ALCOA EUROPE
Dati forniti dalla Società in data 28.05.98 con prot. n° 4691
Scheda di informazione sui rischi di
incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori
(Legge n° 137 del 19.05.1997)
Sezione 1
Nome della Società |
Alcoa Europe S.p.A. |
Stabilimento di |
Zona Industriale Portovesme Portoscuso (CA) |
Portavoce della Società |
Gianfranco Angius Tel: 0781/503409 Fax: 0781/509582 |
Rapporto di sicurezza allegato alla notifica art. 4 DPR 175/88 nel maggio 1994 |
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Attività industriale Deposito |
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Rapporto di sicurezza allegato alla notifica art. 6 DPR 175/88 nel dicembre 1990 |
Si |
Attività industriale Deposito |
Si |
Responsabile dello stabilimento Qualifica |
Dr. Antonio Serra Direttore di stabilimento |
Sezione 2
Rif. Pubblica Amministrazione
Comune di Portoscuso, via Marco Polo 9
Responsabile informazione pubblica
Vigili Urbani
Via Torino 45/a
Tel: 0781/509762
Responsabile primo intervento
Vigili Urbani
Via Torino 45/a
Tel: 0781/509762
Responsabile piano di emergenza esterna
Prefettura di Cagliari - Protezione civile
Sezione 3
Descrizione della/delle attività svolta/svolte nello stabilimento/deposito
ALCOA ITALIA S.p.A. è il principale gruppo industriale italiano nella produzione di alluminio, dalle produzioni di base ai semilavorati. L’intera produzione di alluminio primario italiano fa capo ad Alcoa e lo stabilimento di Portovesme ne produce circa l’80%.
Lo stabilimento di Portovesme sorge nella zona sud- occidentale della Sardegna a circa 2 km NW dal paese di Portoscuso. L’intera zona è mediamente ventosa durante tutto l’arco dell’anno con venti prevalenti da N – NW.
Lo stabilimento di Portovesme si sviluppa su una superficie di circa 580000 mq di cui circa 132000 mq coperti ed occupa circa 850 dipendenti.
Esso è totalmente integrato e comprende tutti gli impianti necessari al ciclo produttivo per l’ottenimento dei prodotti finali costituiti fondamentalmente da formati di alluminio di diversa tipologia (billette, placche, pani) utilizzati in processi a valle quali estrusione, laminazione, produzione getti, ecc.
Sotto quest’aspetto gli impianti/reparti principali sono:
Produzione anodi (mescola, forni cottura, rodding);
Elettrolisi;
Fonderia.
A questi si abbinano tutta una serie di impianti ausiliari e di infrastrutture e servizi per il miglior funzionamento del processo.
Uno di questi impianti ausiliari è il deposito GPL oggetto della presente scheda informativa che è costituito da due serbatoi cilindrici orizzontali aventi capacità di 110 mc ciascuno. I serbatoi sono posti all’interno di un’apposita area cui è consentito l’accesso solo a personale autorizzato.
Essi alimentano diverse utenze all’interno dello stabilimento fra cui principalmente i reparti Fonderia, Rodding, Manutenzione Siviere e le varie Cucine/Mense.
Gli addetti all’impianto in oggetto sono pari a 6 unità su 3 turni lavorativi. Essi non presidiano stabilmente l’impianto essendo presenti solo in occasione di operazioni di carico/scarico GPL.
E’ da considerarsi inoltre la presenza saltuaria nell’impianto di ulteriori lavoratori dell’Area Manutenzione in occasione di attività manutentive programmate o straordinarie.
Il numero di detti lavoratori è variabile a seconda dell’intervento.
Brevi cenni sulla storia dell’attività produttiva
La cessazione dell’attività estrattiva delle miniere di carbone avvenuta in Sardegna intorno agli anni ’60, portò nella zona del Sulcis ad una situazione estremamente pesante dal punto di vista sociale ed economico. Questa crisi venne superata con la costituzione della Società Alsar S.p.A. da parte della Società Mineraria Carbonifera Sarda (MCS).
L’Alsar realizzò negli anni 69-72 lo stabilimento di Portovesme, progettato per una capacità produttiva di 125000 tonnellate di alluminio primario, il quale entrò in esercizio alla fine del 1972.
La nascita dell’impianto determinò rapidamente la necessità di ulteriori insediamenti industriali nella zona, quali l’Eurallumina per la produzione di allumina e la Comsal e la Sardal per la trasformazione del metallo.
Nell’ambito del progetto di creazione del polo pubblico dell’alluminio nel 1973 tutta la produzione italiana di alluminio primario venne concentrata nella MCS che assorbì anche le attività venete di alluminio (Alumetal) della Società Montedison.
Nel 1981 le due Società Alsar ed Alumetal si fusero assumendo il nome di Alluminio Italia. Questa cambiò denominazione una prima volta nel 1983 divenendo Aluminia e successivamente Alumix nel 1990.
Nel 1994, a seguito dello scioglimento dell’Efim Ente a partecipazione Statale cui apparteneva l’Alumix, si diede avvio alla fase di privatizzazione della stessa.
