebbero indotto gli extraterrestri ad intensificare le loro
azioni di controllo nell'immediato dopoguerra, portando non pochi di loro ad
operare segretamente fra noi, servendosi di basi d'appoggio nascoste.
La "Confederazione", di cui farebbero parte i mondi abitati del nostro settore
galattico, pur deprecando il nostro tipo di civiltà ed in modo particolare la
guerra e l'applicazione bellica dell'energia nucleare, non sembrerebbe
intenzionata ad interferire, in nome del libero arbitrio; ma ci lascerebbe
libertà nelle nostre azioni, purché queste ultime non si dimostrino pericolose
per l'equilibrio del Sistema Solare o rivolte ad un olocausto nucleare con la
distruzione della Terra.
Un contatto con loro non ci sarebbe assolutamente imposto, per evitare il trauma
del confronto fra la nostra realtà e la loro: le popolazioni della Terra
sarebbero impreparate ad un evento simile.
Adamski conclude affermando che il contatto con questi popoli extraterrestri
dovrà esserci, presto o tardi, quindi i vari governi dovranno preparare le masse
a questo avvenimento storico. I governi, però, non parlano. Comprensibilissimo:
chi di loro avrà il coraggio di proclamare al mondo una realtà che comporterà
inevitabilmente un sovvertimento o un ridimensionamento totale di tanti aspetti
della vita sociale e statale?
Fantasie di un visionario?
Ray Palmer, editore americano del Wisconsin, alcuni anni dopo la pubblicazione
di "I dischi volanti sono atterrati", affermò che Adamski gli aveva sottoposto
nel 1943 un racconto avente la medesima trama del suo primo libro.
Al posto del pilota Venusiano, però, dall'UFO discendeva Gesù Cristo.
Palmer scrisse nel 1965:
"Noi non abbiamo mai definito Adamski un bugiardo ed ancora oggi accettiamo la
sua storia per vera, pur sapendo che egli non incontrò nessun venusiano nel
deserto nel 1952, che le impronte di quest'ultimo sono una contraffazione, e che
egli non è mai salito a bordo del "ricognitore" di Venere".
Questa la sua conclusione:
"Adamski aveva un esperienza, genuina in ogni dettaglio, da rendere nota, ma
dovette fare uso della saga dei dischi volanti come di un mezzo atto a
proclamare il suo messaggio".
Adamski si dedicò completamente alla predicazione di tale "messaggio" di buona
volontà dei "Fratelli" dello spazio, nonostante l'età avanzata.
Per rispondere alle migliaia di lettere che gli erano indirizzate, scrisse
l'opuscolo "Questions and Answers" e quindi il volume "Flyincy Saucers Farewell"
(tradotto in italiano: "I dischi volanti torneranno"), poi ancora "Cosmic
Philosophy", "Telepathy" ed uno "Science of Life Study Course" limitato ad una
ristretta cerchia di discepoli.
I fondi ricavati erano impiegati esclusivamente per alla sua predicazione.
Nel 1959 in un viaggio nel mondo, per un cielo di conferenze sulle sue
esperienze, fu ricevuto dalla Regina Giuliana d'Olanda. In seguito visitò la
Scandinavia e creò un International Get Acquainted Program (IGAP).
Nei giorni immediatamente precedenti la morte di Giovanni XXIII, ebbe un
contatto con il Vaticano, contatto del quale non trapelò nulla.
Adamski avrebbe portato un messaggio per il Pontefice, messaggio che si limitò a
consegnare nelle mani di Papa Roncalli.
Giunto improvvisamente a Roma dagli USA e fattosi vivo con Lou Zinsstag, (una
svizzera parente del caposcuola della psicanalisi postfreudiana Carl Gustav
Jung,) e con il Console dottor Alberto Perego, egli fu visto entrare in Vaticano
poco prima della morte del "Papa buono".
La Segreteria di Stato di Sua Santità, successivamente interrogata dall'inglese
Ronald Caswell in merito alla natura della presunta visita di Adamski a Papa
Giovanni morente, comunicò testualmente all'interessato, che "non era possibile
fornire le informazioni richieste".
Rimane che Adamski sia giunto a Roma e ripartito dopo la visita in Vaticano,
evitando qualsiasi pubblicità.
