Osservatorio meteo di Carimate

Descrizione del microclima della zona

L’osservatorio si trova in Carimate, paese situato nell’estremo settore meridionale della provincia di Como, confinate con la provincia di Milano, “terra di frontiera”, anche dal punto di vista morfologico e climatico. Infatti proprio questa zona rappresenta l’ultimo baluardo dei rilievi collinari di origine glaciale prima che essi  degradino lasciando il posto immediatamente più a Sud all’alta pianura. Carimate è quindi sede di colline moreniche, formate da detriti e terreni trasportati nel passato dai ghiacciai e lasciati sul posto dal loro successivo ritiro. Proprio sul territorio comunale sono presenti gli archi morenici rappresentanti i limiti di massima espansione da Sud dei depositi glaciali della glaciazione wurmiana e rissiana. Queste colline sono state poi erose dall’azione dei torrenti glaciali, ed in particolare dal fiume Seveso, il quale nel corso dei millenni ha dato origine all’omonima valle.

L’osservatorio trova sede proprio nell’ambito della valle del Seveso, ed in particolare all’interno di una conca formata da un promontorio collinare che chiude parzialmente la sezione della valle nel suo regolare proseguimento verso Sud; la quota dell’osservatorio (253 metri s.l.m.) è di poco superiore a quella del fondovalle (246 m s.l.m.) e la sua distanza in linea d’aria dal fiume è di poche centinaia di metri. L’area è poco urbanizzata e l’osservatorio è posto in un contesto di villette sparse intervallate da ampi giardini, senza poi contare l’immediata adiacenza della stazione ad un campo da golf.

Le caratteristiche sopra descritte fanno si che l’area risenta di un clima piuttosto rigido se rapportato a molte altre zone collinari e di pianura;in particolare sono le temperature notturne ad essere molto rigide a causa dell’accumulo di aria fredda nei bassi strati della valle. In questo modo le minime registrate a cielo sereno o poco nuvoloso possono essere inferiori anche di parecchi gradi rispetto a zone maggiormente sopraelevate. Le temperature massime diurne invece, anche se non particolarmente elevate, risultano maggiormente in linea con le altre stazioni geograficamente più vicine, pertanto l’escursione termica giornaliera tra temperature diurne e notturne risulta molto accentuata in condizioni di tempo buono.

Con cielo coperto o in condizioni di maltempo le differenze si attenuano e sia le temperature minime che quelle massime risultano spesso leggermente più elevate rispetto a stazioni poste a quote più elevate.

Il vento si presenta generalmente piuttosto debole ed è molto spesso assente durante la notte, mentre durante la giornata in condizioni di bel tempo soffia frequentemente dai quadranti meridionali a carattere di brezza ed incanalato dall’orografia della valle. La maggiore intensità del vento si ha in presenza di favonio, il quale riesce agevolmente ad entrare in valle, anche se leggermente smorzato. Durante la fase calante del fohn  la zona è una delle prime ad essere abbandonata dal vento; le temperature notturne immediatamente seguenti possono così precipitare parecchi gradi al di sotto di quelle di altre stazioni ancora interessate dal vento.

L’umidità media della zona è molto elevata ed in particolare durante la notte l’umidità relativa si attesta per parecchie ore in prossimità del punto di saturazione provocando come conseguenza diretta la frequente presenza di foschie.

Durante la stagione fredda sono piuttosto frequenti anche gli episodi nebbiosi; nella maggior parte dei casi la nebbia ha carattere locale e si forma in banchi nelle adiacenze del fiume Seveso, per poi talvolta estendersi al resto del fondovalle ed intensificarsi. Altre volte la nebbia presente ha carattere più vasto e giunge dalla pianura milanese spinta dai venti meridionali, oppure si forma direttamente sulle aree pedemontane. Risulta comunque poco frequente la persistenza della nebbia per l’intero arco della giornata, così come sono rari gli episodi di galaverna.

Frequentissime sono invece le brinate e le gelate durante l’inverno, con conseguenti accumuli di brina nelle zone ombrose. Non mancano neppure le gelate tardive, anche ad Aprile, con relativi danni alla vegetazione.

Le eventuali nevicate trovano generalmente un suolo molto freddo e non hanno problemi a fare presa al suolo, riuscendo poi a resistere a terra  per un periodo molto più lungo rispetto a molte aree limitrofe, grazie anche alle basse temperature che consolidano il manto.

Non per nulla la zona ristretta nella quale ha sede l’osservatorio conserva il nome “Vedroni” (in dialetto locale “Vedruni”, tradotto in “Vetroni”), attribuito tanti anni fa dalla popolazione, quando, anche a causa della maggiore frequenza di inverni freddi, si formavano lastre di ghiaccio e di brina simili appunto ai vetri, sopra i quali i bambini si divertivano a scivolare.