Fra i vari concorrenti che parteciparono alla gara di acquisto prevalse la società americana Alcoa (Aluminium Company of America) che dal 1° Aprile 1996 è divenuta proprietaria dello stabilimento di Portovesme oltre che di altre unità industriali distribuite in tutta Italia appartenenti alla disciolta Alumix.
Sezione 4
Sostanze o preparati suscettibili di causare un eventuale incidente rilevante
L’unica sostanza pericolosa ai sensi del DPR 175/88 presente in stabilimento è il Gas di Petrolio Liquefatto.
I dati relativi a detta sostanza sono i seguenti:
Numero CAS
68476-85-7
Sinonimi
GPL
Propano liquefatto
Propano
Etichettatura: simboli chimico- fisici Þ Classificazione di pericolo (*)
F+ = altamente (estremamente) infiammabile – fiamma
Etichettatura: frasi di rischio (frasi R) Þ Principali caratteristiche di pericolosità (*)
R12 = estremamente infiammabile – fiamma
Etichettatura: frasi di rischio (frasi S)
S9 = tenere il recipiente in luogo ben ventilato
S16 = conservare lontano da fiamme e scintille. Non fumare.
S33 = evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche
S53 = evitare l’esposizione
DPR 175/88
Ai fini degli adempimenti relativi al DPR 175/88 questa sostanza è classificata fra le "Sostanze o preparati gassosi facilmente infiammabili".
La quantità presente all’interno del perimetro industriale ed entro 500 metri dal deposito della sostanza è inferiore alle 200 tonnellate.
Sotto tale riguardo l’adempimento al DPR 175/88 per Alcoa Italia S.p.A. è la dichiarazione ai sensi dell’art. 6 del medesimo DPR:
Sezione 5
Natura dei rischi di incidenti rilevanti. Informazioni generali.
Per quanto riportato nel rapporto di sicurezza i possibili eventi incidentali connessi al GPL sono riconducibili ad una perdita di contenimento ed al conseguente rilascio di GPL.
In particolare si possono ipotizzare i seguenti scenari incidentali :
Scenario |
Caratteristiche dello scenario |
|
1 |
Rilascio di gas/vapori |
Evento originato dalla fuoriuscita accidentale di GPL in fase vapore e che può dar luogo alla formazione di un getto infiammabile |
2 |
Rilascio di liquidi |
Evento originato dalla fuoriuscita accidentale di GPL e che può dar luogo alla formazione di una pozza evaporante con successiva nube infiammabile |
3 |
Incendio |
Incendio conseguente l’innesco di:
|
4 |
Esplosione |
Esplosione conseguente l’innesco di:
|
Sezione 6
Tipi di effetti per la popolazione e l'ambiente
I possibili effetti a cui potrebbero essere esposti i soggetti presenti sono quelli conseguenti a radiazioni termiche pericolose, sovrapressione da esplosioni e ricaduta di frammenti.
Data la natura delle sostanze presenti non è possibile alcun danno ambientale dovuto ad inquinamento.
L’estensione fisica massima delle aree a rischio, stimata nel rapporto di sicurezza è la seguente:
DISTANZA MASSIMA DI DANNO |
|||
Elevata letalità |
Inizio letalità |
Lesioni irreversibili |
Lesioni reversibili |
355 m |
535 m |
536 m |
1246 m |
La frazione di popolazione effettivamente in pericolo tra quella presente nelle aree a rischio di cui sopra è quella ubicata all’aperto; la popolazione all’interno di edifici e lontana da superfici vetrate è ragionevolmente protetta dagli effetti incidentali.
Gli effetti incidentali si esauriscono nel breve termine e non comportano effetti a medio e a lungo termine. Non esistono soggetti particolarmente vulnerabili agli effetti incidentali, né possibili effetti indiretti.
Misure di prevenzione e sicurezza adottate
Con riferimento ai possibili eventi e scenari incidentali di cui in precedenza si descrivono di seguito le principali precauzioni esistenti:
L’area di travaso è separata dal deposito da un muro di schermo alto 3,5 metri. Le altre apparecchiature sono alloggiate all’interno di boxes in muratura e chiusi verso i serbatoi.
Sezione 7
Mezzi di segnalazione di incidenti
Ricevuta la segnalazione, la responsabilità di informare la popolazione e tutti i soggetti interessati e di attivare il Piano di Emergenza Esterno spetta ai soggetti istituzionalmente preposti ai quali l’Azienda offrirà la massima collaborazione.
Comportamento da seguire
Gli effetti incidentali sono in genere limitati all’interno del perimetro dello stabilimento.
Nel caso assai improbabile che si manifestassero situazioni tali da provocare effetti pericolosi al di fuori dello stabilimento, la popolazione dovrà seguire le istruzioni ricevute dall’Autorità preposta alla gestione dell’emergenza.
Le norme di comportamento che l’Azienda ritiene opportuno suggerire alla popolazione a rischio per gli scenari incidentali precedentemente ipotizzati sono le seguenti:
Scenari
Tali comportamenti sono suggeriti per la popolazione presente nelle aree di impatto sicuro o molto probabile e nelle aree di possibili danno.