Il dottor Roberto Pinotti (autore dell'articolo da noi qui ripreso N.d.R.),
porta la sua testimonianza sull'episodio e sulla personalità di Adamski:
""Credo scrisse Adamski in una lettera indirizzataci il 15 luglio 1964 che
il messaggio dei Fratelli per il Papa avesse a che fare con il suo successore,
poiché quanto questi era il favorito di Papa Giovanni".
Cattolico praticante, Adamski vide nell'ecumenismo conciliare la migliore
conferma della sintesi fra cristianesimo ed esoterismo orientale che, in un
clima evangelico e comunitario, aveva perseguito fin dagli anni Trenta col suo
"Ordine Reale del Tibet": una sintesi che a suo dire si identificava con la
visione del mondo degli Extraterrestri.
Gentile, preciso e telegrafico nelle risposte agli interrogativi che gli
ponevamo periodicamente nelle nostre lettere, a conferma del contenuto dei suoi
libri, Adamski dimostrò di essere dominato, negli ultimi anni della sua vita, da
una problematico di carattere esistenziale e spirituale, più che di tipo
scientifico".
Nel 1961 Adamski dichiarò di essere stato portato su Venere e di avervi
incontrato la moglie Mary scomparsa qualche anno prima, reincarnata in una
bambina venusiana.
I "Fratelli", rispondendo in tal modo ai suoi dubbi circa la realtà
dell'immortalità e della reincarnazione dell'anima, si trasformarono così per
lui in una sorta di "guide spirituali".
Non era finita.
Dopo Venere, Saturno: dal 27 al 30 Marzo 1962, Adamski affermava di esservi
rimasto, quale osservatore, nel corso di una riunione dei 12 consiglieri del
nostro Sistema Solare.
A questo punto era sempre più difficile seguirlo.
Nel 1964, il suo exsegretario C.A. Honey scrisse:
"Le affermazioni di Adamski, circa il suo viaggio su Saturno, sono in completo
accordo con le esperienze dello stesso tipo che i sensitivi (medium) riferiscono
ogni giorno. Un'altra ragione per cui credo che egli si sia ingannato, pensando
di avere fatto un viaggio sul piano fisico, è che egli cominciò a fare ricorso
alla trance medianica circa due anni fa..."
Concludendo:
"Reputo che i Fratelli lo abbiano sotto controllo ipnotico. Penso che il suo
viaggio su Saturno si sia compiuto nello stesso modo".
Ci si chiede così se all'origine delle presunte esperienze di Adamski non vi
siano stati dei fenomeni soggettivi di bilocazione, ma tutto ciò porta in una
dimensione inesplorata e poco controllabile.
Si ritiene che Adamski avesse delle facoltà telepatiche.
Nel 1959, subito dopo l'udienza avuta dalla Regina Giuliana d'Olanda, Adamski si
fermò a Roma dove fu ricevuto all'aeroporto dal console Alberto Perego, noto
studioso della questione degli UFO.
Mario Maioli confermò a Roberto Pinotti che Adamski dimostrò di possedere delle
facoltà inconsuete.
Adamski, Perego e Maioli erano stati a cena al ristorante, discutendo delle
presunte esperienze di Adamski. I tre uscirono dal locale e si resero conto che
sarebbe stato impossibile, ad un'ora simile, trovare un taxi. "Seguite me",
disse Adamski ai suoi accompagnatori, "il taxi è da questa parte!". Sicuro di
sé, come se avesse conosciuto Roma da sempre, Adamski si avviò per un dedalo di
vicoli e strade finché, indicando una certa auto, esclamò: "Ecco il nostro
tassista!", "Ma è un'auto privata, che fa?", obiettò Maioli. "...Ma er mestiere
mio è proprio questo!", disse il conducente in romanesco. "Puro noi abusivi
avemo da magnà... Su, venite..." Perego e Maioli si guardarono allibiti.
All'uscita del ristorante Adamski aveva "sentito" telepaticamente il pensiero di
quell'abusivo?
La figura di quest'uomo costituisce un vero e proprio caso limite; chi lo vuole
profeta, chi impostore, chi visionario.
Una cosa però è certa: se mai egli avesse voluto un epitaffio in grado di
rendergli giustizia sulla propria tomba, probabilmente nessuna frase sarebbe
stata più indicata delle frasi contenute nel quarto capitolo di "Inside the
Space Ships", intitolato "Il mio primo sguardo allo spazio" e riferite al primo
viaggio compiuto dall'autore a bordo di un "disco volante":
"...Ebbi una certa sorpresa nel costatare come lo sfondo dello spazio
interplanetario sia totalmente nero. Nondimeno, mi resi subito conto che
qualcosa stava accadendo tutt'intorno a noi, come se miliardi e miliardi di
lucciole stessero svolazzando ovunque, muovendosi in tutte le direzioni, appunto
come fanno le lucciole. Soltanto, erano di diversi colori, come in un gigantesco
spettacolo di fuochi d'artificio, che era però di una tale bellezza da incutere
un riverente timore..."
