Il Porto

La scoperta del Porto avvenne nel secolo XVII, quando dei commercianti inglesi, per evitare che il vino durante il trasporto si rovinasse ,  lo mescolarono  con del brandy . Si scoprì allora  che, più il vino era forte e dolce , migliore era il sapore. I metodi di fermentazione e e la mistura vennero perfezionati nel tempo e continuano ad essere adottati nelle cantine attuali . Ancora oggi, la maggior parte del commercio del vino è nelle mani di industrie inglesi.

Comunemente il vino viene fermentato in tini di cemento o acciaio. L'anidride carbonica prodotta  fa salire il succo d'uva fermentato . Evaporato poi il gas, il mosto torna giù determinando un processo simile a quello della pigiatura. Poi il mosto semi fermentato va in un altro tino, dove viene aggiunto il brandy, che ha l'effetto di arrestare la fermentazione, ed il vino  risulta quindi addolcito.

Colline del Douro - Vendemmia

(Foto di M. Abreu)

LA REGINA DEL TE' ... e di New York

Checchè ne dicano gli inglesi, il té fu importato per la prima volta in Europa dai Portoghesi. E la regina d' Inghilterra e Principessa del Portogallo, D. Catarina de Bragança, introdusse il quel Paese l'abitudine di bere quotidianamente il té.
Afonso Lopes Vieira, sancisce questo fatto con due versi diretti agli ingles
i

E per insegnarti ad essere corretto, a te
ho   posto   in  mano  una   tazza  di  t
é

Non per nulla i portoghesi, per indicare una persona grossolana, dicono che "ha mancanza di té".

La stessa regina D. Catarina è all'origine del nome di uno dei più famosi quartieri newyorkesi. Nel 1664 New Amsterdam, sino ad allora controllata dagli Olandesi, divenne New York in onore del Duca di York, fratello del re, Carlo II. Quest'ultimo innamoratissimo della consorte, Catarina de Bragança ,  diede al  quartiere il nome de "Queens". 

D. Catarina de Bragança

FERNANDO PESSOA ... uno e tanti

... Comincio dalla parte psichiatrica. L'origine dei miei eteronimi è il profondo tratto di isteria che c'è in me. Non so se sono semplicemente isterico o se non sono, più propriamente, isterico-nevrastenico. Propendo per questa seconda ipotesi perché si danno in me fenomeni di abulia che l'isteria propriamente detta non annovera tra i suoi sintomi. Sia come sia, l'origine mentale dei miei eteronimi risiede nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione. Questi fenomeni, fortunatamente per me e per gli altri, si sono mentalizzati in me, voglio dire che non si manifestano nella mia vita pratica esteriore e di contatto con gli altri. Esplodono verso l'interno, e io li vivo nella mia solitudine. Se io fossi una donna -nella donna i fenomeni isterici si manifestano in attacchi e cose simili-, ogni poesia di Álvaro de Campos (la parte più istericamente isterica di me) sarebbe un allarme per il vicinato. Ma io sono un uomo, e negli uomini l'isteria assume principalmente aspetti mentali; così tutto finisce nel silenzio e nella poesia ... 

(dalla lettera al poeta Adolfo Casais Monteiro, scritta nel 1935)

Fernando Pessoa

... cicerone ... paroliere

Chi conosce l'opera poetica di Fernando Pessoa, non sa forse che il creatore di molteplici eteronimi era anche un buon "cicerone" della sua  Lisbona.  

In un libretto, tutto da gustare, il poeta porta a spasso per Lisbona un immaginario turista, descrivendogli le bellezze della sua amata città, distesa su sette colli, con dovizia di particolari , date e riferimenti a luogi e personaggi che hanno fatto la storia del Portogallo.

"Le lettere d'amore sono ridicole ...": queste  sono le parole che, assieme ad altri versi, sono passate dalla penna di Fernando Pessoa al pentagramma di qualche musicista contemporaneo.

Gli abiti di Amália in miniatura ...

Chi pensa che il "colore del fado" sia stato sempre il nero si sbaglia. Chi lo inventò fu proprio lei, la Regina del Fado: Amalia Rodrigues. Anche lo scialle lungo e nero fu una sua invenzione.
Chi ricorda questo è la sua sarta e stilista personale, Ilda Alexio, che l'anno scorso ha raccolto  per una esposizione a Lisbona alcune delle 150 bamboline da lei realizzate durante 40 anni di attività al seguito della famosissima fadista. Ogni bambolina indossa uno degli abiti creati per l'artista.
Dei quarant'anni di attività Ilda Alexio ha molti ricordi. Per esempio, Amalia, che era alta 1,57, usava dei tacchi altissimi nascosti dalle ampie gonne che arrivavano sino a terra. 

