"CULTURA E TRADIZIONI"



          Negli ultimi anni, sembra essersi perso il ricordo di avvenimenti, usanze, modi di vita del passato. Anche se queste feste vengono a mancare sempre di più, vengono comunque ricordate per la tradizione.
  Se si considerano le tradizioni, ci rendiamo conto di come il passato ci abbia lasciato esperienze e saggezze, e queste devono essere considerate come guida per un futuro migliore. Avvalendoci di queste considerazioni, abbiamo cercato di riscoprire le tradizioni e le usanze dei nostri antenati, e cercando anche di capire il perchè di certe credenze.
  Una leggenda popolare delle origini del paese narra che, in tempi remoti, PORTOSCUSO sorgeva sulle alture ancora oggi conosciute con il nome "Is Concaleddus"; gli abitanti del paese erano malvaggi, avidi e senza alcun timore per le leggi umane e per quelle divine.
  Su di essi si scattenò l'ira di Dio: una violenta burrasca sollevò le onde del mare distruggendo il paese e uccidendo tutti gli abitanti.
  Quando tutto passò, gli abitanti vennero trasformati da Dio in "cinibiri" , pianta simile al ginepro (pianta tipica della zona), dalle caratteristiche singolari: un po' contorte e ricche di spine, quasi a significare la malvagità degli uomini.
  Questa leggenda si intreccia a una tradizione tramandata da padre in figlio, che narra di come i pisani usassero le insenature di Portoscuso come punto di aprodo per le loro navi che tenevano contatti con la città di Pisa.
Inoltre avevano costruito una torre di avistamento, dove sorge quella attuale che ancora oggi viene chiamata "Sa Turri Pisana".
  Costruirono case e fontane, che poi in seguito sono state distrutte dagli aragonesi. La nuova popolazione stabilitasi intorno alla Torre e a su Pranu, guardava con timore verso "Is Concaleddus" e cercava di condurre una vita basata sulle leggi divine.
  Ad affermare questa leggenda, fu il ritrovamento di resti utensili a "Is Concaleddus", che venivano alla luce quando il vento molto forte faceva sollevare immense nubi di sabbia.
  A Portoscuso si era formato un'ambiente famigliare, basato sull'amore del prossimo; la gente essendo religiosa, si organizzava la vita secondo il modello cristiano.
  Nelle serate invernali, dopo i rintocchi dell'Avemaria, nel paese finivano le attività, le strade diventavano deserte e buie, nelle case venivano accesi i lumi e le famiglie si riunivano attorno al caminetto per raccontare avvenimenti del passato, favole e storie di fantasmi.

"CARNEVALE"
    Uno dei perodi che rallegra ancora oggi il paese è il carnevale, infatti, vengono organizzati balli in maschera e zippolate.
  Questa festa si conclude il mercoledì delle ceneri, quando si da fuoco a un pupazzo che rappresenta il carnevale.

"PASCA MANNA"
    La più importante festa dell'anno prendeva il nome di "Pasca Manna" , detta anche Pasqua di Resurrezione, che ha subìto alcune modifiche da quando esiste la chiesa di San Giovanni Battista.
  Il giovedì santo all'imbrunire veniva portata in processione la Madonna Addolorata, il parroco indossava la veste viola; il venerdì santo si portavano in processione la Madonna e Gesù morto.
  Tuttora nel pomeriggio viene annunziato alla popolazione la morte di Cristo; la notte dopo la processione per le vie del paese, in chiesa, si svolgeva l'adorazione.
  Tutti partecipavano al mesto corteo, aperto da una croce in legno ricoperta da una fascia bianca che tutti i fedeli seguivano cantando "i goggius" del giorno (le preghiere del giorno), mentre la croce veniva portata da chi aveva fatto un'impromittenzia infine, vi erano il celebrante con i paramenti neri e dietro di lui la statua di Gesù morto.
  Chiudevano il corteo is Maralenas e is Faraonis e infine il simulacro dell'Addolorata.
  Nel paese buio, dove mancava l'illuminazione era usanza mettere in ogni porta o finestra una lampada o torcia, mentre ai lati dei simulacri vi erano i pescatori che facevano luce con delle lampade.
  Is Faraonis sono quattro, mentre is Maralenas sono due ragazze che rappresentano Maria Maddalena e San Giovanni.
  Il sabato santo era il giorno dell'attesa del grande evento. In ogni casa, pulita precedentemente, si preparava s'anguglia , tipico dolce pasquale, fatto di biscotto con uno o più uova sode d'ornamento, che i ragazzi avrebbero portato in chiesa.
  All'alba gli uomini si reccavano in campagna per compiere lavori leggeri, o per guardare il posto (o po castiai su logu), mentre la donna (sa mer'e sa domu) restava a casa, impegnata negli ultimi preparativi per festeggiare la Resurrezione di Cristo.
  Intanto in chiesa venivano celebrate varie funzioni per la liturgia Pasquale: in una coberina veniva benedetta l'acqua, poi la benedizione del fuoco, acceso con una pietra focaia. Alle ore 10, al canto del Gloria, le campanne suonavano a festa per annunciare la Resurrezione di Cristo.
  Nel mentre le donne rimaste a casa, spalancavano porte e finestre e con una "pertia de sermentu" battevano sui letti gridando:<< tocca a forasa giureusu chè torrau su veru Deu>>.
  Si comnsumava il pranzo composto da verdure cotte e uova; di pomeriggio si amazzava l'agnello, che avrebbe arrichito il pranzo della domenica pasquale.
 