Nelle aree di attenzione la popolazione deve essere invitata a rimanere in casa, evitare di usare automezzi, astenersi dall’avvicinarsi a curiosare nei pressi dello stabilimento ed evitare di usare il telefono se non per comunicazioni urgenti.
Sarà infine necessario fornire indicazioni sui comportamenti da tenere in seguito alla segnalazione di cessato allarme.
Mezzi di comunicazione previsti
I mezzi di comunicazione da utilizzare durante l’emergenza hanno il compito di trasmettere informazioni sulla natura dell’incidente in corso e sui conseguenti comportamenti da attuare.
La comunicazione è rivolta:
I primi due aspetti sono di competenza aziendale e sono dettagliatamente descritti nel Piano di Emergenza Interno. In particolare:
Per quanto riguarda il terzo aspetto, le Autorità preposte, sulla base delle informazioni già disponibili in queste schede e di quelle ricevute dall’Azienda e dalle squadre di intervento nel corso dell’emergenza, provvederanno ad informare la popolazione mediante strumenti che dovranno essere definiti dalle stesse Autorità (es. emittenti radio, altoparlanti, comunicazioni telefoniche, etc.).
Presidi di pronto soccorso
I presidi di pronto soccorso da impiegare in caso di incidente possono essere:
I primi che sono di competenza aziendale sono descritti nel Piano di Emergenza Interno.
In particolare è prevista la presenza di n° 1 Squadra di Emergenza di Stabilimento e di n° 4 Squadre di Emergenza di Reparto.
All’interno dello Stabilimento è inoltre presente una infermeria con una autoambulanza disponibile ed un infermiere.
Tutte queste strutture sono presenti sui tre turni lavorativi (copertura 24/24 ore).
I secondi spettano alle Autorità preposte le quali indicheranno nel Piano di Emergenza Esterno i presidi di pronto soccorso disponibili nell’area prossima allo stabilimento.
Sezione 8
INFORMAZIONI ALLE AUTORITA’ COMPETENTI
SULLE SOSTANZE ELENCATE NELLA SEZIONE 4
Adempimento al DPR n° 175/88: DICHIARAZIONE
Sostanza: GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO
Codice aziendale: 3.09 X
Utilizzazione
materia prima solvente
intermedio catalizzatore
prodotto finito altroIdentificazione
Nome chimico: Gas di Petrolio Liquefatto
Nomi commerciali: GPL; Miscela di Propano e Butano
Nomenclatura Chemical Abstract: ------
Numero di registro CAS: 68476-85-7
Formula bruta: ------
Peso molecolare: ------
Formula di struttura: ------
Caratteristiche chimico- fisiche
(dati indicati nella Scheda di Sicurezza del Prodotto)
Stato fisico: Liquido
Colore: ------
Odore: ------
Solubilità in acqua: ------
Solubilità nei principali solventi organici: ------
Densità: min. 505 kg/m3 a 15 °C (liquido)
Peso specifico dei vapori, relativo all’aria: ------
Punto di fusione: non applicabile
Punto di ebollizione: Propano = - 42 °C; Butano = -0,5 °C
Punto di infiammabilità: < - 60
Limiti di esplosività: inferiore = 1,9; superiore = 9,5 (% vol.)
Temperatura di autoaccensione: > 400 °C
Tensione di vapore: 1500 kPa (max) a 37,8 °C
Reazioni pericolose: non avvengono
Classificazione ed etichettatura
(dati indicati nella Scheda di Sicurezza del Prodotto)
Di legge Provvisoria Non richiestaS16 = conservare lontano da fiamme e scintille. Non fumare
S33 = evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche
S53 = evitare l’esposizione
Informazioni tossicologiche
(dati indicati nella Scheda di Sicurezza del Prodotto)
Vie di penetrazione:
Ingestione Inalazione Contatto
Informazioni ecotossicologiche
(dati indicati nella Scheda di Sicurezza del Prodotto)
Non sono disponibili dati di ecotossicità e di biodegradabilità a causa dell’elevata volatilità del prodotto che, non persistendo nel mezzo acquoso, non consente di portare a termine i tests.
Sezione 9
INFORMAZIONI ALLE AUTORITA’ COMPETENTI
SUGLI SCENARI INCIDENTALI PREVISTI NEI
RAPPORTI DI SICUREZZA
La natura degli eventi incidentali previsti nei rapporti di sicurezza allegati alla Dichiarazione ai sensi del DPR 175/88 e successive modifiche è riassunta nella tabella seguente (che è stata rielaborata per chiarezza compilativa):
SCENARIO |
CARATTERISTICHE DELL’EVENTO |
Rilascio di liquidi infiammabili |
Rilascio sul suolo |
Rilascio di gas- vapori infiammabili |
Rilascio ad alta velocità (getto) |
Rilascio a bassa velocità (piuma) |
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Incendio |
Dardo di fuoco (jet- fire) |
Incendio di nube di vapori (flash- fire) |
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Incendio di pozza sul suolo (poole- fire) |
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Incendio globulare (fireball) |
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Esplosione |
Esplosione non confinata (UVCE) |