Qualche mese prima di morire Amalia Rodrigues organizzò una festa in onore della sua sarta, regalandole in quell'occasione un ditale d'oro.

Amália in  concerto
e uno dei modellini

e ... l'altro fado

Chi dice Fado dice Amália,  Dulce Pontes, Madredeus. E invece no!
Oltre ai numerosi fadisti noti in patria c'è una cuoca in una trattoria di Lisbona  (Adega do Ribatejo) che, dopo avere preparato degli ottimi piatti per i clienti, esce dalla cucina, novella cenerentola, indossando ancora  grembiule e cuffietta, e delizia le orecchie degli avventori con una signora voce.

 

SEBASTIANISMO

 

 

La sparizione del  re D. Sebastião nella rovinosa battaglia di Alcácer-Quibir (1578) diede luogo immediatamente ad un significato mitico del genere: il re  risalirà sul trono e fonderà un nuovo impero. 

Questa sparizione costò ai Portoghesi sessant'anni di dominio spagnolo,  non avendo il re  discendenti diretti . 

Più tardi, sino al secolo scorso, apparsero sulla scena storico-politica del Portogallo personaggi che sfruttarono questo sentimento messianico di riscossa per gestire il potere politico in maniera assoluta.

L'aspettativa dell' "Encoberto" si tramuta in mito , nella speranza di giorni migliori, di giustizia e di gloria. Consiste, quindi, in un'estrapolazione del  messianismo. Vari poeti affrontarono tale tema, come António Nobre, Teixeira de Pascoaes e Fernando Pessoa, con il suo mito del V Impero.

Dom Sebastião

 

 

Redondilha di Luís de Camões

Le rime che seguono, se lette in verticale danno un senso, se lette in orizzontale danno il senso opposto;        nella versione italiana alcuni articoli sono in doppia versione (lettura verticale/lettura orizzontale).

Vós sois ua dama

Das feias do mundo,

De toda a má fama

Sois cabo profundo.

 A  vossa figura

Não é para ver;

Em vosso poder

Não há fermosura.

Vós fostes dotada

De toda maldade;

Perfeita beldade

De vós é tirada.

Sois muito acabada

De tacha e de glosa ;

Pois, quanto a fermosa

Em vós não há nada.

Do grão merecer

Sois bem apartada;

Andais alongada

Do bem-parecer.

Bem claro mostrais

Em vós fealdade;

Não há i maldade

Que não precedais.

De fresco carão

Vos vejo ausente;

Em vós é presente,

A má condição.

De ter perfeição

Mui alheia estais;

Mui muito alcançais

De pouca razão.

Voi siete una dama

D(e/a)lle peggiori del mondo,

D’ogni cattiva fama

Siete capo profondo.

La vostra fattezza

Non è mai da vedere,

In vostro potere

Non v’è alcuna bellezza.

Voi  foste dotata

Di tanta malvagità,

Perfetta beltà

Vi è stata levata.

Siete molto fornita

D(i/a) difetti e oscenità

Poiché di amenità

Nulla c’è in vostra vita.

Da ben meritare

State molto lontana,

State anche lontana

D(a/e)l ben mostrare.

Ben chiaro esprimete

In voi la bruttezza:

Non c’è nefandezza

Che non proponete.

Di fresca apparenza

Vi vedo privata,

Né in voi è celata

Ogni cattiva indecenza.

D(a/i) pura perfezione

Ben lontana rimanete.

Cotanto raggiungete

Di sì poca ragione.

 

AFFINITÀ  tra  Portoghese e Italiano  

Tra il portoghese e l'taliano  ci sono molte similitudini, ma anche diversità curiose.  Per non parlare poi degli aggettivi portoghesi che si usano al maschile nella forma femminile come "agrícola" = agricolo e "palerma" = stupido (non si offendano i palermitani). Altri termini invece, definiti  "falsi amici", sono identici , ma con significato completamente diverso.

maschile  e  femminile 

                            falsi  amici

portoghese

a bagagem

o banco

a cama

a cara

o carro

a cor

o guia

a mensagem

a ponte

o radio

italiano

il bagaglio

la banca

il letto

il viso 

la macchina

il colore

la guida

il messaggio

il ponte

la radio

portoghese

azeite

burro

cavala

firma

guardar

mórbido

palestra

prego

subir

tasca

italiano

olio d'oliva

asino

sgombro

ditta

conservare

morboso

conferenza

chiodo

salire

osteria

   e ancora ... 