Nel suo libro, apparso in America nel 1955, Adamski aveva descritto le
cosiddette "lucciole spaziali", osservate dai nostri astronauti in orbita
intorno alla Terra e delle quali mai si poteva sospettare l'esistenza prima del
1961.
Antonio Ribera ha scritto:
"La principale obiezione che muoviamo al bel venusiano di Adamski, è proprio la
sua bellezza tanto venusiana. Però, analizzando più dettagliatamente la
questione, abbiamo scoperto anche di più: che l'essere dello spazio tanto bello
è lo steso Adamski, idealizzato. È una proiezione, un'incarnazione degli ideali
di questo filosofo pacifista con atteggiamenti da vegetariano e da teosofo.
Il suo venusiano è un Adamski biondo come era lui, però più giovane, più bello e
che predica la pace e la fine della corsa agli armamenti atomici.
I suoi propositi innegabilmente buoni fanno sì che gli si possa perdonare, in
parte.
Probabilmente, Adamski creò il suo mito basandosi su qualche fatto reale:
l'osservazione di un UFO, le sue fotografie. Se il suo venusiano non gli
somigliasse tanto, fino a sembrare quasi un suo figlio spirituale, crederemmo di
più in lui. Però Adamski si è portato il suo segreto nella tomba, morendo il 23
Aprile 1965 di un attacco cardiaco nell'ospedale di Washington. Riposi in pace".
Ma perché ad Arlington, il cimitero degli eroi?
Adamski aveva prestato servizio militare di leva, durante la Grande Guerra
"imboscato" in cavalleria lungo il confine messicano. Quale servizio reso alla
nazione gli si riconosceva accogliendone i resti ad Arlington?
Ancora il dottor Roberto Pinotti ricorda:
"Egli, dal canto suo, difese il suo primato: nelle numerose lettere
indirizzateci nei due anni (dal 1963 al 1965) in cui siamo stati in rapporto
epistolare, "GA" bolla con pesanti giudizi tutti gli altri contattisti americani
e di altri paesi venuti alla ribalta nella sua scia, invitando a diffidare, in
particolar modo, di quanti per i loro pretesi contatti facciano
sistematicamente ricorso a fenomeni di ordine medianico e di quanti credono di
ricevere messaggi "telepatici". Adamski, infatti, lo si consideri un abilissimo
imbroglione od un fedele testimone, fa invariabilmente parlare i suoi
extraterrestri, limitandosi solo a prendere atto delle loro rivelazioni e senza
anzi mancare di rivelare come i suoi amici sembrassero talvolta volergli
nascondere qualcosa: "Avvertii leggiamo nel capitolo nove di "A bordo dei
dischi volanti" che vi potevano essere delle cose che essi non intendessero
farmi vedere..."
E se Adamski fosse stato ingannato dai suoi interlocutori anche sul loro luogo
di provenienza...?
Leon Davidson, ha ravvisato nei "piloti" di Adamski dei terrestri, agenti della
CIA, con l'incarico di presentarsi come originari di mondi inabitabili, con lo
scopo di dare origine a testimonianze non credibili e quindi false; per gettare
discredito sulla questione degli UFO e sulla loro origine extraterrestre.
Adamski, dunque, come strumento di controinformazione sugli UFO.
Una lettera del 1957, in fotocopia, fu fatta pervenire da Adamski al dottor
Roberto Pinotti.
Nella lettera, indirizzatagli su carta intestata del Dipartimento di Stato da un
certo R. E. Straith al quale non fu più possibile risalire; si dice al "contattista"
di proseguire il suo operato.
Adamski lo ha fatto, autentico o falso che fosse l'invito.
Come afferma Aimé Michel, nessuno più di lui in buona fede o no ha
contribuito a complicare il già complesso quadro dell'ufologia, screditando nel
contempo l'intera questione agli occhi di quegli studiosi che avrebbero potuto e
dovuto dare un contributo notevole alla sua soluzione.
In ogni caso, George Adamski ha acquisito un posto di primo piano nella storia
del fenomeno UFO.