Su Portopalo si potrebbero dire molte cose e tutte interessanti, perché il paese e il territorio hanno una storia millenaria che affonda le radici fin nella preistoria con le grotte di Corruggi e Calafarina, in direzione del borgo marinaro di Marzamemi.

Sorgendo alle propaggini dell'antico "Promontorium Pachyni", i cui picchi e gli scogli sono decantati da Virgilio nel Libro III dell’Eneide: "Hinc altas cautes proiectaque saza Pachyni redimus.....". ( Virgilio, Eneide, Libro III, vv. 699-700 ), Portopalo offre un incantevole palcoscenico sul mediterraneo, lo stesso che bagnò Ulisse sbarcando più di presso per cominciare un sepolcro alla moglie del Priamo di Troia e un tempio alla dea Ecate. Porto Ulisse ricorda ancora l'avvenimento e non tanto distante dal nostro mare.

Il fascino suggestivo offerto da Portopalo incantò il celebre scrittore fiorentino, Dante, che nella Divina Commedia scrive: "....... la bella Trinacria che caliga tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo che riceve da Euro maggior briga , non per Tifeo, ma per nascente solfo...". (Dante Alighieri, Paradiso, canto VIII, vv. 67/70).

Questa ed altre reminiscenze e suggestioni storico-mistiche alimentate dai massimi autori classici da Cicerone a Turidide, Ovidio e C. Tolomeo, si osservano avendo un pizzico immaginazione, un po' dovunque: nelle rovine sull'entroterra della spiaggia che guarda l'isola di Capo Passero, nella alte rocce frastagliate a picco sul mare, nel costone roccioso che conserva la necropoli paleocristiana all'inizio della litoranea per Marzamemi, etc.

Portopalo paese di 3500 abitanti, per lo più dediti alla pesca (vi è più la seconda flotta dell'isola) e all'agricoltura, è il centro più meridionale della penisola italiana, ma ciò naturalmente non vuol dire - secondo antichi e inattuali pregiudizi e luoghi comuni-  arretra terra, mancanza di infrastrutture e sviluppo, o almeno tutto ciò non si addice a Portopalo, paese ospitale e turistico per vocazione e antica consuetudine, che hanno nella presenza del mare e di popoli conosciuti un fattore genetico di civiltà.

Da tempo immemorabile il paese dà ospitalità, offrendo piccole ma pulite spiagge, acque limpide e non inquinate da qualsivoglia scarichi industriale. Ed ancora possibilità di praticare windsurf, pesca subacquea in zone di mare poco frequentate sotto questo aspetto.

Le manifestazioni folcloristiche, i ristoranti, le pizzerie, il pesce non mancano di certo, allo stesso modo di alberghi, villaggi e camping turistici con vista sul mare.

Per colore che preferiscono ammirare altro, fuori dal mare e dal paesaggio, esistono opportunità non meno interessanti. Portopalo è sede di un grande complesso di archeologia industriale-artigianale, un tempo centro pulsante della Tonnara, una delle più antiche della Sicilia, con testimonianze documentarie risalenti al XIII sec.

L'antico Pachyni portus e' tra l'altro citato da tutti gli autori come punto importante di riferimento geografico per il transito delle navi in direzione dell'Africa. Nei pressi stazionava un contingente militare di Siracusa che così preservava la zona sud dal pericolo incombente dei pirati. Pericolo peraltro perpetuatosi nei sec. successivi tant’è che essenzialmente per ciò fu eretto nel sec. XIV l'imponente Forte nella parte piu' alta dell'isola di Capo Passero (celebre pirata barbaresco Dragut lo distrusse nel 1526, ma fu ricostruito ancora più sicuro e imponente e fu pure trasformato in prigione per dissidenti di rango e militari nell'epoca dei vicere).

Le acque agitate di questa zona di mare dove avviene la congiunzione tra Jonio e Mediterraneo, videro nel 1718 una grande battaglia tra inglesi e spagnoli ed ancora, piu' di recente, lo sbarco anglo-americano nell'estate 1943.

Portopalo, noto anche come Capo Passero, è zona quindi di memorie storiche, di bellezze paesaggistiche e di sensazioni varie che fanno dell’ex borgo di pescatori un centro da visitare e da conoscere a fondo per assaporare le piu' intime essenze.

Visitando Siracusa e la barocca Noto, Portopalo è la naturale prossima e facilissima da raggiungere meta ultima di un ideale itinerario di viaggio storico-turistico per riempire le membra e lo spirito.

(Cernigliaro Corrado, Chiavaro Giovanni 1999)