Il giorno dopo: "sa die sa Pasca" era il giorno di grande gioia; tutta la famiglia indossava l'abito nuovo, e si avviava in chiesa

per partecipare all'incontro di Gesù risorto e la Madonna. Questa processsione è di origine spagnola; ancora oggi rimane l'uso del triplice inchino fra i simulacri.
  Dopo aver fatto il giro del paese con due processioni distinte: gli uomini con Gesù e il celebrante, e le donne con la Madonna, finalmente i simulacri s'incontrano nella piazza di Santa Maria d'Itria.
I cacciatori sparavano cartucce caricate con la crusca, facendo festa assieme alle campane. Finita la messa, tutte le famiglie si riunivano nella casa del patriarca per consumare tutti insieme il pranzo pasquale.

"SANTA MARIA D'ITRIA"
    Un'altra tradizionale festa sentita dalla poplazione è la festa della patrona di Portoscuso: Santa Maria d'Itria.
  Pare che questo nome derivi dal tempio di Costantinopoli, dove veniva custodito un quadro raffigurante la Madonna; il quadro fu dipinto da San Luca Evangelista.
  A Portoscuso è patrona da sempre, il culto sembra risalire al periodo dell'attività della tonnara.
Il quadro raffigurante la Madonna d' Itria, secondo una tradizione popolare, era stato portato nella nuova chiesa dove durante un'incursione saracenna venne colpito da alcuni proietili; dopo molti anni il proprietario della tonnara lo portò a Genova per farlo restaurare. Il quadro non fece più ritorno a Portoscuso, ma in sua sostituzione, venne portato un simulacro che riproduceva la Santa.
  La festa si svolge il martedì di Pentecoste, 52 giorni dopo la Pasqua, ed è caratterizzata dalla processione che si svolge parte in mare e parte per le vie del paese.
Per l'occasione vengono addobbate le barche con fiori e bandiere, e su una di queste viene imbarcata la Santa.
  Tuttora, come accadde da secoli, la Santa viene portata al porto di Portovesme dove la sera con la processione via mare viena riportata al porticciolo, dove avrà inizio la processione per le vie del paese (decorate a festa), accompagnata dalla popolazione non solo del luogo ma da migliaia di turisti e gente dei paesi del circondario.

"CORPUS DOMINI"
    Per il Corpus Domini, in ogni rione si usava preparare una capella, cercando di addobbarla nel migliore dei modi. Quando si concludevano le cerimonie, tutti si riunivano nel rione dov'era stata realizzata la capella migliore. Si festeggiava con canti accompagnati dal suono de "su sonettu" e della chitarra.

"SAN GIOVANNI BATTISTA"
    Un'altra tradizione è quella de "Su Fogaroni de Santu Giuani".
  Era il divertimento dei ragazzi che, alcune settimane prima, raccoglievano la legna per brucciarla la notte della vigilia. Canti e balli duravano fino a notte tarda; poi tutta la popolazione si reccava a Su Scaru per lavarsi i piedi a mare.
  In questa tradizione popolare è presente il culto dell'acqua e del fuoco.
  Dal 1971, anno in cui è stata costruita la parrocchia di San Giovanni Battista (innaugurata l' 8 dicembre dell'anno 1982), questa festa assume un carattere religioso, diventando una delle ricorrenze principali del paese.


Nonostante molte usanze non vengano più festeggiate come una volta, altre continuano a portare avanti la loro tradizione. Ogni anno infatti, soprattutto nel periodo estivo, vengono organizzate diverse sagre, riguardanti i prodotti locali, che attirano migliaia di turisti.



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