Il verbo che fa arrossire:

ficar = rimanere

pres. indicativo: 

        eu fico        tu ficas       ele f...!

                       

C'é mignota e mignotta:

se una portoghese vi dice di essere minhota ( si legge mignota) non é certamente di facili costumi, ma é del Minho, una provincia situata al nord del Paese.

  

 

 

STORIE POPOLARI:

 

Inês  e Dom Pedro

  

  

    una tragedia ... quasi romantica 

In pieno secolo XIV Afonso IV Re del Portogallo, obbliga il figlio Dom Pedro a sposare Costanza, Infanta di Castiglia, per ragioni di Stato, mentre il Principe ereditario ama una cortigiana, Inês de Castro, dalla quale ha tre figli. E fin qui va tutto bene. Il peggio viene dopo,  in un succedersi di crudeltà, che fanno invidia ai migliori romanzi o film horror.
Il Re, dopo la morte di Costanza, preoccupato del fatto che uno dei figli "spurii" di Dom Pedro possa rivendicare il diritto a salire sul trono, fa decapitare Inês danvanti ai figli.
Pedro, divenuto re alla morte del padre, decide di vendicarsi dell'assassinio di Inês e uccide di sua mano i due sicari, mangiandone poi  i cuori estratti dai cadaveri. 

Infine, riesumato il cadavere dell'amata, con solenne e pubblica cerimonia la sposa e la incorona regina, obbligando i sudditi a baciarle la mano putrefatta.
In Portogallo questo tragico episodio è stato preso come tema ispiratore di opere letterarie. Incominciando da António Ferreira (seconda metà del Cinquecento) con la Tragédia muy sentida e elegante de Dona Inês de Castro, comunemente conosciuta con il titolo di Castro.
La vicenda è approdata persino nel mondo della lirica con ben due opere di compositori italiani: Ines de Castro di Giuseppe Persiani (prima metà dell'Ottocento) e La reine morte di Renzo Rossellini (seconda metà del Novecento).

 

FRA' GIOVANNI "IL BEATO"

Fra' Giovanni era un fraticello sempre sorridente  e per questo veniva chiamato "il beato". Un giorno il re lo mandò a chiamare e gli disse corrucciato:

- Non e' giusto che tu, semplice frate, sei sempre sorridente, mentre io, tuo sovrano, sono pieno di preoccupazioni. Domani dovrai tornare qui e rispondere a tre mie domande.

Preoccupato Fra' Giovanni chiese timidamente:

A quali domande devo rispondere, mio Signore?

-  La prima domanda è < Quanta acqua c'è nel    mare?> ;  la seconda < Quanto pesa la Luna? > e la terza < A che cosa sto pensando?>.

Sul cammino di ritorno verso il convento Fra Giovanni incontrò il fornaio, suo amico da sempre, che, impressionato per l'inconsueto aspetto tenebroso del fraticello, gli chiese che cosa fosse successo. 

Dopo le spiegazioni del fraticello, il fornaio lo rassicurò dicendogli che ci avrebbe pensato lui. Si fece quindi prestare la tonaca da Fra' Giovanni e gli disse di tornare a sorridere perché l'indomani sarebbe andato lui stesso dal re. L'indomani, il fornaio ben incappucciato si presentò al cospetto del re, ignaro dello scambio di persona.

Orbene  -  esordí il re  -  quanta acqua c'è nel mare?

Sarebbe facilissimo rispondere, se Sua Maestà chiudesse tutte le foci dei fiumi che si riversano nel mare.

Questa è buona! Allora, quanto pesa la Luna?

-  Certamente un chilo. Ho sentito dire sempre che  la Luna ha quattro quarti.

-   Anche questa è buona. E adesso dimmi a cosa  penso?

-  Sua Maestà pensa di parlare con Fra' Giovanni "il beato", mentre io sono il suo fornaio.

E dicendo ciò si tolse la tonaca.

 

½ il clima   ½castelo de bode ½redondilha sebastianismo ½ vidas lusófonas ½ expresso ½